La storia di Silvio Caroli

A cura di Nicole Cascione

“Inizialmente ho avuto paura a lasciare quanto avevo costruito negli anni nel Salento e a mettermi in gioco in una nuova realtà, cominciando completamente da zero. Ma poi ho pensato che, in fin dei conti, avevo ancora tutto il tempo per fare quello che volevo fare e diventare quel che volevo essere”. Così Silvio Caroli è “sfuggito” dalla propria zona di comfort per rimettersi in gioco a Londra dove ora, oltre ad insegnare pianoforte, collabora con la società americana Musicnotes per la quale scrive arrangiamenti che successsivamente vengono pubblicati sotto forma di spartito online.

Silvio, quando e perchè ti sei trasferito a Londra tre anni fa?

L’idea di trasferirmi all’estero si è concretizzata nel 2019. Sentivo l’esigenza di cercare nuovi stimoli e volevo fare l’esperienza di insegnare pianoforte in inglese.

In quell’anno stavo ricevendo diversi apprezzamenti dall’estero, infatti avevo vinto un paio di premi internazionali, uno all’ “Online Quebec Music Competition” (Canada) e l’altro al San Francisco International Innovative Music Competition, inoltre avevo cominciato a collaborare con la società americana “Musicnotes.com” (Madison, Wisconsin). Tutto questo mi ha dato il coraggio di applicare a delle posizioni lavorative aperte nelle quali si cercavano insegnanti di Pianoforte a Londra. Feci dei colloqui online dall’Italia con un paio di scuole di musica private ed entrambi andarono a buon fine. Decisi subito di partire e di iniziare così una nuova avventura lavorativa.

Silvio Caroli

Di cosa ti occupavi in Italia e di cosa ti occupi ora a Londra?

Lavoravo da molti anni in Italia come insegnante privato di pianoforte in un piccolo Comune della provincia di Lecce. Feci anche una breve esperienza di insegnamento nei Caraibi. Infatti nel 2018 ero stato invitato in Repubblica Dominicana a tenere delle lezioni sul pianoforte e sulla musica jazz. Lezioni che ebbero luogo nel Conservatorio di Santo Domingo, nell’Universidad Autónoma de Santo Domingo e nella Academia de Música de Patricia Logroño (una mia cara amica). Fu un’esperienza molto bella insegnare musica in spagnolo, lingua che già conoscevo, ma che non avevo mai usato nell’insegnamento. Fu anche importante confrontarsi con un sistema di educazione musicale, quello dominicano, che potremmo definire relativamente molto giovane, rispetto a quelli europei. È stato un gran piacere ed anche un immenso onore, aver dato il mio piccolo e modesto contributo alle nuove generazioni di musicisti del posto.

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Dal mio arrivo a Londra nel 2019 ci sono volute alcune settimane per ambientarmi. La città è bellissima, ricca di cultura, di stimoli e di opportunità, ma è allo stesso tempo una città impegnativa, con dei ritmi di vita stressanti ai quali non ero abituato. Il tempo libero è poco, perché qui si corre sempre. Nonostante questo, non ho fatto troppa fatica a trovare un equilibrio, anche perché, per fortuna, mi sono trovato benissimo fin da subito ad insegnare in inglese e a lavorare con studenti di pianoforte di varie nazionalità ed etnie.

Collaboro inoltre con la società americana Musicnotes per la quale scrivo degli arrangiamenti che loro pubblicano sotto forma di spartito online. Ho già ricevuto molti apprezzamenti provenienti da varie parti del mondo, soprattutto per gli arrangiamenti riguardanti la musica italiana: classica e colonne sonore. Quello che faccio è semplicemente prendere un brano che le persone conoscono, ad esempio il tema principale di “C’era una volta in America” o “Cinema Paradiso”, e adattarlo per vari strumenti: Cello e Pianoforte, Violino e Pianoforte, Piano Solo, ecc. Chi compra questi arrangiamenti spesso sono studenti di musica, professionisti o semplici amanti della musica che decidono di eseguire quei brani tra le mura domestiche per puro piacere. Il grande merito di Musicnotes è quello di rendere immediatamente fruibili migliaia di arrangiamenti e spartiti, disponibili per essere stampati direttamente da casa o dal proprio ufficio, senza doversi recare in una libreria musicale, dove tra l’altro difficilmente si incontrano di molti brani degli spartiti o delle versioni così specifiche.

Quali erano le tue aspettative quando hai lasciato l’Italia?

Inizialmente ho avuto paura a lasciare quanto avevo costruito negli anni nel Salento e a mettermi in gioco in una nuova realtà, cominciando completamente da zero. Ma poi ho pensato che, in fin dei conti, avevo ancora tutto il tempo per fare quello che volevo fare e diventare quel che volevo essere. Liberarsi e sfuggire dalla propria zona di comfort non è mai semplice, ma alcune volte è utile farlo. Nella vita viene premiata l’azione, non i buoni propositi.

Torno quasi ogni anno in Italia a trovare la mia famiglia. La sensazione che provo è sempre la stessa. Amo la mia terra, la cucina italiana e rivedere famiglia ed amici, ma al momento ritengo che sia difficile per me (sebbene non impossibile) tornare a viverci.

Silvio Caroli musicista londra

Vivere e lavorare a Londra in cosa ti ha cambiato sia in ambito personale che in ambito lavorativo?

Vivendo all’estero ho avuto modo di apprezzare appieno le mie radici e il retaggio storico. Infatti l’Italia nel corso dei secoli, ma specialmente nel Rinascimento e nel Barocco, ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo della musica, ma anche nella costruzione degli strumenti, ed è stata anche la terra dove è nata l’Opera. L’eredità è immensa e lo percepisci tanto quando ti trovi all’estero e devi spiegare a studenti stranieri il significato delle parole italiane che si incontrano in musica: “Allegro ma non troppo”, “pianissimo”, “a tempo”, “da Capo al Fine” ecc. A volte può anche essere una sfida divertente spiegare alcuni paradossi della nostra lingua, come dover chiarire che un “mezzoforte” in realtà non significa la metà di un forte più di quanto un “mezzosoprano” non significa la metà di un soprano.

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Londra è una città dinamica e cosmopolita. I servizi funzionano, esiste un grande rispetto per il prossimo. Ma è anche una città molto cara e per viverci bisogna accettarne le regole e tenerne conto. Si guadagna più che in Italia ma si spende di più. Inoltre è una città terribilmente competitiva e la concorrenza proviene da tutte le parti del mondo.

Dal punto di vista personale, credo che viaggiare e soprattutto vivere in luoghi diversi, obblighi spesso a confrontarsi con il nostro bagaglio personale di nozioni e convinzioni. Più che cambiato mi sento trasformato, ma rimane sempre viva la consapevolezza delle mie radici italiane che sento con più sensibilità ed orgoglio.

A livello professionale cosa ti ha offerto questo Paese che in Italia non avresti potuto raggiungere facilmente?

Le opportunità non mancano. Un lavoro tira l’altro e in una città così grande e cosmopolita, potenzialmente potresti costruire un network incredibile. Inoltre mi trovo bene con la mentalità e il modo in cui viene affrontato ogni tipo di business. Si fanno delle esperienze e alle volte si sbaglia, ma ogni tentativo scartato è comunque un passo avanti. Non ha senso scoraggiarsi.

In Italia tendevo ad essere più avverso al rischio e mi ero abituato a sognare di meno.

Come e in cosa è cambiato professionalmente il Silvio di tre anni fa dal Silvio di oggi?

Conoscere bene l’inglese mi ha aperto un mondo. Al momento ho la possibilità di migliorarmi come musicista, prendendo lezioni da grandi virtuosi e insegnanti che risiedono a Londra, ma anche negli Stati Uniti. Periodicamente ho delle session online con un insegnante che vive a New York.

Il livello della concorrenza a Londra è decisamente alto, perché qui vivono musicisti provenienti da vari angoli del mondo venuti a perfezionarsi in istituzioni di fama mondiale, come il Royal College of Music, Guildhall School of Music and Drama o la Royal Academy of Music. Tutto questo lo trovo un ottimo stimolo per non smettere mai di imparare.

Avere la padronanza della lingua inglese ci aiuta anche ad apprendere online e il Web può diventare una miniera d’oro. Youtube ad esempio può essere una fonte di apprendimento inesauribile e gratuita. Ma bisogna sapere scremare e sapere dove e come cercare. Molto spesso, per via del funzionamento dell’algoritmo, quello che compare è solo la punta dell’iceberg. Ma se impari a cercare puoi anche scoprire del materiale e dei contenuti di altissimo valore. Conoscere l’inglese nel 2022 è ormai una necessità, ovunque tu viva.

Quanto è importante la musica nella tua vita?

Tra i più bei ricordi che ho di quando ero bambino ci sono le ore trascorse ad ascoltare musicassette e vinili di mio padre. Ricordo che provavo un piacere sia fisico sia emotivo nell’ascoltare la Quinta Sinfonia di Beethoven o i valzer di Strauss o il poema sinfonico “Una notte sul monte Calvo”. L’effetto che la musica aveva su di me sembrava pura stregoneria. Citando Ezio Bosso: “La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta come i maghi.”

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Non mi sono mai ritenuto un enfant prodige, né un musicista superdotato, ma il mio amore per la musica mi ha portato ad edificare la mia conoscenza lentamente e con costanza lungo il mio percorso. Poter suonare, scrivere musica, insegnare quello che amo a persone che amano il pianoforte, tutto questo mi rende molto contento dei risultati finora raggiunti, soprattutto perché il vero successo è il viaggio, non la destinazione.

Silvio Caroli ritratto di un musicista

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Quando a Londra non sono impegnato a dare lezioni di pianoforte e riesco a trovare il tempo, cerco di arrangiare brani tratti da opere italiane (ad esempio l’Intermezzo della “Cavalleria Rusticana” di Mascagni) oppure brani per il cinema composti da Morricone, Rota, Piovani. Vorrei tanto diffondere e valorizzare tutti quei gioielli scritti per film italiani che rischiano di finire nel dimenticatoio e nell’oblio. Molte persone mi scrivono in privato dopo aver suonato un mio arrangiamento di questo o quel brano di Morricone e mi chiedono di scrivere qualche versione di brani di cui ero ignaro. Vedi brani tratti dai film “Il Deserto dei Tartari” , “Incontro” oppure “Come imparai ad amare le donne”. Brani stupendi di cui ignoravo l’esistenza.

La musica di Morricone, ad esempio, è molto conosciuta e lo dimostra il fatto che alcuni dei miei arrangiamenti raggiungano vari angoli del mondo: Stati Uniti, Canada, Australia, Svezia, Germania, Regno Unito, ecc. Mi piacerebbe molto pubblicare e far conoscere brani che non si conoscono, molti dei quali non li conosco nemmeno io al momento. Si pensi solo al fatto che Morricone abbia scritto musica per più cinquecento film, che di media significa un film al mese. Più prolifico di lui forse vi era solo un altro compositore, che lui adorava: Johann Sebastian Bach, il quale, da vero artigiano della musica, scriveva una Cantata la settimana.

https://www.musicnotes.com/sheet-music/artist/silvio-caroli

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