L’ozio fa stare bene

A cura di Enza Petruzziello per Voglio Vivere Così Magazine

Aspettative e buoni propositi. Come sempre all’inizio di un nuovo anno ci ritroviamo di fronte al desiderio comune di stare bene ed essere felici per i prossimi 12 mesi. Lavoro, amore e salute sono gli aspetti che più ci stanno a cuore e verso cui nutriamo maggior speranze. Qualcosa a cui tendere e da reclamare, come ad esempio un lavoro oppure una migliore posizione lavorativa per chi già ne ha uno.

Ma siamo certi che per stare bene serva davvero questo? A quanto pare, no. In un’epoca in cui essere multitasking appare come un dogma imprescindibile, dove il perennemente connessi per molti rappresenta il segreto per avere tutto sotto controllo, si fa sempre più strada un nuovo stile di vita che mette in secondo piano questi aspetti spostando l’attenzione completamente su noi stessi. È il “Reward and Indulge” ovvero “Ricompensati e viziati”, un modo di pensare e di agire che fa della gratificazione personale e del dolce far niente la strada che porta alla felicità.

Saper staccare la spina (e la connessione!) non solo è un dovere necessario per vivere meglio, ma anche ammettere di farlo non deve essere più un tabù e qualcosa di cui vergognarsi. Così sulla scia dell’Ikigai giapponese, del Lagom svedese e del Hygge danese, si sta diffondendo sempre più la consapevolezza che ritagliarsi del tempo per sé è fondamentale. Tra e-mail, sms, telefonate e riunioni siamo sempre al lavoro, operativi, indaffarati.

A tal proposito Andrew Smart, studioso della New York University e autore del libro “In Pausa”, ci mette in guardia: il nostro cervello ha bisogno di riposare, staccarsi dalle incombenze quotidiane e vagare libero. L’iperattività, infatti, disturba la creatività, la consapevolezza di sé e il benessere emotivo. Per star bene quindi occorre staccare e oziare.

Dello stesso avviso il filosofo francese Fabrice Midal, tra gli studiosi e insegnanti di meditazione più famosi al mondo, che afferma: «Smettete di torturarvi, la vita non è una equazione matematica. La soluzione è una: lasciatevi in pace».

Anche in Svezia, del resto, i ricercatori dell’Università di Stoccolma, hanno portato avanti un esperimento in cui si chiedeva a dei professionisti di lasciare gli smartphone a casa per un weekend rifugiandosi su un’isola completamente deserta. Dai risultati è emerso che dedicarsi per tre giorni a se stessi non solo riduce lo stress, ma permette anche di staccare la spina dai propri cellulari e dal flusso di pensieri e preoccupazioni che ogni giorno ci attanagliano.

cambiare vita

La pensano così anche gli italiani. Un recente studio condotto dall’Osservatorio Grimbergen, tra le più antiche Birre d’Abbazia belghe, ha comprovato la tesi che avere del tempo per sé è ciò che preme maggiormente alla maggior parte delle persone.

Attraverso un monitoraggio su circa 1.500 italiani – uomini e donne tra i 20 e i 55 anni – e su oltre 100 fonti fra testate, magazine, portali, blog e community lifestyle internazionali, è emerso che per il 43% degli intervistati ritagliarsi un momento per sé è fondamentale per sentirsi più felici.

A sentirne il bisogno maggiore sono manager e imprenditori per alleggerire il carico di responsabilità che devono sostenere ogni giorno. Seguono i liberi professionisti, che più di tutti gli altri sono chiamati a gestire il loro tempo anche sotto le pressioni degli stimoli che vengono dall’esterno.

Poi le casalinghe, costrette a badare a 360 gradi alla casa e alla famiglia, mentre per ultimi gli studenti, che nonostante l’ansia di interrogazioni ed esami affrontano la vita in maniera più spensierata.

Stando alla ricerca, però, il 52% degli intervistati non riesce a trovare del tempo per sé. La colpa è da attribuire ai troppi impegni quotidiani e agli imprevisti. Nello specifico, l’11% lo tiene abbastanza in considerazione perché serve a ricaricare le pile, ma appena il 15% ammette di riuscire a trovare del tempo per sé, ma più come imposizione che come un piacere. Infine il 20% sa trovarlo, però non riesce a staccare completamente.

Come fare allora per ritagliarci del tempo per noi stessi? Ad aiutarci ci pensa il decalogo del Reward and Indulge.

Eccolo:

1. Rendere equilibrato ogni aspetto della nostra vita: dalla vita privata al lavoro ogni momento ha uguale dignità.

2. Dare più valore al tempo: è la risorsa principale che scandisce la vita e come tale va gestita in maniera preziosa.

3. Ascoltare le nostre emozioni e necessità: basta agire solo in base alle sollecitazioni e agli stimoli che vengono dall’esterno.

4. Mai trasformare la quotidianità in routine: in ogni cosa non bisogna essere schiavo dell’abitudine.

5. Evitare di pensare in modo ossessivo: la mania di dover fare tutto è la prima chiave dell’infelicità e dell’insoddisfazione.

6. Scegliere di poter decidere anziché subire: dobbiamo essere padroni della nostra vita e non farci travolgere dagli eventi.

7. Concediamoci una pausa: regalarsi del tempo per sé stessi magari leggendo un libro, sorseggiando una birra, guardando un film, andando in palestra, può aiutarci a godere di attimi spensierati e distensivi.

8. Dare concretezza a ciò che ci rende felice: la felicità va messa in pratica e non solo desiderata.

9. Imparare a dire di no: la vita è fatta di compromessi ma anche di rinunce.

10. Se dobbiamo staccare, allora facciamolo bene: evitando di rimuginare o di pensare a quello che lasciamo o che ci aspetta.