I segreti per vivere e insegnare italiano all’estero

 

Chissà se Massimo Veccia immaginava che un giorno avrebbe aperto una scuola di lingua e cultura  italiana New York. Che avrebbe stretto la mano ai giornalisti del New Yorker e del New York Times, e ricevuto 5- 6 email al giorno di persone che vorrebbero insegnare italiano all’estero o aprire una scuola di italiano. “No – risponde- non lo immaginavo, ma ho trovato intorno a me gente appassionata che mi ha spinto a fare sempre meglio. Molti vogliono andare a vivere all’estero, e vogliono far conoscere la propria cultura, un binomio davvero bello, ma ancor più bello è che funziona”. Per anni Massimo ha cantato in giro per il mondo, sulle navi di crociera, nei migliori (e peggiori) locali di tutta Europa.

Ora invece indossa spesso la giacca e la cravatta. “Non avrei immaginato di seguire le orme dei miei genitori, che si sono sempre occupati di educazione con la creazione di scuole paritarie in diverse città d’Italia. A me e a mio fratello Lello, invece,  piaceva la musica. Ma dopo la scomparsa di mio padre qualcosa è scattato in entrambi. Lello, infatti, ha creato una struttura che assiste e agevola l’inserimento di piccole e medie imprese italiane che vogliono trasferirsi con la loro attività nella Repubblica Ceca, dove mio fratello si è trasferito anni fa e tutt’ora vive. Io invece, un po’ per caso un po’ per volontà,  ho provato ad  internazionalizzare la scuola che per anni era stata il fulcro attorno a cui ha ruotato tutta la mia famiglia, e l’idea è divenuta magicamente realtà.

L’abbiamo intervistato.

Ma c’è davvero interesse nel mondo ad apprendere l’italiano?

Sì, più di quanto pensassi. Provengo da una famiglia di imprenditori nel ramo dell’educazione che,  già a partire dagli anni ’70, organizzava viaggi studio riuscendo a coinvolgere in esperienze formative gruppi di 150/200 studenti. L’idea di Learn Italy è nata cinque anni fa. In occasione di un viaggio a Toronto con la mia compagna Roberta,  sono entrato in contatto con una grande comunità di emigranti, innamoratissima dell’Italia. Lo ripeto: innamoratissima. I loro figli, spesso professionisti e cosmopoliti,  volevano imparare l’italiano sia per recuperare le loro radici, sia perché volevano accostarsi ad una lingua bella, musicale ed  allegra come la nostra. Inoltre, la repentina crescita dei viaggi studio e culturali fra Nord America ed Italia, esplosa negli ultimi anni, mi ha ulteriormente spronato a voler concorre nella straordinaria missione di diffondere la lingua e la cultura italiana oltre oceano.

Però da Toronto sei arrivato a New York.

Non è New York la città in cui tutto può accadere?  Nel 2009 ho conosciuto una persona squisita: la Signora Barbara Dick proprietaria del New York Language Center, la più grande ed importante scuola di inglese di New York, attualmente scuola partner di Learn Italy. Barbara mi disse “Ma perché non prendi un’aula nella mia struttura e crei qui una scuola d’italiano?”. Avrei dovuto pensarci un po’, ma non l’ho fatto. Ho detto subito di sì, in maniera molto americana. Forse ero contagiato dall’energia di questa città meravigliosa. E così abbiamo iniziato, senza sapere come sarebbe andata. Inaugurammo la scuola di Midtown il 23 febbraio 2010, con una sola aula. Inizialmente avevamo solo 6 studenti, che in tre anni sono diventati oltre cinquecento. Sono sincero: non avrei mai immaginato una crescita del genere, ma il sempre efficace “passaparola” unito alla partecipazione di nuovi amici, italiani e non, che sempre più numerosi si sono avvicinati alla nostra scuola di New York, ha portato a questo incredibile risultato. Devo senz’altro gran parte  del mio successo al mio staff e alla professionalità e passione con cui hanno portato avanti insieme a me questo progetto ambizioso ed unico. Infatti Learn Italy è l’unica scuola privata di proprietà interamente italiana negli USA. Ho un mio cerchio magico fatto di donne preparate che mi aiutano, Cinzia coordinatrice di Learn Italy Group, Veronica coordinatrice di Learn Italy USA, Laura, coordinatrice Didattica e Federica, la nostra consulente per l’espansione di Learn Italy Group in nord america.

Ma non ci sono già tante scuole di italiano a New York?

Ci sono tante scuole d’italiano, ma la sfida è averla fatta con italiani che hanno studiato in Italia, e la differenza non è da poco! Noi, il “Made in Italy”, lo mettiamo tanto nella qualità delle nostre lezioni quanto nelle attività che promuoviamo! La lingua da sola non basta. Periodicamente, all’interno della scuola e nei ristoranti nostri partner,  organizziamo, tra le tante attività,  una serie di eventi culturali (con la partecipazione di  scrittori, artisti, musicisti per promuovere la loro immagine) ed enogastronomici. Ad esempio,  ospiteremo il giornalista Guido Mattioni, autore di un bellissimo libro in inglese e in italiano dal titolo “Ascoltavo le maree”. Un  ritratto di una piccola cittadina della Georgia, Savannah, che tanto ha significato per lo scrittore, che è da poco uscito in vendita in tutte le librerie italiane e sta riscuotendo un grande successo.

Ma chi sono questi studenti americani?

Abbiamo fatto un piccolo censimento: il 52% è di origine italiana, ma io prescinderei dal dato etnico, visto che l’altro 48% ama semplicemente l’Italia, la cultura, lo stile di vita. Un fascino assoluto che esercitiamo negli Usa più che in altri Paesi Europei nei quali, storicamente, incontriamo anche rivalità e pregiudizi. Sfido chiunque a presentarmi un americano che detesta l’Italia!  Non lo troverà mai. Noi rappresentiamo per loro il Paradiso in Terra, e lo saremo a lungo. Cibo, vino, bel canto, design, moda, belle macchine…. Mettiamoci anche uomini e donne belle ed eleganti. Non ci manca proprio nulla. E l’elenco potrebbe ancora allungarsi. Tu vai in America, e ti senti orgoglioso di essere italiano. E questa cosa non succede dappertutto, te lo garantisce  uno che ha viaggiato tanto.

Succede anche in America Latina

Esatto, e infatti ci estenderemo anche lì ben presto, con due sedi in due importanti città.

Learnitaly poi rilascia anche dei certificati che fanno molto gola?

Siamo la sola scuola negli Stati Uniti autorizzata e riconosciuta dall’ Università per Stranieri di Siena, per formare e certificare sia professori italiani, che possono sostenere da noi l’esame DITALS, che studenti che volessero conseguire il CILS, che certifica l’apprendimento dell’italiano come seconda lingua. Ma, al di là del titolo, perché io non amo tanto le carte,  ciò che fa la differenza è il fatto che da noi si può contare sulla presenza di professori italiani competenti che si occupano della didattica con metodo e passione. Quindi, a chiunque abbia il sogno di entrare nel mondo della diffusione della lingua e della cultura italiana, io consiglio di puntare molto sulla qualità. Perché paga. Non solo sul lungo termine, ma anche nel breve.

Insegnare l’italiano all’estero, un sogno per molti italiani, ma è facile renderlo realtà?

Lo è. E’ un investimento relativamente economico. Noi stessi, nelle scuole di prossima apertura, intendiamo aprire le porte a nuovi imprenditori italiani che abbiamo il sogno di misurarsi nel meraviglioso mondo della diffusione della lingua italiana.

Ma una scuola può sopravvivere solo facendo lezioni di italiano all’estero?

In una città come New York non c’è dubbio! Magari in altre città, dove non c’è così tanta richiesta, si può abbinare l’insegnamento dell’italiano a all’insegnamento di altre lingue, come lo spagnolo, il francese. A Miami ad esempio, dove abbiamo un’altra sede, stiamo pensando di allargare l’offerta proprio così!

Tu poi da una scuola hai creato un gruppo: Learnitaly. Di cosa si tratta?

Noi italiani spesso all’estero siamo disuniti, e dimentichiamo che l’unione fa la forza. L’idea di Learnitaly Group è quella di creare una rete di scuole d’italiano che sia riconosciuta a livello internazionale per qualità, professionalità, affidabilità, in cui poter studiare la lingua per diletto o per necessità. L’affiliazione a Learn Italy ha un costo relativamente basso, che varia da un minimo di 1500 ad un massimo di  6000 euro l’anno, a seconda dell’esclusiva territoriale. Nel gruppo possono entrare a far parte scuole che abbiano già esperienza nell’insegnamento della lingua italiana, strutture ricettive che volessero diventare una sorta di centri culturali, ma anche giovani intraprendenti e motivati, che sarebbero comunque assistiti e guidati dal nostro staff nello start up. Questo garantisce qualità ai tuoi studenti, ma tu, come imprenditore, usufruisci anche di un ritorno di immagine a livello internazionale. Infatti, sono sempre più numerosi gli imprenditori del settore enogastronomico che ci contattano per utilizzare i nostri spazi, acquisendo così grande visibilità. A noi interessa molto promuovere il marchio, renderlo riconoscibile per favorire tutti gli affiliati al gruppo. I prezzi di adesione sono volutamente bassi,  perché quello che ci muove è la passione. E poi c’è un passo successivo.

Qual è?

Ti faccio un esempio, noi abbiamo centinaia di studenti a New York, e offriremo loro di andare ad approfondire l’italiano in una delle nostre sedi affiliate in Italia, e dall’Italia magari altri studenti italiani potranno andare a studiare l’inglese nelle ns. sedi in USA.  Favoriremo questo tipo di interscambi culturali. La voce si sparge in fretta.

Ora però parliamo di un argomento difficile, per insegnare italiano negli USA ci vuole un visto?

Assolutamente sì.  Se vuoi risiedere qui  è sicuramente lo scoglio più difficile da superare. Io avendo fatto un investimento ho avuto un visto H1 che dura cinque anni, ma per insegnare basta la sponsorizzazione o un visto J1. Voglio ricordare che col visto da turista non è possibile ufficialmente lavorare negli Stati Uniti. Comunque, per l’ottenimento del visto è opportuno rivolgersi ad un avvocato in America e quasi sempre una buona soluzione si trova.

Tu all’inizio come sei arrivato?

Ho conosciuto un avvocato che si occupava di pratiche di immigrazione, Annalisa Liuzzo, e grazie al suo validissimo aiuto ho ottenuto un visto di tipo B, sufficiente quando intendi fare un investimento e vuoi guardarti un po’ attorno.

insegnare italiano all'estero

Quindi in un anno si è estesa la rete?

Si è estesa incredibilmente, dopo la prima intervista che mi ha fatto Il Giornale, sono arrivate tante richieste di affiliazione. Negli Stati Uniti abbiamo Miami, poi due sedi a New York, una nel New Jersey, ci dovremmo estendere molto presto anche in altre città latinoamericane. In Italia invece: Milano, Torino, Verona, Toscana, Roma, Firenze, Prato, Arezzo ,  Salento e Londra in Gran Bretagna. Stavo dimenticando di aggiungere una cosa, a breve interverremo ospiti ad un grandissimo evento a San Francisco dove presenteremo tutto il nostro gruppo  a tour operator, imprenditori e scuole private della California. Ricordiamo che questo è l’anno della cultura italiana negli Usa.

Quindi tu pensi ci sia futuro per la lingua italiana?

Sono molto ottimista, abbiamo un capitale umano incredibile, giovani che hanno voglia di fare e fare bene lontano dall’Italia. Talento imprenditoriale, non c’è motivo di preoccuparsi. Questa nuova generazione poi è molto più dinamica e attiva di quel che spesso sembra dai giornali, non ho apprezzato le critiche della Fornero sui giovani italiani, semplicemente perché non sono vere, la maggior parte delle persone che io conosco farà molta strada. Sin dall’inizio abbiamo sostenuto talenti italiani ed imprenditori con idee innovative! Per cui siamo ben lieti di entrare in contatto con chiunque abbia voglia di dare un contributo alla diffusione della lingua italiana nel mondo.

Si ringrazia: www.scoprinewyork.it

La mail di Massimo:

massimo@learnitaly.us

Ulteriori info su come insegnare italiano all’estero

 

A cura di Nicola Cascione