8 cose da non fare a New York

Alice Avallone ha pubblicato qualche tempo fa sul suo splendido e premiato sito www.nuok.it questo utile decalogo per chi sogna NY.

Lo riprendiamo per i nostri lettori perchè lo riteniamo utile e divertente.

Consigli su NY City
1. Passare dal condizionale al presente indicativo

Per prima cosa, dovete volerlo. Deve essere il vostro tarlo, la vostra ossessione, la vostra volontà sopra ogni cosa. Dunque, abbandonate il condizionale e dichiarate Sì, io lo voglio – sul vostro status Facebook, nei vostri Twitter, durante l’aperitivo con i vostri amici. Iniziate a pensare in termini realistici e concreti, all’americana insomma. Voglio trasferirmi a New York. Voglio lasciare l’Italia per sempre. Voglio trovare un lavoro negli Stati Uniti. Voglio andare da Starbucks tutti i giorni.

Se siete stati di recente a New York come semplici turisti – prima di qualsiasi decisione – lasciate scemare l’entusiasmo per almeno un mese e mezzo.

Qualsiasi costo economico dovrete sostenere per il vostro sogno, cercate di vederlo sempre come un investimento per il vostro futuro. Cercate di avere un atteggiamento positivo: basta lamentele. In Italia non è tutto da buttare via e non è tutto corrotto, così come in America non è tutto perfetto e scintillante. Sono due realtà diverse: non c’è un meglio o un peggio.

2. Non chiedete aiuto ad altri italiani

Quando vi ritroverete alle prime festicciole newyorkesi di italiani tra italiani in italiano, siate pronti – perché la seconda domanda che vi verrà posta – dopo un “Hey anche tu italiano! Piacere Luca, e tu come ti chiami?” sarà “Ma tu sei qui con quale visto?” La maggior parte degli italiani cercherà di capire se è un passo più avanti rispetto a voi, e se può in qualche modo sottrarvi (perché di scambi ed aiuti, nemmeno se ne parla) qualche segreto o qualche contatto. Diffidate da questi soggetti, ed evitate soprattutto a vostra volta di passare le vostre nottate da vampiri. Ricordate: mettere i piedi in testa ad una persona vi porta al massimo al suo livello, non vi innalza ulteriormente.

L’invidia e l’ipocrisia made in Italy la ritroverete anche qui, amplificata (qui è tutto grande, lo sapete!). Preparatevi già da ora una buona e fantasiosa risposta, e prendeteli in contropiede. Sono il promesso sposo della figlia di Obama. Sono il cugino di Lady Gaga e Malgioglio. Mi ha fatto un visto business l’Uomo Ragno. – fatevi una risata e bypassate l’argomento.

3. Date qualche soldo ad Alitalia

Un volo, prenotato con qualche mese di anticipo, vi può costare sui quattrocento euro. Andate sul sito di Alitalia (oppure Delta) e prenotate un buon volo diretto per il JFK: sinceramente non vale la pena fare 24 ore di viaggio per risparmiare 100 euro (piuttosto risparmiate sulle sigarette). Senza un visto potete rimanere fino a tre mesi sul territorio americano: è un tempo sufficiente per rendervi conto se è davvero ciò che volete per il vostro futuro. New York è un vestito strafigo, di quelli che si vedono solo sfogliando Vogue – ma non è detto che stia bene a tutti una volta indossato.

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Ricordatevi di farvi anche un’assicurazione sanitaria di viaggio – con Europe Assistance per esempio. In America su queste cose non scherzano. Se mai dovesse succedervi qualcosa (cornette) e siete senza assicurazione, nemmeno vi raccolgono per strada: proprio come nei film.

4. Let’s Talk in English

A New York si parlano centinaia di lingue diverse e slang, ma questo non vi esonera dal non sapere bene l’inglese. A meno che non siate madrelingua, scegliete di farvi qualche mese in una buona scuola di inglese. Questo vi permette di ottenere anche un visto da studente e di stare più dei soliti tre mesi da turista.

Una buona scuola, per esempio, è la ELS – che prepara anche al TOEFL – ma l’offerta a New York è molto vasta. Informatevi sulla loro professionalità, leggete i pareri di ex studenti, e se la vostra situazione ve lo permette, optate per un full time intensivo.

Giocate con la lingua, anche per strada, fuori dalla vostra classe. Guardatevi già dall’Italia i dvd di Sex and The City in inglese, se vi piace la serie. Imparate i testi delle canzoni che amate. Caricate il vostro iPod di podcast di radio inglesi.

Toccherete con mano la soddisfazione di capire finalmente i discorsi delle altre persone in metropolitana o ad un attraversamente pedonale – e vi farà sentire meno stupidi e passivi.

5. Un tetto sopra la testa

Trovare una casa in affitto a New York è molto semplice. Le persone vanno e vengono continuamente, ed i contratti sono davvero molto flessibili. Scegliete quattro o cinque zone dove vi piacerebbe vivere. Il mio consiglio è di concentrarsi su Brooklyn: i prezzi sono più accessibili e la qualità della vita è migliore. Fate attenzione alle offerte sopra la strada 116 di Manhattan: inizia Harlem e benché si stia trasformando in un gioiello, certe strade sono ancora difficili da vivere. State vicino ad una linea metropolitana. Evitate caldamente il Bronx.

Guardate gli affitti nella zona di Williamsburg a Brooklyn, o comunque sulla linea grigia L, in poche fermate sarete nel cuore di Manhattan. Potete cercare casa spulciando Craiglist, tenendo sempre gli occhi aperti e non incappare in sòle oppure agenzie che poi vi chiedono fee spropositate.

L’Ikea è vicina, ma preferite case già arredate.

6. Le aquile non volano a stormi

Ho scomodato Franco Battiato per sottolineare ancora una volta il punto due di queste istruzioni: ovvero, dovete farlo da soli. Chiedete consigli a chi c’è già a New York, ma dopodiché solo voi conoscete la vostra strada (percorsa e futura). Volare da soli non significa non curarsi delle altre persone. Significa non girarsi continuamente a vedere cosa stanno facendo gli altri, spiare le loro mosse su Facebook, spettegolare con gli amici comuni.

Siate orgogliosi di voi stessi ed ottimizzate il vostro tempo: guardate avanti, altrimenti finirete prima o poi per sbattere contro un palo.Siate tre punto zero in tutto

Il 2.0 ci ha insegnato il significato di fare networking – e se volete trasferirvi in America, dovrete iniziare ad applicarlo anche nella vostra vita offline.

Se non avete contatti, a New York non potete trovare lavoro. Ma la parola “contatti” non vuol dire “raccomandazioni”, “lecchinaggio” o “calci in culo” come il più delle volte in Italia. La parola “contatto” in America ha lo stesso semplice significato del vocabolario italiano: 2 ( fig.) rapporto, relazione: essere in contatto con una persona

Preparatevi un buon curriculum in inglese. Se ne avete modo, una pagina web. Non siate mai arroganti, saccenti e presuntuosi – anche se prima di mettere piede in America avete lavorato per il Papa. Agli americani non gliene frega niente: dovete dimostrare il vostro valore. Altro discorso se avete a che fare con possibili datori di lavoro italiani: fate davvero attenzione. Se ve ne state andando dall’Italia, un motivo ci sarà – vero?

Gli americani hanno tanti, tantissimi difetti, ma sono meritocratici. E fattivi. E di parola. E se il lavoro inizia alle 10 di mattina, per loro le 10.01 è già ritardo e rischiate il licenziamento.

Dunque, passate dal 2.0 al 3.0 (qualsiasi cosa voglia dire per i frequentatori dei salotti tecnologici milanesi): pensate in GRANDE. Qui in America è tutto enorme. Quello che voglio dirvi: pensateci cento volte prima di venire in America a fare i lavapiatti clandestini. Potete farlo ovunque anche in Italia (e trovare meglio). Quando avrete finito di pensarci per la centesima volta, pensateci per la centunesima.

Non mettete limiti ai vostri sogni.

7. Visto e rivisto

Nella maggior parte dei casi, i ragazzi arrivano qui con un visto da turista. Come dicevamo prima, il tempo di permanenza possibile in questo caso è di novanta giorni. Non tirate la corda all’Ufficio Immigrazione passando una settimana in Italia, tre mesi in America, una settimana in Italia, tre mesi in America – non funziona. Piuttosto, iscrivetevi ad una scuola di inglese e fate richiesta per il visto da studente. Altro discorso se puntate subito al visto di lavoro.

“Se senti di un lavoro, anche come lavapiatti, fammelo sapere” non funziona. Ragazzi, in America ci sono più o meno 303.824.640 di abitanti, 8.391.881 di questi sono a New York: va da sè che prima trovano il posto gli americani, poi gli stranieri. Sommate la concorrenza degli americani in America a quella degli stranieri in America e più in piccolo a quella degli italiani in America e nello specifico a New York. Boom. A New York i lavori non si sentono: si prendono al volo.

Qualsiasi sia la vostra posizione in Italia, è molto probabile che qui a New York dobbiate iniziare da zero, o quasi. Mettetevi già nell’ottica che è possibile tornare a fare uno stage non pagato, anche se avete anni ed anni di esperienza nel vostro campo.

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Scordatevi una volta per tutte di riuscire a trovare un lavoro dall’Italia, non esiste un Ufficio Collocamento con opportunità di lavoro per italiani. Prendete quell’aereo del punto 3, venite qui, uscite ogni mattina alle 8 – ed incontrate, incontrate, incontrate, incontrate. E’ l’unica via: scendere dal piedistallo, prepararsi la pappa da soli e conquistarsi il proprio futuro.

Allontanate la negatività. Mai dire mai diceva il piccione francese a Fievel che sbarcava in America. Non demordete ai primi rifiuti, siate tosti ed agguerriti. I vostri sogni possono diventare realtà in ogni momento, quando meno ve lo aspettate. Magari uscite a fare la spesa in un supermercato, e scontrate il carrello con l’amore (americano) della vostra vita – oppure in metro un tizio improbabile nota i vostri disegni e vi assume. Ogni secondo che passa è un’occasione buona.

8. Se ancora non l’avete capito, evitate gli altri italiani

Non fate comunità italiana, per favore.

E’ una cosa che funzionava ed aveva senso tra immigrati di cinquant’anni fa, quando arrivavano senza soldi, con le scarpe bucate e la valigia di cartone. Voi siete immigrati di lusso, non avete bisogno di chiudervi in un quartiere italiano tra italiani. Anche il vostro inglese vi ringrazierà, credetemi. E se avete paura di perdere il vostro italiano, la mamma potete sentirla in ogni momento via Skype!

Scoprite cose americane. Può anche essere simpatico ritrovarsi ad un concerto di Jovanotti o a sentire la presentazione del nuovo libro di Fabio Volo a New York, ma apritevi anche ad altro. Mescolatevi, lasciatevi contaminare. Se avete nostalgia dell’Italia, avrete sempre la possibilità di tornare indietro con il famoso aereo del punto 3.

Non dimenticate MAI che avete sempre la libertà di scegliere. La felicità è sotto il vostro naso

Non fissatevi su un’idea, seguite il flusso del vostro destino. Accettatelo. Il poeta torinese Luigi Cibrario diceva – fate l’inchino al vostro destino. Se le cose non devono andare, non vanno. Oppure magari vanno, ma con un altro percorso. Questo non vuol dire che siete senza valore, anzi – semplicemente forse la vostra strada non è l’America e che la felicità forse è sotto il vostro naso, nella vostra città dove i palazzi non superano i quattro piani. Oppure che avete ancora bisogno di perfezionare il vostro inglese, per essere ancora più competitivi.

Il cambiamento deve avvenire prima di tutto dentro di voi. Non avviene cambiando città ed abitudini, ma mentalità. Ognuno ha la propria storia, i propri studi ed il proprio contesto familiare: non esiste una ricetta universale per migliorare la vita, o trovarne un senso. Ma cercate sempre il meglio (e non è detto che sia New York solo perché fa tanto figo dirlo). Cambiate modo di vedere le cose e siate flessibili. Questa è la rivoluzione.

E se qualcosa non va come ve lo aspettavate e siete pentiti della vostra decisione di lasciare l’Italia, abbiate il coraggio di ammettere il vostro sbaglio. E’ il gesto più coraggioso che potrete fare. Si impara da tutto.

Ps. Se la vostra è una semplice fuga dai problemi in Italia, non partite.

Alice

www.nuok.it

alice@nuok.it