Luca: vi racconto la mia esperienza come Chef alle Bahamas

A cura di Maricla Pannocchia

Innamorato della cucina praticamente da sempre, Luca, 29enne romano, dopo una situazione lavorativa in Italia in cui non si sentiva soddisfatto perché “sottopagato e sfruttato”, come dice in questa intervista, ha deciso di partire alla volta della Germania.

Durante l’esperienza lavorativa lì, però, a un certo punto Luca ha sentito il bisogno di vivere una nuova avventura, ha cercato lavoro in varie nazioni ed è rimasto conquistato dalla proposta di lavorare alle Bahamas. Adesso, Luca è chef presso un rinomato ristorante italiano nel cuore di Freeport.

“Trovare lavoro come dipendenti o avviare un’impresa qui non è semplicissimo per gli stranieri” racconta Luca, “Tuttavia, io amo il mio lavoro e quest’isola che mi ha insegnato ad abbracciare di più la pace e la lentezza.”

Circondato da locals accoglienti e sorridenti, che vivono senza lo stress tipico dell’Europa, Luca, a dispetto della mancanza della famiglia rimasta in Italia, è riuscito a dedicare più tempo a sé stesso e a vivere la vita con pace e armonia. A chi sogna di visitare le Bahamas, l’uomo suggerisce di lasciar perdere i resorts all inclusive, di noleggiare una macchina e andare alla scoperta di queste bellezze mozzafiato!

Luca Starace Freeport Gran Bahamas

Ciao Luca, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, sono Luca Starace, ho 29 anni e sono di Roma, la grande capitale, che è sempre nel mio cuore.

Sono un cuoco e sono stato nell’ambito fin da bambino. Mia mamma è una pasticciera e io sono cresciuto in questo mondo, appassionandomi sempre di più alla cucina.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho lasciato l’Italia nel 2018. Mi trovavo in un periodo un po’ brutto, venivo sottopagato e sfruttato, non ero soddisfatto della mia vita. Trovai un annuncio di lavoro su Facebook per aiuto cuoco in Germania, lasciai il lavoro e decisi di partire. Lasciai la mia famiglia in Italia, con la speranza di costruire una stabilità migliore per me stesso e per loro.

Come mai hai deciso di trasferirti proprio alle Bahamas?

Dopo aver trascorso 4 anni in Germania, avevo bisogno e voglia di una nuova esperienza. Ho cercato offerte di lavoro in varie parti del mondo e, alla fine, questa mi ha conquistato.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

A essere sincero non benissimo, perché stiamo parlando di un’isola dei Caraibi geograficamente molto lontana dall’Europa e non ben collegata con il Vecchio Continente come possono essere, per esempio, gli Stati Uniti. Diciamo che la distanza si fa sentire parecchio.

Come ti sei organizzato prima della partenza?

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In quel momento lavoravo ancora e usavo tutto il mio tempo libero per fare i documenti per partire e per chiudere burocraticamente la situazione in Germania.

Di cosa ti occupi?

Sono chef di un rinomato ristorante italiano nel cuore di Freeport.

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Purtroppo no, ci sono leggi d’immigrazione molto severe e poco inclusive. Direi, quindi, che è difficile, ma non impossibile. Serve un datore di lavoro che accerti al governo che ha bisogno di voi nella sua attività.

Quali sono i settori in cui è più semplice essere assunti?

Il settore più aperto agli stranieri è sicuramente quello del turismo, che può rispecchiarsi nella ristorazione, nell’hospitality o nelle escursioni. Se una persona sa parlare bene molte lingue, ha più probabilità di essere assunta.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Il salario che percepisce uno straniero qui è buono, perché spesso comprende l’alloggio. Per i locali non saprei dire, credo che dipenda dalle mansioni.

Puoi dirci il costo di alcuni beni e servizi di uso comune (es. cibo, benzina…)

Sinceramente il cibo non è molto economico, soprattutto i prodotti freschi perché il costo è influenzato dal trasporto fino all’isola. Con uno sguardo italiano ,si potrebbe avere uno shock ma, razionalizzando, ha senso.

La benzina, invece, è più economica dell’Europa, si mantiene sempre su circa 1,30€ al litro.

Come funziona, invece, per avviare un’impresa come stranieri?

Adesso come adesso è veramente difficile a causa delle leggi restrittive, al momento vige una politica protezionista e questo complica la nostra permanenza.

Se un tuo amico che vive ancora in Italia ti dicesse di voler venire alle Bahamas per avviare una sua attività, in quali settori gli consiglieresti di muoversi?

Sicuramente ci sono molte possibilità nel settore immobiliare ed è anche quello più semplice burocraticamente.

Cosa bisogna avere, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Sono richiesti il passaporto, il casello giudiziale, il diploma nel settore, l’attestato di nascita, un attestato di buona salute e due referenze per poter richiedere il visto di lavoro.

Come ti sei mosso per cercare un alloggio?

Il datore di lavoro, solitamente, fornisce anche l’alloggio. Nel mio caso, infatti, è stato così.

Quali sono i prezzi medi e le zone in cui, secondo te, è possibile vivere bene spendendo il giusto?

C’è una leggera differenza di prezzo se pensiamo ai dintorni di Port Luaya (la parte più turistica) ma, per il resto, i costi sono gli stessi su tutta l’isola.

Come sei stato accolto dalla gente del posto?

Veramente molto bene. C’è una cultura molto forte e i locali sono veramente molto aperti e amichevoli. Ti accettano fin da subito e ti fanno entrare a fare parte del vero lato del”isola, quello ricco di tradizioni e di sostegno l’uno con l’altro.

Come descriveresti le loro vite?

Se devo racchiudere lo stile di vita del posto con una parola direi, decisamente, “pace”. Lo stress a cui siamo abituati in Europa è molto lontano da questo mondo. Anche dal punto di vista lavorativo, i ritmi sono più lenti e il tempo libero ha valore.

Quali sono i pro e i contro del vivere lì?

Pro: assolutamente il clima, il mare, il tempo libero, lo stile di vita rilassato e l’ambiente amichevole.

Contro: il fatto che è un’ isola. Ciò comporta qualche difficoltà nel trovare i prodotti di cui necessiti e nel farteli arrivare. Non ci sono le comodità/tecnologie a cui siamo abituati. Per esempio un cinema, un centro commerciale, un bowling… non esiste niente di tutto questo.

Le Bahamas, nell’immaginario collettivo, sono una destinazione paradisiaca per le vacanze. Cos’è che, secondo te, chi ci viene per una o due settimane di vacanza non può scorgere di questo Paese?

La bellezza di questo stile di vita. Vivere qui mi ha permesso di entrare completamente nella loro cultura. Ci sono alcuni aspetti della vita che noi in Europa abbiamo soffocato a causa della velocità della nostra routine, ad esempio, apprezzare una buona conversazione con uno sconosciuto, camminare per la strada mentre vai a lavoro e salutare ogni negoziante, preparare la carne alla brace sulla spiaggia con i tuoi colleghi, stare semplicemente in modalità relax in riva al mare. Sono cose che ho riscoperto da quando sono qui.

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Se avessi la bacchetta magica, cosa cambieresti delle Bahamas o della vita lì?

Sinceramente cambierei la loro politica chiusa, le loro leggi che ci faticano tanto l’aprire un attività qui e la difficile burocrazia.

Luca Starace Freeport Gran Bahamas

Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

Penso che la maggiore difficoltà sia la lontananza dalla famiglia, e a questo un pochino ci si abitua, ma le ricorrenze o le festività si fanno sentire.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Lo stile di vita rilassato e l’aver riscoperto il tempo libero. Alzarsi la mattina presto e andare a pescare sugli scogli all’alba, la pace di potermi prendere momenti solo per me, in un luogo paradisiaco.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Consiglio di venire attrezzati e organizzati, qui non ci sono molti negozi e, sicuramente, non c’è la scelta che abbiamo in Europa. Suggerisco, quindi, di venire con un po’ di tutto per non trovarsi sprovvisti. Spoiler: i maglioni non servono.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza? Tutto

Dipende dalla vacanza che avete in mente.

Io, per mio gusto personale, non scelgo mai resorts all inclusive perché voglio scoprire i luoghi nella loro vera essenza. Per una vacanza alla scoperta dell’isola, consiglio di prendere una camera al Pellican Bay, nel cuore di Port Lucaya, e, in seguito, noleggiare una macchina. Ci sono molte agenzie di noleggio auto vicino alla struttura. Questo permette di poter girare l’isola e scoprire tutte le sue spiagge, anche le più nascoste. Vi consiglio, inoltre, di non prenotare escursioni in anticipo ma una volta qui potrete scegliere quello che fa più al caso vostro. La scelta è davvero ampia.

L’arrivo, di solito, è destabilizzante, perché ci si sente proprio in un altro mondo. Mi sento di poter risolvere molti dei dilemmi che si presentano prima e durante il viaggio, quindi, per ulteriori suggerimenti, potete contattarmi su Instagram, e anche quando sarete qui sono disponibile a farvi scoprire parti dell’isola che di solito i turisti non vedono.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Sinceramente no, ho amato ogni secondo di questa avventura, tra gioie e difficoltà.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

A riscoprire il rispetto per me stesso e alzare ancora un po’ i miei standard lavorativi.

Per seguire e contattare Luca:

E-mail: lucastarace@icloud.com

instagram: grand_bahama_travel luca_starace26