Svezia, cacciabombardieri per domare un incendio

Di Gianluca Ricci

 

E poi c’è chi si chiede a cosa serva spendere milioni e milioni di euro per acquistare cacciabombardieri che il più delle volte vengono utilizzati per addestrare gli equipaggi a svolgere operazioni che si spera si rivelino assolutamente inutili.

La risposta migliore l’ha fornita di recente la Svezia, che si è servita dell’abilità dei piloti di due caccia Saab Gripen per estinguere un incendio contro cui i vigili del fuoco stavano lottando inutilmente da oltre due settimane e che a breve avrebbe minacciato un poligono militare all’interno del quale si trovavano numerosi ordigni esplosivi.

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Per evitare guai peggiori e soprattutto per non esporre gli uomini sul campo ad un rischio eccessivo, le autorità svedesi, opportunamente imbeccate da fidati esperti universitari e militari, hanno acconsentito al decollo dei due caccia.

I velivoli si sono portati sul luogo dell’incendio e da un’altezza di 3mila metri all’incirca lo hanno centrato con bombe a guida laser, estinguendo le fiamme grazie all’onda d’urto generata dalle fortissime esplosioni.

Una sorta di effetto torta-candelina: un potente movimento d’aria ha temporaneamente sottratto l’ossigeno necessario alle fiamme per poter bruciare, che si sono così spente all’improvviso per un centinaio di metri.

Uno spazio sufficiente per impedire che il fronte del fuoco si ampliasse, alimentato da forti venti contro cui i pompieri non erano riusciti a vincere la loro battaglia, e per consentire ai mezzi anti incendio di circoscrivere l’area interessata.

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Gli uomini sul terreno hanno poi dovuto faticare non poco per avere ragione delle fiamme, che però, grazie all’insperato aiuto giunto dal cielo (e non sotto forma di pioggia), hanno arrestato la loro marcia distruttrice.

Alla fine gli ettari di bosco andati in fumo sono stati più di 14mila, l’incendio più disastroso del Paese dal 1978.

Ma oggi è provato che a mali estremi è possibile contrapporre estremi rimedi.

E se due cacciabombardieri possono essere riconvertiti, seppure temporaneamente, a missioni di pace, forse non tutto è perduto.