Mario: imprenditore a Londra

A cura di Maricla Pannocchia

Quando ha lasciato la sua città di origine, Catania, Mario pensava che sarebbe rimasto nella capitale inglese solo per 6 mesi ma poi se n’è innamorato e ci vive ancora, dopo ben 9 anni. “Il mio sogno sarebbe stato vivere a New York ma, poiché all’epoca avevo i genitori anziani, ho preferito rimanere in un raggio di 3 ore di volo dalla Sicilia” spiega l’uomo.

Londra era ed è, per lui, la città ideale in cui far decollare la sua start-up PhotoSpotLand ma Mario ha in programma, per il futuro prossimo, di lanciarne altre, in vari settori. “Ormai, la Brexit ha chiuso le porte gli avventurieri” continua Mario, “Chi vuole venire qui dev’essere specializzato e disposto a mettersi in gioco perché a Londra si va avanti per meritocrazia e la concorrenza è spietata.”

Oltre a voler avviare altre start-up, l’uomo pianifica di portare nel Regno Unito le sue auto d’epoca inglesi e, perché no?, di metter su famiglia.

Mario Bucolo Londra

Ciao Mario, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Mario, ho 56 anni, sono di Catania e, da 9 anni, sono residente a Londra. Vivo qui con due gatti e un cane.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Sono sempre stato un cittadino del mondo. Ho vissuto a New York, Parigi e, per brevi periodi, anche a San Francisco. Nel 2014 ho fondato una start-up, PhotoSpotLand, che si occupa di turismo e fotografia e Londra era il mercato principale di riferimento anche per potenziali investitori. Sono venuto qui con l’idea di rimanerci per 6 mesi. Beh, sono 9 anni che ci vivo!

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Hai scelto Londra per via della tua start-up. Ti va di parlarcene meglio?

Sì, Londra era ed è il posto ideale per fare impresa. Amo questa città e le sono legato sin da quando ero piccolo, anche se il mio ideale sarebbe vivere a NYC. Londra era la scelta più vicina avendo, all’epoca, genitori anziani e, quindi, per restare in una zona di 3 ore di aereo da Catania.

Dato che vivi lì da diverso tempo, quali sono i principali cambiamenti che hai notato, nel corso degli anni?

Aumento spropositato degli affitti in una città, Londra, distrutta da un sindaco laburista assolutamente mediocre e a forte condizionamento religioso.

Quali di queste modifiche hanno impattato di più la tua vita personale e/o professionale?

L’aumento degli affitti m’impatterà tra poco perché dovrò cambiare casa, dato che quella dove vivo ora è in vendita. La Brexit ha influito negativamente per un mero discorso fiscale e di IVA, dato che faccio business anche con l’Italia.

Di cosa ti occupi?

In generale faccio l’imprenditore in diversi settori. Sono anche fotografo professionista specializzato in architettura, esperto in marketing per i musei, i beni culturali e il turismo. Inoltre, scrivo di arte per alcune riviste italiane. A livello imprenditoriale gestisco, con la mia socia, mapanurse.com, fornendo infermieri a domicilio. Sto lanciando altre start-up: una nel settore dei non vedenti, una nel real estate, una nel turismo e una nel dating. Sono anche molto attivo in politica e coordino un quartiere per conto del partito conservatore per il quale sono anche stato candidato alle elezioni del consiglio comunale di Lewisham (una delle 33 città che compongono la Great London Authority).

Mario Bucolo Londra

Che consigli daresti a chi vorrebbe trovare lavoro a Londra, tenendo conto anche della Brexit?

Beh, il consiglio è ormai obbligato: essere molto specializzati e trovare uno sponsor per poter lavorare. Per fortuna la Brexit ha chiuso le possibilità agli avventurieri.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Tutti mi conoscono come un cittadino del mondo, quindi, per loro è naturale sapermi ieri a Parigi, New York, San Francisco, Vancouver e oggi a Londra.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

Ho trovato un appartamento in cui abitare grazie a un amico. Per il resto, un imprenditore è sempre ben organizzato. L’unico grande sacrificio è stato, ovviamente, la lontananza dai miei genitori, dalla mia ex di allora e dal mio cane e gatto.

Supponendo che una persona abbia i documenti in regola, è facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Se si è bravi, sì. Qui si va avanti per merito. Chiunque venga a Londra deve farsi un bel mazzo perché la concorrenza è enorme e di alta qualità.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Non ne ho la più pallida idea, al di fuori del settore sanitario dove c’è elevata richiesta d’infermieri, ma vedo che nell’hospitality c’è molta richiesta.

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Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Ci sono principalmente tre livelli di stipendi. Basso, quindi circa £20k l’anno, che rende difficile trovare sistemazioni abitative indipendenti, £40/50K annui che agevola la vita e poi si passa agli 80/100k all’anno con i quali si vive bene.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune?

Benzina, sinceramente non ricordo mai, cerco di farla da Asda o da Tesco, che è dove costa di meno. Direi, comunque, che in generale costa meno che in Italia. La frutta, quando la si trova buona, è molto costosa, così come prodotti italiani (tipo parmigiano, pasta e olio), la Coca Cola costa tanto ma, sinceramente, non ricordo i singoli prezzi. Gas ed elettricità: se consumi zero paghi poco come servizio, mentre in Italia anche a consumo zero si paga tantissimo.

Come funziona, invece, per avviare un’impresa lì come stranieri?

Chiunque può aprire una società per azioni a responsabilità limitata, costa £13 mila di apertura e poi di solito un canone mensile per avere l’indirizzo inglese presso un centro uffici dove si può ricevere anche la posta. Attenzione, se fai impresa come straniero, non sul luogo (ormai senza permessi è impossibile), in Italia viene giustamente considerata come esterovestizione.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Ebbi la fortuna di avere un amico che affittava un appartamento, peraltro in una delle zone più prestigiose di Londra, a Knightsbridge, e, prima ancora, a Holland Park. Dopo tre mesi a HP e un anno a KB, mi spostai a Bermondsey per quasi tre anni, in un ex pub ristrutturato, e ora sono a Catford, a sud est ma in una casa molto grande con giardino.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Quelle che chiamiamo “Kabul”, cioè aree con immigrati dai Paesi arabi. Per il resto, ogni area è ormai cara e per fare la spesa bisogna fare il dribbling tra Tesco, Sainsbury, Aldi, Asda e Lidl.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Ottimamente, d’altronde i miei uffici furono inaugurati dall’ambasciatore italiano a Londra e dal Principe Andrea. Devo dire che agli inglesi dava parecchio fastidio la mia attitudine italiana nel sapermi arrangiare e nell’essere elegante nonché la mia capacità nel risolvere tutti i problemi in modo smart e veloce.

Come descriveresti le loro vite?

Di chi? Degli inglesi? Si fanno i fatti loro, sono molto ipocriti (ma con genuina bontà), però sono sempre disposti ad aiutare il prossimo. Questa è una dote molto speciale.

Quali sono le differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita a Londra e quello in una grande città italiana?

Non trovo nessun punto in comune con la mia città di origine, Catania, mentre con Milano (grande città che conosco bene) ce ne sono diversi, dai trasporti alla dinamicità della vita passando per i costi.

Com’è una tua giornata tipo?

Io vado a letto molto tardi, mai prima delle 2 o 3 di notte. Di conseguenza, mi alzo tardi, verso le 10/11 (anche se mi sveglio più volte, sin dalle 7, per verificare e rispondere a mail e messaggi). Porto a spasso il cane (spesso al parco), faccio colazione e mi metto al computer a sbrigare il lavoro o vado in central London, se necessario.

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Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Sicuramente la solitudine ma, per fortuna, ho avuto anche più di una fidanzata in contemporanea dopo la fine della storia catanese. Direi anche la differenza culturale con gli inglesi, il costo della vita e, soprattutto, il costo dei biglietti aerei per e da Catania.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Sicuramente tante a livello professionale, non è da tutti avere gli uffici inaugurati dall’ambasciatore e dal Principe Andrea (che all’epoca era in piena attività alla Casa Reale) e poi la civiltà, la quasi assenza di burocrazia, vivere a Londra, esplorare i parchi e i musei.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Evitare di spendere troppo in affitto, meglio una casa grande e comoda, magari in zona tre o quattro, che un flat angusto in central London, a meno di non avere tanti soldi, allora una casa in un mews è l’ideale.

Mario Bucolo Londra IMPRENDITORE

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

Consiglio di esplorare la Londra “segreta”, fuori dal principale circuito turistico, andare a vedere i parchi e i musei.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Ho imparato che nessuno ti regala nulla e che bisogna fare virtualmente a pugni per ogni conquista ma c’ero già abituato da New York. Ho anche imparato la forte attenzione al volontariato.

Progetti futuri?

Come ho scritto sopra, sto lanciando nuove start-up, poi dovrò trovare una nuova casa in affitto e sto anche valutando di andare fuori Londra, almeno per un periodo transitorio, portare nel Regno Unito le mie auto d’epoca (inglesi) e magari metter su famiglia.

Per seguire e contattare Mario:

E-mail: mariobucolo@gmail.com

Sito web: www.mariobucolo.info

Instagram: @mariobucolo