La storia di Mattia, dalla calda Sardegna alla Polonia
A cura di Maricla Pannocchia
La Polonia ha sempre rappresentato qualcosa di speciale per Mattia – nomade digitale nel campo del digital marketing – sin dai tempi dell’Erasmus, quando aveva solo 21 anni. Ed ecco che, alla prima occasione, il ragazzo decide di tornare proprio a Varsavia.
Mattia ci racconta la sua vita in una città stimolante, dal rapporto qualità della vita – budget ottimale e i suoi sogni di nomade digitale che non ne vuole sapere di smettere di viaggiare, specialmente nella nostra Europa!
Ciao Mattia, come sei arrivato in Polonia?
Ciao a tutti! Sono Mattia Sesta, originario di Cagliari e sono andato in Polonia per la prima volta quando avevo poco più di 20 anni, facendo l’Erasmus. È stato il periodo più bello della mia vita e anni dopo, quando mi si è presentata l’occasione di spostarmi all’estero per lavoro, ho scelto di cominciare proprio da quel Paese perché volevo rivivere le meravigliose emozioni degli anni dell’Erasmus. Il mio sogno era, da sempre, quello di diventare un nomade digitale e lavorare, quindi, dal computer e da qualsiasi posto nel mondo. Non ho mai detto, “Andrò in Polonia e rimarrò a vivere lì”, più che altro volevo, appunto, provare nuovamente le sensazioni vissute durante l’Erasmus e poi avrei deciso dove andare.
Tuttavia, non ho rivissuto le stesse emozioni di quegli anni, forse anche perché sarebbe stato impossibile. Ero più grande, non c’erano certe amicizie con cui avevo condiviso quei momenti… nonostante questo, sono stato molto bene perché ho vissuto delle belle emozioni attraverso i ricordi. Io stesso ero diverso, ero più grande anagraficamente e anche la mia maturità era aumentata. Non cercavo più ciò che m’interessava a 21 anni, ovvero le feste, e questo mi ha portato a sperimentare nuove esperienze e conoscere altre persone. La città stessa, che è Varsavia, è molto stimolante.
Come sei stato accolto dai polacchi?
I polacchi adorano noi italiani e impazziscono per le nostre tradizioni e la nostra cultura. Sono stato accolto benissimo, anzi, potrei dire che non sono mai stato trattato così bene come in Polonia.
Che consigli daresti a chi vorrebbe cambiare vita?
Il primo consiglio che mi sento di dare è quello di capire quale cambiamento stai cercando. Puoi trasferirti in una città straniera e cercare lavoro in loco, prendere in affitto un appartamento per lunghi periodi e, con il passare del tempo, ti farai le tue abitudini ed entrerai a fare effettivamente parte di quella realtà. Un’altra opzione è quella di diventare nomade digitale lavorando da remoto e il consiglio è di partire dalle tue passioni e dalle tue competenze per affinare una skill, o proprio per formarla da zero. In questo caso, puoi lavorare da remoto come dipendente, anche se non è così semplice trovare un’azienda che offra quest’opportunità perché spesso la richiesta è di un tipo di lavoro ibrido, ovvero un po’ da remoto e un po’ in ufficio, oppure puoi lavorare come freelance ma, in questo caso più che mai, devi essere davvero forte nella tua skill. Personalmente, prima di partire ho aspettato di sentirmi abbastanza sicuro perché avevo diversi clienti ma ci sono anche persone che si mettono subito in viaggio.
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Quali sono i pro e contro della vita in Polonia?
Fra i pro ci sono sicuramente le numerose esperienze che puoi fare in Polonia e, in particolare, a Varsavia. Il costo della vita lì è più basso rispetto a quello italiano quindi se hai uno stipendio italiano, o se comunque guadagni 1.000 – 1.300 Euro il mese, puoi fare la bella vita oppure puoi risparmiare di più o, ancora, lavorare di meno. Fra i contro metterei le difficoltà che a volte sono date dalla barriera linguistica perché non tutti i polacchi parlano bene l’inglese, specialmente quelli dai 40 anni in su. In certi servizi, inoltre, le persone locali non sono esattamente gentili. Un’altra nota negativa è il clima. Come ho scritto, vengo dalla Sardegna e quindi il clima rigido della Polonia è difficile da sopportare. Consiglio di andare nel Paese da aprile – maggio a ottobre, quando il clima è più favorevole.
Consiglieresti dei viaggi in Polonia in questo periodo, data la vicinanza con l’Ucraina?
Io in questo momento non mi trovo più in Polonia perché, in quanto nomade digitale, cambio spesso Paese in cui vivo. Come conseguenza, non so precisamente come sia la vita lì in questo esatto momento, tuttavia io non ci andrei proprio per via della guerra.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
I miei piani per il futuro sono quelli di continuare a essere un nomade digitale e a viaggiare, principalmente in Europa. Mi piacerebbe tornare in Grecia, Spagna, Portogallo e nell’Est Europa, tutti posti che mi hanno lasciato qualcosa, anche se non escludo di andare oltre i confini del nostro continente. Per come la vedo io, tuttavia, noi siamo molto fortunati a vivere in Europa perché, con viaggi relativamente brevi, possiamo passare da un Paese all’altro e sperimentare culture e modi di vivere spesso molto diversi fra loro. Il tutto, con la stessa connessione Internet e la stessa tessera sanitaria, non è fantastico?
Copyright foto: Mattia Sesta
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