Roberta: vi accompagno nel cuore della vera Zanzibar
A cura di Maricla Pannocchia
Nonostante Roberta non si sia ancora trasferita definitivamente nella sua amata Zanzibar – “la burocrazia e, soprattutto, la sanità, mi bloccano” – la donna fa la spola fra la sua terra d’origine, la Sardegna, e la sua seconda “casa”. Roberta lavora online organizzando viaggi per accompagnare le persone alla scoperta del vero cuore dell’isola, ed è anche guida turistica. “Viaggio da sempre, ho vissuto all’estero e i miei cari si sono abituati a questo mio stile di vita”, racconta la donna, “A Zanzibar vivo senza comfort europei, mi mescolo alla gente del posto e posso dire che vivere lì o andarci in vacanza sono due esperienze diverse.”
A Zanzibar, Roberta ha imparato a rallentare, “In Italia, tutti siamo sempre di corsa e spesso non riusciamo neanche a goderci le giornate. A Zanzibar, invece, viviamo più lentamente e apprezziamo anche le piccole cose.” A chi sta programmando un viaggio a Zanzibar, la donna consiglia di visitare più zone dell’isola e, se c’è tempo a disposizione, di fare anche un safari, “perché dormire in tenda sotto un cielo stellato, non ha eguali.”
Ciao Roberta, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Ciao! Sono una sarda doc e amante dei viaggi. Nonostante mi ritenga una cittadina del mondo ho un profondo legame con la mia amata Sardegna e ora anche un’altra bellissima isola è entrata nel mio cuore.
Quando sei andata a Zanzibar per la prima volta e perché?
Sono partita per Zanzibar con un viaggio di gruppo in stile wild, senza grandi comfort, in una struttura a gestione locale. Lì ho capito che, al di fuori delle grandi strutture e delle classiche rotte turistiche, c’è molto altro. Questo, secondo me, vale anche nelle altre parti del mondo.
Cosa ti ha colpita?
Già dal secondo giorno sentivo che questo luogo mi attirava come una calamita, mi dava un senso di pace e libertà mai provato prima, dove la gente sorride nonostante le grandi difficoltà. Questo mi ha fatto riflettere molto. Questo luogo mi attirava talmente tanto che ancora prima di tornare in Italia stavo già organizzando il mio ritorno sull’isola. Dopo poco più di un mese ero di nuovo lì.
Adesso vivi fra l’Italia e Zanzibar. Come riesci a gestire questa situazione?
Lavorando online riesco a gestire e organizzare il lavoro in qualsiasi parte del mondo. Circa quattro volte l’anno, anche per lunghi periodi, parto per quella che ormai è la mia seconda terra, alla scoperta di nuovi luoghi. Ho viaggiato anche diverse volte per la Tanzania on the road tra safari e villaggi Masai.
Dove vivi precisamente a Zanzibar e di cosa ti occupi?
A Zanzibar ho soggiornato in diverse parti dell’isola per conoscere più aspetti possibili di questo fantastico mondo. Ho vissuto nella zona Sud, nella costa Est e, nell’ultimo mio viaggio, nella parte Nord. Mi occupo di studiare dei tour sia a Zanzibar sia in mainland per i miei clienti. Tutti i servizi sono testati da me personalmente sia i safari sia le strutture che consiglio. Oltre ad avere l’agenzia di viaggi, sono anche una guida turistica. Sono infatti appena rientrata da un viaggio di gruppo che ho organizzato e accompagnato io stessa con l’aiuto di guide locali esperte, durante il quale ho cercato di trasmettere tutte le mie conoscenze e il mio amore per questa terra.
Quando sei lì, vivi a stretto contatto con la popolazione locale. Come sei stata accolta dalla gente del posto?
Mi hanno sempre trattato benissimo, la popolazione locale è famosa per la gentilezza e l’accoglienza.
Puoi raccontarci meglio questo tuo stile di vita?
Ogni volta che mi trovo in Tanzania cerco di vivere nel modo più diverso possibile da quello a cui sono abituata, per esempio, frequento bar e ristoranti locali. Ho sempre avuto tanta curiosità per le culture diverse dalla mia, mi piace conoscere e vivere esperienza fuori dal comune. Mi rendo conto che per molti una vita di questo tipo non è normale… ma io non ho scelto di essere normale, ho scelto di essere felice!
Ti occupi anche di permettere ai turisti e ai viaggiatori di vivere esperienze a stretto contatto con i locals. Puoi farci qualche esempio?
Di sicuro durante i miei viaggi di gruppo e non, consiglio sempre una visita all’asilo locale, un’esperienza che tocca il cuore. Durante i nostri tours, le nostre guide raccontano tante storie e descrivono le tradizioni, la storia e la realtà del luogo e poi passeggiare nei villaggi e ammirare scene di vita quotidiana, vedere le danze Masai e fare esperienze di tipo culinario, come l’assaggio del piatto tipico l’ugali, mangiato rigorosamente con le mani, aggiunge un valore immenso a qualsiasi viaggio.
Perché pensi che questo sia importante?
Penso sia importante capire i modi di vivere diversi dal nostro. Viaggi di questo tipo ti obbligano a uscire dalla zona comfort, incrementano lo spirito di adattamento e ti portano ad accogliere la diversità. Le prime parole che impari a Zanzibar sono “pole pole” e “Hakuna Matata”, sono parole che fanno riflettere. Un modo di affrontare la vita che adoro, anche se per noi non è semplice.
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È facile trovare alloggio a Zanzibar? Quali sono i costi medi?
Trovo l’alloggio grazie all’aiuto delle mie conoscenze locali e i costi variano in base alle zona e al tipo di casa scelti. Sicuramente la zona Nord è la più costosa, essendo la più turistica, ma lo scorso anno ho soggiornato in un piccolo villaggio di pescatori della costa Est, che ho adorato, dove i costi degli alloggi sono molto più bassi.
Come valuteresti servizi quali la sanità, la burocrazia e i mezzi pubblici?
Questi fattori bloccano al momento il mio trasferimento definitivo, soprattutto la sanità e la burocrazia. Per quanto riguarda i mezzi pubblici li prendo molto spesso e credo che anche questi contribuiscano a conoscere e capire la realtà locale. Capita spesso di viaggiare con i pesci, con le oche e addirittura una volta ho viaggiato con uno squalo!
È facile, per un italiano, trovare lavoro o avviare un’impresa lì?
Trovare un lavoro è molto difficile perché, giustamente, si dà la precedenza alle persone del posto. Le uniche possibilità di lavoro sarebbero nei grossi villaggi turistici oppure aprire una propria attività ma anche questa, a livello burocratico, non è una scelta semplice.
Quali sono le difficoltà maggiori contro cui ti sei dovuta scontrare e come le hai superate?
Diciamo che non ho mai avuto grandi difficoltà ma sicuramente è necessario molto spirito di adattamento. Non scelgo degli alloggi con tutti i comfort che abbiamo in Europa, non ho una macchina per potermi spostare facilmente, la corrente va e viene… diciamo che vivere sul posto è molto diverso rispetto alla vacanza.
Come hanno reagito le persone a te care davanti alla tua scelta di fare la spola fra l’Italia e Zanzibar?
Ormai i miei cari si sono abituati a vedermi girare per il mondo. Ho viaggiato tanto fin da piccola, ho vissuto in diverse città europee e ho fatto tanti viaggi anche in solitaria, quindi non è stata un grossa sorpresa. Inoltre, i miei genitori mi hanno sempre lasciato fare tutto quello che mi rendeva felice e per questo li ringrazio.
Noti delle differenze fra la Roberta che è in Sardegna e quella che è a Zanzibar?
Sì, tantissime. In Italia, come sappiamo e facciamo quasi tutti, si vive di corsa. Lo stress spesso inizia già dal mattino, abbiamo sempre fretta e tantissime cose da fare. Corriamo talmente tanto che a volte non ci godiamo neanche la giornata. Zanzibar mi ha insegnato a vivere con molta più calma. Roberta a Zanzibar è molto più libera, senza tutti i pesi che impone la società occidentale. Questo paradiso ha il potere di far vivere autenticamente anche le cose semplici.
Quali luoghi ed esperienze non possono mancare, secondo te, durante un primo viaggio a Zanzibar?
Io suggerisco sempre di visitare più zone dell’isola. Le mie esperienze preferite sono la visita a Jozani forest, dove si trovano le scimmie Columbus, uniche al mondo, fare il bagno con le tartarughe e poi non si può andare via da Zanzibar senza aver visto il sole che cade nel mare a Michamvi. Zanzibar è terra d’Africa e per chi ha un po’ di tempo a disposizione consiglio anche un bel safari in mezzo alla natura più selvaggia. Dormire in tenda in mezzo alla savana africana sotto un cielo pieno di stelle non ha eguali.
E quali luoghi, invece, sono generalmente ignorati dai turisti ma pensi che valgano la pena di essere visti?
Il Sud dell’isola è ancora poco turistico e conserva il suo spirito selvaggio come anche altri piccoli villaggi meno famosi delle classiche località Nungwi, Kendwa, Kiwengwa.Io, personalmente, ho adorato Uroa, un piccolo villaggio di pescatori nella zona Est, ma anche le altre isole dell’arcipelago, Mafia e Pemba, sono dei territori incontaminati che conservano il loro fascino proprio perché ancora poco turistiche. I nostri viaggi di gruppo inoltre sono molto dinamici, ogni giorno abbiamo un’esperienza nuova e puntiamo a far scoprire tanti aspetti dell’isola.
Progetti per il futuro?
Spero di continuare e ampliare questo mio progetto per far conoscere questa bella realtà anche a tante altre persone. Credo che un viaggio di questo tipo sia l’occasione per riflettere e per farci capire che per vivere serenamente abbiamo bisogno di rallentare e apprezzare di più quello che abbiamo.
Per seguire e contattare Roberta:
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