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Stefania: 2 volte l’anno, accompagno i miei clienti/allievi in un percorso di evoluzione spirituale in India dove spero, prima o poi, di vivere stabilmente

Stefania: Passaggio in India

Stefania: Passaggio in India

A cura di Maricla Pannocchia

In Italia, Stefania è irrequieta e fuori posto mentre in India Anja Stefania trova luce e amore. Nonostante viva ancora in Italia, la donna, che ha deciso di prendersi un anno sabbatico quando, nel 2011, l’azienda per cui lavorava a Milano ha licenziato tutti, ha trovato la sua casa in India. Quell’anno che doveva essere solo una parentesi è diventato il punto di partenza del suo percorso evolutivo e trasformativo.

Adesso Stefania è Counsellor Olistica, Ayurveda food trainer, ricercatrice spirituale e Maestra di Reiki. Due volte l’anno, la donna accompagna in India gruppi di clienti/allievi italiani per dei percorsi di crescita spirituale e personale e anche per permettere loro di entrare realmente in contatto con la cultura locale.

“Promuovo il consumo dei pasti onorando la cucina tradizionale locale e l’assunzione del cibo con le mani e, per chi è diffidente, cerco di spronarlo un po’ alla volta. Invito a sperimentare un’immersione totale nelle tradizioni locali pur rimanendo nell’autenticità della nostra matrice occidentale” racconta la donna, il cui obiettivo è trasferirsi definitivamente in India.

Ciao Stefania, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, sono Anja Stefania Gigliotti, ho 45 anni, una laurea in Relazioni Pubbliche e Pubblicità onorata fino al 2011, quando avevo 33 anni e l’azienda per cui lavoravo a Milano ci ha lasciati tutti a casa. Io ne ho approfittato per prendermi un anno sabbatico che divenne, poi, l’inizio del mio percorso evolutivo e trasformativo. Iniziai da un corso di primo livello Reiki che mi condusse all’Ayurveda in India dove, a cavallo fra il 2011 e il 2012, andai per la prima volta, aderendo a un viaggio studio full-immersion di 3 settimane che io trasformai in un’esperienza di 2 mesi.

Mi resi conto da subito che l’India è casa per me e, negli anni, tornandoci più volte, ciò diventava sempre più evidente. Oggi sono gli indiani a chiedermi da quale regione del nord dell’India provengo e dove vivo all’estero… Ne sono testimoni i miei clienti/allievi che vengono con me.

Riconosco a questo Paese un potere energetico ed evolutivo per le anime occidentali che sono impegnate nella trasformazione e nell’evoluzione spirituale, che si conferma a ogni mio viaggio. Infatti, torno in India 2 volte l’anno per i miei intensivi itineranti con le persone che seguo durante l’anno in quanto, successivamente al mio primo viaggio, m’iscrissi a una scuola olistica e iniziai un percorso prima personale e poi professionalizzante che mi ha resa la Counsellor spirituale ad approccio sistemico transpersonale che sono dal 2015 ad oggi.

In quale zona dell’India vai, precisamente?

La mia ricerca mi porta a sud dell’India e in Ladakh. Seguo lo yoga integrale di SriAurobindo e Mirra Alfassa (Mère) il cui ashram è in Tamil Nadu, l’Ayurveda (kerala) e gli insegnamenti di Sribabaji (Ladakh).

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Non trovai sostegno e approvazione né nel 2011 né successivamente. Ho scelto di lasciare andare amicizie e parenti che mi hanno mostrato, negli anni, rigidità e paura, giudizio e incapacità di accogliere chi sono, solo perché non recito a soggetto la parte della manager e non ho scelto carriera aziendale e famiglia tradizionale. All’inizio è stato doloroso, ho accolto molti lutti nella mia vita, lasciando andare affetti profondi, ma non ho rinunciato a seguire il magnetismo del viaggio spirituale che ogni giorno proseguo.

Ti piacerebbe vivere stabilmente in India?

Mi sto organizzando per farlo e so che arriverà il momento del trasferimento, anche se non so come e quando arriverà la spinta definitiva. A quel punto, forse tornerò in Italia dall’India per due volte l’anno, per un paio di mesi l’una.

Di cosa ti occupi?

Lavoro come Counsellor Olistica, Ayurveda food trainer, ricercatrice spirituale e Maestra di Reiki. Due volte l’anno organizzo dei residenziali itineranti in India, affinché le persone possano fare i conti con le proprie sub-personalità, con i limiti dell’ego e con una serie di autoanalisi che conducono alla trasformazione. Durante il viaggio sperimentiamo l’approccio fenomenologico, il potere delle sincronicità, la forza del cuore e molti altri aspetti del percorso di evoluzione personale che in India sono elementi costanti.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Non so se lo sia per tutti, per tutte le categorie professionali, ma soprattutto non so se sia una terra che accoglie chiunque. A mio avviso bisogna essere indiani dentro, capire le dinamiche di una cultura impregnata di dettami religiosi e di rigore tanto quanto di sregolatezza e indisciplina verso il territorio.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Negli anni ho sviluppato amicizie e non è difficile per me portare i miei clienti in luoghi magici grazie al supporto di persone che vivono lì o che sono di nazionalità indiana.

Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Dipende dalle esigenze personali, c’è chi in India trova la sua dimensione e armonia nell’entroterra, chi sceglie di vivere sull’oceano, chi sta bene alle pendici dell’Himalaya e chi a sud. C’è anche chi ha scelto di vivere in una comunità spirituale e chi di avviare un’attività commerciale e stare nel caos delle città turistiche. L’India è la terra in cui tutto è possibile.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Dipende dallo stipendio, come in tutto il resto del mondo. L’India, negli ultimi 10 anni, ha sviluppato l’imprenditoria e in alcune aree geografiche si concentra la presenza di comunità europee che hanno dato lavoro ai locali e hanno ridefiniti gli usi e costumi. Non so dire se sia un bene o un male, ma molte cose sono cambiate dal 2011 a oggi e, nonostante la frenata avvenuta nel 2020, sempre più italiani trovano la loro via imprenditoriale qui.

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Puoi dirci il prezzo di alcuni beni e servizi di uso comune (es. benzina, cibo)?

Tutti gli oggetti tecnologici costano come da noi, così come il carburante e i voli aerei. Il cibo, l’abbigliamento e gli utensili domestici, tuttavia, sono mediamente meno cari del 30/40%.

Come valuteresti servizi come la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?

Lo specchio della società e delle scelte politiche.

L’India è spesso descritta come caotica e poco pulita. Cosa ne pensi?

È così è! L’India è sporca, abbandonata dalle istituzioni e tremendamente caotica.

Quali sono i pro e i contro del vivere lì?

Ho conosciuto persone affascinate dalla possibilità di creare dei buoni progetti di business che si sono trasferite in India e hanno cercato d’insediarsi in luoghi magici, ma non sempre sono state in grado di godere di questa coraggiosa scelta, venendo fagocitate dal caos quotidiano sul piano urbano e burocratico.

Poi ci sono persone che hanno contribuito a creare piccoli paradisi in cui anche i locali si sono insediati e hanno iniziato a comprendere l’urgenza di una trasformazione negli usi e costumi tradizionali.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Sempre benissimo e questo mi nutre tantissimo.

Come descriveresti le loro vite?

Ricche di contraddizioni, preoccupazioni e sfide come le nostre ma, a differenza di come viviamo noi, loro hanno una forte spinta devozionale e la preghiera, i mantra, i rituali e i festival religiosi colorano la vita, la rendono sopportabile e accettabile, generando uno stato di gioiosa leggerezza anche quando si è protagonisti di situazioni molto complesse e dolorose.

Com’è una tua giornata tipo?

Quando sono in India come prima cosa preciso che viviamo le giornate nel surrender e nelle sincronicità che ci porteranno a percorrere vie parallele al programma prestabilito; quindi ogni programma è variabile e l’orologio è da lasciare in valigia. Sperimentare ed esercitarsi a non stare nel controllo e nella razionalizzazione degli eventi è la palestra che l’India offre e che in tanti non accettano. Per cui ci si sveglia, si gode della possibilità di partecipare – o ascoltare dalla camera o dal patio in cui si soggiorna – le puja induiste del mattino o stare ad ascoltare il canto del muezzin che proviene dai minareti islamici poi, per chi vuole, ci sono lo yoga e la colazione locale. Successivamente, s’inizia la giornata di scoperta e immersione nei costumi locali con lentezza e partecipazione. Promuovo il consumo dei pasti onorando la cucina tradizionale locale e l’assunzione del cibo con le mani e, per chi è diffidente, cerco di spronarlo un po’ alla volta. Invito a sperimentare un’immersione totale nelle tradizioni locali pur rimanendo nell’autenticità della nostra matrice occidentale.

Quali sono le differenze fra la Stefania che viveva in Italia e quella che vive in India?

Stefania in Italia è irrequieta, fuori posto. In India Anja Stefania trova pace, luce, armonia.

Quali sono state le principali difficoltà che hai dovuto affrontare e come le hai superate?

Le maggiori difficoltà in questi 45 anni di vita, io le ho incontrate in Italia, mentre in India mi commuovo dalla fluidità della giornata che, anche di fronte all’imprevisto, si rimodella senza grossi intoppi.

Quali pensi che siano gli errori più comuni degli italiani che si trasferiscono lì?

Ho visto italiani mangiare pasta olio e parmigiano e non volersi integrare nelle usanze locali, scegliendo l’India solo per prendere quante più risorse possibili con l’intento di arricchirsi… non aggiungo altro.

Che consigli daresti a chi vorrebbe andare a vivere in India?

Consiglio d’incontrarla, sperimentarla, digerirla, sceglierla e farsi scegliere come accade in amore. Non farsi confondere da un colpo di fulmine ma stare e ascoltarsi e sperimentarla; capire che se tutto il mondo degli umani è simile, i luoghi hanno però un’energia diversa, una flora e una fauna diverse, che possono essere benefiche per il nostro ojas, ovvero per il nostro equilibrio omeostatico oppure che possono nuocerci… scegliere dove vivere e stare bene nella scelta, dipende da quanto ci si ascolta e si conosce sé stessi.

Questo Paese è adatto a chi…

A chi vuole evolvere, a chi vuole ritrovare l’aspetto spirituale della vita abbandonando il controllo mentale ed esercitandosi a vivere nell’abbondanza del Divino, invece di perpetuare un senso di mancanza costante sul piano materiale e spirituale.

Che suggerimenti hai per chi, invece, vorrebbe andarci in vacanza?

Suggerisco di pianificare un viaggio lento, contemplativo, corto o lungo non importa, ma non da maratoneta! Consiglio anche di prendersi la libertà di cambiare ogni giorno i programmi e la curiosità di esplorare l’India attraverso i diversi contesti spirituali, culturali e sociali, senza stereotipi, credenze e gabbie mentali limitanti, perché ogni regione è diversa e anche ogni distretto all’interno della stessa regione. Inoltre l’India va visitata in diversi momenti dell’anno e in stagioni differenti, che esaltano luoghi e regioni diverse.

Puoi consigliare ai nostri lettori dei posti poco conosciuti che, secondo te, meritano una visita?

Sono tanti i luoghi magici in India e ognuno per motivi differenti.

Cos’hai imparato, finora, vivendo in India?

Ho imparato a conoscere gli indiani.

Progetti futuri?

Trovare il luogo dove stabilirmi e proseguire il mio percorso evolutivo, creando un ponte con l’occidente e offrendo supporto a chi in India ci viene con la consapevolezza che tornerà in Italia rivoluzionato/a nel profondo.

Per seguire e contattare Stefania:

E-mail: passaggioinindiaconstefania@gmail.com

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