Laura Mariani: Un’amore per il Kenya che ha cambiato una vita

A cura di Maricla Pannocchia

Dopo la laurea in infermieristica, Laura ha ricevuto in regalo dai genitori un viaggio con gli amici del paese, Galbiate, nella provincia di Lecco, per un’esperienza di vacanza-lavoro nel Meru, in Kenya. Per Laura, quello con il Kenya è stato amore a prima vista e, dopo aver conosciuto Tom, il ragazzo che poi è diventato suo marito e padre dei suoi figli, la donna ha scelto di trasferirsi lì.

Il percorso, tuttavia, non è stato facile, “i documenti possono metterci molto tempo a essere approvati. Esistono tanti tipi di visto e non tutti ti permettono di lavorare.” Per questo motivo, a chi sogna di trasferirsi nel Paese, Laura consiglia di trascorrervi un periodo lungo per capire se possa davvero fare al caso loro, “molti pensano che qui possano fare la bella vita come in Italia, ma a un costo ridotto. In realtà, è possibile risparmiare vivendo in stile kenyota e adattandosi.”

Laura Mariani Ngong Kenya

Ciao Laura, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Laura Mariani, sono nata e cresciuta a Galbiate, un piccolo paesino sulle colline in provincia di Lecco. Fino al mio trasferimento in Kenya posso dire di aver avuto una vita molto semplice e “normale”. Finito il liceo, avendo le idee confuse sul mio futuro, ho svolto un anno di Servizio Civile grazie al quale ho deciso d’iniziare l’università per studiare infermieristica. Mi sono laureata nel 2011 e da lì ho iniziato a lavorare come infermiera in alcune strutture private.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

La prima volta che ho messo piede sulla terra rossa del Kenya è stato nel 2011. Per la laurea, i miei genitori mi avevano regalato una vacanza-lavoro nel Meru con gli amici del mio paese.

Dopo questa esperienza, mi era rimasta dentro la voglia di tornare e conoscere meglio il Kenya.

Nell’ottobre 2013 sono partita con un biglietto di sola andata per Kiirua, un piccolissimo paese sempre nella regione del Meru, a prestare servizio come infermiera volontaria in un ospedale.

Questa esperienza è durata un anno e durante questo anno, oltre ad appassionarmi al lavoro, ho conosciuto anche Tom, il ragazzo che ora è mio marito.

Tornai in Italia, ma il mio cuore era rimasto a Kiirua, così ho rifatto i documenti per poter tornare e stare in Kenya per un periodo più lungo.

Nel 2015 mi sono trasferita definitivamente in Kenya, sempre a Kiirua.

Non ho delle ragioni che mi hanno spinta a lasciare l’Italia, mi piaceva il mio paese, avevo un lavoro ed ero abbastanza soddisfatta.

Tuttavia, in Kenya il mio cuore batteva più forte per amore di Tom, ma soprattutto per la maggiore soddisfazione che ricevevo svolgendo il mio lavoro.

Adesso vivi a Ngong, alla periferia di Nairobi, Kenya. Come sei finita proprio lì?

Per 4 anni sono rimasta a Kiirua. Nel frattempo, però, mi sono sposata e perciò, a un certo punto, ho lasciato il mio lavoro in ospedale per seguire mio marito. Lui viveva e lavorava a Ngong quindi, nel luglio 2019, l’ho raggiunto e abbiamo iniziato a vivere insieme dopo diversi anni di relazione a distanza.

Di cosa ti occupi?

Posso avere una domanda di riserva? 

Come dicevo, negli anni in cui sono stata a Kiirua ero infermiera volontaria. Una volta trasferitami a Ngong però ho dovuto lasciare il mio lavoro. Da lì mi sono occupata delle mie passioni… mi sono data alla fotografia, alla danza, alla scrittura e all’insegnamento.

Tra poco, invece, inizierò un nuovo lavoro, di cui non dico molto per scaramanzia, ma per cui sono veramente emozionata ed entusiasta.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Forse dovrei girare questa domanda a loro.

Non ne abbiamo mai parlato apertamente, i miei genitori e la mia famiglia sono sempre stati silenziosi riguardo il mio trasferimento in Kenya.

Ciò che sento è che il loro pensiero è:” Se tu sei felice, lo siamo anche noi.”

Ovviamente la nostalgia spesso si sente, visto che il Kenya non è dietro l’angolo, ma sanno che vivere qui è ciò che ho voluto e mi hanno sempre supportata in tale scelta.

Inizialmente forse c’era un po’ più paura per il fatto che riguardo al Kenya e al continente africano ci sono dei pregiudizi o idee che non sempre rappresentano la realtà. Dopo che la mia famiglia e alcuni amici sono venuti a trovarmi, però, si sono resi conto che non è tutto come credevano e che posso vivere felicemente anche qui.

Laura Mariani Ngong Kenya

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Quasi subito dopo l’anno trascorso in Kenya decisi che volevo tornare per starci a lungo. Tuttavia, ci sarebbe voluto un po’ di tempo per avere tutti i documenti in regola. Quando sono tornata lì, infatti, era passato quasi un anno da quando avevo lasciato il Paese.

Tramite l’ospedale dove ero già stata volontaria avevo fatto richiesta di un visto da volontaria. Non è stata una procedura semplice e, se non fosse stato per il fondamentale supporto che i dirigenti dell’ospedale mi hanno dato, non so se ce l’avrei fatta.

Se avere un visto è stato complicato, il resto non lo è stato, in quanto conoscevo già il posto e sapevo come muovermi. L’ospedale, inoltre, offriva alloggio in una guest house perciò è stato facile, per me, sistemarmi lì.

Come funziona, a livello burocratico, per vivere e lavorare in Kenya?

Ci sono diverse tipologie di visto per vivere e lavorare in Kenya.

Per quanto mi riguarda, per i primi 4 anni ho avuto un visto da volontaria. L’ospedale in cui lavoravo, infatti, è un ospedale missionario, perciò tramite loro e la Diocesi a cui si appoggiano ho potuto ottenere questo tipo di visto, che altrimenti sarebbe stato difficile da ottenere. Questo visto ha una durata di 2 anni ed è rinnovabile per innumerevoli volte (per quanto mi riguarda, l’ho rinnovato una volta sola).

Successivamente, dopo il matrimonio, ho fatto la richiesta per il cosiddetto Dependant Pass. Questo permesso è dato ai coniugi di cittadini o residenti kenyani. Nel mio caso, mio marito è kenyano perciò, dopo il matrimonio civile, abbiamo fatto richiesta per questo tipo di visto. Questo documento è, diciamo, un permesso di soggiorno, ma non di lavoro. Per questo motivo, dal 2019 non ho potuto svolgere il mio lavoro.

Dopo 4 anni di matrimonio è possibile fare richiesta di residenza permanente in Kenya. Io da poco ho fatto domanda e sto attendendo che la procedura vada avanti. Se dovessi ottenerla, allora in questo caso avrei anche la possibilità di lavorare in Kenya.

Questi sono i tipi di visto che sono stati utili a me, ma quelli disponibili sono molti di più e con differenti requisiti e possibilità.

Pensi che sia facile, per un italiano, trovare lavoro o avviare un’impresa lì?

Certamente è possibile per un italiano trovare lavoro o aprire un’impresa in Kenya, ma non direi che sia facile.

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Innanzitutto, come dicevo, non tutti i visti danno la possibilità di lavorare e il permesso di lavoro può essere molto costoso.

In base al tipo di occupazione, poi, oltre al visto ci sono altri permessi da considerare. Ad esempio, nel mio caso, per lavorare come infermiera mi è stato necessario anche avere i permessi necessari dall’Ordine Infermieristico in Kenya.

D’altro canto, alcuni lavori o tipologie d’impresa possono essere molto richiesti in Kenya, un Paese che sta crescendo e si sta sviluppando molto velocemente, perciò dico sempre a chi si voglia affacciare al mondo del lavoro in Kenya di fare un’accurata ricerca e raccogliere tutte le informazioni necessarie per capire caso per caso quanto ciò sia possibile e con quali difficoltà.

Laura Mariani Ngong Kenya

Come ti sei mossa per cercare un alloggio? Quali sono i costi medi?

Come ho già raccontato, quando mi sono trasferita in Kenya il mio primo alloggio è stato nella guest house dell’ospedale in cui avrei lavorato perciò, in quel caso, è stato semplice trovare un alloggio comodo, sicuro ed economico.

Quando poi mi sono trasferita a Ngong, dove tuttora vivo, mio marito aveva già fatto il duro lavoro di cercare casa, visto che già da tempo lavorava nello stesso paese.

Non posso dare quindi grossi consigli su come cercare alloggio ma un suggerimento che mi sentirei assolutamente di dare è di considerare la distanza da un eventuale posto di lavoro. Il traffico di Nairobi può essere infernale perciò è importante, se possibile, vivere vicino ai luoghi in cui si dovrà essere spesso (vedi lavoro o scuole).

Il costo degli alloggi a Nairobi può variare tantissimo in base alla zona in cui si cerca casa. Può andare dai 700€ il mese per un monolocale a Kileleshwa a 300€ per una piccola villetta appena fuori Ngong.

É, quindi, difficile poter generalizzare il costo di un alloggio in città.

Com’è la tua vita quotidiana?

La mia vita non è molto diversa da quella che probabilmente avrei avuto rimanendo in Italia. Essendo Ngong un paese relativamente grande, ho tutte le comodità che avrei avuto a Galbiate, il paese da cui vengo. Spostandomi 20 minuti in macchina, arriverei a Nairobi, una grossa città paragonabile a Milano, dove si può trovare di tutto e di più.

La mia vita quotidiana, quindi, è quella di una mamma, moglie e casalinga come la si può pensare in Italia.

Ovviamente, avendo un solo stipendio in famiglia, ci sono dei piccoli sacrifici da fare perciò la mia vita è semplice, con la possibilità di togliersi pochi sfizi (soprattutto per quanto riguarda le mie voglie di cibo italiano), ma allo stesso tempo ci sentiamo fortunati rispetto ad altre famiglie che non possono contare nemmeno su uno stipendio.

Puoi descriverci Nairobi?

Come dicevo prima, Nairobi è una città molto grande. Se si calcola che ha una popolazione di più di 4 milioni di persone (senza contare le città periferiche) potete capire come possa essere molto vasta e varia.

Nairobi è, come tutte le grandi città, divisa in quartieri. Tra questi ci possono essere quelli più residenziali (come Karen e Runda) e quelli con più attività commerciali (ad esempio CBD o Upper Hill). Sono numerosi anche gli slums (come Kibera o Mathare). Inoltre, le città periferiche (Ngong e Thika, tra le molte) sono ormai inglobate nella città di Nairobi che è costantemente in crescita ed evoluzione.

Considerando tutto ciò, potete immaginare come possa essere questa città: traffico, smog e gente in movimento 24/24.

Una bellissima particolarità è, però, che Nairobi è l’unica città al mondo ad avere al suo interno un parco nazionale (un piccolo pezzo di savana abitato da leoni, giraffe, elefanti e molti altri animali).

Laura Mariani Ngong Kenya

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi in Kenya?

Credo che i consigli da dare a chi si vuole trasferire in Kenya possano essere infiniti.

Come prima cosa consiglierei di passare un periodo di tempo abbastanza lungo qui, per poter capire se è il Paese che fa al caso vostro, ed eventualmente quale parte del Kenya è la più adatta per voi e per il vostro stile di vita.

Dopo di che, se si decide che il Kenya è il Paese giusto per voi, allora dovrete armarvi di molta pazienza: come vi ho detto i documenti necessari possono metterci molto tempo prima di essere approvati. Altre procedure necessarie possono essere lente, ma il mio consiglio è quello di avere pazienza e non cercare di velocizzare i passaggi.

Altra nozione che credo sia importante sapere è che non sempre il costo della vita in Kenya è più basso rispetto a quello in Italia. Non pensate, dunque, che in Kenya potrete avere tutte le comodità, gli agi e uno stile di vita come quello italiano a un costo minore rispetto a quello in Italia. Il costo della vita qui è più basso se si decide di vivere uno stile di vita kenyano e si ha la capacità di sapersi adattare.

E quali a chi sta pianificando il primo viaggio nel Paese?

Se state pensando di fare un viaggio in Kenya iniziate leggendo il più possibile al riguardo (anche sul mio blog se vi va 😉 ) così da iniziare a farvi un’idea sul periodo e le attrazioni migliori per voi. Dopo di che, potrete scegliere se organizzarvi autonomamente o affidarvi a qualcuno, ma in entrambi i casi vi consiglio di assicurarvi che, a fronte dei pagamenti, otteniate le ricevute ufficiali e vi rivolgiate a persone professionali.

A questo punto, semplicemente godetevi il viaggio, la natura, la cultura e il cibo del Kenya. Questo Paese ha molto da offrire ai turisti oltre ai safari e alle spiagge da sogno, perciò cercate di assorbire il più possibile e di conoscere il Kenya senza fermarvi ai pregiudizi.

Cos’hai imparato, per ora, vivendo lì?

L’insegnamento maggiore è quello di avere sempre la mente aperta, non fermarsi ai pregiudizi o al sentito dire. Ho appreso che è sempre importante essere curiosi e imparare da ogni occasione che si presenta.

Progetti futuri?

Chi lo sa… questo è stato il mio progetto di vita degli ultimi anni e devo dire che, tutto sommato. non mi è dispiaciuto. Ho imparato a vivere alla giornata, senza farmi troppe ansie pensando al futuro.

Tra poco inizierò un nuovo lavoro che vorrà anche dire organizzare la mia vita diversamente da com’è ora.

Un progetto che spero di portare avanti a lungo è il mio blog/diario in cui do sfogo alle mie passioni: la scrittura, la fotografia e i viaggi.

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