Trasferirsi in Brasile da pensionati: la storia di Pasquale

Brasile: terra delle contraddizioni, della samba, dei sorrisi, dei caldi inverni, dei paesaggi spettacolari. La terra promessa per chi è alla ricerca di nuove opportunità e per chi, dopo una vita di lavoro, sceglie di trasferirsi in un Paese caldo e accogliente, come ha fatto Pasquale Fuciarelli che, nel 2002, si è trasferito in Brasile, in attesa di percepire la pensione. In quest’intervista Pasquale, oltre a fornire interessanti informazioni, utili per chi vuole trasferirsi in Brasile, ci racconta di come la vita, in terra brasiliana, sia cambiata sotto diversi aspetti.

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Pasquale, quando ha avuto inizio la tua vita in Brasile?

Vivevo a Roma, ero manager nella logistica di una grande impresa di trasporti. Nel settembre del 2002, dopo un’attenta preparazione durata alcuni mesi, dopo aver venduto tutti i mobili della nostra casa e l’auto e dopo aver sistemato la questione relativa agli immobili di proprietà a Roma, siamo partiti con 8 grandi borsoni alla volta di Rio, via Parigi. Temporaneamente ci siamo sistemati a casa del padre di mia moglie, (non avevamo problemi di VISTO per l’ entrata e la permanenza in Brasile, per il diritto di reciprocità, dato che mia moglie è brasiliana, avvocato carioca). Successivamente la nostra meta è stata la cittadina di Araxa, nello stato di Minas Gerais, prescelta tra Petropolis, nella serra di Rio (dove poi abbiamo vissuto 12 mesi) e la bellissima cittadina sul mare Crystalline, di Porto Seguro, nello stato Bahia.

In Italia di cosa ti occupavi?

La mia storia professionale è molto lunga. Negli anni precedenti la partenza, avevo uno studio professionale di commercialista a Roma, ai Parioli, tuttora attivo. Contestualmente, come attività principale, svolgevo il lavoro di manager a progetto, attività ben remunerata che ho svolto da quando lasciai la carica di funzionario all’INA nel 1989, e che mi ha permesso di girare il mondo. Questo fino al 2000, quando le aziende per cui lavoravo cominciarono ad entrare in crisi. Ovviamente di riflesso ne risentì il mio lavoro, così maturai la decisione di ritirarmi in Brasile con una rendita certa di mille euro al mese che, nel 2002/2005, rappresentavano un potere d’acquisto pari a 25 salari minimi brasiliani, e con 20 mila euro in contanti. Una cifra enorme che ci ha permesso, dopo 90 giorni trascorsi in albergo, di comprare la prima nostra grande villa. Il mio intento era quello di andare in Brasile, avendo dei capitali in Italia che mi avrebbero fruttato delle rendite con cui vivere in Brasile in attesa della pensione, per poi pensare ad un eventuale rientro in Italia.

Perché hai scelto proprio il Brasile?

Essendo mia moglie brasiliana ho potuto avvalermi del ricongiungimento familiare. Così meditando sui posti in cui vivere, nel 2002, abbiamo scelto il Brasile, perché in quel periodo il potere d’acquisto era pari a 25 salari minimi, cosa che ci ha permesso di effettuare degli acquisti importanti. Oggi invece la situazione è cambiata drasticamente, il potere d’acquisto è sceso a 5 salari minimi. La condizione cambierebbe sicuramente se ci trasferissimo in Uruguay, dove i nostri soldi varrebbero molto di più. Ci sarebbe piaciuta anche l’Argentina, purtroppo però l’attuale dittatura ha creato restrizioni, pertanto non si è più così certi della possibilità di ricevere il denaro, che potrebbe rimanere bloccato in banca, pensione compresa.

Quindi, da quel che hai raccontato, ti sei trasferito in Brasile quando ancora non percepivi la pensione. Nel momento in cui sei diventato ufficialmente un pensionato, a chi ti sei rivolto per la presentazione della domanda?

Ho lavorato solo 20 anni come lavoratore dipendente, ma con uno stipendio annuo molto elevato, ed ho lasciato il lavoro nel 1989. Quindi avrei dovuto percepire la pensione al compimento dei 65 anni (nel gennaio 2011), calcolata non in base ai contributi versati, ma in base alla media degli ultimi 10 anni di retribuzione, poiché avevo interrotto il lavoro da dipendente prima del 1990. Di fatto poi varie leggi hanno modificato le percentuali e gli anni ed hanno spostato la mia pensione a gennaio 2012, a 66 anni. Comunque, con il sistema retributivo e con soli 20 anni di lavoro, sono arrivato a circa mille euro di pensione al mese. Tutta la documentazione e la domanda sono stati preparati in Brasile, tramite il patronato ed inviati sia per e_mail che per posta, alla sede INPS di Forlì, che è la sede designata per il Brasile. Con l’aiuto del patronato, del consolato e con la mia esperienza di commercialista, non ho avuto problemi, la pensione è arrivata solo con qualche mese di ritardo. E’ molto importante in questi casi farsi assistere da un patronato e dal consolato.

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C’è bisogno di aprire un conto corrente bancario in Brasile sul quale far depositare l’assegno di pensione direttamente dall’Italia?

Sì. Naturalmente nella pratica, oltre alla dichiarazione dei redditi, allo stato di famiglia, alle certificazioni per gli assegni familiari e alle detrazioni di legge, si deve indicare alla City Bank, la banca brasiliana, l’agenzia, la città, il numero del conto e i dati internazionali per il bonifico in euro. La pensione viene pagata anticipatamente ogni mese, quindi il 30 di settembre arriva alla centrale del cambio della banca prescelta (nel mio caso ITAU) la somma stabilita di mille euro e la banca applica il cambio del giorno (normalmente con 5-10 cent in meno.. Da ladri) e mette a disposizione la somma. Il primo giorno del mese ricevo in moneta locale, al cambio del giorno prima, la mia pensione in denaro, direttamente allo sportello. Una volta l’anno si consegna la certificazione in vita. Per quel che riguarda la tassazione, con il Brasile vige un accordo internazionale, che permette la detrazione delle imposte pagate in Italia. Di fatto però, poiché l’Italia non rispetta questi patti reciproci facendo pagare le tasse ai brasiliani residenti in Italia che hanno pagato le imposte in Brasile, anche il Brasile non rispetta i patti, ovviamente, pertanto si è soggetti alla doppia tassazione. Per usufruire della detassazione bisogna inoltrare domanda all’Inps, richiedendo di non pagare le imposte in Italia, compreso le imposte regionali e comunali, ma di pagare le imposte solo e solamente in Brasile. Anche se nei fatti non c’è alcun riscontro, infatti anch’io ho inoltrato domanda, ma ho ottenuto risultati pari a zero.

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Di quali privilegi godete voi pensionati in terra brasiliana?

Nessun privilegio, più che altro ci sono delle agevolazioni in base all’età, infatti dietro la presentazione di un documento non pago l’autobus, gli intercity e gli interstatali. Nelle file al cinema, alla posta, in banca, ho la priorità perché anziano. Anche il parcheggio è gratuito, anzi ci sono proprio dei posti specifici per gli “idosi” – anziani. Per quel che riguarda il sistema sanitario invece, uno pensa che qui il SUS (sistema unico di salute) pubblico sia pari al nostro, invece non ha nulla a che vedere. Qui è una schifezza, aspetto da 4 anni l’apparecchio auditivo e da 2 anni un intervento all’anca destra.

Grazie a tua moglie brasiliana, hai potuto risiedere nel Paese senza alcun problema, se invece un pensionato italiano volesse trasferirsi in Brasile avrebbe problemi con il visto?

Se ha un reddito mensile di oltre 2 mila dollari, ha diritto ad un visto qui in Brasile, come scritto ne La “Resolução Normativa n º 45, de 14 de março de 2000 aggiornata con la RN 95/2011″”  Il visto permanente per trasferimento di pensione lo ottiene il pensionato straniero che decide di vivere in Brasile e che dimostra di possedere una rendita mensile di almeno R$ 6.000. Può anche ottenere un visto per altre due persone a carico, a condizione che dimostri di avere un reddito supplementare di minimo mille dollari per persona. Per ottenerlo deve inoltrare una richiesta all’Ambasciata brasiliana (Roma o Milano) o al consolato del Paese di origine, presentando una dichiarazione dell’agenzia straniera che gestisce la pensione e una dichiarazione bancaria, comprovante un pagamento mensile di 2 mila dollari. Nel caso la pensione mensile del richiedente non arrivi a tale somma, la legge permette di integrare la differenza con altre rendite.

Inizialmente hai affermato che, rispetto al 2002, la situazione economica è drasticamente cambiata. Attualmente riesci a vivere una vita tranquilla con la pensione?

Vivendo in una cittadina piccola e non bella, che non offre quasi nulla, dove non esiste la violenza gratuita di Rio, San Paolo, di cui in Europa poco si parla, e possedendo una casa di proprietà, senza debiti e rate da pagare, viviamo bene, ma senza concederci lussi particolari come ferie, mare, cene fuori casa. Le cose cambiano quando ci vengono richieste consulenze a progetto, per cui riusciamo a raddoppiare o triplicare i mille euro di pensione. Sono collegato ad un gruppo di industrie locali e non, al polo universitario e a scuole private, inoltre organizzo corsi di lingue e offro il mio aiuto per la stesura di tesi, oltre a fornire consulenza a progetto. Ultimamente collaboriamo anche da casa con una fabbrica locale, pertanto abbiamo una stanza dedicata ad una “cellula di produzione”, cosa che ci consente un buon reddito. Quando sono arrivato qui nel 2002, si viveva con 300 euro ed io ne percepivo 1.500 al mese. Adesso con 500 euro al mese si vive benino, con 1.000 euro bene, con 1.500 benissimo. Qui con 15 mila euro potevi acquistare una villa stupenda, adesso per la stessa villa ne servono 65 mila. Da quando sono qui ho vissuto le varie differenze che ci sono state sul cambio, nonostante tutto, il mio patrimonio iniziale di 65 mila euro è rimasto tale, perché investito in immobili.

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Come passi le tue giornate?

Le nostre giornate sono semplici e prive di divertimento, salvo la nostra piscina, la TV SKY, Internet, un cinema, una pizza, e sono scandite dai tempi della scuola di nostra figlia Laura. Tranne quando si aggiungono le lezioni di italiano, francese, tedesco o incontri all’università su argomenti di economia o marketing e collaborazione per le tesi o consulenze a progetto, che alterano il tram tram quotidiano.

Cosa puoi raccontarci del Brasile?

Ho conosciuto il Brasile alla fine del corso di ragioneria, al Gioberti, nel 1965, presso lo studio D’Ecclesia Farace, tramite una consulenza per i primi voli Rio-Roma della compagnia aerea Varig. Nel 1988 ho avuto poi la possibilità di riorganizzare e gestire per conto della Peroni e della Ip, il PUB-Ristorante Crazy Bull Cafè di Riccione, un grande locale con due bar, un terrazzo grandissimo, oltre 3 mila posti a sedere, tutto informatizzato con palmari e a cui ho annesso un hotel dove dormivo, insieme al vice direttore e a tutto il resto della compagnia: 12 ballerine brasiliane, il DJ, i cantanti, i giocolieri e il barman. E’ stata un’esperienza in cui mi sono molto divertito, ricevevo oltre 7 mila persone a sera, aprivamo alle 21 e chiudevamo alle 3. Ho lavorato molto per circa 80 giorni, ma ho anche guadagnato parecchio. Questi sono stati i miei primi contatti con il Brasile, oltre ad aver preparato una tesina alla università, sull’economia in Brasile. Ci sarebbe molto da dire su questa terra povera ma bella, con la sua barriera corallina che si estende per centinaia di chilometri. Divisa a metà con un Sud ricco e benestante, una gigantesca metropoli ricca e povera, miserabile e violenta: San Paolo, la IV maggiore città del mondo. A Nord ci trovi di tutto: sesso, pedofilia, violenza, povertà estrema, favela, turismo sessuale. Nulla funziona, un terzo mondo crudele. A Salvador de Bahia, a Rio, a San Paolo, proiettili vaganti mietono più di un morto al giorno, morti innocenti. Violenza pura, incredibile per noi, per me. Qui ammazzano per nulla, anche solo per un cellulare. Ci sono assalti sugli autobus, ai semafori, in strada, nella metro. Io personalmente sono stato sequestrato e derubato di tutto per ben due volte, sull’autobus Rio-Petropolis che mi riportava a casa. Da allora ho lasciato il mio lavoro a Rio. Qui più del 45% sono neri, il 30% è mulatto, il rimanente bianco, poi ci sono i tedeschi, i giapponesi e gli italiani con la più grande colonia, che conta quasi 45 milioni di persone. Alla scuola pubblica, precisamente alle elementari, consegnano un bel sacchetto con 2 tipi di dentifricio, uno spazzolino ed un filo interdentale e la maglietta per la scuola, più di una. Se sei in uniforme, non paghi l’autobus, cosa che avviene anche se hai più di 65 anni. Se hai più di 60 anni sei vecchietto-a ed hai diritto al posto a sedere e ad avere una fila privilegiata in banca, alla posta, nei negozi, al supermercato, al bagno. Qui se hai bisogno del dentista non paghi nulla, così come è avvenuto con l’apparecchio di Laura, mentre nella città dove vivevamo precedentemente, pagavamo la prestazione. Come ho affermato prima, questo è il Paese delle differenze: un giocattolo qui costa 80, nel bazar costa 45, una Tv in un negozio costa 3 mila euro e in un altro 1700, un carrozziere vuole mille euro, l’altro 120. Per non parlare dei ricarichi del 500%, compro a 5 e vendo a 50-100, 120, e poi faccio lo sconto del 10% per il pagamento in contanti o ti metto l’interesse del 13% al mese (280% l’anno) se paghi nel crediario, luogo in cui, con i tuoi dati, ti offrono subito un credito di 300 reals, che paghi a rate, con bollettini bancari o di conto corrente postale (qui loterica). Per darti un’idea, qui una Fiat 500 costa 28 mila Euro ed hanno aperto a San Paolo il primo negozio diretto della Lamborghini, il cui costo è di 1.500.000 di reals, loro pensano di venderne 20-25 l’anno, da premettere che qui lo stipendio base è di 520 reals… La Ferretti ha una concessionaria di vendita di barche grandi e lussuose con interni stupendi, di cui fa pubblicità in tv. Di contro qui muoiono tanti bambini alla nascita per mancanza di strutture o per attrezzature guaste che, essendo importate, non possono essere riparate per mancanza di tecnici preparati. La tv trasmette semplici spettacoli, ma telenovelas molto belle che parlano quasi sempre di gente ricca. A nord e nelle grandi città e dove regna la povertà, la casa è composta solo da mattoni, senza intonaco, con il tetto in eternit o di metallo, e le finestre come in Africa. Le merci vengono trasportate dai camion, il 60% da mezzi antichi, fatiscenti, che cadono a pezzi e che causano terribili incidenti. Il mare è bello, le spiagge sono stupende, ma la fogna non è trattata. Pensa che anche a Copacabana, un piccolo rio-fogna scende sulla spiaggia sino al mare..

Fortunatamente però c’è anche tanta gente semplice e gentile, che comunque se può approfittare della situazione, ne approfitta. Dove vivo io è abbastanza tranquillo, ma appena cambi città e aumenta il numero della popolazione, aumentano i problemi. Per quel che riguarda il cibo per me è ottimo, ma il tipo di alimentazione senza regole e l’alto consumo di birra hanno fatto in modo che il 70% delle persone, compresi i bambini, siano in sovrappeso.

Cosa puoi dirci del clima?

Essendo il Brasile un continente che va dall’equatore sino a quasi il polo sud, scegliendo le località si può avere un tipo di clima simile all’Italia, l’unica grande differenza è che quando fa caldo piove, quando fa freddo non piove. Noi personalmente non abbiamo risentito del cambio climatico, solo Laura, quando andammo a vivere a Petropolis, bellissima e ricca, ha risentito del clima, della nebbia, dell’altitudine e dell’umidità, pertanto ha lottato ogni mese con mal di gola, poiché durante la giornata la temperatura cambia rapidamente e ci possono essere degli sbalzi di 15-20 gradi in poche ore.

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Puoi dirci qualcosa riguardo il sistema sanitario? E per quel che riguarda la sicurezza?

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SUS sistema sanitario pubblico = peggio di quello che si possa pensare! Se non ti puoi permettere, (e noi adesso non possiamo più), un piano di salute, devi vivere in un piccolo centro e sperare ed aspettare, che il SUS funzioni! C’è l’ospedale italiano a Rio de Janeiro, che è gratuito per gli italiani, che potrebbe operarmi, ma per mancanza di fondi non può acquistare la protesi, né può farla arrivare dall’Italia. Anche per quel che riguarda i medicinali, per quel che riguarda le cure, il SUS è arretrato di 50 anni. Mi hai chiesto notizie sulla sicurezza….SICUREZZA? E’ solo un termine nel vocabolario. Purtroppo il Brasile del 2002 non esiste più. Qui ormai regna la violenza, c’è un alto tasso di inflazione, c’è la mancanza totale di una qualsiasi “cultura” e soprattutto regna una dittatura camuffata da democrazia, su un popolo che ignora: il cretino del paese è sempre contento. Le donne si prestano agli uomini ricchi, anche le bambine si prostituiscono; i delinquenti ti assaltano, ogni anno si contano 65 mila morti ammazzati.

Nonostante tutti i contro elencati precedentemente, pensi di aver fatto la scelta giusta nel trasferirti in Brasile?

Certamente. Ho fatto la scelta giusta al momento giusto, anche se, adesso che c’è la crisi, preferiremmo rientrare in Italia, acquistare una villetta sul mare e offrire a Laura la possibilità di frequentare la scuola turistico – alberghiera, che qui in Brasile non esiste, data la sua passione per la patisserie e la conoscenza delle lingue. Non sono un emigrante, non ho nostalgie, ma vogliamo rientrare in Italia o al massimo spostarci in Francia o in Spagna, per offrire maggiori possibilità di scelte a nostra figlia Laura, le vogliamo dare la possibilità di vedere nuove culture e di allontanarsi da qui, dove tutto ormai è una farsa.

Consigli e mie personali conclusioni:

Come regola generale i gringos dovrebbero essere intoccabili. La chance di essere rapito, preso in ostaggio, è minore rispetto a quella di una persona della classe medio-alta brasiliana. Ma i poteri del narcotraffico si limitano ai pesci più grandi, non possono controllare tutti i piccoli criminali che circolano liberi nelle strade.

State attenti alle strade deserte, così come negli eventi con grandi folle. Il nuovo ritrovato nell’arte dello scippo (le nuove tecniche vengono dall’Europa dell’Est fino al Brasile) è creare un diversivo nel mezzo della folla, così che le tue mani siano impegnate quando qualcuno sta rovistando nelle tue tasche.

Un altro trucco comune è quello della “rissa improvvisa” che esplode davanti a te, nel mezzo di una folla. Quando tutti si spostano velocemente dal mezzo della rissa, qualcuno ti si appoggia di fronte, tu lo sorreggi mentre, a tua insaputa, un altro (solitamente una donna) è dietro di te e ti sta controllando le tasche. Un’altra tecnica comune è quella di derubare mentre pedalano ad alta velocità in bicicletta: cellulare, catenine, borsellino, attenti a chi arriva alle spalle.

Non bisogna mai fare l’eroe: se ti puntano la pistola, dagli tutto quello che hai.

Se state passando vicino ad un uomo pericoloso in una strada deserta, fate finta di vedere un amico, gridategli “Hey, sono qui!”, dovrebbe creare un diversivo di pochi secondi per correre dall’altro lato della strada.

Non contate sull’intelligenza o sull’integrità della polizia, non esiste. Se vi scippano, incazzatevi ma non perdete ore inutili in una stazione di polizia, non serve a niente. Un mio amico, per esempio, è stato derubato di R$200 nel nord del Brasile, “Consideriamola una piccola tassa turistica” è stata la sua reazione ed ha continuato la sua vacanza come niente fosse. Non una filosofia di vita a lungo termine, ma per quella settimana ha funzionato.

Come si può evitare di essere un target ?

La regola generale è di indossare vestiti semplici. Il look un po’ sfatto funziona benissimo qui a Rio.

Segue una lista di regole generali per garantire la vostra incolumità (specialmente quando andate da Flamengo al Centro o alla zona nord):

Evitate i cappelli da baseball, sono un segnale palese che non siete brasiliani.

Taglio di capelli: lasciate lo stile scompigliato con cera e altri prodotti per quando uscite in discoteca.

Accento: se siete nel mezzo di un gruppo di persone alquanto dubbie, evitate di parlare

Indossate magliette invece che camicie.

Non portatevi dietro il passaporto o la carta di credito e di contanti non più di R$ 200. E’ meglio usare la patente o la carta dello studente come documento d’identità.

Evitate di tenere in mostra la macchina fotografica.

Bermuda Potete indossare i bermuda, ma seguendo la moda brasiliana.

Indossate scarpe da tennis o infradito

Vorrei concludere dicendo che probabilmente ho dato l’impressione di essere molto critico nelle mie affermazioni, ma lo sono per natura e professione. Ho viaggiato molto, ho vissuto molto, ho visto, toccato con mano e non ho avuto una vita “normale” nel vero senso della parola ( mi sono sposato più volte, ho avuto figli da mogli diverse, ho delle figlie che ho adottato dall’Africa, ecc..). Il fatto di criticare aspramente il Brasile è solo perché sono critico di natura. Qui non stiamo male, ma potremmo stare decisamente meglio. Sicuramente non è l’Eldorado, non è quello che si pensava negli anni ’70 e non è quello che continuamente si dice in Europa.

Prof. Dr. Fuciarelli Pasquale

Fuciarellipasquale@gmail.com

A cura di Nicole Cascione