E’ la storia di Flavio D’Incà, nato nel capoluogo lombardo nel ’59, fotografo professionista, fuggito dallo Stivale, perché non riusciva a sopportare più l’inquinamento della sua città e le tasse “draculiane”. Attualmente vive bene in Cile, anche se deve fare i conti con alcuni aspetti negativi.

“Qui -spiega- hai la possibilità di avviare un’attività tua a costi ragionevoli, cosa che avrei voluto avvenisse in Europa, ma le finanze non me lo hanno permesso. Il lodge funziona meglio del previsto, il terreno e la costruzione sono di mia proprietà e le prospettive sono buone. Tanto che al momento offriamo solo alloggio e colazione ai nostri clienti, ma sto programmando anche escursioni nella regione con veicolo 4×4. E corsi di fotografia”.

Insomma, i progetti sono tanti. Ma chissà se rimarrà nel Paese sudamericano, o se lascerà solo Putre.

CILE

E per il resto, cosa le è piaciuto subito di questo Paese? E cosa attira subito l’attenzione di un Italiano?

La bassa densitá di popolazione, ovviamente escludendo la capitale e alcune grandi cittá del sud. Odio le masse. L’attenzione viene attirata dal contrasto tra il primo ed il terzo mondo. A volte ti sembra di essere nell’Europa centrale e altre nella povera America Latina. Cambia molto da città a città Quelle dell’estremo nord, in cui mi trovo sono le meno sviluppate e quelle in cui c’è più ignoranza. A loro favore hanno un costo della vita basso.

Dove si trova Putre?

A poche decine di chilometri dalla Bolivia e dal Perú.

Mi descrive la città?

É un villaggio di circa 400 anime, che si trova a 3.500 metri di altitudine. Buona parte dei cittadini é di origine Aymara e vive ancora di agricultura e pastorizia. Una parte si dedica al commercio e al turismo. Putre sta crescendo dal punto di vista economico e turistico, perché é la base da cui partire per visitare Le Ande e vari parchi e riserve. Tipo: il Parco Lauca, che é l’attrazione principale, parte del patrimonio UNESCO e riserva della biosfera.

CILE

In Cile c’è un alto tasso di microcriminalità. Dunque, le città sono poco sicure?

Dovrei conoscere tutte le cittá per rispondere, comunque, per quanto ne sappia io, i problemi sono piú accentuati nelle grandi cittá e ovviamente nelle periferie delle metropoli. É una regola quasi globale. Nelle piccole cittá, che sono la maggior parte, la criminalitá é a livelli “sostenibili”, soprattutto se paragonata a quella delle cittá italiane.

Circola molta droga?

Mi sembra di si, ma anche qui bisogna usare un metro di paragone. Facciamo il confronto con Milano, Roma, Napoli etc.? Beh, forse ne gira meno qui.

Come funzionano la sanità e la scuola?

La sanitá non é male, considerando che siamo in America Latina. Anche qui, non sempre le cliniche private garantiscono una migliore attenzione di quelle pubbliche. Il discorso cambia per l’educazione: le scuole private sono generalmente leggermente migliori di quelle pubbliche.

Di cosa vive il Cile?

Rame, frutta, pesca, carta e legname, vino e turismo.

CILE Vigogne Parco Leura

Come si convive con il rischio terremoti?

Dipende dalla zona in cui si vive. Il Cile é lungo oltre 4.000 chilometri e le zone piú sismiche e pericolose si trovano nel centro-sud. Si definisce il Cile il Giappone del Sudamerica, perché le norme antisismiche sono applicate e i danni sono ridotti di molto. Se l’ultimo terremoto, che ha causato “poche” centinaia di morti, fosse avvenuto in Italia, avrebbe fatto una strage con migliaia o decine di migliaia di vittime. L’ultimo , si fa per dire, é stato di quasi 9 gradi Richter, un po’ più leggero del più grande sisma (9,5 Richter) avvenuto nella stessa zona tanti anni fa.

Com’è il clima?

C’é di tutto in Cile. Qui da me é secco e soleggiato. Le piogge cadono di solito tra gennaio e febbraio. Per tutto il resto dell’anno é soleggiato e secco, con temperature primaverili di giorno e notti fresche o poco fredde in autunno e inverno.

La vita è cara? Qual è la moneta?

Non é cara in generale, ma lo diventa se hai bisogno di beni che non sono considerati di prima necessitá. Per esempio, molti articoli elettronici e fotografici sono piú cari che in Europa. Lo stesso vale per i libri, che i Cileni leggono pochissimo, anzi, quasi per niente. In alcune cittá puó essere caro l’affitto di un appartamento, soprattutto se il costo é rapportato allo stipendio minimo nazionale (165.000 pesos, che corrispondono a circa 230 Euro). Anche alcuni alimenti importati sono cari. Un Euro vale circa 700 Pesos.

CILE Lodge

Come sono i cileni?

Lenti, pigri e inaffidabili, come la maggior parte dei Sudamericani. Quelli del sud sono migliori di quelli del nord.

Quali le città da vedere, in cui è consigliabile vivere?

Dipende da cosa si cerca. Se si desidera un buon clima temperato e con poca pioggia (o addirittura senza pioggia) é meglio stare a nord di Santiago, magari da La Serena in su. Se si preferisce vivere in zone verdi e con foreste, laghi e fiumi, allora meglio spostarsi a sud di Santiago. La cittá piú bella é probabilmente Valdivia.

Si trova lavoro?

Piú al centro-sud che al nord. L’economia é concentrata a Santiago, che da piú opportunitá di lavoro e stipendi piú alti. Ovviamente é anche piú caro viverci, nonostante gli affitti abbiano prezzi ragionevoli, non bassi.

CILE

Ci sono molti italiani e sono ben visti?

La maggior parte degli Italiani vive a Santiago, ma non so quantificarli. Gli Italiani e gli stranieri in generale sono ben visti.

Come sono i collegamenti con l’Italia?

Pessimi, soprattutto per i prezzi dei voli. Poche compagnie aeree, quindi pochissima concorrenza e prezzi alti. I principali collegamenti verso l’Europa avvengono con Iberia, Lan ed Air France. Quest’ultima é la migliore delle tre.

A livello politico qual è la situazione? Il Cile ha cancellato il ricordo della dittatura? O ci sono residui nella cultura, nello stile di vita, nelle costruzioni?

Esiste ancora il ricordo del passato e ogni anno viene celebrato dalle vittime della dittatura. Quest’anno ci sono state le elezioni e la destra ha sorpassato la sinistra.

Piatti tipici e tradizioni?

Il “curanto” é forse il piatto più tipico. Il posto migliore per provarlo é Chiloé. La cucina cilena é comunque un disastro. Se siete dei buongustai non venite in Cile. Si salvano i vini, e comunque ne hanno ancora da imparare.

In sintesi, aspetti negativi e positivi della vita in Cile?

Negativi: si mangia male (bassa qualitá e poca varietá); al di fuori di Santiago ci sono pochissime possibilitá di svaghi culturali; i costi di molti articoli di importazione sono a volte eccessivi; eccessiva burocrazia per i piccoli imprenditori stranieri, una volta avviata un’attività imprenditoriale la burocrazia pesa come per i Cileni. Servizi bancari costosi. Quanto a quelli positivi: costo della vita accettabile; buone infrastrutture e comunicazioni (le migliori del Sudamerica); tasse sul reddito ragionevoli; molti servizi statali (tasse, IVA ecc.) sono informatizzati e permettono di effettuare i tramiti via Internet; criminalitá tra le piú basse del continente e, comunque, concentrata nelle grandi cittá; possibilitá di incentivi regionali e nazionali per le imprese; stabilità politica ed economica.

Natura in Cile

La religione incide parecchio sulla vita dei cileni?

Abbastanza, ma meno che in Italia, nel senso che c’é un confine tra religione e Stato.

Libri che possano aiutare a conoscere il Cile?

Secondo me il migliore é “Culture Shock – Chile”. La serie é redatta da e per espatriati in Cile. Piú che far conoscere il Cile aiuta a conoscere i Cileni e i loro usi e costumi

Flavio
fladinca@gmail.com

A cura di Cinzia Ficco