Manuel Taranto: vivrò a Hong Kong per un anno

A cura di Maricla Pannocchia

Musicista praticamente da sempre, Manuel, 31enne, adesso è un batterista, cantante e compositore professionista, che si mantiene facendo ciò che ama e viaggiando per il mondo. Papà di una bambina di 7 anni, Manuel si è trasferito da poche settimane a Hong Kong, “è stata una scelta lavorativa più che umana perché l’agenzia musicale per cui lavoro, la EL – Live Productions, mi ha fatto un contratto di 6 mesi qui, con possibilità di prolungarlo per altri 6.”

Manuel consiglia a chiunque sogni una carriera nella musica di avere, prima di tutto, la passione per quest’arte, “quello del musicista non è un lavoro come molti altri, che puoi fare solo per soldi.” Il costo della vita a Hong Kong è molto elevato e l’uomo è rimasto stupito nel notare che gli stipendi medi non sono in linea con gli alti prezzi di beni e servizi, “spero che questo cambi presto, altrimenti molte persone dovranno rinunciare a una vita di lusso per andare in altri posti, dove le paghe sono più allineate al costo della vita.”

A chi sogna di trasferirsi a Hong Kong, Manuel consiglia d’informarsi bene sul visto che occorre (di cui ci dà una panoramica in quest’intervista) e di adottare lo stile di vita e la mentalità dei locals, “qui, se una persona s’impegna e lavora sodo, troverà porte aperte. Hong Kong è il posto perfetto in cui crescere sotto ogni punto di vista.”

Manuel Taranto Hong Kong

Ciao Manuel, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, mi chiamo Manuel Taranto, ho 31 anni e sono orgogliosamente italiano, con origini meridionali. Sono nato e cresciuto nella città di Milano, dove ho vissuto le più belle esperienze sia a livello umano sia dal punto di vista lavorativo. Sono papà di una bimba di 7 anni, che amo tantissimo e che spero possa crescere con sani princìpi e valori, cosa che, di questi tempi, è raro trovare nella sua generazione. Mi definirei una persona felice, solare e professionale nel mio lavoro. Mi piace vivere ogni attimo che la vita mi offre e, soprattutto, fare ciò che mi appassiona, ovvero lavorare con la musica. A parte la musica, ho tante altre passioni come la lettura, il cinema, la pittura e la fotografia. Sono un amante e un cultore dell’arte in tutte le sue sfaccettature. Sono una persona che si mette sempre in gioco e, con la mia autocritica, cerco di migliorare e dare il meglio di me sia umanamente sia dal punto di vista professionale.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho iniziato a viaggiare per il mondo per motivi lavorativi e personali quando avevo 21 anni, ovvero 10 anni fa. Diciamo che l’unica motivazione che mi ha spinto a uscire dal mio status sociale è stata quella di esplorare nuovi posti, conoscere migliaia di culture e persone con mentalità ed educazione differenti dalla mia. Penso che, almeno una volta nella vita, ogni essere umano debba viaggiare al di là dei confini del proprio Paese, perché solo così il suo bagaglio culturale e umano potrà crescere.

Come mai hai scelto proprio Hong Kong?

A essere onesto non ho scelto Hong Kong ma l’agenzia musicale per la quale lavoro mi ha offerto un contratto lavorativo qui e ho accettato. Ci tengo a precisare che è stata più una scelta lavorativa che umana, anche se devo dire che la città e la cultura di questo Paese mi affascinano e trovo Hong Kong alquanto interessante.

Come ti sei organizzato prima del trasferimento?

Come per tutti i viaggi che ho fatto per i vari Paesi del mondo, mi sono informato sulle tradizioni e le varie regole principali di Hong Kong e mi sono fatto un’idea su come si vive da queste parti. Successivamente, ho iniziato a preparare tutto il necessario per partire, muovendomi con un certo anticipo. Penso, per esempio, ai documenti e alle cose personali.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

I miei amici stretti e conoscenti sono entusiasti ogniqualvolta in cui intraprendo un viaggio e sono altrettanto orgogliosi e felici che io porti un po’ d’Italia in giro per il mondo. Quindi sì, davanti alla mia scelta sono stati molto contenti e mi hanno augurato ogni bene. La mia famiglia è abituata ai miei ritmi lavorativi ma, nonostante ciò, ogni volta che parto da casa, sente la mia mancanza. Detto questo, loro sono super felici delle mie scelte, soprattutto se sono inerenti alla mia carriera lavorativa.

Di cosa ti occupi?

Io sono un musicista professionista. Suono la batteria, canto e compongo musica. Lavoro da quando avevo 15 anni ma i primi passi con la musica sono stati quando avevo 4 anni e i miei genitori hanno visto il talento spassionato per la batteria. Da quel momento ho iniziato a studiare musica in accademie private. Nel corso della mia carriera ho avuto il piacere e l’onore di suonare con artisti internazionali e nazionali come Gipsy Kings, Boney M., Toto Cotugno, Annalisa Minetti, Davide De Marinis e molti altri. Da 7 anni ho intrapreso l’attività di musicista sulle navi da crociera e negli hotels di lusso. Fino ad adesso ho lavorato in Europa, America e Asia, suonando con migliaia di artisti di differenti nazionalità.

Quali sono le differenze fra l’Italia e Hong Kong nel mondo della musica?

Diciamo che ormai il mondo della musica sta diventando sempre un po’ tutto uguale in quasi tutti i Paesi del mondo, specialmente nella musica pop, elettronica e rock. Le case discografiche odierne ingaggiano artisti che, più o meno, compongono la stessa musica producendo gli stessi suoni. Che tu ti trovi in America, Asia o Europa, le radio propongono quasi le stesse sonorità campionate e con le stesse strutture all’interno di un brano. Tra l’Italia e Hong Kong, quindi, attualmente nel panorama musicale e sonoro non ci sono tantissime differenze. C’è da dire che l’Italia ha una storia molto antica rispetto alla storia moderna di Hong Kong e quindi noi italiani abbiamo molti più stili e contaminazioni rispetto a quelle che può avere questo Paese. Sono comunque due nazioni che arrivano da una cultura lirica e classica e tutte e due hanno poi sfociato nel pop, prendendo spunto dalle sonorità della musica inglese, che è la patria del pop.

Ti va di raccontarci i momenti migliori e le difficoltà della tua carriera finora?

A essere onesto, ringraziando il cielo, ho avuto più bei momenti rispetto a quelli brutti. I momenti migliori sono stati tanti e alcuni li posso menzionare. Mi ricordo come se fosse ieri l’emozione di aver ricevuto la mia prima batteria professionale, oppure l’adrenalina e la felicità di suonare davanti a migliaia di persone in teatri e palazzetti. L’emozione di suonare con grandi artisti italiani e, ovviamente, la cosa migliore è aver fatto di una passione un lavoro e guadagnare soldi divertendomi e viaggiando per il mondo. Il periodo più brutto è stato senza dubbio quando il Covid-19 ha colpito il pianeta e, soprattutto, il mio settore, che è stato distrutto. Ho amici, che sono anche colleghi, che hanno dovuto fare altri lavori e abbandonare definitivamente la musica. Diciamo che quel periodo, per me, è stato molto impegnativo dal punto di vista monetario e psicologico. Ho resistito più che potevo perché, al di fuori della musica, non ho imparato nessun mestiere e anche perché per me la musica è il primo grande amore e non potrei mai rinunciarvi definitivamente.

Ricordi cos’hai provato appena atterrato a Hong Kong?

Sono qui a Hong Kong da quasi un mese e mi ricordo che, quando sono arrivato, ho sentito la pace dentro di me… È una sensazione strana da spiegare ma, da esperto viaggiatore, credo che ogni posto abbia la sua energia che, ovviamente, ognuno di noi percepisce in maniera diversa. Per esempio, Milano è una città stupenda ma, allo stesso tempo, mi trasmette un’energia di stress e pressione e così vale per gli altri luoghi in cui ho messo piede. Ogni Paese mi ha dato energie, emozioni e sensazioni diverse. Nel caso di Hong Kong, come già detto, quando sono atterrato ho sentito pace e armonia dentro di me. Camminando per la città ho percepito la stessa sensazione che ho sentito in aeroporto il primo giorno.

Prima di trasferirti lì, c’eri già stato? Se la risposta è no, come hai raccolto le informazioni necessarie al trasferimento?

No, non ero mai stato a Hong Kong prima. Questa è la mia prima volta in assoluto qui. Innanzitutto, è stata una gioia aver avuto il piacere di essere stato contattato per lavorare qui e, soprattutto, essendo la prima volta, mi sono sentito entusiasta e curioso di sapere come sono la vita, le usanze, il cibo ecc. di questa città. In seguito, come dicevo prima, mi sono informato sulla vita che si svolge qui dal punto di vista burocratico, in modo tale da farmi un’idea precisa.

Come ti sei mosso per trovare un alloggio lì?

Grazie a Dio, l’agenzia musicale per la quale attualmente lavoro, che si chiama EL – Live Productions, mi ha trovato l’alloggio e ha pensato a tutto per farmi sentire comodo e in condizioni ottimali per vivere, lavorare e conoscere al meglio questa fantastica città. Li ringrazio pubblicamente per la loro serietà e professionalità nell’avermi messo in condizione di vivere a Hong Kong.

Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo poco?

Premetto che Hong Kong è uno dei posti più ricchi al mondo. La vita qui è per gente che sta molto bene economicamente o che, per motivi lavorativi, vuole trovare sbocco e vivere in una maniera più che dignitosa. Sinceramente non esistono zone di Hong Kong dove puoi vivere bene e spendere poco come magari può essere in altre città della Cina o dell’Asia. Qui le cose basiche come il pane, il latte, la benzina, le sigarette, ecc. hanno prezzi alle stelle. Come sono alle stelle anche i costi degli affitti, che si aggirano tra i 2 e i 4 mila USD al mese. La cosa che mi ha sorpreso di più è sapere che, pur essendo uno dei Paesi più ricchi al mondo, gli stipendi di un residente a Hong Kong oscillano tra i 2mila e i 3 USD il mese. Considerando il costo elevatissimo della vita mi sembrano salari un po’ ridotti. Ovviamente parlo in generale, ossia mi riferisco a lavori comuni, come da noi in Italia lo stipendio medio oscilla tra i 1. 200 e i 1800€ il mese.

Qual è, secondo te, lo stipendio minimo da avere per vivere bene a Hong Kong?

Per la mia opinione molto personale, uno stipendio giusto dovrebbe essere di 4/5 mila USD il mese. Come ho detto nella risposta precedente, purtroppo mi sono accorto, tramite amici che vivono qui da anni, che gli stipendi sono molto inferiori rispetto al costo della vita che vige qui a Hong Kong. Spero che negli anni a venire ci siano cambiamenti in questo senso perché sennò molte persone abbandoneranno la vita costosa per trasferirsi in un ambiente più consono tra vita e salario.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Per noi italiani, generalmente, è sempre facile trovare lavoro. Noi siamo una grande nazione di lavoratori rispetto a tante altre. Ovunque viaggiamo ci diamo sempre daffare nel trovare lavoro. Non siamo nati fannulloni e lavorare è nel nostro DNA. Siamo una nazione di artisti, medici, scultori, cuochi, scienziati formidabili ed è per questo che, ovunque andiamo, le persone ci rispettano e rispettano la nostra cultura e le nostre tradizioni. Detto questo, rispondo che sì, è facile trovare lavoro qui a Hong Kong per noi italiani.

Quali sono i settori in cui è più facile trovare un impiego?

Quello che ho scoperto tramite un italiano che ho conosciuto nel posto dove lavoro è che i settori nei quali è più facile trovare un impiego qui a Hong Kong sono, ovviamente, quello della ristorazione, dell’immobiliare, della musica e della finanza. Questi sono i settori che un italiano con un titolo di studio e con esperienza pregressa può approcciare per ottenere un impiego. C’è da dire che, come in tutti i posti del mondo, ci vuole sì tanta professionalità ma anche un pizzico di fortuna nel trovare un lavoro, specialmente qui a Hong Kong, dove i cinesi, in alcuni settori, preferiscono sempre assumere i loro connazionali rispetto a una persona straniera.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Premetto che su questo tema mi sono informato molto bene, anche perché devo passare quasi un anno in un Paese nuovo per me e quindi è necessario e doveroso sapere le regole per vivere e lavorare qui. Inizio dicendo che esistono, in totale, 6 visti diversi:

1) VISTO TURISTICO: Non c’è bisogno di richiederlo (anche per studio o business). I cittadini italiani con passaporto valido possono soggiornare senza visto per un massimo di 90 giorni.

2 ) VISTO PER STUDIO: Esistono due tipi di visto per lo studio, quello entro sei mesi e quello superiore ai sei mesi. Se il corso di studi ha una durata inferiore o uguale ai 6 mesi bisogna presentare domanda per il visto F, mentre se superiore ai 6 mesi è necessario richiedere il visto X.

3) VISTO F: Dovrete innanzitutto iscrivervi a un istituto o università che richiederà l’emissione del certificato JW-201 o JW-202 al ministero cinese per l’educazione. Potrete richiedere il visto solo dopo che l’istituto vi avrà inviato la lettera d’ammissione e il certificato del ministero.

4) VISTO X: Con la medesima procedura del visto F, viene rilasciato un visto in cui non è specificata la durata del soggiorno. Una volta lì, dovrete sottoporvi a una serie di visite mediche e, ottenuto il certificato di buona salute, potrete recarvi alla stazione di polizia o in un ufficio per l’immigrazione, dove il visto X verrà convertito in un permesso di soggiorno temporaneo della durata del corso di studi.

5) VISTO PER LAVORO: Questo visto è quello che ho io e, per ottenerlo, qui a Hong Kong, non è molto semplice. Quello che si deve fare prima di poter richiedere un visto di lavoro a Hong Kong è ottenere un lavoro da una società locale. Dopo aver ottenuto un’offerta di lavoro, toccherà all’azienda farvi da sponsor e aiutarvi a fare domanda per il visto.

6) RESIDENZA PERMANENTE: Se vi è stato concesso un visto di lavoro per professionisti e avete risieduto a Hong Kong per un periodo continuativo di almeno sette anni, potrete ottenere la residenza permanente, il Right of Abode.

Com’è, invece, la sanità a Hong Kong?

Per quanto riguarda, invece, la situazione sanitaria, gli ospedali pubblici sono generalmente di buon livello così come quelli privati, che garantiscono un più rapido accesso ai servizi, ma che sono particolarmente costosi. Come anticipavo prima, la vita è troppo costosa e, di conseguenza, lo è anche la situazione ospedaliera. Consiglio, prima di viaggiare, di stipulare un’assicurazione sanitaria per tutta la durata del viaggio/lavoro, come ho fatto io, così sarete più al sicuro. Le statistiche dicono che, su scala mondiale, Hong Kong è seconda solo agli Stati Uniti in termini di costi per i servizi medici e per i trattamenti.

L’inglese è una lingua diffusa?

Certo che sì. L’inglese è la seconda lingua parlata dalla gente del posto. Anche se la loro prima lingua è il cinese cantonese, i locals sono molto bravi a parlare e a farsi capire in inglese. Essendo una colonia britannica, c’è una buona percentuale di persone che lo parla con un accento uguale a quello che puoi sentire, per esempio, a Londra.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

In questo mese di vita qui a Hong Kong non ho conosciuto tantissime persone ma, quelle che ho incontrato finora, anche attraverso il lavoro che faccio, mi hanno accolto a braccia aperte. I locals sono molto educati, cordiali ed è così facile fare amicizia e instaurare qualsiasi tipo di rapporto. Sono estremamente felice di conoscere questo popolo e di scambiare idee e stili di vita.

Quali sono, in base all’idea che ti sei fatto per ora, le caratteristiche peculiari di quella cultura?

Come ho accennato nella risposta precedente, ho visto in loro tanta educazione, cordialità e apertura mentale. Questa città mi ha colpito per la sua modernità e, nel dialogo con i suoi abitanti, mi sono reso conto che questi sono aperti ad accogliere culture e usanze differenti dalla loro. Ovviamente, sono qui da poco tempo per farmi un’idea chiara ma, fino ad adesso, ho solo impressioni positive.

Cosa si fa, a Hong Kong, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

Hong Kong non ha niente da invidiare ad altre grandi città come New York, Londra o Milano. È una città che, in termini culturali e artistici, è molto organizzata. Hong Kong è viva, nel senso che, ogni sera, puoi trovare, nel centro e fuori dal centro, locali di qualsiasi tipo e per qualsiasi desiderio. Si organizzano spesso anche festivals, concerti e manifestazioni folkloristiche.

Quali luoghi hai già visitato e quali hai in programma di vedere? Che effetto ti hanno fatto?

Fino ad adesso ho visto tutto il centro storico e la parte più bella per me è stata visitare Victoria Peak. Ho provato una grande emozione nel salire in cima e vedere il paesaggio di Hong Kong tutto illuminato. Mi piacerebbe sicuramente visitare, nei prossimi mesi, tutti i musei, perché ne sono un amante. Vorrei andare a visitare il mercato notturno di Temple Street, Tian Tan Buddha, l’isola di Lantau e Hong Kong Disneyland. Sicuramente, con il tempo, avrò modo di vedere tanti posti di questo fantastico Paese, e di capire di più della vita qui.

Quali sono, secondo te, le principali differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita in Italia e quello a Hong Kong?

Secondo la mia personale opinione, le differenze che ho riscontrato in questo breve tempo qui a Hong Kong rispetto all’Italia sono che le persone qui sono molto più rilassate ed educate nel senso civico. La seconda differenza è che, pur essendo un Paese molto ricco, allo stesso tempo ci sono più possibilità di lavoro rispetto al nostro Paese. Il governo incentiva le persone a lavorare sempre di più e non fa sconti a nessuno, come può succedere da noi. Proprio per questo, lo straniero che entra a Hong Kong lavora al 100% e non perde tempo. Parlando di cibo, l’Italia è sicuramente imbattibile. Rispetto molto la cucina asiatica ma quella mediterranea è insuperabile, almeno per me. Amando molto il mio Paese, comunque, sono obiettivo e onesto. Noi, come italiani, purtroppo siamo indietro rispetto a tanti Paesi in termini di educazione e organizzazione. Anche se abbiamo fatto la storia del mondo e siamo conosciuti per tantissime cose positive, negli anni sto vedendo che esistono realtà moderne che ci stanno superando di gran lunga in tanti aspetti. Spero tanto che le cose possano migliorare da noi e soprattutto che l’Italia possa prendere spunto da Paesi come Hong Kong nella burocrazia, nella sanità, nell’educazione ecc.

Pensi che Hong Kong sia adatta a…

Hong Kong è assolutamente adatta a qualsiasi tipo di persona che abbia voglia di lavorare e voglia crescere, migliorandosi nel proprio settore. Qui, se hai serie intenzioni di crescere e lavorare sodo, ti aprono le porte, com’è giusto che sia. Hong Kong è un Paese adatto anche alle famiglie che si vogliono trasferire anche se, come dicevo prima, il costo della vita è elevato. Suggerisco un trasferimento qui anche a giovani studenti che hanno voglia d’intraprendere un percorso lavorativo e, perché no?, d’imparare a confrontarsi con un modo di vivere completamente diverso da quello europeo. Quindi sì, consiglio a tutti di visitare almeno una volta questo Paese, in modo tale, poi, da prendere decisioni stabili.

Che consigli daresti a chi vorrebbe avere una carriera nel mondo della musica?

Consiglio vivamente di amare la musica nel vero senso della parola. La musica non è come molti altri lavori, che si possono fare solamente per soldi. La musica deve nascere dentro l’anima e deve fare sempre parte della tua vita. Il secondo consiglio è quello di studiare il più possibile il tuo strumento, documentarti e aggiornarti sempre di più nei vari stili musicali perché, più generi si conoscono, più è facile avere opportunità di lavoro. Consiglio, inoltre, di essere sempre preparati in ogni circostanza ovvero farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Essere puntuali, precisi, onesti e professionali dentro e fuori dal palco. Tutte queste cose sono pillole che mi sono servite negli anni e che hanno funzionato per essere il musicista che sono. L’ultimo consiglio che posso dare, soprattutto ai più giovani, è quello di mantenere l’umiltà di fronte a qualsiasi persona, specialmente ad artisti. L’umiltà di crescere e imparare ogni giorno. L’umiltà di riconoscere i propri limiti e l’umiltà di saper ascoltare anche se hai idee diverse da chi parla. Solo così si diventa professionisti a 360°.

E quali a chi vorrebbe trasferirsi a Hong Kong?

Se vuoi trasferirti a Hong Kong consiglio d’informarti bene su tutto e visualizzare prima ciò che andrai a fare in questo Paese. A questo punto, non ti resta che munirsi di coraggio, pazienza, voglia ed entusiasmo per vivere una grande esperienza, umana o lavorativa che sia. Qui c’è solo da crescere.

Che cos’hai imparato in queste settimane di vita lì?

In queste poche settimane qui ho imparato a ragionare come le persone del posto. Ho imparato e sto imparando le regole della città e sto rispettando la cultura del Paese.

Ti aspetti qualcosa in particolare da questo tuo trasferimento?

Mi aspetto sicuramente di crescere e migliorare sempre di più. Questa è un’altra esperienza che porterò dentro il mio bagaglio di vita e che mi avrà cambiato in positivo. Avrò un’altra concezione della vita e una nuova maniera di vedere le cose.

Conti di rimanere a Hong Kong per molto tempo o pensi che sia una permanenza passeggera?

Io ho un contratto stabilito con l’agenzia musicale per la quale lavoro che ha la durata di 6 mesi più c’è la possibilità di estenderlo per altri 6 mesi. Se tutto va bene, quindi, vivrò a Hong Kong per un anno intero. Tuttavia, mai dire mai, può essere che, alla scadenza del contratto, rimarrò ancora. Questo sarà il tempo a dirlo. Io intanto mi lascio guidare dal flusso della vita, senza pressioni o ansie di qualunque tipo.

Progetti futuri?

Ho tanti progetti futuri e uno di questi è sicuramente continuare a lavorare con la musica in giro per il mondo. Un altro fondamentale progetto è quello di crescere mia figlia e amarla sempre di più. Desidero, poi, continuare a crescere come uomo e come artista. Spero di poter riuscire a realizzare tutti i sogni in questo viaggio chiamato vita e di essere sempre una persona che apporta felicità ed entusiasmo a chi mi sta intorno.

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