Giacinto ha fatto per quindici anni il fotografo di moda per molte case editrici e numerose aziende. “Un lavoro che ho amato – afferma – e che in realtà non ho ancora del tutto abbandonato. Anche se ora il tempo e’ davvero ridotto e mi concentro più sulle foto dei miei piatti per il sito che ho creato”.

Ma perché ha tagliato la corda? “Ho deciso di cambiare – ci fa sapere – soprattutto perché a Milano nell’ambiente della moda e delle redazioni non mi sentivo più a mio agio. In realtà mi sono sempre sentito un pesce fuor d’acqua. Ma una vera e propria crisi di rigetto l’ho avuta nel 2006. Dal 2003 e per tre anni i ritmi erano diventati massacranti. Lavoravo tanto, sette giorni su sette, ed ero talmente preso che non mi accorgevo più di quello che succedeva fuori dello studio. Stressante? Non direi. Per me stressante e’ quello che potrei fare per imposizione. Penso sempre che un lavoro gradito non sia mai stressante. E’ piuttosto un gioco. E può diventare il segreto per restare giovani. Il fatto è in quel periodo c’era spazio solo per il lavoro. Intanto cresceva la mia passione per la cucina. Ho sempre voluto fare il cuoco, da quando ero bambino e aiutavo la mamma a tirare la pasta. Forse non ci crederà, ma come giocattolo avrei voluto un forno, che i miei mi hanno sempre negato”.

Lavorava tanto, ma forse, guadagnava altrettanto! “Come fotografo – dice – avevo compensi che mai potrei prendere come cuoco. Eppure versavo tante tasse”.

A quel punto ha deciso di cambiare. Ha trascorso alcuni anni a New York. “Lì sono stato benissimo- racconta – prima come fotografo e poi in cucina. Credo che quella città sia il posto ideale in cui lavorare almeno per noi cuochi italiani. A New York poi, ti pagano bene. E sfondi, se sai preparare la pasta fresca, le frolle/sfoglie. Lì però ho lavorato poco come cuoco professionista. E’ solo dal 2008 che lavoro in cucina.

Come è approdata ad Ibiza? “Per caso – ci dice – Qui sto bene. Non e’ un posto per discotecomani. L’isola e’ grande ed e’ anche un luogo ideale per famiglie. Sa cosa mi piace di più della vita qui? Il fatto che a nessuno importi cosa faccia. Le relazioni che instauri nascono solo dal feeling che può scattare.  Non è un caso che qui vivano francesi, inglesi, tedeschi. Non riuscivo più a sopportare la vita a Milano, dove, prima di entrare in un gruppo devi mostrare il tuo pedigree e mostrare la dichiarazione dei redditi.  Attualmente lavoro in un ristorante italo/spagnolo/, diciamo internazionale, di fronte al mare, con una clientela di livello medio. Mi occupo della linea pasta fresca – primi e dolci. Mi piace stare qui perché gestisco il mio lavoro in totale libertà. Questo aspetto rappresenta per me la cosa più importante”.

Giacinto Braca, Ibiza libertà

Il suo piatto forte? “I risotti – afferma – anche se mi piace fare esperimenti, creare mix tra la cucina italiana e quella spagnola,  con qualche tocco mediorientale. Ma le confesso che sono bravo ad improvvisare. E il proprietario di questo è contento. Non sono un appassionato della cucina locale e di quella spagnola in generale. Conosco la Spagna da quando avevo 17 anni. Ho vissuto anche a Madrid, città che adoro. Però gli abitanti sono un po’ “groseros”, come dicono qua. I loro piatti rispecchiano il loro carattere. In che senso? Beh, se non riempi il piatto, sembra che non dai mai niente da mangiare. E poi divorano tanta carne, soprattutto di maiale. Troppa per i miei gusti. Comunque, lotto ogni giorno per preservare l’originalità dei piatti di tradizione italiana. Alludo a bolognese, carbonara o cotoletta alla milanese, che friggo rigorosamente nel burro chiarificato. Per quanto riguarda la bolognese, prepararla nella versione originale, cioè cotta lentamente, con brodo di carne e non rossa col pomodoro, come piace qui, e’ sempre un’impresa. Ah, non le parlo delle discussioni per fare la carbonara senza panna! Qui sono testardi, ma alla fine riesco a impormi”.

Ma perché non ha aperto un locale a Milano? “Perché – risponde – non voglio più stare in quella città. In futuro potrei cambiare ancora una volta. E trasferirmi al Sud, soprattutto nella zona di Salerno o in Liguria. Chissà. Per il momento vivo felice qui. Quando ho voglia di mangiare qualcosa di buono da “acquolinaslurp” vado a un Kebab, la mia passione con il babbà. L’idea di aprire qualcosa di mio c’e’ ancora, magari una piccola locanda con quattro cinque camere più cucina. Forse potrei farlo ad Ibiza. Per ora navigo a vista. Cambiare non mi fa paura”.

Vivere in libertà ad Ibiza libertà

Consigli a chi ha voglia di mollare tutto e partire, venire ad Ibizia, per esempio?  “Volere e’ potere-conclude-  se davvero vuoi cambiare significa che non stai più bene in un determinato ambiente. A volte stare con le spalle al muro aiuta. Non si e’ mai vecchi per vivere in modo pieno la vita e non lasciarsela scorrere addosso. Il problema di fondo e’ che, soprattutto in una città come Milano,  ci si lamenta solo per sentirsi parte di un gruppo di riferimento. Come fai a non dire: sono stanco, lavoro troppo, non ho tempo per dedicarmi ai miei hobby. Se non lo dici, sei fuori da una gruppo. Ed io ero stanco di fingere”.

Il sito di Giacinto:

www.giacintobraca.it