Marta: mi sono trasferita a Rodi con la mia famiglia

A cura di Maricla Pannocchia

Originaria di Milano, Marta, che lavora da casa grazie al suo sito “progettocuore.com”, si è recentemente trasferita a Rodi con il marito Fabrizio e le due figlie. La donna, inoltre, è in attesa di un’altra bambina. “Eravamo stanchi della vita a Milano”, racconta Marta, “E, dopo una vacanza casuale a Rodi, ce ne siamo innamorati, tanto da decidere di trasferirci lì.”

Molte famiglie hanno paura a fare il grande passo con dei bambini ma Marta consiglia di buttarsi, “purché l’intero nucleo famigliare sia convinto perché, se uno trascina e gli altri non sono del tutto certi di voler lasciare l’Italia, c’è il rischio che, prima o poi, si presenti una crisi.” Un altro punto fondamentale, secondo la donna, è ricordare che un trasferimento non risolve eventuali problemi in famiglia, pertanto, è bene spostarsi solo se non ci sono crepe che, lontano da casa, possono diventare voragini.

Per il resto, Marta consiglia a tutti una vacanza a Rodi, “chiunque ci sia stato, anche solo per qualche giorno, ne percepisce l’atmosfera unica,” mentre, a chi vorrebbe trasferirsi lì, consiglia di avere qualche soldo da parte per gli imprevisti, di organizzarsi per la parte burocratica e di lasciare a casa la fretta.

Marta Salvucci Rodi

Ciao Marta, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Marta, sono un’imprenditrice di Milano che ha appena compiuto 38 anni e che, nel 2017, ha aperto uno shop online per famiglie interessate ai pannolini lavabili e alla sostenibilità ambientale per poi ampliare l’offerta a prodotti per tutta la famiglia, rinnovando anche il sito e cambiando nome in “progettocuore.com”, proprio in vista del trasferimento. Credo di aver vissuto almeno tre vite diverse perché, dopo il liceo classico, mi sono laureata in Psicologia in Bicocca e, successivamente, ho fatto la triennale di Regia Cinetelevisiva alla Scuola del Cinema di Milano. Nel 2015, con la nascita di Emilia, la mia prima bimba, ho deciso che sarei rimasta con lei per crescerla e non avrei demandato tale cruciale compito ad altri pur di lavorare. Così è nata l’idea dell’e-commerce e del lavoro da casa.

Come mai hai deciso di trasferirti proprio a Rodi?

Rodi è stato un vero e proprio caso. Emilia chiedeva di poter viaggiare in aereo poiché ogni giorno passavamo vicino all’aeroporto di Linate e ne era affascinata. Così, pensando al regalo di compleanno per Fabrizio, suo papà nonché mio compagno dal 2012, ho cercato una destinazione per un weekend. Ho cercato tra pacchetti all inclusive in luoghi non troppo lontani, ma dove si potesse fare il bagno in mare a maggio, e ho prenotato per Rodi senza sapere praticamente nulla dell’isola.

Puoi raccontarci i passaggi cruciali di questa tua scelta?

Le motivazioni che ci hanno portati a scegliere di trasferirci sono state diverse. Erano anni che il modo di vivere “alla milanese” iniziava a starci stretto: il correre tutto il giorno per stare dietro agli impegni, il traffico, lo smog, il clima e la casa non pienamente confortevole per le esigenze di una famiglia di 4 persone. Per non parlare del cambiamento che i lockdown hanno generato nelle relazioni tra le persone. Avremmo voluto spostarci al mare, ma non avevamo idea di dove. Rodi è stato un vero e proprio colpo di fulmine, che poi abbiamo cercato di confermare con un altro viaggio a ottobre, per il compleanno di Luna, la nostra seconda figlia. Così, tornandoci si è solo rafforzato il sentimento e il desiderio di spostarsi, accelerando il processo; primo contatto a maggio 2022, trasferimento a luglio 2023.

Marta Salvucci Rodi

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Come hanno reagito amici e parenti davanti a questa tua decisione?

Hanno reagito in modo molto diverso. Gli amici, che per comunanza vedono e vivono Milano più o meno allo stesso modo, ci hanno incoraggiati e hanno lodato non solo il coraggio, ma anche sottolineato l’immenso valore di questo cambiamento per la qualità della vita e le opportunità di crescita per le bimbe. Molti si sono sentiti anche spronati al cambiamento e ci hanno considerati un esempio da seguire. La famiglia, tranne rari casi, non ha visto di buon occhio la decisione, mettendo davanti le difficoltà che avremmo dovuto affrontare piuttosto che la gioia per la nostra voglia di cambiamento, pensando che non sarebbe stato un vero proprio miglioramento delle condizioni di Milano, sia per noi sia per le bimbe.

Ti sei trasferita con la famiglia al seguito, incluse due bambine. Questo ha presentato delle difficoltà aggiuntive?

Trasferirsi con tutta la famiglia ti pone davanti a delle difficoltà sicuramente maggiori rispetto a fare un salto del genere da soli o in coppia (che già non è cosa ovvia). La prima cosa è stata pensare alla loro istruzione e capire le opportunità che Rodi offre. Purtroppo, non esiste una scuola internazionale, che sarebbe stata la nostra scelta di elezione per permettere poi loro di entrare in qualsiasi scuola in caso di spostamento. Con il senno di poi, siamo felicissimi che la scelta obbligata sia stata la scuola statale greca perché qui c’è una commistione tale di culture e lingue che le bambine stanno migliorando sensibilmente l’inglese ma, soprattutto, stanno imparando la lingua del luogo, che è fondamentale per l’integrazione. Le mie figlie hanno affrontato senza problemi criticità come il viaggio in macchina passando dai Balcani e il distacco dalla casa di Milano, in cui sono cresciute, e la lontananza dagli affetti, sia famigliari sia amicali.

Prima di partire, avevi paure o dubbi?

Decisamente era più forte l’entusiasmo e la voglia di cambiare. Avevamo un enorme calendario a parete dove segnavamo il passare del tempo che ci separava alla partenza. Nei 7 mesi di crocette su quel calendario ho avuto modo di analizzare e organizzare i vari dettagli del trasloco, del distacco dall’Italia e della nuova vita. Ho immaginato tanto e devo dire che ci siamo avvicinati moltissimo alla realtà. L’unica paura è arrivata a ridosso di aprile, quando siamo scesi per arredare casa, perché ho scoperto di essere incinta e, per un po’, ho avuto il timore del parto sull’isola e di come avremmo fatto a gestire tutto senza aiuti, ma poi mi sono detta che avevo affrontato di peggio e che sarebbe andata bene anche in questo caso. Le nubi sono scomparse, ma vedremo poi a dicembre, quando nascerà Athena, come andrà.

Come ti sei organizzata per trovare un alloggio?

Questa è una storia di grandi coincidenze senza le quali, probabilmente, ora non starei rispondendo a queste domande. Dopo il primo viaggio, ho scritto su un gruppo Facebook per capire come poter trovare una casa in affitto sull’isola e mi ha risposto Elena, una stupenda italiana che viveva qui da 22 anni (ora si è spostata ad Atene con la famiglia) e che, oltre ad avermi consigliata su che sito andare a vedere, si è spesa in prima persona e a distanza per parlare con la proprietaria e farci chiudere il contratto di affitto per una casa perfetta per noi. Ci ha mandato dei video e ha tenuto i contatti senza che fosse il suo lavoro, ma solo per amicizia, nonostante non ci conoscessimo affatto. Siamo stati così sorpresi della sua generosità, specchio anche dell’anima dell’isola, che non smetteremo mai di ringraziarla.

Marta Salvucci Rodi

Quali sono i costi medi degli alloggi a Rodi e quali zone consiglieresti?

Come in Italia, il problema dei luoghi turistici è che le case vengono utilizzate prettamente per gli affitti brevi, quindi è difficile trovare una casa a lungo termine. Molti chiedono dei prezzi spropositati perché considerano l’affitto turistico perso durante la stagione e, facendo la media sui 12 mesi, diventa infattibile. Noi abbiamo avuto la fortuna di trovare una persona non interessata al turismo, ma alla stanzialità, quindi abbiamo chiuso velocemente ma, dopo di noi, si era già creata la fila. Bisogna avere fortuna e costanza nella ricerca. Noi abbiamo avuto sicuramente tanta fortuna sia a trovare l’annuncio appena pubblicato, sia ad aver trovato Elena, che ci ha aiutati immediatamente a prendere contatto. Le zone più costose sono quelle sulla costa est. Noi siamo sulla costa ovest, ma la consiglio molto di più perché qui c’è tanta residenza locale, mentre a ovest è più turistico e in bassa stagione le attività chiudono.

È facile, secondo te, trovare lavoro lì? Hai consigli in merito?

Non ne ho idea. Se sai la lingua greca o parli bene l’inglese credo che non sia così difficile. Sicuramente, come stagionale, c’è tanta richiesta d’inglese e tedesco, mentre come stanziale bisogna essere o a nord, nella città di Rodi, oppure sulla costa ovest, che va verso l’aeroporto, dove le cittadine sono vive. Ci sono tantissimi distributori di benzina, farmacie, supermercati, fruttivendoli e centri diagnostici privati. Per esempio, il mese scorso cercavano commessi in una catena di panetterie molto famosa. Credo dipenda molto dall’essere volonterosi, come in tutte le cose.

Come funziona la burocrazia per vivere e lavorare a Rodi?

La burocrazia che abbiamo sperimentato è a tratti velocissima e a tratti lentissima. Per il contratto della luce, del cellulare e di Internet abbiamo fatto tutto in pochissimo tempo e ha funzionato alla perfezione. Stessa cosa per l’iscrizione a scuola, che ha richiesto un po’ di documentazione e traduzioni giurate e protocollate quando eravamo in Italia, ma poi, una volta qui, le bambine sono state inserite senza problemi e velocemente nelle classi. Molto lento e farraginoso invece interfacciarsi con la parte burocratica legata alla gestione del lavoro, documenti fiscali e automobilistici. Ci sono tanti piccoli adempimenti e uffici che un po’ ti perdi. Per fortuna Elena ci ha aiutati anche in questo e ci ha passato i suoi contatti, che parlano anche italiano, altrimenti, da soli, non dico che sarebbe stato impossibile, ma avremmo dovuto investirci molto più tempo.

È stato facile, per le bambine, adattarsi alla nuova vita?

Le bambine non vedevano l’ora di partire già nei mesi precedenti. Il viaggio che abbiamo scelto attraverso i Balcani è stato importante per permettere loro di elaborare il distacco e il cambiamento. Non sarebbe stata la stessa cosa prendere un aereo e arrivare come turisti dopo 3 ore. Hanno adorato subito tutto, la scuola estiva, la vita di mare, la nuova casa e la gente molto accogliente. Nel giro di due settimane, erano già state invitate a un compleanno e dopo altre due settimane avevamo tutte le loro amiche in casa per la festa degli 8 anni di Emilia. Ora, dopo un mese di scuola elementare, sono perfettamente integrate.

Come valuteresti servizi come la burocrazia, la sanità e i mezzi pubblici?

Della burocrazia ho già parlato, sui mezzi pubblici non posso esprimermi perché abbiamo sempre noleggiato un’automobile e poi abbiamo portato giù la nostra, anche se, da quel che ho capito, ci sono collegamenti capillari ogni 20 minuti verso ogni meta turistica importante e che il biglietto si fa direttamente a bordo. L’unica cosa è che spesso, dalla fermata, si deve camminare parecchio prima di raggiungere la spiaggia o il sito da visitare. Della sanità non posso che parlar bene. Abbiamo avuto a che fare sia con quella privata sia con quella pubblica. I costi sono un terzo rispetto a quelli di Milano e la preparazione è ottima (praticamente tutti quelli con cui siamo entrati in contatto hanno studiato nelle università italiane).

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Quale deve essere, secondo te, lo stipendio minimo per vivere decentemente a Rodi?

Dipende dal tipo di vita che si vuole fare, da quanti si è e da che alloggio si sceglie. Non ho ancora abbastanza esperienza per avere delle casistiche e poter rispondere adeguatamente.

Esiste una comunità d’italiani? Ne fai parte?

Non so se esiste una vera e propria comunità che si ritrova e collabora. Sono in contatto con delle persone italiane che vivono sull’isola e ci scriviamo, ma sicuramente ce ne sono tantissimi altri fuori dal circuito Facebook. Pian piano credo che li conosceremo, d’altronde, siamo qui solo da 3 mesi.

È facile relazionarsi con la gente del posto? Come sei stata accolta?

Già di base i greci sono apertissimi e accoglienti poi, quando iniziano a vederti con più continuità e capiscono che non sei un turista, l’approccio diventa quasi “di famiglia”. Questo accade dal panettiere, al supermercato, con le persone del quartiere… E’ un aspetto che a Milano si è perso da tanto tempo e siamo contenti che le bimbe riescano a respirarlo e viverlo. Anche se sei un estraneo c’è una fiducia grandissima, ti lasciano i figli in casa per il compleanno, si fanno in quattro per aiutarti a cercare un contatto o un’opportunità di lavoro. Insomma, è un popolo dal grande cuore.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi a Rodi?

Sicuramente di avere una piccola rete di contatti per avere le info necessarie in base alle esigenze specifiche, di avere da parte qualche soldo perché non è detto che tutto vada esattamente come immaginato e, soprattutto, di lasciare a casa la fretta. E’ importante entrare nei tempi lenti dell’isola e accettarli senza ansia, cercando di evitare le agenzie e gli intermediari, ma entrando in contatto direttamente con le persone.

E quali a chi vorrebbe andare lì in vacanza?

Per chi vuole vedere l’isola di Rodi consiglio di venire fuori stagione, sia perché a luglio e agosto il caldo è davvero importante (durante una settimana di luglio, siamo arrivati a 50 gradi), ma anche perché la presenza massiccia dei turisti non te la fa apprezzare appieno. Giugno e settembre per chi vuole fare prettamente vita da spiaggia, maggio e ottobre per chi invece vuole visitare anche altro (la spiaggia si fa anche in questo periodo, ma il mare è più fresco). C’è l’imbarazzo della scelta per le mete e ogni scorcio è un paradiso. In ogni caso si cade in piedi perché Rodi ti rapisce e lo si sente da chiunque passi qualche giorno qui.

Hai suggerimenti per le famiglie che vorrebbero andare a vivere all’estero?

L’importante è essere tutti d’accordo. Se uno traina, ma l’idea non è sposata pienamente da tutto il nucleo familiare, prima o poi questo potrebbe tramutarsi in un problema e affrontare una crisi lontano da casa non è il massimo. Non credo che il cambiamento, il viaggio, lo spostamento siano un modo per curare qualcosa di incrinato o rotto. Il mio consiglio, quindi, è di partire se non ci sono crepe, perché nelle difficoltà queste si fanno voragini. Bisogna pensare prima di tutto alla serenità dei bambini, che passa necessariamente da quella dei genitori.

Progetti futuri?

Per prima cosa completare tutta la burocrazia che ci serve per vivere qui, macchina, lavoro ecc., e poi trovare un luogo dove Fabrizio possa svolgere la sua attività, che è quella di osteopata fisioterapista. Per il mio lavoro non so se ci sia una possibilità di esportare qui il modello di business, ma vedremo, non mi precludo nulla. Poi ci piacerebbe avere la possibilità di esplorare altri luoghi passando dalla Turchia, che è proprio qui davanti a casa, e continuare a trasmettere alle nostre figlie il concetto fondamentale che il mondo non è solo quello occidentale in cui sono nate, ma che c’è un universo intero da vivere. L’idea di avere qui una casa nostra dove poterci pensare in vecchiaia non ci dispiace, tornare a Milano o in Italia per il momento non è un’opzione.

Per seguire e contattare Marta:

E-mail: info@progettocuore.com

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