Vulcano Pico, isole Azzorre
Di Gianluca Ricci
Le leggende si accrescono con il continuo apporto di contributi quanto più fantasiosi possibile: ecco perché non ci si sbalordisce più quando si leggono cose che definire inverosimili è poco.
Azzorre e il mito di Atlantide
Ad esempio che le isole Azzorre, un arcipelago di sovranità portoghese alla deriva in mezzo all’Oceano Atlantico, sarebbero ciò che resta del mitico continente di Atlantide, che i creduloni di tutto il mondo hanno voluto collocare ora qua, ora là sulla superficie del pianeta per giustificare la presenza apparentemente ingiustificabile di porzioni di terra in mezzo ai mari o sepolta da pochi metri d’acqua.
Che si tratti però di un paradiso naturalistico è certo, forse l’ultimo incontaminato di tutto il continente europeo.
Le isole dell’arcipelago
Le isole che lo formano sono nove, alcune delle quali abitate: Flores, Corvo, Graciosa, Terceira, São Jorge, Pico, Faial, São Miguel e Santa Maria.
A dare loro vita non fu una non meglio precisata popolazione antica in possesso di conoscenze fantascientifiche, ma semplicemente il lavoro esercitato per millenni e millenni dai vulcani, uno dei quali, Pico, ne possiede anche l’evidente conformazione, oltre ad essere la cima più alta non solo dell’arcipelago, ma di tutto il Portogallo con i suoi 2351 metri di altitudine.
Pico forse non è l’isola più appariscente fra le nove, ma offre a chi si prenda la briga di arrivare fin là spunti particolarmente significativi per giustificare la lunghezza del viaggio.
Il vulcano e trekking
Il vulcano innanzitutto: il sentiero che conduce alla sua vetta è un vero e proprio must per chi fa del trekking la sua passione. Sei le ore necessarie per salire e scendere, lungo un percorso che non presenta particolari asperità e si presta dunque ad essere completato da chiunque abbia la forza di volontà per inerpicarvisi. Inutile precisare che la vista da lassù ripaga ampiamente dello sforzo fatti per arrivarci.
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A causa però del crescente aumento dei visitatori, le autorità del luogo sono state costrette ad imporre il numero chiuso: per questo chi si facesse affascinare dall’idea di fare un saltino da quelle parti con gli scarponi ai piedi dovrebbe prima prenotare la sua ascesa alla Casa da Montanha che si occupa di gestire i pass.
Solo 160 persone al giorno
Non possono salire sulle pendici del vulcano più di 160 persone al giorno, pertanto è meglio muoversi con un certo anticipo.
Se però non si è pronti ad affrontare lo sforzo, Pico sa come affascinare comunque i suoi visitatori.
Per esempio lasciandoli a bocca aperta di fronte alle adegas, vigne vulcaniche tipiche di quell’isola al punto che l’Unesco le ha dichiarate Patrimonio dell’Umanità: si tratta di piccoli appezzamenti di terreno lavico, dunque di colore scuro, da cui spuntano in maniera disordinata le viti protette nel corso dei secoli dai contadini attraverso la realizzazione di muretti in pietra lavica che impediscono al vento e agli spruzzi di acqua marina di intaccare le piante: va da sé che una visita non può dirsi completa se non ci si ferma in una cantina ad assaggiare il vino che viene prodotto.
In alternativa si può sempre salire su una delle numerose imbarcazioni che conducono i turisti al largo ad ammirare le evoluzioni di balene e delfini che da quelle parti pare si rechino sempre volentieri.
Ce ne sarebbe abbastanza, in effetti, per iniziare a credere alla fola di Atlantide e alla sua mitologica popolazione…
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