Bianca: a più di 60 anni mi sono trasferita da sola a Malta

A cura di Maricla Pannocchia

Originaria di Padova, con un marito e un figlio adulto, Bianca, da sempre appassionata di musica nonché cantante, insegnante di canto e vocal coach, aveva una vita serena in Italia anche se, da qualche tempo, viveva con disagio la sua situazione professionale. “Sono stata costretta per anni a svolgere un lavoro precario e sottopagato, dato che in Italia la mia professione di musicista difficilmente è riconosciuta come tale. Per questo motivo, circa una decina di anni fa, ho scelto di aprire una Partita IVA per dedicarmi alla professione di vocal coach, mettendo a disposizione dei miei clienti la mia lunghissima e approfondita esperienza nell’ambito della vocalità sia nel canto sia nell’utilizzo della voce parlata” racconta Bianca che, con il tempo, è riuscita a far partire questo suo progetto professionale.

La vera occasione per cambiare vita, tuttavia, è arrivata per “caso” quando la donna ha partecipato a un’audizione per il coro nazionale maltese. “La mia voce e la mia professionalità sono piaciuti molto alla commissione, che mi ha offerto non solo un posto stabile nel coro, ma anche un ruolo di assistente del direttore (Voice Leader) e la possibilità di tenere corsi e masterclasses durante l’anno. Inizialmente, ho creduto di poter gestire quest’opportunità fermandomi a Malta per brevi periodi in occasione delle produzioni più importanti ma, dopo un paio di mesi, ho capito che, per inserirmi davvero in questo nuovo contesto, sarebbe stato necessario stabilirmi qui” dice Bianca.

La donna ama tantissimo Malta e, fra i pregi dell’isola, c’è quello di essere relativamente vicina all’Italia e questo le permette di rivedere spesso la famiglia e gli amici, o di ospitarli nella sua casa. Paese che offre di tutto, dalla storia alla cultura, passando per le feste popolari, a chi sogna di trasferirsi lì Bianca consiglia d’imparare l’inglese prima della partenza, per poter aspirare a un lavoro di un certo livello, che sia ben retribuito. Un’alternativa per imparare l’inglese, secondo Bianca, è frequentare un corso strutturato sull’isola, “venire qui senza sapere l’inglese, o sapendolo davvero poco, e fare un lavoretto stagionale, purtroppo non vi farà imparare veramente la lingua.”

Bianca Simone Malta

Ciao Bianca, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, mi chiamo Bianca Simone e sono una cantante e vocal coach. Ho 63 anni e vivo a Malta da due. In Italia la mia casa è a Padova, dove ho sempre vissuto, anche se rivendico con estremo orgoglio la mia nascita napoletana. Sono figlia di due “migranti”, papà calabrese e mamma esule istriana, quindi le radici sono multiple e molto diverse tra loro. Sono sposata da vent’anni con un uomo fantastico, dopo un primo matrimonio non troppo riuscito da cui ho avuto però un figlio spettacolare, ora trentottenne.

Ho una formazione classica e sono diplomata in Canto Lirico e in Musica Vocale da Camera. Mi sono dedicata soprattutto al repertorio rinascimentale e barocco e ho sempre adorato il canto corale. Ho lavorato – e tuttora ci collaboro – con prestigiose orchestre, gruppi madrigalistici, ensemble corali professionali e non. Ho cantato in tutta Europa e oltre, ho al mio attivo registrazioni discografiche, radiofoniche e televisive.

La mia vita lavorativa, tuttavia, è stata piuttosto varia e sfaccettata. Per molti anni (prevalentemente quelli dell’infanzia e adolescenza di mio figlio) ho lavorato anche in ambito medico, come assistente di direzione e di studio. L’amore per la musica è sempre stato il filo conduttore della mia vita e devo ammettere che non sono adatta ai lavori continuativi, sedentari e dove non c’è spazio per l’iniziativa personale e la creatività.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Non posso dire di aver deciso di andarmene, anzi! Sono felicemente sposata, mio marito ed io viviamo con due adorabili gatti, abbiamo molti amici. Indubbiamente però, da tempo, vivevo con disagio la mia dimensione professionale. Sono stata costretta per anni a svolgere un lavoro precario e sottopagato, dato che in Italia la mia professione di musicista difficilmente è riconosciuta come tale. Per questo motivo, circa una decina di anni fa, ho scelto di aprire una Partita IVA per dedicarmi alla professione di vocal coach, mettendo a disposizione dei miei clienti la mia lunghissima e approfondita esperienza nell’ambito della vocalità sia nel canto sia nell’utilizzo della voce parlata. Naturalmente, decidere di sviluppare un nuovo progetto professionale – e in più come freelance – a più di cinquant’anni è una sfida notevole! Dopo alcuni anni di “rodaggio”, comunque, quest’attività è ora in pieno sviluppo e mi sta dando moltissime soddisfazioni ma, come in tutte le storie avvincenti, un giorno è accaduta una cosa imprevista!

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Immagino che questa “cosa imprevista” abbia a che vedere con Malta…

Esatto! Un giorno, quasi per scommessa, ho comprato un biglietto aereo per Malta per sostenere un’audizione per il coro nazionale maltese. In quel periodo, infatti, il coro era diretto da un giovane musicista italiano che avevo conosciuto anni prima. La mia voce e la mia professionalità sono piaciuti molto alla commissione, che mi ha offerto non solo un posto stabile nel coro, ma anche un ruolo di assistente del direttore (Voice Leader) e la possibilità di tenere corsi e masterclasses durante l’anno. Inizialmente, ho creduto di poter gestire quest’opportunità fermandomi a Malta per brevi periodi in occasione delle produzioni più importanti ma, dopo un paio di mesi, ho capito che, per inserirmi davvero in questo nuovo contesto, sarebbe stato necessario stabilirmi qui.

Devo dire che Malta – dove non ero mai stata prima –mi ha colpita immensamente. Ho sentito una sensazione immediata di “casa”.

Inoltre, dal punto di vista professionale, quest’isola è straordinariamente ricca di giovani e adulti che si dedicano con passione al canto e la quantità di voci importanti e talentuose è incredibile. Poter lavorare sia come musicista sia come insegnante in un contesto così stimolante è davvero un privilegio.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Ovviamente, prima di decidere per un trasferimento vero e proprio, ho parlato a lungo con mio marito, che ha condiviso con me questa decisione. Ha capito perfettamente che quest’occasione, professionalmente e umanamente, era importante per me e ha appoggiato in toto la mia scelta. Cerchiamo in ogni caso di vederci appena possibile: io torno a casa ogni volta in cui ho qualche giorno di pausa nel lavoro e anche lui scende a trovarmi almeno una volta ogni qualche mese. Naturalmente, la vicinanza di Malta all’Italia facilita enormemente i collegamenti. Partendo da Treviso, da aprile a ottobre ci sono voli lowcost più che quotidianamente. Anche nei mesi invernali si trovano ottime occasioni a prezzi molto convenienti e moltissimi amici sono già venuti a trovarmi e a godere della bellezza immensa di questo Paese.

In effetti, la distanza dagli amici è una delle principali difficoltà della “migrazione”, per fortuna la camera degli ospiti è sempre aperta e in funzione!

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Bisogna considerare che io, pur avendo preso da qualche tempo la residenza maltese e avendo perfezionato l’iscrizione all’AIRE, sono una sorta di pendolare, come moltissimi altri italiani che lavorano qui. Non ho fatto un vero e proprio trasloco: ho preso casa e poi ho cercato di capire quali fossero le necessità di questa nuova sistemazione. Ho contattato una ditta specializzata che opera dalla Sicilia e ho spedito alcuni pacchi e valigie. Molti accessori per la casa li ho presi qui, i vestiti sono un po’ qui e un po’ là, insomma, ogni volta che torno in Italia cerco di organizzarmi per i mesi successivi.

Puoi parlarci ancora meglio del tuo lavoro?

Come già accennato, io lavoro nell’ambito della musica. Sono cantante, insegnante di canto e vocal coach. Il mio lavoro si svolge in presenza ma anche moltissimo online, soprattutto per i corsi di dizione, lettura espressiva e public speaking. Dal 2024 inizierò anche l’attività di public speaking coach qui a Malta, quindi lavorerò in presenza (e in inglese) presso alcuni istituti, inizialmente come coach per gli insegnanti. In seguito terrò anche dei corsi per gli studenti.

Nelle mattinate libere, però, ho seguito un corso online e ho conseguito la licenza HCCP per la somministrazione di cibi e bevande. Non è escluso che prossimamente m’inventi qualcosa anche nell’ambito della ristorazione, dato che cucinare è una delle mie passioni e i miei manicaretti sono sempre molto apprezzati dai miei ospiti maltesi.

Bianca Simone Malta

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Qui ci sono davvero moltissimi italiani, in prevalenza siciliani, dato che l’isola è davvero vicinissima alla Sicilia. Le opportunità di lavoro a Malta non mancano e la legislazione (di stampo britannico) è molto rigorosa. Non mi risulta che esista il fenomeno del lavoro in nero, se non forse come nicchia nei mestieri di minore responsabilità.

Naturalmente, per lavorare qui è necessario parlare inglese. A seconda del grado di conoscenza della lingua, infatti, si può aspirare a un impiego più specializzato e vantaggioso. Moltissimi italiani vengono qui proprio per imparare l’inglese ma io consiglierei, invece, di frequentare un corso prima della partenza. Se ci si troverà a lavorare come lavapiatti nel retrocucina di un ristorante (perché il nostro inglese non ci consente d’interagire direttamente con la clientela) si finirà per apprendere un inglese approssimativo e sgrammaticato, parlando esclusivamente con lavoratori extracomunitari e altri italiani nella stessa situazione.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

L’ambito turistico e ricettivo è certamente il più sviluppato. Moltissimi chef qui sono italiani, come il personale di cucina specializzato e il personale di sala, anche in hotel lussuosi.

Quindi direi che, soprattutto per i giovani, trovare lavoro in un ristorante o in un albergo è davvero facile. Anche il personale nei centri commerciali o nei supermercati è sempre molto richiesto.

Un altro settore fortemente presente è l’egaming, continuamente alla ricerca di game presenters o di tecnici informatici. L’informatica è certamente una competenza che garantisce un buon livello occupazionale.

Malta è stata (e per certi versi ancora è) una sorta di paradiso fiscale e qui i lavori in ambito finanziario sono molti e ben pagati.

Anche nella logistica ci sono diverse opportunità. A Malta c’è un grosso polo di smistamento delle navi portacontainer in arrivo dall’estremo Oriente, che vengono scaricate e distribuite sui mezzi più piccoli che poi raggiungeranno i porti di destinazione.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Per quanto riguarda gli stipendi, naturalmente dipende da che genere di vita si desidera condurre. Gli affitti sono indubbiamente molto alti e la soluzione migliore è condividere l’alloggio: con due stipendi anche bassi (che qui si aggirano fra i 1200 e i 1800 Euro al mese) e un affitto intorno ai 1000 Euro il mese (spese incluse) si vive tranquillamente. Affittando una stanza (fra i 350 e i 500 Euro il mese, a seconda della zona) si vive anche con uno stipendio più basso.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Alcuni prezzi sono davvero competitivi: la benzina, ad esempio, è sottoposta a vincolo governativo e attualmente costa circa 50 centesimi al litro meno che in Italia.

Per quanto riguarda il cibo, naturalmente mangiare fuori è caro, soprattutto nei centri fortemente turistici come Valletta.

Al supermercato, sugli scaffali tutto o quasi proviene dall’esterno dell’isola: non ci sono grandi strutture produttive qui. I prezzi sono mediamente in linea con quelli italiani, anche se, come sempre, tutto dipende dalla marca e dalla pubblicità. Per esempio, si trovano molti tipi di pasta di piccoli produttori siciliani o del Sud Italia, molto convenienti e dal gusto certamente migliore della marca che riempie gli scaffali (venduta a prezzo maggiore).

I prodotti locali (ortaggi, agrumi, formaggi di pecora o capra, più raramente, di mucca) sono convenienti e davvero buoni. Il pane è la vera specialità maltese e costa pochissimo (circa 2 Euro al kg).

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

Non so rispondere a questa domanda perché non ho un’impresa, so però che, come libera professionista, ho dovuto aprire una posizione V.A.T. (la nostra P. IVA) e iscrivermi a Jobsplus, che è il portale governativo del lavoro. Inoltre, dopo tre mesi di lavoro continuativo, bisogna avviare le pratiche per la residenza maltese, con la quale si ottiene la Residence Card (Carta d’Identità per stranieri). Questa procedura dà diritto a diverse facilitazioni, tra cui il trasporto pubblico gratuito.

Come ti sei mossa per cercare un alloggio?

Per cercare un alloggio prima di tutto ho guardato un po’ di vetrine di agenzie, per capire l’andamento del mercato, poi ho cercato sui social (Marketplace) e lì ho preso diversi appuntamenti, sia con privati sia con agenzie. Ho visto diverse case in zona centrale (Valletta, Floriana) e sud (Tarxien e Paola, dove ho poi preso casa).

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Le zone più richieste sono certamente Sliema e St. Julian, dove i prezzi sono molto elevati: uno studio (monolocale) al momento non costa meno di 1000 Euro al mese. Un bicamere costa come minimo 1200 Euro il mese, spese escluse. Fra gli appartamenti che ho visitato devo anche dire che ho notato un enorme divario di dimensioni, esposizione, servizi, eppure i prezzi non sembravano subire chissà quale modifica. Sembra che ci siano delle fasce di prezzo standard: fino a 800, da 800 a 1200, sopra i 1200, e che dipendano moltissimo dalla zona e molto meno dalle condizioni dell’alloggio.

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Come zone io consiglierei di evitare le più trafficate (il traffico congestionato è una delle principali criticità maltesi), poi dipende moltissimo dal mezzo di trasporto che si ha a disposizione e dal tipo di lavoro che si fa. In generale, a mio avviso è meglio collocarsi il più vicino possibile alla zona di lavoro, in modo da non dover prevedere lunghi percorsi in auto o, peggio, in autobus. Il trasporto pubblico in effetti funziona ma le condizioni del traffico raramente permettono la puntualità dei mezzi, per cui, se il tragitto comporta un cambio, si rischia di attendere anche mezz’ora.

Io ho scelto prima di tutto di non guidare. Qui la guida è all’inglese, cioè a sinistra, inoltre il traffico è caotico e le auto costano parecchio. Un altro problema notevole è la possibilità di parcheggio. Fatti i debiti calcoli, prendere un taxi (delle compagnie alternative) è molto più conveniente.

Ho scelto, poi, di vivere a sud, in un paese lontano (dalla parte opposta dell’isola) rispetto alla zona più vivace, alla vita notturna ecc. I vantaggi della mia collocazione sono la vicinanza all’aeroporto e a Valletta (servitissima dagli autobus), la presenza di numerosi negozi di quartiere e di un supermercato nelle immediate vicinanze.

Forse inizialmente consiglierei di affittare una camera in appartamento condiviso ma io, data anche la mia età, ho preferito una soluzione più comoda e stabile. Questa sistemazione mi permette anche di ospitare amici e parenti ogni volta che voglio.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Premesso che l’isola è totalmente multietnica e, per esempio, nel mio ambiente di lavoro (Coro Nazionale) su 50 coristi abbiamo più di 12 nazionalità diverse, trovo che i maltesi siano persone aperte e accoglienti, seppur molto orgogliose e fiere della propria appartenenza. Moltissimi di loro parlano benissimo l’italiano, soprattutto le persone dai cinquant’anni in su, che sono cresciute guardando la TV italiana (specialmente i cartoni animati!).

Io abito qui da due anni e in quartiere chiacchiero amabilmente (in inglese) con il fiorista, la panettiera e la proprietaria del bazar ma, uscendo di casa, sono molti i “bonġu” (buongiorno, si legge “bòngiu”) che scambio con le persone anziane, sedute sulle soglie di casa a guardare i passanti, con il fruttivendolo fermo all’angolo con il camioncino o con le persone alla fermata dell’autobus.

Io, di carattere, sono abbastanza socievole e quindi tendo ad attaccare bottone ovunque. Intrattengo lunghe e articolate conversazioni soprattutto con i tassisti (qui il servizio di taxi “alternativi” tipo eCabs, Uber o Bolt è diffusissimo ed economico, per cui lo sfrutto molto spesso).

Come descriveresti le loro vite?

Malta è fortemente segnata dall’impronta britannica: gli inglesi assunsero il controllo dell’arcipelago dopo le guerre napoleoniche, nel 1814, e lo mantennero in pratica fino agli anni ‘60 del secolo scorso. Malta ottenne l’indipendenza dal Regno Unito il 21 settembre 1964, divenendo membro del Commonwealth con il nome di Stato di Malta. Nella costituzione mantenne il monarca britannico come proprio capo dello Stato, fino al 13 dicembre 1974 in cui divenne una Repubblica, con il Presidente a capo dello Stato.

Questo significa, ad esempio, che a Malta l’impostazione del lavoro è di stampo anglosassone, mentre la mentalità e lo stile di vita e di relazione è più mediterraneo. Questo mix di stili rende – a mio avviso – i maltesi estremamente pragmatici e realisti nel lavoro e negli affari, mentre nella vita privata rivelano passione, fortissimo attaccamento alla tradizione, ai valori familiari e alla religiosità popolare. Sono molto attivi nella preparazione delle feste patronali, che si svolgono in un tripudio di fuochi artificiali, esibizioni di bande musicali, addobbi, giochi di società, messe cantate e cibo a profusione.

I maltesi amano viaggiare e, appena possibile, fanno esperienze anche di studio e lavoro all’estero. Dagli anni ‘40 del secolo scorso è stata avviata una ripresa della lingua maltese (precedentemente, le lingue ufficiali parlate a Malta erano italiano e inglese), che è francamente difficilissima. Si tratta di una lingua di ceppo semitico, una sorta di dialetto tunisino ma scritto con i caratteri europei e infarcito di termini mutuati dall’italiano (soprattutto siciliano antico) e dall’inglese. Dopo due anni so dire davvero poche parole in maltese, fra cui la più importante è “mèla”, un’interiezione che significa qualsiasi cosa da “ecco” a “perbacco”, da “accidenti” a “proprio così”…

Com’è, invece, la tua giornata tipo?

Attualmente la mia giornata è divisa tra il lavoro online verso l’Italia, che svolgo prevalentemente al mattino (lezioni, riunioni, preparazione di corsi), lo studio personale, le lezioni in presenza e poi, alla sera, le sessioni di prova del coro, a cui partecipo sia come cantante sia come assistente del direttore e insegnante di vocalità. Spesso esco, approfittando anche del clima estremamente favorevole (il giorno della festa nazionale, il 13 dicembre, sono uscita in abito di cotone e giacchino leggero, e sono stata a pranzo sul lungomare, all’aperto!).

Quando posso cerco di assistere a eventi pubblici, dato che qui ogni giorno ci sono moltissime proposte artistiche: concerti, opere, mostre d’arte, teatro e molto altro. Spesso queste sono anche ottime occasioni per vedere prestigiose location storiche: palazzi nobiliari, antiche chiese e spazi modernamente ristrutturati. Malta è una scoperta continua!

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Le mie difficoltà sono state molteplici. Prima di tutto, mi sono trasferita da sola, mentre mio marito e i nostri due gatti sono rimasti in Italia. La separazione dai legami affettivi è molto complessa: ho un figlio adulto ma non vederlo spesso mi addolora, ho una madre anziana che, pur affidata a due bravissime assistenti, avrebbe bisogno di cure anche affettivamente valide e moltissimi amici che mi mancano tanto. Inoltre, ho dovuto prendere molte decisioni lavorative, cessando alcune collaborazioni che avevo in Italia.

Qui a Malta le difficoltà principali le ho incontrate nelle procedure burocratiche. Negli uffici pubblici tutti (o quasi) sono gentili e accoglienti, ma a volte le procedure sono lunghe e complesse. Inoltre, se non si padroneggia perfettamente la lingua inglese, può non essere facile comprendere quali documenti presentare, come compilare correttamente i moduli ecc. Io, alla fine, mi sono rivolta a una bravissima consulente italiana, che vive qui, che mi ha risolto (anzi, ancora sta risolvendo) tutti i problemi burocratici e amministrativi.

In un ambiente così piccolo, inserirsi sia professionalmente sia socialmente in una comunità già organizzata può a volte compromettere equilibri consolidati. È importante, direi, “entrare in punta di piedi”, osservando la situazione esistente senza forzare drastici cambiamenti o soluzioni immediate. Personalmente, cerco di andare d’accordo con tutti sul piano professionale, sto avviando alcune interessanti collaborazioni e nel frattempo ho stretto amicizia con alcuni colleghi di lavoro e con alcuni italiani residenti qui da tempo, incontrati il più delle volte per caso.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Mi piace moltissimo il mio lavoro, che qui è certamente maggiormente valutato e riconosciuto rispetto a quanto può esserlo in Italia. Nella vita ho avuto occasione di cantare in luoghi prestigiosi e affascinanti, senza dubbio, ma per ma Malta è proprio speciale: la sua cultura, la sua storia millenaria, il fascino delle sue architetture, i forti contrasti, il mare dappertutto… insomma, ne vale davvero la pena!

Umanamente, ho incontrato alcune persone davvero speciali con cui ho stretto legami di amicizia che credo dureranno indipendentemente dal mio abitare qui.

Professionalmente non tutto è roseo e facile ma io sono una lottatrice abituata alle sfide, che mi stimolano sempre a superare i miei limiti. Inoltre, capire che alla mia età la mia voce è ancora viva e vegeta, anzi, diventa punto di riferimento ed esempio per tanti giovani, è una grossa soddisfazione.

Trovo anche che l’apertura a culture diverse e a modi di vivere differenti sia un’occasione incommensurabile, da cui mi sento costantemente arricchita.

C’è una comunità d’italiani? Ne fai parte?

A Valletta c’è la chiesa di Santa Caterina, dove si ritrova comunità italiana alla domenica per la messa delle 10. Non sempre posso partecipare, ma vado volentieri. Gli italiani qui sono davvero tantissimi, alcuni li frequento ma non posso dire di essere davvero inserita nella comunità. Ho conosciuto l’attuale ambasciatore e collaboro spesso con sua moglie, che è una musicista. Mi riprometto, comunque, di prendere prossimamente parte a qualche iniziativa per una maggiore presenza sociale, anche attraverso l’iscrizione all’Istituto di Cultura Italiano.

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Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Prima di tutto, di essere certi di poter sostenere economicamente il trasferimento.

Seconda ma importantissima questione: l’inglese è indispensabile e non parlarlo correttamente significa non poter aspirare a un lavoro qualificato e ben retribuito. Venire a Malta per imparare l’inglese non è una buona idea, a meno d’iscriversi a un corso scolastico strutturato. Con il lavoretto stagionale nel fast food o simile non s’impara nulla, perché si è continuamente in contatto con altre persone che arrivano da lontano e che non parlano inglese meglio di noi!

Secondo me è molto importante affidarsi subito a professionisti seri per farsi aiutare con la burocrazia, informarsi sulle leggi e sulle regole vigenti.

Uno spirito adattabile e una buona dose di entusiasmo sono indispensabili!

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Una vacanza a Malta è obbligatoria! È possibile affittare un appartamento o usufruire di una delle migliaia di strutture ricettive presenti.

Sconsiglio vivamente di venire in vacanza in luglio o agosto: fa troppo caldo e c’è troppa gente! Anche se, per vivere pienamente il mese di feste popolari, bisogna essere qui proprio in agosto! Ma le feste ci sono sempre, non vi preoccupate!

A parte questi due mesi critici, Malta è sempre bella! Chi vuole fare una vita da spiaggia normalmente potrà fare il bagno anche a novembre, Natale qui è sicuramente suggestivo, ma a mio avviso le attrattive principali dell’isola sono il suo retaggio storico, i reperti archeologici, l’architettura caratteristica e poi la luce, i colori, le persone e il mare.

Chi ama l’architettura contemporanea, i grattacieli, i centri commerciali e i locali alla moda li troverà senza fatica. Chi, invece, preferisce le visite d’arte, la musica e i paesaggi li troverà senza problemi.

Ovviamente, Malta è anche una destinazione “giovanile”: nella zona di St Julian, Paceville e Pembroke si consuma un’incessante movida, ci sono locali notturni, luci, gioco e tutto ciò che si trova nelle capitali del divertimento. Secondo me, però, il fascino di questo luogo è altrove, nei suoi paesaggi mozzafiato, nelle sue scogliere selvagge e nelle meraviglie che l’Uomo ha saputo costruire.

La storia di Malta è importante e qui ogni angolo la racconta. Suggerisco di leggere qualcosa sull’argomento prima di partire!

Puoi suggerire ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Io suggerirei un tour in barca della costa, per scoprire angoli selvaggi, scogliere scoscese e piccole spiagge poco frequentate ma anche un giro in auto alla scoperta di alcuni angoli remoti, chiese antiche in piccoli paesi e dei mercati settimanali.

Ancora, consiglierei di visitare i Giardini del Presidente ad Attard, la sede della Banda comunale di Rabat, il Parlamento di Renzo Piano, gli spazi arditamente ristrutturati di SpaziuKreattiv, la bellezza barocca del Teatru Manoel… insomma, la lista è lunghissima!

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Credo di sì, cercherei di essere più organizzata e anche più solida economicamente, ma tutto sommato sono contenta di come sono andate le cose.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Mi sembra di vivere in una costante ubriacatura di bellezza, di sole e di vento (tantissimo).

Ho imparato a stare da sola, perché in realtà in tutta la vita non avevo mai avuto una casa dove vivere proprio sola. Questa casa mi somiglia moltissimo e mi piace tanto.

Ho imparato che stare sola mi piace davvero, ma sono sempre una persona accogliente e so diventare un punto di riferimento per gli amici. Ho imparato a coltivare relazioni nutrienti a distanza, sto imparando a lasciar andare il superfluo per guadagnare più essenzialità, non in riferimento agli oggetti ma ai sentimenti e agli attaccamenti.

Ho imparato a relazionarmi con persone davvero molto diverse da me per tradizioni, impianto sociale e mentalità. Ho imparato a esercitare l’arte della diplomazia, a non reagire d’impulso, a confrontarmi con fermezza ma senza arroganza… direi che quest’esperienza mi ha cambiata in meglio.

Progetti futuri?

Sono qui per un’occasione colta al volo, quindi, i miei progetti sono concreti ma volubili. Ho ingaggi qui per tutto l’anno prossimo e oltre ma chi può dire dove sarò fra un anno? Nel frattempo, continuo a costruire relazioni professionali qui e in Italia.

Inoltre, alla mia età, non faccio progetti a lungo termine ma vivo il presente con tutta l’intensità possibile.

Per seguire e contattare Bianca:

E-mail bianca@lavocechesorride.it

Sito web: www.lavocechesorride.it

Social:https://www.facebook.com/bianca.simone.90;

Instagram @lavocechesorride

LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/biancasimone/?lipi=urn%3Ali%3Apage%3Ad_flagship3_feed%3BfgpgU2jNSmy4yd9GWrMefw%3D%3D