Joel Holmberg, Canada

Joel Holmberg, canadese della regione di Alberta, ha mandato in tilt l’intero stato del Canada la scorsa settimana con un post sulle reti sociali in cui offre la propria terra ad una famiglia di Nativi Americani.

La proprietà di Holmberg si estende per circa 5 acri (20.234mq circa) nelle vicinanze di Edmonton: “Vogliamo condividere il nostro piccolo pezzetto di terra rubata – ha detto Holmber nel post – con una famiglia nativa (First Nation family, ndr), e riscoprire assieme il valore della libertà e dell’autosufficienza”. Il post termina così “Se siete una Famiglia Nativa, avete bambini, siete una famiglia seria e pulita e volete vivere in libertà su questa terra, qui troverete una casa pronta ad accogliervi.

Nessun affitto, nè bollette, solo libertà…” Holmberg ha fatto questa scelta dopo essere stato testimone dell’assoluzione di Gerald Stanley, un fattore del Saskatchewan che ha ucciso un Nativo Americano, Colten Boushie.

“Mi hanno sempre insegnato – dice Holmberg – che le First Nation Families sono formate da persone rispettose della natura e degli altri, ed è un insegnamento che ho potuto provare in prima persona. Alcuni anni fa, mentre mi trovavo nel Saskatchewan per un trattamento medico, ho potuto prendere parte ad una cerimonia a casa di boushie, nella comunità Red Pheasant First Nation. Lì ho toccato con mano la differenza con il Canada più freddo ed implacabile. La mia offerta vuole far capire che non tutti i canadesi sono uguali, e che non tutti la pensano allo stesso modo sulle Famiglie Indigene (si parla di razzismo ed emarginazione soprattutto).”

Holmberg ha sottolineato come lo abbia colpito il fatto che il Canada sia uno stato interamente rubato alle Famiglie Indigene: anche la sua proprietà, per cui ha lavorato sodo e che forse finirà di pagare tra 20 anni. Un ladrocinio, dice, iniziato con i primi invasori ed i primi governanti, di cui sicuramente facevano parte anche i suoi stessi antenati. Ora – afferma – vuole riparare, anche se in piccola parte, questo danno, e spera che il suo gesto sia di esempio per altre persone.

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“Quando i primi colonizzatori arrivarono – racconta – si prepararono una serie di trattati di collaborazione pacifica con le Famiglie Indigene: una collaborazione che prevedeva l’utilizzo della terra e delle risorse naturali da parte di tutti, senza distinzione. Ma questi trattati non sono mai entrati in vigore.Eppure io credo ancora in un Canada condiviso, in una visione di condivisione della terra e dei suoi beni”.

Holmberg è cresciuto nell’Ovest, a Kootenays, dove a scuola ha imparato la storia e la cultura dei Nativi Americani: “C’è molta falsità e molto mito attorno alla cultura delle Famiglie Indigene – racconta – Le persone non ne capiscono il buon carattere nè la loro natura rispettosa e spontanea, e c’è molto razzismo, soprattutto nelle Praterie”. Racconta anche di come provi spesso a parlare con persone di comunità non Indigene, ma di come, ogni volta, si scontri con un’atmosfera negativa e spesso di tensione. “Solo per ignoranza” sentenzia “Per la paura di ascoltare e capire, e cercare di creare una connessione tra tutti. Se le persone sapessero ciò che realmente è accaduto qui, si renderebbero immediatamente conto, nella loro coscienza, che è tutto sbagliato. Ma ci sono persone come me, che sanno di chi è la terra su cui vivono, e ne conoscono la vera storia. Quella che vogliono provare a cambiare”.

Il post di Holmberg ha fatto il giro degli USA e centinaia di Famiglie Indigene si sono messe in contatto con lui. “L’unica cosa che voglio – dice – è sapere che la famiglia che verrà qui vuole portare avanti la storia, le tradizioni e la cultura dei Nativi Americani. E che non consumi nè droghe nè alcohol”. Holmberg si dice entusiasta del progetto, e non vede l’ora di trovare la famiglia giusta per iniziare questo percorso di condivisione ed autosufficienza “Sono sicuro che riconoscerò la famiglia giusta: cacceremo e pescheremo insieme, vivremo e coltiveremo la terra insieme. Sono molto fiducioso e felice di questa scelta”.