Il mestiere di boscaiolo (in Scandinavia)

Sulla nascita di alcuni dei riti più partecipati dal mondo occidentale come quelli relativi al Natale si sono perse tracce e indicazioni. Tuttavia per quanto riguarda le festività natalizie esse sono legate per tradizione a quel mondo a metà fra il magico e il mitologico che è la Scandinavia, una terra in cui le rigide temperature hanno fornito plausibili giustificazioni all’individuazione del luogo di origine di Santa Klaus, da tutti noi conosciuto come Babbo Natale. Le renne, certo; i regali, certo. Ma soprattutto l’albero, probabilmente il simbolo più riconoscibile e noto delle festività di fine anno. E non poteva che essere così in una terra quasi completamente ricoperta di foreste, molte delle quali ancora incontaminate.

Quelle in cui invece l’uomo ha messo le mani si sono trasformate rapidamente in una delle risorse più preziose per quanti vivono a quelle latitudini, al punto tale che il processo di riforestazione sembra sia nato proprio da quelle parti, in modo da garantire la rinnovabilità di quella che oggi è diventata una vera e propria ricchezza dei Paesi che si affacciano sull’Artico. L’industria del legno si è sviluppata in modo vorticoso nell’ultimo ventennio, soprattutto a causa delle richieste sempre più pressanti delle cartiere di tutto il mondo, la maggior parte delle quali cerca lassù le sue preziose riserve di cellulosa.

Il taglio degli alberi è diventato uno dei settori di maggiore espansione e nonostante l’evoluzione tecnologica abbia permesso di fare passi da gigante anche in quello specifico ambito, introducendo macchinari sempre più evoluti per sostituire le mani dell’uomo, tuttavia c’è ancora e sempre più bisogno di manodopera per lo svolgimento delle attività più particolari e precise. Una manodopera che le industrie scandinave faticano sempre più a recuperare nella forza lavoro locale e che per questo hanno iniziato a cercare al di sotto del circolo polare.

Fare il boscaiolo è uno dei lavori più duri che esistano, non c’è dubbio. Tuttavia le soddisfazioni non sono poche, a partire dal fatto che si ha la possibilità di lavorare tutto il giorno a stretto contatto con l’ambiente naturale. Ci sono poi quelle economiche, anche se in questo caso è meglio sfatare subito la fola secondo cui svolgendo questa attività è possibile arricchirsi: dipende molto, come capita in tutti i settori, dal grado di specializzazione e dalle responsabilità, ragion per cui può capitare di dover iniziare dal gradino più basso della scala salariale e poi di percorrere tutti gli altri sulla base delle proprie capacità e della propria disponibilità.

Fare il boscaiolo in Scandinavia, allora, se da un lato può diventare più appagante dal punto di vista economico, poiché le retribuzioni da quelle parti sono sostanzialmente superiori ai nostri standard, dall’altro si può trasformare in una vera e propria avventura, visto che l’ambiente naturale per molti mesi all’anno può raggiungere gradi di ostilità davvero elevati. Ma se si decide di cambiare vita, lo si fa anche per dare una sterzata rispetto ad abitudini e modalità esistenziali che evidentemente non soddisfano più. È possibile allora che spingersi fino ai limiti più estremi per quel che riguarda il clima si trasformi in una nuova palestra di vita, dove trovare nuovi stimoli e, appunto, nuove soddisfazioni. Norvegia, Svezia e Finlandia, pur aderendo in modo diverso agli organismi politici ed economici europei, consentono comunque la libera circolazione degli individui, che hanno per questo la possibilità di recarsi direttamente sul posto per cercare occasioni di impiego.

La conoscenza dell’inglese e la disponibilità a svolgere lavori di fatica sono, nemmeno a dirlo, fondamentali. È questa la base su cui costruire un percorso di ricerca che possa condurre ad un impiego col quale iniziare una nuova vita ai confini del mondo. Ma attenzione, che boscaioli non ci si improvvisa. L’esperienza di chi è riuscito a compiere il grande passo impone a quanti desiderano seguirne le tracce di avvicinarsi prima a questo genere di attività per verificare la propria compatibilità. E solo poi provare a salire su un treno o un aereo con un biglietto di sola andata per le nevose lande che circondano il circolo polare artico.

Gianluca Ricci