Silvia, una biologa marina in Yucatan
“Per cambiare la propria vita servono solo due soldi in tasca e un biglietto aereo, il resto dipenderà tutto dalla vostra determinazione e dai vostri obiettivi”, questo è il consiglio di Silvia, rivolto a tutti coloro che desiderano lasciare l’Italia. Laureata in biologia marina, lavorava tanto, ma con poche soddisfazioni e ancora meno soldi. Da qui la scelta di partire. Dall’ Egitto all’Australia e infine Playa del Carmen, Yucatan, dove finalmente ha trovato la felicità. Silvia adesso lavora come venditrice di multiproprietà e collabora con un’azienda che si occupa di aiutare coloro i quali vogliono cambiare vita e trasferirsi in Messico.
Chi era Silvia prima di arrivare a Playa del Carmen?
Direi che la domanda giusta sarebbe “come ero prima di lasciare l’Italia”, circa 4 anni fa. Sono cresciuta in un piccolo paese della Sicilia, Valguarnera Caropepe, molto limitato nelle dimensioni così come nelle opportunità di crescita. Laureata in biologia, indirizzo marino, lavoravo presso scuole ed enti di formazione come educatrice, formatrice ambientale e biologa. Nel tempo libero collaboravo con associazioni ambientaliste e vari gruppi di volontariato, tra cui Greenpeace, Ente Fauna Siciliana, Legambiente. Lavoravo tanto, ma le soddisfazioni erano poche e i soldi anche meno.
Ricordi quando è stato il momento in cui ha detto a te stessa: “Basta, ora parto e non torno più”?
Terminata l’Università, in Italia non avevo allettanti sbocchi lavorativi come biologa marina, la mia categoria viene spesso sfruttata e sottopagata (quando trovi lavoro). Inoltre, nonostante il mar Mediterraneo sia, dal punto di vista della biodiversità, un’incredibile risorsa per la ricerca scientifica, i fondi a disposizione per la ricerca nel nostro Paese sono davvero ridicoli! Anche dinanzi alla prospettiva di accontentarmi di un lavoro in un altro ambito, non vedevo alternative valide e soddisfacenti. Per finire, odiavo il sistema politico italiano, mi sentivo presa in giro da chi mi governava, da chi avrebbe dovuto garantirmi un futuro sereno. Così maturai la consapevolezza di non avere nessuna ragione per fossilizzarmi in un posto che non offriva prospettive.
Mi hai detto di aver vissuto in Egitto e in Australia, di cosa ti occupavi?
In Egitto gli unici sbocchi lavorativi per una biologa sono i centri subacquei. Ho lavorato come guida snorkeling sia in Egitto che in Australia. Divertente, ma poco soddisfacente dal punto di vista professionale. Io avrei voluto lavorare come ricercatrice, ma nella maggior parte dei Paesi stranieri è difficile ottenere un permesso di lavoro adatto a ricoprire ruoli più stabili e remunerativi.
Perché poi ti sei trasferita a Playa del Carmen? E perché hai scelto proprio Playa del Carmen?
Casualità, semplice fortuna o l’universo ha complottato per portarmi qui. La mia intenzione era vivere in Australia, il Paese dei sogni, ma negli ultimi anni il governo australiano ha emanato leggi durissime sull’immigrazione. In sintesi, compiuti i 31 anni di età, è quasi impossibile ottenere un permesso di lavoro. Ecco perche, dopo un anno e mezzo di vita australiana, sono stata costretta a lasciare il luogo dove avevo scelto di stabilizzarmi. Le alternative erano a quel punto solo due: tornare in Italia o scegliere sul mappamondo un altro posto dove ricostruirmi una vita. Alcuni amici mi avevano parlato del Messico e di un paese chiamato Playa del Carmen, così comprai un biglietto Melbourne-Cancun, sperando di trovare più fortuna. Nel peggiore dei casi sarei tornata in Italia dopo una lunga vacanza ai Caraibi!
Che impatto emotivo hai avuto al tuo arrivo?
All’inizio ero spaesata e stanca di saltare come una cavalletta da un continente all’altro, ma presto notai la grande accoglienza di questo posto. Conobbi subito molti italiani, residenti in Messico da tanti anni, che mi aiutarono a trovare casa e lavoro e ottenni in pochi giorni un lavoro come biologa per un’azienda italiana. Ricordo di avere detto al mio datore di lavoro che “Non avevo mai messo piede in un Paese cosi accogliente!”
Di cosa ti occupi?
Adesso lavoro come venditrice di multiproprietà. Ho deciso di dedicarmi alla vendita circa nove mesi fa, volevo imparare qualcosa di nuovo, ampliare la mia visione nel mondo del lavoro e “sperimentare me stessa”. Una volta capito il meccanismo, mi sono accorta di quanto queste nuove nozioni apprese siano utili in ogni aspetto della vita.
E’ stato difficile per te trovare questo lavoro?
Qui è facile trovare lavoro, se sei europeo e soprattutto se parli inglese o spagnolo le porte sono tutte aperte. Il difficile è stato adattarmi a fare qualcosa di diverso da quello per cui ho studiato tanti anni.
Come si svolge una tua giornata lavorativa?
Semplice, lavoro 5 giorni a settimana dalle 8:00 all’1:00. Vado in ufficio e cerco di vendere più possibile. Guadagno solo su commissione, non ho stipendio fisso ma… incredibilmente non mi manca nulla! Nel tempo libero (cioè il 50% del tempo) vado in spiaggia a godermi il sole dei Caraibi o esco con gli amici o vado in palestra. Qui 365 giorni all’anno è estate. Non male rispetto ai ritmi italiani, vero? Non avrò mai una pensione ma… a pensarci bene, neanche la maggior parte di voi che vive in Italia!
Se avessi avuto una valida alternativa in Italia, saresti ugualmente partita?
No, non credo sarei partita se avessi avuto valide alternative, sarei rimasta vicino alla mia famiglia e avrei viaggiato per passione.
Come si vive a Playa del Carmen?
La parola d’ordine da queste parti è relax. Avete presente il messicano con poncho e sombrero che fa la siesta all’ombra di una palma? Beh, qui non usano il poncho e il sombrero, ma la vita va al rallentatore tra una siesta e la successiva, la voglia di lavorare non è di casa. Sia in Europa che in Egitto e soprattutto in Australia, la giornata tipo del lavoratore medio è piena di impegni, burocrazia e problemi da risolvere. Si lavora sodo, ogni minuto è prezioso, si corre tutto il giorno. Non è stato facile abituarmi ai ritmi lenti e fluidi del caribe mexicano. Inizialmente la mia iperattività si scontrava in continuazione con la lentezza estenuante di chi mi circondava, ma ormai mi sono piacevolmente adattata a questo “dolce perdere tempo” e ogni volta che ritorno in Italia in vacanza, mi accorgo di quanto siamo nevrotici e stressati.
Qual è il tenore di vita? Cambia effettivamente il costo della vita?
Il costo della vita nello Yucatan è alto rispetto a ciò che ci si aspetta da un Paese del terzo mondo. Questo è lo stato del Messico con più turismo e quindi più denaro in circolazione. Cibo e affitti costano solo leggermente meno che in Europa, ma in compenso la benzina costa meno di un terzo che in Italia. Nel complesso, un pensionato che in Italia ha difficoltà a pagare le bollette, qui vivrebbe più che dignitosamente con la sua piccola pensione minima.
Consiglieresti Playa del Carmen a chi desidera rifarsi una nuova vita in una terra lontana?
Decisamente sì. È il posto adatto per ripartire da zero o cominciare dal nulla.
In un trasferimento come il tuo, quanto è importante la determinazione e quanto il desiderio di andare via?
La determinazione é fondamentale. Serve coraggio per andare da soli in un Paese nuovo e incoscienza per mollare tutto e cambiare vita, ma credo che il valore dell’incoscienza sia sottovalutato dalla nostra società, che oggi tende a farci sentire impotenti e frustrati. Per raggiungere degli obiettivi bisogna essere disposti a rischiare, cosa che invece oggi ci insegnano bene a non fare!
Quali sono le cose da evitare assolutamente a Playa del Carmen?
Playa del Carmen è un Paese tranquillo e sicuro, per turisti. Se proprio devo dirvi cosa evitare… evitate, quando venite qui in vacanza, di incentivare il turismo basato sul maltrattamento degli animali. Evitate, qui o in qualunque altro posto al mondo, di pagare per farvi fotografare per le strade o negli hotel con in braccio il tigrotto o il cucciolo di leone o la scimmietta (dopo le foto tornano in gabbia)! Evitate di spendere il vostro denaro in parchi o luoghi dove gli animali vengano tenuti in recinti o acquari!
Qual è l’aspetto che più ti ha colpito del popolo messicano?
Qui nello Yucatan vivono i discendenti del grande popolo maya, gente semplice che ha conosciuto la globalizzazione e la coca cola solo 20 anni fa, per via del turismo nascente. A questo popolo appartengono una profonda spiritualità e un’incredibile storia. Molti dicono che la fine del mondo è stata prevista dai maya per il 21 dicembre 2012. Beh, vorrei sfatare questo mito e spiegare che il popolo maya non ha mai parlato di fine del mondo, ma di un grande cambiamento. L’umanità oggi è di fronte a un bivio: continuare a distruggere il pianeta in cui viviamo e anche noi stessi, con inquinamento, corruzione e avidità oppure ritrovare il contatto perso con la natura, riscoprirci parte di essa e indirizzare la nostra intelligenza a uno sviluppo sostenibile. Questa la predizione maya e a noi la scelta! Il 21 dicembre 2012 segna l’inizio di una nuova era, di cambiamenti, trasformazioni e riadattamento a nuove strutture sociali, che durerà altri 26.000 anni.
Questo mi tranquillizza….. Hai qualche consiglio da dare a coloro che volessero intraprendere un cammino come il tuo?
Anche questo è semplice. Servono solo due soldi in tasca e un biglietto aereo, il resto dipenderà tutto dalla vostra determinazione e dai vostri obiettivi. Conosco gente che lo ha fatto anche senza i due soldi in tasca ed oggi è milionario! Oggi collaboro con un’azienda che si occupa di aiutare coloro i quali vogliono cambiare vita e spostarsi qui in Messico, decidete voi la cifra da investire e l’attività che vi piacerebbe svolgere o il tipo di appartamento che volete acquistare. Vi aiutiamo con i documenti e i permessi, creazione e gestione di attività commerciali. Al giorno d’oggi è diventato tutto più facile, dovete solo alzare il telefono e chiamare o visitare il sito http://www.playadelcarmenstartup.com.
In alternativa potete direttamente contattare me all’indirizzo email silviaconsolo@tiscali.it e vi darò tutte le informazioni che volete.
Abbiamo cominciato l’intervista con la domanda: chi era Silvia prima di arrivare a Playa del Carmen. Ora dimmi: chi è adesso Silvia?
Adesso sono una persona libera. Mi sento libera da stupidi e limitanti schemi sociali, dalle bugie che dicono in tv per farci credere che inevitabilmente siamo in piena crisi e dobbiamo fare sacrifici. È vero che siamo in crisi, si sente dovunque nel mondo, ma non è mai stato inevitabile! Non guardo più la tv e non ne sento la mancanza, internet è l’unica fonte di informazione libera oggi a disposizione. A stretto contatto con diverse culture, ho capito che la cosa davvero importante nella vita non è il potere (economico e sociale), ma l’espressione di se stessi e la crescita o evoluzione personale. È questo che rende un uomo felice.
A cura di Nicole Cascione
Per avere maggiori informazioni sul Messico:
www.mollaretutto.com/cambiare-vita/sud-america/messico