I sotterranei più estesi d’Europa

Di Gianluca Ricci

Namur, città del Belgio vallone, suscita meraviglia più per ciò che non mostra ai sempre più numerosi turisti a caccia di emozioni che non per quello che invece rende loro manifesto.

E non si tratta di cosucce da nulla: una cittadella estesa per quasi ottanta ettari, per dire, una delle più grandi fortezze di tutto il continente; il Beffroi, una torre civica risalente al XIV secolo le cui specifiche peculiarità sono state riconosciute dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità; il Museo del computer, inatteso quanto ricco e prezioso.

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Namur (Belgio), un viaggio alla scoperta dei sotterranei più estesi d’Europa

Nulla però al confronto dei sette chilometri di gallerie sotterranee scavate con meticolosa cura dagli abitanti della città tra XVI e XVIII secolo a scopi eminentemente difensivi proprio sotto la cittadella: un’opera davvero straordinaria, che Napoleone, quando giunse da quelle parti, non esitò a battezzare “il termitaio d’Europa”.

In effetti il Bonaparte ci aveva visto giusto, visto che si tratta del complesso sotterraneo più esteso del continente, una vera e propria ricchezza turistica che a Namur hanno iniziato da poco a valorizzare, aprendo al pubblico cinquecento metri di cunicoli.

Giochi di luce, ambientazioni sonore particolarmente curate e ricostruzioni tridimensionali hanno contribuito a rendere la visita una delle attrazioni più affascinanti di questo lembo di Belgio, anche se il percorso all’interno delle gallerie rivestite di pietra eserciterebbe il suo magnetismo anche senza bisogno di effetti speciali.

Ad oggi sarebbero percorribili ben due chilometri e mezzo di una rete decisamente più estesa, ma per renderli fruibili al grande pubblico sarebbero necessarie risorse al momento non disponibili.

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Tre i tratti più importanti: i “grandi sotterranei”, che si spingono dalla caserma di Terranova fino all’antico fossato del castello; le “gallerie di Boufflers”, dall’antica caserma fino al fossato che separa la cittadella dalla spianata; la “galleria Boileau” e le gallerie di contrafforte.

Tre le tipologie diverse in cui queste gallerie sotterranee si suddividono: cunicoli di comunicazione, realizzati per raggiungere le diverse zone al di sotto del piano di calpestio con una certa velocità, per sorprendere l’eventuale nemico; le stanze di stoccaggio e le caserme, dove venivano accumulati i materiali necessari a resistere ad eventuali assedi e le guarnigioni di soldati di riserva, pronte ad intervenire nel caso la battaglia volgesse al peggio; i cunicoli difensivi, studiati per offrire riparo a quante più persone possibile, realizzati in zone difficili da raggiungere per chi non fosse del posto.

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Gli interventi di restauro sono stati lunghi e particolarmente accurati, proprio per evitare di modificare strutturalmente quelle impostazioni architettoniche che costituiscono in realtà il vero pregio dell’opera: per questo si è deciso di non ricostruire i tratti rovinati dal trascorrere del tempo, ma di metterli in sicurezza e di mostrare ai visitatori questa loro peculiarità.

A provare a restituire la conformazione originaria ci hanno pensato i trucchi multimediali, grazie ai quali, camminando per i corridoi, è possibile rivivere le atmosfere ricreate al computer dei secoli in cui a Namur si combatteva.

Nelle viscere del terreno sottostante la cittadella non possono per questo motivo entrare più di 450 visitatori l’ora, suddivisi in quindici gruppi di trenta persone ciascuno: una visita d’élite, se si vuole, ma anche per questo di straordinario effetto.