Quello che non ti viene detto sulla vita da nomade digitale

Quando cerchi informazioni sulla vita da nomade digitale, trovi sempre gli stessi argomenti. Quali sono i lavori che ti possono permettere di vivere come nomade digitale, quali sono i Paesi consigliati per questo stile di vita e magari anche gli errori più comuni commessi da chi è nomade digitale da poco.

Tuttavia, ci sono anche altri aspetti del vivere come nomade digitale che spesso vengono omessi. Di conseguenza, quando pianifichi un cambio vita o, semplicemente, un’avventura di qualche mese lavorando autonomamente da remoto, è possibile che tu ti ritrovi, poi, ad affrontare delle sorprese.

Andiamo a vedere, quindi, quello che non ti viene detto sulla vita da nomade digitale!

8 informazioni che non ti vengono dette sulla vita da nomade digitale

Nella maggior parte dei casi, non sarai pagato alla fine del mese

Se sei un ottimista per natura, probabilmente hai pensato che sarai pagato a settimana. Se, invece, hai già esperienza nel lavorare come freelancer, sai che, spesso, i clienti “dimenticano” di pagarti oppure lo fanno quando ne hanno voglia. Naturalmente, ci sono delle eccezioni e i clienti seri e che pagano puntualmente esistono ma, in linea di massima, per uno di questi ce ne sono 10 che si prendono varie libertà in merito ai pagamenti.

Questo è particolarmente vero se sei all’inizio della tua carriera. In questo caso, è importante che tu abbia dei risparmi o altre entrate per permetterti di affrontare le spese quotidiane e/o quelle di viaggio anche se il cliente dovesse pagarti con due settimane di ritardo. All’inizio, inoltre, è probabile che tu non sia pagato tantissimo, anche se potresti aver bisogno di lavorare diverse ore il giorno a quel progetto.

Se vuoi essere un nomade digitale, sappi che dovrai essere creativo, inventivo e pronto a uscire dalla tua zona di comfort. Quel cliente – l’unico che hai al momento – è uscito di scena all’improvviso? Mentre ne cerchi altri, puoi doverti re-inventare pur di guadagnare qualcosa.

Spesso lavorerai con un visto che non ti permetterebbe di farlo

Quanti nomadi digitali entrano in un Paese con un visto turistico e poi lavorano online dalla loro camera d’albergo, da un co-working o dall’appartamento? Appunto. In molti casi, infatti, infrangerai la legge semplicemente entrando in un Paese con un visto turistico e lavorando online.

Se vuoi evitare di farlo, scegli uno dei Paesi che offre un visto pensato appositamente per i nomadi digitali.

Non tutti i nomadi digitali sono effettivamente nomadi

Anzi, molti nomadi digitali si ritrovano per caso in un posto che scoprono di amare, oppure vanno in una certa meta per la quale sentono un richiamo, ed ecco che vi trascorrono settimane o mesi. Se, nel tuo immaginario, ti vedi a cambiare città ogni pochi giorni e a sostenere questo stile di vita per mesi o anni, lavorando, sappi che, in realtà, saresti stanco dopo pochi giorni.

Viaggiare costantemente, infatti, è stancante sotto ogni punto di vista. La maggior parte dei nomadi digitali alterna periodi di viaggio più o meno intenso ad altri in cui si ferma in un certo luogo per settimane o mesi. In questo modo, è anche possibile risparmiare o mettere dei soldi da parte perché, vivendo a lungo in un unico posto, potrai spendere meno nella vita quotidiana e avere sconti su costi come quello dell’affitto.

La maggior parte dei nomadi digitali viaggia lentamente

Tornando a quanto stavamo dicendo nel punto precedente, se t’immagini a cambiare città ogni pochi giorni, probabilmente non hai un’idea realista di come viaggia la maggior parte dei nomadi digitali. Un nomade digitale non è un turista e raramente riempie due settimane di viaggio di mille attività da fare, posti da vedere e città da cambiare.

Proprio perché, teoricamente, il nomade digitale ha tutto il tempo del mondo per esplorare un Paese o per spostarsi da una zona all’altra, generalmente viaggia lentamente. Il fenomeno dello slow travel – che si riferisce proprio al viaggiare in modo lento – sta diventando sempre più diffuso fra chi lavora online e chi viaggia per mesi o anni.

Questo accade perché questo modo di viaggiare non solo è meno stancante ma è anche quello che permette di entrare più in contatto con le persone e culturale locali e, a volte, perfino di risparmiare.

I nomadi digitali non sono solo giovanissimi, anzi!

Nell’immaginario collettivo, il nomade digitale è un ragazzo o una ragazza di massimo 25 anni, spesso single, che viaggia costantemente e sempre con il sorriso sul volto. In realtà, secondo un recente studio di MBO Partners – i nomadi digitali under 25 sono solo il 21%.

La maggior parte dei nomadi digitali ha fra i 26 e i 41 anni. Ancora, un quarto dei nomadi digitali ha fra i 42 e i 57anni e il 12% dei nomadi digitali è composto da persone che hanno fra i 58 e i 76 anni. Non dimenticare che è possibile diventare nomade digitale anche in coppia e in famiglia.

Se finora eri dubbioso sull’abbracciare o meno questo stile di vita perché non hai più 20 anni, questo studio rivela come la maggior parte dei nomadi digitali abbia più di 42 anni. Infine, ricorda che l’età anagrafica è solo un numero!

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Il nomade digitale ha la responsabilità di scegliere lo stile di vita che vuole avere

Se è vero che essere un nomade digitale significa già abbracciare un certo stile di vita, diverso da quello più tradizionale, è anche vero che ci sono tanti modi diversi di vivere come nomade digitale. Per questo, è importante che ogni persona trovi quello che più le si addice.

Quando pensiamo alla libertà, in ogni senso del termine, data dall’essere un nomade digitale, spesso andiamo su di giri e ci concentriamo solo sugli aspetti positivi del lavorare da remoto girando il mondo, tuttavia, questa libertà spesso è talmente ampia che tante persone impiegano molto tempo a stabilire che cosa funziona veramente per loro.

Per esempio, puoi diventare un nomade digitale che vive in camper oppure puoi lavorare per 3 mesi sempre dallo stesso co-living alle Canarie. Solo questi due stili di vita sono molto differenti l’uno dall’altro. Nel mezzo ci sono mille possibilità di viaggio, le piattaforme come Workaway o Worldpackers (che ti permettono di ottenere vitto e alloggio in cambio di qualche ora di volontariato), quelle come Coachsurfing (per alloggiare dalle persone del posto senza dover pagare niente) e molto altro.

È importante che, già prima di partire, tu ti faccia un’idea sul tipo di vita da nomade digitale che vorresti avere. Ricordati anche di tenere di conto del tuo lavoro e degli obiettivi professionali che hai. Se, ad esempio, hai appena lanciato il tuo blog di viaggi e vorresti mantenerti grazie a quello, devi considerare le ore di cui avrai bisogno per lavorare al blog.

Nonostante sia possibile farsi un’idea di quale opzione possa funzionare meglio per noi, spesso l’unico modo per esserne certi è mettersi in gioco e provare. Soprattutto all’inizio, quindi, non farti troppi problemi nello sperimentare diversi modi in cui essere nomade digitale, per poi scegliere quello che più ti risuona.

Ti sentirai solo

A meno di non essere una persona che gode della propria compagnia e per la quale la solitudine non è un problema ma una gioia, è probabile che, in quanto nomade digitale, ti ritroverai ad affrontare diverse giornate in cui la solitudine potrà farti sentire davvero molto triste.

Ci sono dei modi per ovviare a questo problema, come alloggiare in un co-living, lavorare da un co-working o, semplicemente, iscriversi in palestra piuttosto che a un corso locale (se vivi nello stesso posto per un po’ di tempo), così da fare amicizia con altre persone. Anche i soggiorni nelle camerate di un ostello sono consigliati per relazionarsi con gli altri.

Ancora, partecipa ai tours condivisi. Esistono piattaforme come Get Yout Guide o Viator che propongono tour si gruppo pressoché ovunque nel mondo oppure rivolgiti al tuo ostello o alle varie agenzie del posto in cui ti trovi. Nonostante questo, una delle principali difficoltà riscontrate dai nomadi digitali, specialmente da quelli che sono sempre in movimento, è proprio quella di costruire relazioni durature nel tempo.

Molti tuoi amici partiranno fra due giorni, o magari sarai tu a cambiare città domani. Ancora, frequentare uomini o donne con cui poter instaurare una relazione romantica può non essere così semplice, quando sei sempre in viaggio.

Infine, se è importante mantenere i contatti con gli amici rimasti a casa, non sorprenderti se, man mano, questi contatti dovessero divenire meno intensi o più sporadici. È altamente probabile, infatti, che tu cambierai molto più in fretta dei tuoi amici di sempre, grazie alle varie esperienze vissute in giro per il mondo e alle persone conosciute per strada. In generale, la vita del nomade digitale è scandita da incontri, alcuni anche intensi, che raramente diventano stabili. Scambierai i contatti social con migliaia di persone ma poche di loro faranno veramente, stabilmente parte della tua vita e, nel frattempo, probabilmente ti sentirai sempre più distante dagli amici di sempre, rimasti nel tuo Paese di origine.

Il consiglio, in questo caso, è d’imparare ad abbracciare la solitudine e di non vederla come qualcosa da temere. Lavora su te stesso e impara a godere anche della tua compagnia.

Raramente viaggerai gratis

Se segui qualche travel Influencer di successo, probabilmente hai visto che queste persone collaborano spesso con enti del turismo e quant’altro e non solo viaggiano gratis ma sono addirittura pagate per farlo. A meno che tu non abbia un blog/profilo social relativo al mondo dei viaggi con una community attiva e forte e che tu non possa provare l’efficacia dei tuoi contenuti, raramente avrai la fila di enti del turismo ecc. che vorranno collaborare con te.

Senza contare che ci sono molti nomadi digitali che lavorano online in settori che non hanno niente a che vedere con quello del turismo o dei blog e che non aspirano a collaborare con enti del turismo e altre realtà. Ancora, ci sono travel bloggers che amano viaggiare e vogliono rimanere totalmente liberi, rifiutando eventuali collaborazioni.

Qualunque sia il tuo caso, raramente avrai modo di viaggiare gratuitamente o spendendo pochissimo (a meno che tu non sia disposto a sacrificare quasi del tutto il comfort e, spesso, anche la sicurezza). Prendi con le pinze coloro che, sui social, dicono di viaggiare con 5 o 10 Euro il giorno. Se è vero che Paesi come quelli del sud-est asiatico sono più economici di quelli europei, è anche vero che vivere con 5 o 10 Euro il giorno in quella parte di mondo significa dover fare i salti mortali, non poter visitare molte attrazioni a pagamento e dormire in camerate in ostello.

Il nomade digitale, infatti, a differenza dell’expat, viaggia spesso. Anche se a volte si ferma in un certo posto per qualche settimana o mese, non è stanziale all’estero come, invece, un expat. Un espatriato spende molto meno di un nomade digitale proprio perché, soprattutto se ha scelto un Paese in cui il costo della vita è ancora basso, ha una quotidianità abitudinaria in cui può anche spendere poco o niente per giorni. Il nomade digitale, invece, si sposta frequentemente e, anche puntando al risparmio, in questo modo deve mettere in conto delle spese che l’espatriato, semplicemente, non ha.

Conclusione

La vita di un nomade digitale è ricca di avventura, scoperta, cambiamento e anche di qualche guaio o possibile pericolo. Nonostante il boom degli ultimi anni e il modo in cui questo stile di vita viene spesso raccontato, in realtà non è per tutti. Un nomade digitale deve avere certe competenze professionali nel settore scelto (o dev’essere disposto ad apprenderle) ma è ugualmente importante che abbia, o che sia disposto a sviluppare, delle caratteristiche personali che gli permetteranno non solo di affrontare questo stile di vita ma di goderselo.

Il modo migliore per capire se lo stile di vita da nomade digitale fa al caso tuo è provarlo!