Anastasya, Il Canada non è il paradiso

A cura di Maricla Pannocchia

Viaggiatrice, appassionata di sport e girovaga sin da piccola Anastasya, nata a Mosca e arrivata in Italia a 9 anni, adesso vive a Montreal, in Canada, Paese di origine del marito. “Abituarmi alla vita qui non è stato facile” racconta, “Amavo Roma ma, come sono solita dire, ‘si può sempre tornare indietro’”.

Al momento, però, Anastasya non ci pensa neanche a tornare indietro, anzi, in attesa della risposta dal governo canadese alla richiesta della carta da residente permanente la donna, che, al momento, non può lavorare per motivi burocratici, si dedica allo studio del francese e alla sua passione, lo sport.

“Il mio sogno sarebbe quello di lavorare per qualche grande sportiva di basket o di hockey nella parte gestionale” racconta Anastasya che, non appena avrà i documenti, vorrà proseguire il suo percorso di studi in Canada. A chi sogna di trasferirsi lì, la donna suggerisce di andarci con la consapevolezza che non si tratta del paradiso ma che c’è da darsi daffare, “a differenza dell’Italia, però, prima o poi qui i tuoi sacrifici e il tuo impegno vengono ricompensati.”

Anastasya Anastasi

Ciao Anastasya, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao! Sono Anastasya, ho 25 anni, sono nata a Mosca da mamma mezza russa e mezza cubana e da papà italiano. Quando avevo 9 mesi, i miei genitori ed io ci siamo trasferiti in Italia, a Matelica, una piccola cittadina dell’entroterra marchigiano, in provincia di Macerata, conosciuta per il suo Verdicchio. Parlo 5 lingue (russo, italiano, spagnolo, francese e inglese) e ho due grandi passioni nella vita: viaggiare e lo sport. Grazie alle mie origini, ho avuto la grande fortuna di scoprire il mondo fin da piccola. Sono una ex nuotatrice con la passione sfrenata per il basket.

Quando e perché hai lasciato l’Italia?

Ho lasciato l’Italia definitivamente un mese fa. Fin da piccola, ho sempre avuto il desiderio di vivere la mia vita altrove, tant’è che, alla prima occasione buona, sono partita. A 18 anni, infatti, lasciai l’Italia per la prima volta, trasferendomi a Washington DC per quasi due anni grazie al programma Au Pair. Ho lasciato nuovamente l’Italia dopo la laurea, alla ricerca di un futuro migliore insieme a mio marito.

Adesso vivi a Montreal, in Canada. Cosa ti ha spinta a scegliere proprio questa meta?

L’amore fa fare cose straordinarie. Mio marito mi ha seguita a Roma per quasi tutta la durata del mio percorso universitario. Questa volta è toccato a me. Dopo 2 anni passati tra Roma e i Castelli Romani, abbiamo deciso d’intraprendere una nuova avventura a Montreal, città natale di mio marito.

Come descriveresti Montreal?

Montreal è una città speciale, moderna con dei tratti storici, dove la cultura francofona e la cultura anglofona s’incontrano e danno vita a una nuova sinfonia. Inoltre, è piena di gente proveniente da tutte le parti del mondo.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

A livello burocratico, tramite matrimonio, abbiamo fatto richiesta per la carta da residente permanente. È passato un anno e più e sto ancora aspettando la risposta definitiva dal governo del Canada. Alla fine, abbiamo deciso di partire lo stesso, nonostante la situazione, e sono entrata con l’ETA. Un mese prima della partenza, abbiamo lasciato la casa che avevamo in affitto ad Albano. Ci siamo appoggiati a casa di mia madre per un mesetto e siamo partiti con la bellezza di 4 valigie.

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Ci sono mai stati momenti di ripensamento?

Sì, non lo nego. Iniziare una nuova vita lontana dall’Italia, dalla famiglia e dagli amici dopo aver trascorso due anni a Roma mi spaventava molto, nonostante il mio costante desiderio di partire. Roma è diventata parte di me e lasciarla è stato veramente difficile. Ho attraversato un periodo non facile prima della partenza e anche i primi giorni a Montreal sono stati intensi.

Anastasya Anastasi

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Tutto hanno sostenuto la mia decisione di partire e mi hanno motivata a provarci. Mia mamma, chiaramente, ha avuto qualche preoccupazione in più, perché si era accorta che ero molto tesa in vista della partenza ma, allo stesso tempo, ha cercato di rassicurarmi in tutti i modi. Del resto, come dico anche io, “si fa sempre in tempo a tornare indietro”.

Ricordi cos’hai provato appena arrivata a Montreal?

Un mix di emozioni. La stanchezza si faceva sentire molto. Eravamo stati in viaggio per quasi 24 ore di fila. Ricordo un senso di preoccupazione che mi assalì misto a una sensazione di rinascita.

Di cosa ti occupi?

Al momento sto studiando il francese online privatamente e, da una settimana, ho cominciato a giocare a basket in una squadra. Vista la situazione documenti, non posso lavorare, perciò mi dedico alle mie passioni. In Italia, mi sono laureata in Scienze del turismo sportivo a Roma e qui a Montreal, una volta ricevuti i documenti, vorrei proseguire il mio percorso di studi all’HEC, facendo un master in management dello sport. Il mio sogno nel cassetto è quello di lavorare per qualche grande sportiva di basket o di hockey nella parte gestionale.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

In generale, da quello che ho potuto constatare, non è difficile trovare lavoro qua a Montreal e, diciamoci la verità, gli italiani sono molto amati in giro per il mondo

Quali sono i settori in cui, secondo te, è più semplice essere assunti?

Come un po’ in tutte le grandi città, credo che il settore dove si riesce a trovare lavoro più facilmente sia quello della ristorazione. Parlo di lavori come il cameriere, il barista, l’aiuto cuoco oppure anche lavori nei supermercati ma, consultando vari annunci lavorativi, noto che qui l’esperienza spesso non è richiesta quindi immagino che una persona possa trovare un lavoro che la soddisfi senza troppi problemi.

Gli stipendi sono allineati al costo della vita?

Gli stipendi, a parer mio, sono allineati con il costo della vita a differenza dell’Italia, dove le spese sono in costante aumento ma i salari restano sempre gli stessi. Prima di partire mio marito ed io pensavamo che il costo della vita fosse aumentato in modo smisurato e, invece, abbiamo constatato che sì, i prezzi sono aumentati ma non fino a livelli invivibili. Inoltre, c’è da dire che qua il lavoro non manca.

Puoi dirci i prezzi di prodotti e servizi di uso comune?

Il cibo ha un costo più elevato rispetto all’Italia ma bisogna sottolineare che il Canada è un Paese molto freddo d’inverno e non c’è la possibilità di poter far crescere le verdure, se non nelle serre. Bisogna comprare frutta e verdura di stagione per quello che si può. Un sacco di mele del Quebec da 1,8kg costa circa 3,5 $CA. La carne, come il pollo e il maiale, invece, costa di meno. Il pollo si può trovare anche a 4,5$ CA al kg mentre il maiale a poco più di 5$ CA. La benzina, in questo momento, sta a 1,6$CA al litro, dunque, costa meno rispetto all’Italia ma è molto più costosa di qualche anno fa qui in Canada.

Che consigli daresti a un tuo connazionale appena arrivato a Montreal in cerca di lavoro?

Consiglierei di mandare tanti CV utilizzando le app come Indeed e anche di portare CV di persona nei posti dove si vorrebbe lavorare. Prima o poi qualcuno vi chiamerà, in tempi anche brevi. Avrete l’opportunità di scegliere tra più posizioni.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Come dicevo prima, mio marito è nato e cresciuto a Montreal. Al momento, viviamo a casa del suo migliore amico, dove abbiamo una stanza in affitto. Ci stiamo muovendo, però, per trovare un appartamento. Consultiamo gli annunci su Marketplace ogni girono ma trovare un appartamento a un prezzo non troppo alto e che sia anche posizionato bene non è un’impresa facile.

Quali zone consiglieresti per vivere bene spendendo il giusto?

Sicuramente il quartiere di Hochelaga ma anche Verdun, che è un po’ più “isolato” ma ben collegato al centro. Per il momento consiglierei questi due quartieri. Non sono ancora molto pratica della città.

Che suggerimenti daresti ad altri italiani in cerca di una casa o una stanza a Montreal?

Consiglio soprattutto d’iniziare per tempo e di affidarsi a Marketplace perché spesso vi si trovano delle buone occasioni. È importante, poi, mostrare di essere in grado di pagare l’affitto.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Sono stata accolta in modo caloroso. Gli amici di mio marito e dei suoi fratelli hanno cercato fin da subito di farmi sentire parte del gruppo. Tutti si sono resi molto disponibili ad aiutarmi, in caso io ne avessi bisogno. A Montreal non ti senti al posto sbagliato perché è un città piena di gente proveniente da tutte le parti del mondo.

Come descriveresti le loro vite?

Diverse. Noto che qua le persone sono molto più spensierate rispetto a noi italiani. Vivono il mondo del lavoro senza stress e hanno tempo da dedicare alle proprie passioni. In Italia viviamo in uno stress continuo. Non ci fermiamo un attimo, pensiamo solo a dover lavorare per poter pagare l’affitto e arrivare a fine mese. Non ci dedichiamo mai del tempo mentre qua vedo l’esatto opposto. La gente vive la vita come deve essere vissuta cioè senza troppo stress, con la giusta mole di lavoro e con abbastanza tempo libero.

Quali sono le differenze fra l’ambiente lavorativo canadese e quello italiano?

L’ambiente di lavoro canadese, a differenza di quello italiano, è sano. In tutti i lavori viene garantito un salario minimo sotto il quale non si può scendere, cosa che in Italia non esiste. Viene stipulato un contratto di lavoro serio che garantisce i diritti del lavoratore, a partire dal pagamento delle ore extra, i permessi, i giorni di malattia, l’assicurazione sanitaria ( non da parte di tutti i lavori).

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Com’è una tua giornata tipo?

Mi sveglio la mattina verso le 8 e la mia giornata inizia con un buon caffè e con qualche biscotto. La mattina solitamente la dedico a studiare il francese. Dopo di che, mi alleno in palestra per svagarmi un po’. Do una sistemata in giro per casa e poi mi dedico nuovamente al francese per un’altra ora e mezza per poi uscire a fare una passeggiata. La sera gioco a basket.

Cosa si fa, a Montreal, in ambito artistico, culturale e ricreativo?

A Montreal ci sono molti musei e vengono organizzati tanti eventi, sia musicali sia ricreativi o sportivi al Centre Bell. Ci sono moltissimi cinema sparsi per la città.

Il quartiere più rinomato per ciò che offre a livello di divertimento è proprio il “quartiere degli spettacoli” dove si trova pista di pattinaggio gratuita per il periodo natalizio e a breve faranno anche dei mercatini. A Montreal le attività da fare non mancano proprio.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

I mezzi pubblici sono, a parer mio, un po’ troppo costosi, ma almeno funzionano. La burocrazia, come in tutti Paesi, è lenta, bisogna aspettare tanto ma, alla fine, si riesce a ottenere quello che serve. Per quanto riguarda la sanità, non so dare un vero e proprio parere ma so per certo che qui la situazione non è come negli Stati Uniti, si può usufruire del servizio sanitario pubblico gratuito.

Quali sono state le difficoltà più ardue da superare?

Abituarmi all’idea di dover imparare una nuova lingua a 25 anni e al fatto che tra me e le persone a cui voglio bene, rimaste in Italia, c’è un oceano. Abituarmi a vedere tutto uno stile di città diverso e a non vedere più le bellezze di Roma. Non avere il mare a mezz’ora di macchina. Non per ultimo, il freddo.

E quali, invece, i momenti di gioia e soddisfazione?

Vedere mio marito finalmente felice di essere tornato nel suo Paese e vederlo con un lavoro che lo gratifica. Per quanto mi riguarda, spero che Montreal mi regali tantissimi momenti di pura gioia e soddisfazione.

Quali sono, secondo te, gli errori più comuni commessi dagli italiani che si trasferiscono in Canada?

Il fatto di pensare di trovare il paradiso ma, in realtà, c’è da rimboccarsi le maniche anche qui e lavorare sodo, con la sola differenza che qui, poi, gli sforzi e i sacrifici vengono ripagati.

Quali sono i pregiudizi su questo Paese che, secondo te, sono più diffusi?

Mi viene in mente quello che dice che in Canada fa sempre freddo. L’inverno è lungo e gelido ma prima o poi finisce. Ancora, Toronto non è la capitale del Canada e nel Paese non si parla solo inglese. C’è un’intera regione, che è il Quebec, che ha come lingua principale il francese.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Nel complesso, assolutamente no. Oggi sono dove volevo essere anni fa. Sono molto felice del mio percorso di vita e sono sicura che il meglio deve ancora arrivare.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che bisogna darsi una seconda opportunità. Lasciarsi alle spalle il passato, credere in noi stessi e abbandonarsi ad una nuova vita accanto alla persona che si ama.

Un consiglio fondamentale per chi vorrebbe trasferirsi in Canada è…

Comprate un bel giubbetto lungo e preparatevi a mangiare verdure che non sanno di niente.

Progetti futuri?

Sicuramente imparare bene il francese e ottenere il DELF B2. Entrare all’università, laurearmi e trovare il lavoro che sogno. Tra qualche anno, spero che un piccolo/a pargoletto/a, correndo per casa, mi chiami mamma.

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