Vivere nelle Filippine

Mollo tutto.

Me lo ripetevo con aria trionfante la sera dei primi di settembre quando entrai a Malpensa senza guardarmi indietro.

Era solo qualche anno fa ma l’azione era premeditata da almeno un quinquennio. Questo perché spostarsi con la famiglia e figli piccoli e’ da supereroi o da superincoscenti, ed il tempo era trascorso nel tentativo piu’ o meno riuscito di limare le incertezze. Un rischio c’e’ sempre per chi cambia, lo dice anche il motto.

Il mio Paese di destinazione lo conoscevo come turista da una vita di viaggi e visite. Era il luogo di nascita di mia moglie: avevamo deciso di vivere nelle Filippine.

L’ essere controcorrente senza volerlo e’ sempre stato un mio marchio di fabbrica. -“I filippini vengono in Italia e tu vai li’?”- Mi si diceva. La differenza stava nel fatto che loro non avevano idea di dove avrebbero messo il c.lo, ma io si’, e non e’ poco.

Sono sempre stato un piccolo imprenditore in Italia, non senza problemi ovviamente, le ditte oneste si sa’ che fanno fatica, ma ho sempre vissuto e fatto vivere i miei cari del mio. In quei momenti di difficolta’ economica che le persone normali spesso incontrano, sono riuscito a rinascere e risollevarmi, con capacita’ e determinazione.

Quelle esperienze che ancora oggi mi accompagnano, mi hanno permesso di crearmi uno spazio lavorativo anche qui, e mi permetterebbero di reinventarmi e di poter vivere del mio ovunque. Si potrebbe pensare che e’ facile trasferirsi avendo una moglie del luogo.

Ma con tre figli non e’ cosi’. Non avessi avuto la famiglia me ne sarei andato dall’Italia gia’ dieci anni prima. Nel lungo periodo meditativo di prepartenza cercavo in internet un appoggio nelle Filippine, un idea, una casa. Perche’ anch’io come i piu’ ho deciso prima “me ne vado” e poi ho cominciato a pensare “ma cosa faro’?”.

Il Paese sapevo essere meraviglioso e attraente, quanto il suo stile di vita semplice, vero, informale, gaio. Anche i problemi erano stati valutati, spesso ingigantiti dalla mia mente, ma che una volta qui hanno ripreso la giusta misura, minima qual’e’.

Avevamo diverse proprieta’ acquistate negli anni precedenti che intendevamo vendere, questa era la base per trasferirci con piu’ certezze. Restava il fatto che cercavamo altro, altrettanto necessario ma che non si trovava in rete, unico vero ponte possibile tra Paesi lontani.

Partimmo comunque, con l’idea di cercare sul posto e con la volonta’ di recuperare il denaro dai nostri terreni per poi decidere se reinvestirli in qualche attivita’ nel paese asiatico o fare rientro in europa. La seconda era una possibilita’ remota, ma la tenemmo in piedi per sentire dietro di noi la porta aperta, per poter eventualmente far ritorno a quelle pseudo certezze a cui a noi italiani ci hanno abituati.

Trovammo casa a Metro Manila, 12 milioni di abitanti. Prima di allora detenevamo un piccolo record trentino, l’aver abitato in una frazione di 4 abitanti {eravamo due coppie in tutto, non avevamo ancora figli} dove quando nevicava restavamo isolati e dove venivano a trovarci i cervi fin dentro il giardino.

Pochi mesi e cambiammo per andare ad abitare a mezz’ora di autostrada dalla capitale, in una citta’ anonima, ma dove avevamo parenti ed alcune proprieta’. La faccia rurale, pura del Paese, da me conosciuta molti anni prima e poi dimenticata, mi si ripresento’ quasi casualmente, durante una visita ad un gruppo di isole in cui non ero mai stato.

Durante un periodo di attesa decidemmo di andare a vedere un resort che ci avevano proposto, proprio nel centro geografico delle Filippine. Arrivammo sull’isola di Tablas con il traghetto alle 2 di notte.

Il viaggio in jeepney che ci permise di raggiungere il resort, uno dei pochi nella zona, fu per me un ritorno indietro nel tempo.

Saremo stati oltre una cinquantina su quel mezzo, una jeep americana allungata a dismisura con lunghe panche laterali. Mentre i miei familiari avevano trovato posto nella massa umana all’interno, io avevo optato per restare attaccato di fuori, in buona compagnia. Molti altri si trovavano seduti sul portapacchi tra ogni genere di mercanzia.

Il rombo del motore diesel veniva superato in decibel solo dal canto delle cicale ogni qualvolta transitavamo nei tratti di foresta. Nel cielo stellato, la luna come un grande fanale illuminava risaie punteggiate da macchie nere di bufali d’acqua. Strada sterrata, polvere, scintille che come da una mola a disco fuoriscivano dalla ruota posteriore ad ogni buca. Profumi di terra e fiori, cielo immenso e sferzate di rami sulle facce dei piu’ distratti seduti in alto.

Mi sembrava di tornare ai tempi dell’isola di koh Samui in Thailandia, alla fine degli anni 80, un luogo di cui mi ero innamorato ma che sapevo oramai perduto, trasformato in una disneyland per turisti. Quando arrivammo a destinazione e la jeepney ci lascio’ soli dopo una complessa manovra, mi resi conto che avrei vissuto li’. Non sapevo come e quando ma lo sentivo dentro, lo volevo. Furono i giorni della svolta.

Quel resort ci cambio’ la vita perché ci permise di conoscere gente e luoghi unici, di quelli che danno risposta affermativa alla domanda: “.. posti cosi’ ne esistono ancora?..”. Per un lungo periodo proposi ad amici il resort, che per noi era un acquisto prematuro ed altre piccole proprieta’. La faccenda riscosse successo, nessuno immaginava prezzi simili.

In effetti anche nel resto del paese non era facile incontrare immobili cosi’ convenienti e la trattativa che svolgeva Juliet {mia moglie}, quindi tra filippini, riusciva ad apportare sconti che rendevano quelle proprieta’ piu’ che appetibili.

Ma quello di cui andavo fiero non era il proporre le proprieta’, quanto invece offrire quell’ alto livello di qualita’ della vita che l’isola offriva {inteso come puro benessere non sfiziose comodita’} e quel senso vero di liberta’, quasi palpabile che fa’ girar la testa, che io stesso provavo e provo tutt’ora.

Ora viviamo vicino a Manila durante la stagione delle piogge e a Tablas island nelle isole Romblon per il resto dell’ anno.

E’ una provincia semisconosciuta agli stessi filippini, anche se si trova molto vicina a Boracay, luogo turistico che invece qui ed anche all’estero conoscono tutti. Un isola Tablas, dal mare splendido e pescoso ed con un entroterra ancora piu’ bello, con foreste, risaie, verdissimi pascoli, fiumi, colline con mucche e capre, su cui volteggiano le aquile.

Memore di quando cercavo inutilmente soluzioni in rete per trasferirmi in questo Paese, ho aperto con mia moglie {la persona piu’ eccezionale che abbia mai incontrato} un sito internet in cui non solo proponiamo queste zone e le sue opportunita’ piu’ abbordabili e garantite, per venire a vivere qui.

Offriamo in un unico pacchetto, il nostro servizio per la soluzione dei problemi burocratici e sopratutto una vita nuova e vera, un nuovo equilibrio, serenita’ ed un modo diverso anche di guardare al mondo. In due parole, il benessere ritrovato.

Quello che mi sarebbe servito qualche anno fa’ ora c’e’; uno spazio web esclusivo per gli italiani, senza pubblicita’ {controcorrente anche in questo} che apre le porte di questo Paese.

Ci accontentiamo di guadagni minimi perché non abbiamo necessita’ economiche e principalmente perché diamo un senso diverso al denaro di quello che gli si da’ in occidente. Il nostro sogno in fondo lo stiamo gia’ realizzando ed e’ quello di far crescere sani e felici i nostri figli.

Volevamo dar loro una gioventu’ spensierata come quella in cui siamo cresciuti noi, quella eta’ che ti permette di vivere da bambino e da ragazzo senza la fretta di diventare grande, di giocare sulla strada senza pericoli, di correre nei prati , ecc.

Insomma tutte quelle cose che i giovanissimi in Italia non fanno piu’ e che pero’ renderebbero loro degli adulti migliori. Questo era l’obiettivo primario. Ad oggi direi che stiamo regalando ai nostri figli { 18, 11 e 4 anni} una giovinezza forse ancora piu’ bella e spensierata della nostra, senza far mancare nulla dal punto di vista educativo.

Nostra figlia piu’ grande parla 6 lingue, i due piu’ piccoli “solo” 3. Vivere immersi nella natura, questo un altro degli obiettivi raggiunti, assieme alla Liberta’ con la elle maiuscola.

In questo Paese che come tutto il sud est asiatico risulta per noi quasi alieno, dove anche solo il modo di pensare della gente segue meccanismi diversi dal nostro, non e’ semplice come in altre zone del mondo venire a viverci, avviare un attivita’, realizzare un acquisto immobiliare.

Pur volendo far da se’, con tutto l’impegno, un occidentale va’ incontro ad ogni sorta di grattacapo, per non dire peggio. Ecco perché siamo qui con questo nostro impegno e con la nostra passione. L’esperienza e la conoscenza del Paese ci permette di essere la sponda fondamentale per chi vuol cambiare vita su queste spiagge e la Repubblica delle Filippine, composta da 7104 isole, merita di essere scelta.

Siamo consapevoli di avere per le mani proposte, nel loro complesso e per vari aspetti, senza possibilita’ di concorrenza a livello tropicale, ma non ci riteniamo immobiliaristi e siamo ospitali ma non accomodanti.

Siamo certi che l’affare lo fa’ chi si appoggia a noi e non viceversa. Ci poniamo verso chi ci contatta con serieta’ ma anche con semplicita’ e schiettezza, modo d’essere che ci ha sempre contraddistinti. Proprio perché siamo liberi, facciamo anche discriminazioni tra chi ci contatta: personaggi arroganti o violenti, approfittatori, “falchi” e “squali”, furbetti e maniaci sessuali, non li aiutiamo. Abbiamo lasciato l’Italia proprio per non rivedere piu'”certa gentaglia”, non abbiamo alcuna voglia di portarli qui. Non vogliamo avere sulla coscienza la loro presenza. Qualcuno se n’e’ risentito ma non c’e’ pericolo, decine di persone sono venute a trovarci e possono parlare per noi.

La nostra e’ un isola incontaminata, la sua vera ricchezza, e vogliamo cercare di mantenerla tale, senza industrie e cattivi esempi. Stiamo anche guardando anche verso nuove zone che hanno destato la nostra curiosita’ ed interesse, come Palawan per esempio.

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Abbiamo ancora altri progetti da sviluppare per il futuro, che derivano dalla volonta’ di seguire con trasporto le passioni di ognuno di noi. Chi decidesse di andare a vivere all’estero, in Paesi extraeuropei come questo, non puo’ fare a meno di un piccolo capitale per iniziare, per acquistare casa o attivita’. Questo non vuol dire che chi ha meno non puo’ tentare.

Nelle Filippine per esempio non esiste l’assistenza sociale. E’ un Paese senza rete, e quindi risulta necessario per poter avere delle garanzie di riuscita, essere in possesso di una cifra minima superiore ai 70/80.000 euro {non e’ molto per casa e attivita’ sulla spiaggia + nuova vita}, a meno che non si decida di fare le cose un po’ alla volta. Altrettanto importanti sono lo spirito d’adattamento e la pazienza.

E’ fondamentale ricordare sempre che siamo ospiti e che il Paese {questo e tutti gli altri} non cambiera’ per noi, saremo noi doverci adattare. Non tornerei indietro, questo e’ chiaro, come nessuno dei miei familiari. Le Filippine sono il luogo migliore in cui vivere e non sono chiacchiere interessate. Sembrera’ incredibile solo a chi qui non ha mai messo piede, ma e’ proprio cosi’. Questo non e’ il Paese che molti immaginano.

Ci sono supermercati assai piu’ forniti di quelli italiani, puliti, ordinati ed eleganti, enormi e non ci vanno solo pochi eletti ma ci vanno tutti. Qui si trova tutto e tutto a prezzi notevolmente migliori che da noi. Abbigliamento, elettronica fino all’ipertecnologico.

Ci sono negozi fornitissimi e riparatori di ogni sorta. Le auto che girano in citta’ sono per il 70% nuove e la maggioranza sono Suv. Non si creda che questo e’ un Paese inferiore all’ Italia, per molti aspetti e’ invece molto piu’ avanti e almeno umanamente enormemente piu’ ricco.

Per amore della natura noi abbiamo scelto la vita di provincia ed il mondo rurale, le spiagge splendide e poco battute. Abbiamo volutamente rinunciato all’acqua calda ad esempio {che senso ha quando fuori ci sono sempre 30 gradi} ma abbiamo guadagnato una maggiore sensibilita’ nei rapporti con le persone, l’ambiente, gli animali.

Sensibilita’ che in occidente va’ scemando anche per via del ritmo di vita frenetico. A chi intende spostarsi da questo lato del mondo noi, per assurdo consigliamo di avere un attivita’, un lavoro in proprio indipendentemente dalle necessita’ monetarie, anche solo per mantenere un minimo d’ impegno mentale quotidiano.

Se questo fosse stato un Paese pericoloso, per il bene dei miei figli lo avrei abbandonato da un pezzo. In realta’ qui vivono le persone migliori che io abbia mai incontrato in giro per il mondo. I filippini si chiamano tra loro “sorella” e “fratello” anche quando non si conoscono. Ti sorridono sempre e lo vedi che non e’ per interesse.

A differenza degli italiani vedono sempre il bicchiere mezzo pieno, anche se non hanno il bicchiere. E’ un popolo straordinario che ha molto da insegnarci. Sono in debito con loro per le numerose lezioni di vita che tutt’ora ricevo.

Siamo a questo mondo per raccogliere esperienze positive e negative, sono loro che ci arricchiscono, che ci formano e maturano.

Chi vuole trovare il proprio equilibrio in un Paese diverso dall’Italia deve parcheggiare le paure e ponderando, tentare.

Per non portarsi dietro rimorsi e dubbi e perché l’esperienza conta piu’ di ogni altra cosa, comunque possa andare.

Mollare tutto, cambiare, non vuol dire ricominciare, tornare indietro, ripartire. E’ proseguire un percorso che e’ poi la strada della nostra esistenza. Io sono qui a guidare la mia vita e ad indicarvi una direzione possibile per ritornare ad essere persone felici ed ottimiste .