Loris e il percorso che lo ha portato a vivere e lavorare in Martinica, ai Caraibi

A cura di Nicole Cascione

Dalla passione per l’informatica alla passione per la cucina. Un salto professionale che ha segnato la svolta per Loris Bezzetto che, a 37 anni, ha deciso di lasciare l’Italia. In 7 anni Loris insieme alla sua famiglia è stato in diversi paesi. Dapprima Malta, poi Alicante ed infine Martinica, dove lavora come chef di un ristorante italiano situato nella zona più turistica dell’isola, all’interno del Villaggio Creolo.

Il suo messaggio: “Quando si desidera una cosa e si lotta per ottenerla in un modo o nell’altro prima o poi la si ottiene. Se non avessi rischiato forse sarei ancora nella grigia bassa padovana maledicendo la mia sfortuna, questo è quindi il messaggio che voglio lanciare: non abbiate paura di tentare o avrete sempre il rimpianto di non averlo fatto!”

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Loris, i 37 sono stati per te gli anni della svolta. Ci racconti qualcosa a riguardo? Cosa ti ha dato la spinta di mollare tutto e partire?

Cerco di essere breve, dopo aver lasciato casa a 21 anni per terminare l’università, ho intrapreso un percorso come responsabile commerciale per una grande catena internazionale. Ho sempre avuto una passione per l’informatica, l’elettronica e il commercio e nel giro di qualche anno ho ottenuto una discreta posizione; quello doveva essere il trampolino di lancio per assecondare la mia volontà di fare esperienze e vedere un po’ di mondo. Ho dato disponibilità internazionale per alcuni anni e più i risultati arrivavano, più ero bloccato in quel che facevo, infine la crisi del settore. Senza dilungarmi troppo, furono anni difficili con zero prospettive. In quel periodo sono venuto a conoscenza di una scuola di formazione del settore turistico che aveva aperto una grande sede nella mia zona. Avevo sempre avuto la passione per la cucina e decisi di investire nella mia formazione comprando un corso di un anno. Nonostante mi impegnasse 25 ore la settimana, praticamente tutte le sere dopo aver lavorato, per i primi 6 mesi, e tutti i weekend per i 6 mesi successivi, mi sono diplomato. A questo punto volevo mettere a frutto tanta fatica, mi sono licenziato e fatto assumere nel ristorante in cui avevo fatto lo stage con la prospettiva, entro un anno, di rilevarlo in società con gli altri due cuochi che vi lavoravano. Non è stato così, non ci furono le condizioni e dopo 2 anni il ristorante chiuse. A questo punto il passo lo avevo fatto, un po’ di esperienza l’avevo, la famiglia mi supportava e condivideva il desiderio di non restare in Italia ma emigrare, bisognava solo scegliere una meta.

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Hai raccontato di aver girato il mondo per 7 anni. Dove sei stato? Di cosa ti occupavi per vivere?

Eravamo pronti per una prima esperienza, unico paletto doveva essere una località di mare, inizialmente Spagna, per la precisione Gran Canaria. In quel periodo però Federico, il figlio più piccolo della mia compagna, 16 anni allora, manifestò la volontà di mollare la scuola anticipatamente e iniziare a lavorare. Complice il fatto che parla un inglese ottimo, abbiamo iniziato a valutare Malta come destinazione. Vicina a casa, un’ora di aereo ma raggiungibile in auto, con una forte comunità italiana, clima mite tutto l’anno e mare meraviglioso, ci sembrava una buona meta, restava solo da valutare il lato lavorativo e così, poco prima dell’inizio della stagione turistica estiva, ho prenotato un soggiorno di quattro settimane, fissato un discreto numero di colloqui di lavoro e sono partito. Una settimana dopo avevo già trovato un ottimo posto in un ristorante in una delle più incantevoli baie dell’isola e la manager si era impegnata ad assumere anche Federico. Era fatta, non ho cercato altro, sono rientrato 15 giorni prima. Da lì a poco siamo partiti io e Federico, abbiamo trovato casa e iniziato a lavorare, in seguito ci hanno raggiunto in auto Monica, la mia compagna, la figlia Alice che allora di anni ne aveva 18 e che iniziò a lavorare anche lei nello stesso ristorante e il nostro Whisky, cane giramondo. Durante il nostro secondo anno, anche mio fratello e un suo amico, stanchi del grigiore della bassa padovana, ci hanno raggiunto. Siamo rimasti 2 anni, 2 stagioni nello stesso ristorante, altre esperienze differenti per tutti nel periodo invernale, tante vacanze, tante passeggiate, tanto mare…. All’inizio del terzo anno, il manager mi ha comunicato che la stagione successiva i titolari avrebbero ceduto l’attività ad un grande gruppo dell’isola, per il quale peraltro avevo già lavorato del periodo invernale, ma insieme abbiamo deciso che era il momento di fare una nuova esperienza, motivo per cui siamo rientrati per un breve periodo in Italia, durante il quale io e la mia compagna ci siamo sposati e abbiamo iniziato ad organizzare un nuovo trasloco verso la Spagna. Abbiamo scelto Alicante, splendida città della costa Blanca, clima secco e mite, mare meraviglioso, pinete immense, ma anche tante escursioni interne e piccoli borghi da visitare, importante meta turistica e quindi ideale dal punto di vista lavorativo. Questa volta non sono partito da solo in esplorazione, ma abbiamo affittato due appartamenti per tre mesi dentro una riserva naturale poco a sud della città, uno per noi e uno per mio fratello e altri due amici. Dopo qualche settimana di vacanza ed esplorazione, abbiamo tutti trovato lavoro ed eravamo pronti a tuffarci nella nuova normalità, quando però è iniziata l’emergenza COVID. L’anno successivo è stato duro, per sei mesi non siamo potuti uscire di casa se non per fare la spesa, eravamo circondati dalla meraviglia ma tutto era proibito, anche solo scendere in spiaggia! Con il lento ritorno alla normalità ci siamo sistemati, visitato un po’ di Spagna, fatto qualche amicizia e, proprio mentre valutavamo un cambio dal punto di vista lavorativo, è arrivata un’offerta inaspettata per un posto di lavoro in Martinica! Ci abbiamo pensato giusto un po’, la lontananza dall’Europa pur essendo in Francia, la logistica di un trasloco così impegnativo, le incognite legate al lavoro e alla lingua. Alla fine sono partito solo io, un mese di lavoro per valutare e al limite rientrare, qui il covid era ancora molto più problematico che in Spagna e la situazione ancor lontana dalla normalità. Un mese sono poi diventati tre, ma alla fine abbiamo deciso di accettare e ci siamo riuniti.

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martinica polinesia francese

Al momento risiedi ai Caraibi. Dove di preciso?

Abbiamo affittato, non senza difficoltà, una casa a sud dell’isola di Martinica, in mezzo al verde e a pochi passi dal mare.

Di cosa ti occupi attualmente?

Sono lo chef di un ristorante italiano situato nella zona più turistica dell’isola, all’interno del Villaggio Creolo.

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Come si vive ai Caraibi? Quali sono i pro e i contro?

Spesso mi faccio la stessa domanda. Devo ammettere che l’esperienza di Malta mi ha aiutato, perché, sotto molti punti di vista, vivere in un’isola è “difficile”. Pur essendo Martinica un punto di riferimento per i Caraibi, quindi con condizioni di vita migliori rispetto a tutte le altre isole, devo ammettere che capita di provare la sensazione che manchi qualcosa: ogni tanto è banalmente l’acqua o l’elettricità, qualche genere alimentare o di consumo che semplicemente non viene importato, ma anche la gita fuori porta di due giorni in una città d’arte o le fresche escursioni in montagna, ci si fa l’abitudine ed è un prezzo che si paga per avere 30 gradi tutto l’anno, spiagge e mare senza eguali, una sensazione di pace e rilassatezza di vivere che è propria della cultura creola e che in Europa non ho trovato da nessuna parte.

Ad oggi qual è il tuo concetto di “casa”?

Come dice sempre mia moglie, “casa” è dove sono i tuoi affetti e le persone con cui stai bene. Nel corso degli anni i traslochi ci hanno costretto a fare delle scelte su cosa servisse portare e su cosa fosse superfluo e personalmente ad oggi, non ho praticamente più niente. Ho regalato quasi tutto quello che avevo, per assurdo posso traslocare in un altro continente con due valigie, ma ho tutto quello che serve vicino a me.

Come e in cosa ti ha cambiato vivere in giro per il mondo?

Sicuramente sono più sicuro di me stesso e consapevole dei mezzi. Ho stravolto la mia vita e ho smesso di fare un lavoro che mi piaceva, per il quale mi reputavo molto portato, per intraprendere una carriera tutta nuova e per vivere finalmente un po’ di mondo. E’ un salto nel vuoto, soprattutto ad una certa età, ma la tua vita poi non è più la stessa. Impari ad adattarti al mondo che ti circonda, a condividere ed accettare culture diverse dalla tua, a conoscere ed apprezzare persone nuove anziché barricarti dietro la tua ristretta cerchia, a non avere paura del cambiamento.

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Quali sono i tuoi progetti futuri?

Al momento stiamo progettando l’acquisto di una barca a vela e relativo brevetto per goderci al meglio la costa, ma anche le isole intorno. Ho la fortuna di avere due giorni e mezzo liberi consecutivi la settimana e vedremo di sfruttarli al meglio. Nel frattempo i miei figli si stanno organizzando per “invadere” la Florida, sia Alice che nel frattempo è rimasta a lavorare in Spagna, che Federico che invece sta seguendo un corso universitario online statunitense, partiranno a breve e non è detto che in futuro non sia la nostra nuova tappa.

Qual è il messaggio che ti piacerebbe trasmettere con la tua esperienza di vita?

Spesso mi chiedo, quando ripenso agli ultimi anni, quanto siamo stati fortunati? Ci è sempre andato tutto bene, ci è costato e non solo dal punto di vista economico, ma ci è sempre andata bene! Avevamo bisogno di lavoro e lo abbiamo trovato; avevamo bisogno di una casa e nonostante le innumerevoli difficoltà l’abbiamo sempre trovata; ci sentivamo soli e abbiamo conosciuto persone meravigliose che, nonostante siano ora lontane, fanno ancora parte della nostra vita; sono sopraggiunte difficoltà e ci hanno solo reso più forti e uniti! Ecco forse non è fortuna. Quando si desidera una cosa e si lotta per ottenerla in un modo o nell’altro prima o poi la si ottiene. Se non avessi rischiato forse sarei ancora nella grigia bassa padovana maledicendo la mia sfortuna, questo è quindi il messaggio che voglio lanciare: non abbiate paura di tentare o avrete sempre il rimpianto di non averlo fatto!

Per scrivere a Loris

lorisbezzetto@gmail.com