La storia di Patrizia e la sua scuola di italiano in UK

Originaria di Terni, Patrizia lascia l’Italia nel 2005 dopo aver conosciuto il suo ex marito inglese. Gli inizi nella campagna di Leeds presentano non poche sfide, ma oggi è pienamente soddisfatta del suo percorso e della sua nuova vita. Nel 2013 fonda la scuola di italiano online “Welcome2ItalianLanguage” con l’obiettivo di promuovere e far conoscere sempre di più la nostra bellissima lingua e cultura. «In UK – spiega – c’è molta possibilità di scegliere e di crescere. Qui la meritocrazia non è un’illusione: se sei una persona in gamba, se vuoi applicarti, se sai quello che vuoi e vai avanti le porte sono aperte, le persone ti ascoltano e hai possibilità di fare carriera». Ecco la sua storia!

Patrizia Ronchetti

Di Enza Petruzziello

Un nuovo amore, ma anche la voglia di cambiare. Sono questi i motivi che hanno spinto Patrizia Ronchetti, 54enne di Terni, a stabilirsi 20 anni fa nel Regno Unito.

Separata, con due figli adolescenti, Giorgio e Giacomo, Patrizia vive vicino Leeds città e distretto metropolitano del Regno Unito, capoluogo della contea metropolitana del West Yorkshire. Il processo di adattamento è stato entusiasmante, anche se vivere in campagna con i suoi ritmi lenti e le poche occasioni di socializzazione rappresentano per lei, almeno inizialmente, delle sfide.

Laureata all’università di Perugia, giornalista pubblicista e tutor di lingua inglese e spagnola, prima di trasferirsi nel 2005 in UK aveva una piccola azienda di pubbliche relazioni grazie alla quale ha potuto viaggiare in tutta Italia.

Oggi lavora come Higher Level Teaching Assistant (HLTA) e ha fondato nel 2013 la scuola di italiano online “Welcome2ItalianLanguage”, che sta riscuotendo molto successo. Tante le persone che vogliono studiare l’italiano e conoscere meglio la nostra cultura. «I miei studenti di lingua italiana sono appassionati quanto me del nostro Paese!», spiega Patrizia. Ecco cos’altro ci ha raccontato.

Patrizia, cosa ti ha spinto a trasferirti nel Regno Unito e come hai affrontato il processo di adattamento iniziale? Penso alla ricerca di una casa, di un lavoro, all’adattamento alla nuova realtà.

«Mi sono trasferita in UK perché in Italia ho conosciuto il mio ex marito (inglese) e volevo anche un cambiamento nella mia vita professionale. Il processo di adattamento per me è stato entusiasmante perché avevo voglia di cambiare e affrontare nuove sfide in una cultura che ho sempre amato studiare e visitare».

Quali sono state le sfide più grandi che hai incontrato come espatriata italiana nel Regno Unito e come le hai superate? C’è stato qualcuno che ti ha aiutato o hai fatto tutto da sola?

«Le sfide più grandi sono state adattarmi al cambiamento di vivere in campagna, provenendo io da una città, la mancanza di vita sociale e soprattutto un clima non favorevole alla socializzazione. Le mie prime amicizie sono state altre mamme conosciute nei gruppi per i bambini o alla scuola. Sono ancora le mie amicizie più strette».

Laureata in Lingue e Letterature Stranieri, in Inghilterra hai studiato presso la Leeds Beckett University. Che esperienza è stata? E quali sono le principali differenze che hai notato tra il sistema universitario inglese e quello italiano?

«Ho studiato alla Leeds Beckett University mentre lavoravo come lettrice di lingua italiana ed è stata una bellissima esperienza perché sono riuscita a prendere un Master in Educazione. Le principali differenze? Il sistema universitario inglese è molto più basato sulla pratica che sulla teoria quindi molti più compiti pratici rispetto a tutta la teoria che per esempio ho studiato all’università in Italia».

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In quale città abiti? E come è vivere qui?

«Abito in un villaggio in campagna vicino a Leeds. È bello vivere qui circondati dalla natura, ho la possibilità di fare bellissime camminate e ammirare bellissimi panorami. Come ovunque, il costo della vita si è naturalmente alzato ma la qualità della vita è buona.  Per  quanto riguarda le opportunità qui non ce ne sono moltissime essendo campagna però già spostandosi verso Leeds la situazione cambia,  è una città multiculturale, molto viva e molto vibrante».

Patrizia Ronchetti scuola di italiano in uk

Sei arrivata in UK quando ancora la Brexit era un pensiero lontano. Ora che è realtà, per gli stranieri residenti o per quanti stanno pensando di trasferirsi come è la situazione?

«La Brexit ha cambiato le cose soprattutto dal punto di vista economico, per esempio i costi di alcuni prodotti che arrivano qui in Inghilterra. Mangiare in un ristorante italiano o comprare i prodotti che arrivano dalla Comunità Europea ha subito dei cambiamenti. Anche dal punto di vista occupazionale, arrivano meno giovani italiani  rispetto a prima. Conosco molti ristoranti italiani che si lamentano del fatto di avere poco staff, di non avere italiani che vogliono viaggiare e venire in Inghilterra come prima per fare esperienza di lavoro. L’annullamento del progetto Erasmus dal punto di vista linguistico ed educativo è una grande perdita, le università hanno subito un calo degli iscritti e alcuni dipartimenti di lingue hanno dovuto mandar via molti insegnanti tra cui me, dopo 15 anni di lavoro, perché non  esistevano più i fondi e perché erano stati fatti molti tagli. Non sono sicura che questo sia attribuibile completamente alla Brexit però credo che sia un piccolo effetto».

Nonostante tu viva qui ormai da 20 anni, hai mantenuto viva la tua connessione con l’Italia e la cultura italiana. Nel 2013, infatti, hai fondato la “Welcome2ItalianLanguage”, scuola di italiano online. Com’è nata l’idea e quali sono i principali obiettivi della tua attività?

«Da quando sono arrivata in Inghilterra ho iniziato a fare lezioni di italiano per varie istituzioni e anche privatamente. Con il COVID, il mio lavoro di oltre 15 anni a Leeds Beckett University è terminato e i miei studenti volevano continuare questa avventura nella lingua italiana. Il numero di interessati a proseguire era così alto che ho deciso di  avviare formalmente questa scuola online e fondare “Welcome2italianlanguage” che sta avendo un buon successo. Ora sono coadiuvata da altre tre insegnanti, tutte donne e professioniste. Condividiamo la passione per la lingua italiana e lavoriamo in gruppo con l’obiettivo di promuovere e far conoscere sempre di più questa nostra bellissima lingua e la sua cultura. Abbiamo anche un gruppo di lettura, una serie di workshop e stiamo creando collaborazioni con altre realtà che hanno la nostra stessa passione. Abbiamo collegamenti a Barcellona, in Germania, nel Lussemburgo e speriamo di ampliarci sempre di più».

L’italiano non è esattamente una lingua “popolare”, non come l’inglese o lo spagnolo in termini di diffusione globale. Eppure ci sono molte persone che desiderano imparare la nostra lingua per vari motivi. Chi è che si rivolge a te e perché vogliono imparare l’italiano?

«Sì, vero. La lingua italiana non è popolare, non è parlata in molti Paesi e non è una lingua inserita nel curriculum delle scuole. Personalmente la considero una lingua “di nicchia” perché è una lingua che viene scelta. I miei studenti sono persone che lavorano o hanno lavorato in Italia quindi professionisti, sono giovani che amano viaggiare e che vogliono interagire più con la cultura italiana e comunicare in italiano quando sono sul posto. Ci sono anche studenti che hanno famiglia oppure origini italiane. Abbiamo un gruppo di italo-americani che vivono in Texas e hanno famiglie originarie della stessa zona della Sicilia, emigrate nei primi anni del 1900, proprio come parte della mia famiglia. È incredibile. Sono tutti studenti di lingua italiana per passione più che per dovere, quindi rispetto alla persona che deve studiare una lingua a scuola o all’università per ottenere dei crediti, i nostri studenti sono tutte persone che hanno la passione di studiare l’italiano, sono veramente amanti della nostra cultura e vogliono conoscere sempre di più. La maggior parte degli studenti sono professionisti, quindi parliamo di persone dai 30 anni in su che desiderano imparare la lingua per comunicare quando sono lì per viaggio, per lavoro o solamente per mettersi alla prova con una nuova lingua.

Quali sono i feedback più positivi che hai ricevuto dai tuoi studenti e come ti senti nel poter condividere la tua passione per l’Italia con loro?

«I feedback sono sempre positivi e questo è grande motivo di soddisfazione: il fatto che uno studente una volta mi abbia detto di iniziare a pensare in italiano anche quando si trova in Inghilterra o un altro che quando va in Italia viene scambiato per italiano per la sua perfetta pronuncia, è fonte di grandissimo orgoglio. Però il lavoro maggiore lo fanno gli studenti, che con la loro volontà e con la loro passione raggiungono obiettivi importanti. Io mi sento naturalmente felicissima di condividere la mia passione per l’Italia con loro e portare la mia italianità in un Paese culturalmente opposto, per me è un motivo di soddisfazione ma anche un modo per sentirmi sempre più vicina e aggiornata a quello che accade in Italia. Non perdere la connessione con le mie radici».

Come strutturi le lezioni online per mantenere gli studenti motivati ed entusiasti durante il percorso di apprendimento dell’italiano?

«Le nostre lezioni sono molto interattive, sono lezioni in cui gli studenti in prima persona apprendono la lingua italiana in maniera divertente, rilassata, mettendosi sempre la prova e uscendo dalla loro comfort zone. Facciamo moltissima pratica del vocabolario, della comunicazione e della grammatica ma non lezioni noiose e lente. La motivazione resta alta perché, usando gli strumenti che oggi Internet ci offre, possiamo rendere le lezioni molto più vivaci, molto più differenziate rispetto al passato. Abbiamo la possibilità di immergere gli studenti nella realtà comunicativa della lingua italiana, ospitare persone durante le nostre le nostre lezioni: abbiamo avuto per esempio conversazioni con autori di libri come Evita Greco e Anita Pulvirenti, abbiamo avuto anche un’intervista con Niccolò Ammaniti. Coinvolgiamo moltissimo gli studenti in prima persona.

Oltre alla scuola di italiano online, di che cosa ti occupi?

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«Il mio lavoro giornaliero è quello di Higher Level teaching assistant in una Special Needs High School per ragazzi con disabilità. Lavoro con ragazzi dai 16 anni in su, li prepariamo alla vita futura nella società quindi insegniamo loro tutte quelle abilità di cui hanno bisogno un domani che andranno al college oppure direttamente a fare un apprendistato. È un lavoro molto interessante, pieno di soddisfazioni. È molto bello vedere questi ragazzi crescere e farsi strada  nella vita nonostante le loro difficoltà sempre con un sorriso e con la volontà di imparare».

Molti giovani scelgono di trasferirsi nel Regno Unito per vivere e lavorare. Possibilità di carriera e meritocrazia tra i motivi di questa decisione. È davvero così? Ci sono realmente opportunità occupazionali e di crescita professionale? 

«Ci sono sicuramente molte opportunità di occupazione e  di crescita professionale rispetto all’Italia, credo. C’è molta possibilità di scegliere e di crescere. Qui la meritocrazia non è un’illusione: se sei una persona in gamba, se vuoi applicarti, se sai quello che vuoi e vai avanti le porte sono aperte, le persone ti ascoltano e hai possibilità di fare carriera. Diciamo che la meritocrazia è uno degli aspetti più positivi del sistema lavorativo inglese: se vuoi veramente arrivare a un certo punto con tenacia, studio e dedizione il duro lavoro viene sempre sempre riconosciuto. E soprattutto c’è la possibilità di mettersi in gioco anche dopo una certa età, cosa che non è possibile in Italia: anche a 40-50 anni puoi cambiare lavoro, puoi cambiare carriera e puoi cominciare a studiare per passare da un lavoro a un altro. Esiste molta più flessibilità, non ci sono barriere. Inoltre la puntualità e la rigorosità nel pagare un salario è un altro punto forte».

Come è cambiata la tua vita da quando vivi nel Regno Unito?

«La mia vita è cambiata avendo una famiglia e avendo dei figli in un ambiente che non era quello in cui sono cresciuta. È cambiato anche il ritmo, completamente diverso da quello che avevo prima vivendo in una città in Italia. Qui c’è più calma, tranquillità e orari diversi. Naturalmente ci sono delle mancanze, mi manca la socialità e la convivialità con cui sono cresciuta in Italia, mi mancano alcune cose che però vengono bilanciate da altre positive».

Hai mai pensato di tornare in Italia definitivamente?

«Ho pensato di tornarci ma poi mi sono resa conto che sono molto più legata all’ideale che ho dell’Italia e ai ricordi che ho. Ora sarebbe veramente difficile farmi una vita in Italia, ricominciare da capo. A questo punto della mia vita per il lavoro e soprattutto per i miei figli che sono nati e cresciuti qui è meglio restare in UK. Ma non escludo di tornare e soggiornare in Italia più a lungo in futuro».

Progetti per il futuro?

«Continuare la mia carriera professionale, crescere sempre di più e magari cercare anche di sviluppare le mie abilità. Far crescere sempre di più la nostra scuola di lingue. Io e le mie colleghe stiamo facendo veramente un lavoro di gruppo eccezionale e speriamo che la nostra piccola scuola di lingua italiana online diventi una grande scuola di lingua italiana online. Guardiamo a un’ espansione maggiore con più contatti da coinvolgere nel nostro progetto e, naturalmente, più studenti.

Per contattare Patrizia ecco i suoi recapiti:

E-mail: info@welcome2italianlanguage.co.uk

Facebook: https://www.facebook.com/Welcome2ItalianLanguage

Instagram: https://www.instagram.com/welcome2italianlanguage/

Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCtgoM2lPdD__CBQTTR5rG2w