Irene: qui a Londra sono felice

A cura di Maricla Pannocchia

Irene, originaria di Grosseto, in Toscana, è arrivata a Londra nell’ormai lontano 2011. Dopo aver frequentato un Master lì, la donna ha trovato un lavoro ben retribuito e, poi, ha aperto la sua scuola d’italiano che si rivolge a tutti coloro che, per i motivi più svariati, desiderano apprendere la nostra lingua e conoscere meglio la nostra cultura.

“Quando ho deciso di trasferirmi qui, l’ho fatto alla cieca” racconta Irene, che non era mai stata a Londra prima. Tuttavia, la fortuna era dalla sua parte, perché, grazie a una conoscenza della madre, ha trovato casa con una coinquilina ancora prima di partire e, tramite le conoscenze della padrona di casa, il suo primo impiego a Londra, nella ristorazione, appena 4 giorni dopo l’arrivo.

“Naturalmente, vivere e lavorare a Londra oggi è più difficile, per via della Brexit” racconta Irene, “Per fortuna, quando è entrata in vigore, io vivevo qui già da 9 anni e ho ricevuto il permesso di soggiorno permanente. Il problema si presenta, semmai, quando voglio andare in Italia con mio marito inglese. Prima della Brexit, lui non aveva bisogno del visto mentre oggi deve richiederlo.”

A proposito dell’Italia, nonostante la donna sia molto soddisfatta della scelta fatta e della vita nella capitale inglese, tra i piani futuri c’è quello di passare più tempo nel suo Paese natale, “lo apprezzo sempre di più e, ogni volta in cui ci torno, è un vero piacere.”

Irene Malentacchi Londra

Ciao Irene, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao, sono Irene Malentacchi, vengo da Grosseto (Toscana) e vivo a Londra da 12 anni. Dopo la scuola superiore, mi sono trasferita a Firenze per frequentare il corso di Studi Interculturali presso l’Università degli Studi di Firenze. Subito dopo la laurea, mi sono trasferita a Londra.

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Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Ho deciso di lasciare l’Italia dopo la mia laurea triennale. Fin da quando ero piccola, avevo il sogno di vivere all’estero e d’imparare l’inglese. Questo mio sogno, poi, è stato accompagnato dal desiderio di vivere in un Paese che offrisse opportunità ai giovani. È proprio qui che ho completato il mio Master.

Come mai hai scelto di trasferirti proprio a Londra?

Per me Londra rappresentava la città dell’inglese per eccellenza. Avevo questa idea, che se ci ripenso adesso mi vengono un po’ i brividi, che Londra equivalesse al “vero inglese”. Non ci ho messo molto a capire che la città era molto più di quello. La moltitudine di culture e lingue che ci sono a Londra è incredibile e questo la rende la versione migliore di ciò che mi aspettavo.

Eri già stata a Londra prima del trasferimento?

No, non c’ero mai stata prima. Mi sono trasferita a occhi chiusi. Avevo visto Londra solo nei films e ne avevo sentito parlare dalla mia professoressa d’inglese. Ero curiosa e timorosa allo stesso tempo. Avevo così tanto da imparare, sotto ogni punto di vista, e allo stesso tempo mi chiedevo se ce l’avrei fatta.

Irene Malentacchi Londra

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Alcune persone credevano, o speravano, che sarei tornata dopo pochi mesi. Sono molto legata alla mia famiglia e ai miei amici, quindi, nessuno si aspettava che mi sarei trovata talmente bene qui da rimanerci.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Prima di partire, avevo fatto domanda per il Master all’università di Westminster. Purtroppo, non hanno accettato la mia domanda ma io ho deciso di partire comunque per fare un po’ di esperienza. Ho comprato un biglietto di sola andata e ho avuto la fortuna che mia mamma, parlando con la segretaria della sua dottoressa, scoprisse che sua figlia viveva a Londra e cercava una coinquilina. Il problema dell’alloggio era già risolto. Mio fratello si è offerto di accompagnarmi e di stare qualche giorno lì con me, così ho preparato la valigia e siamo partiti. Una volta arrivati, ho avuto la fortuna di scoprire che la proprietaria di casa conosceva un ristorante che cercava personale. Dopo quattro giorno dal mio arrivo a Londra, ho iniziato a lavorare.

Ricordi cos’hai provato nel primo periodo di vita lì?

Ero sicuramente entusiasta e curiosa ma anche spaesata. Nonostante vivessi e lavorassi principalmente con italiani, mi sono ritrovata a dovermi immergere in una città in cui non ero mai stata. Sicuramente c’era l’emozione iniziale di vivere in una città all’estero, da sola, ma, allo stesso tempo, mi sono ritrovata a dovermela sbrigare da sola con questioni burocratiche o a sentire la mancanza dei miei cari.

Di cosa ti occupi?

Ho fondato una scuola d’italiano per stranieri, online e in presenza. La nostra scuola offre servizi per persone che sono interessate a imparare l’italiano per viaggiare, per amore, per lavoro o, semplicemente, per passione. Offriamo lezioni individuali, di gruppo, club del libro e workshop di cucina. A parte gestire la scuola, i corsi e le nostre insegnanti, insegno anche.

Irene Malentacchi Londra

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Pensi che sia facile entrare nel mondo del lavoro londinese?

Era sicuramente più semplice fino a circa un anno fa. La Brexit e la crisi economica che stiamo vivendo hanno avuto un impatto sul mondo del lavoro. Conosco persone che hanno perso il proprio lavoro durante o dopo il Covid-19 e hanno impiegato quasi un anno a trovare una nuova occupazione. Certo, Londra è una città che offre molte opportunità in tutti i settori, dall’ospitalità alla finanza, ma la situazione è sicuramente cambiata da quando mi sono trasferita qui nel 2011.

Quali cambiamenti ha apportato la Brexit nella tua vita e a Londra in generale?

Per quanto riguarda la mia vita, non ha portato cambiamenti terribili. Fortunatamente, vivevo a Londra già da 9 anni quando la Brexit è entrata in vigore, quindi, ho ricevuto il permesso di soggiorno permanente. È una noia per i famigliari e gli amici che devono o hanno dovuto fare il passaporto per venire a trovarmi ma non è la fine del mondo. Un problema un po’ più grande si presenterà qualora mio marito inglese ed io volessimo trasferirci in Italia o passare più tempo lì. Prima della Brexit, lui non aveva bisogno di un visto, adesso sì. Per quanto riguarda Londra in generale, la crisi economica è abbastanza evidente.

Che consigli daresti a chi, pur essendoci la Brexit, sogna ancora di trasferirsi a Londra o nel Regno Unito in generale?

Consiglierei di non arrendersi al fatto che sia più difficile entrare e rimanere di quanto non lo fosse in passato. Londra è una città per cui vale la pena lottare!

Pensi che sia necessario sapere l’inglese sin da subito?

Sì, anzi, sarebbe ancora meglio arrivare con un buon livello di inglese. È vero che è possibile impararlo sul posto ma arrivare con una buona conoscenza aiuta molto nell’integrazione e a sentirsi meno isolati. L’inglese che impariamo a scuola, purtroppo, non è sufficiente. Consiglio di guardare films o serie televisive per abituarsi alla varietà di accenti.

Irene Malentacchi Londra

Quali sono, secondo te, i pregiudizi più diffusi su Londra?

Il primo che mi viene in mente è, ovviamente, quello sul clima. Prima di trasferirmi qui avevo l’idea che sarebbe piovuto tutti i giorni. Il clima non è dei migliori ma ci sono anche periodi nei quali godiamo di giornate meravigliose. Un altro pregiudizio è che il cibo non sia buono ma questo dipende da dove si va a mangiare.

Hai scoperto qualcosa sulla città che proprio non ti saresti aspettata quando stavi in Italia?

Purtroppo, sia io sia le persone che mi vengono a trovare, abbiamo notato un certo livello di sporcizia che si può trovare in alcuni quartieri. Essendo una città così grande, credevo che la pulizia delle strade e dei marciapiedi sarebbe stata di un altro livello. Un altro aspetto negativo è il divario tra i ricchi e i poveri. Ci sono molti senzatetto, soprattutto da dopo la Brexit.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Per fortuna, sono stata accolta molto bene e non ho mai avuto problemi. Quando ho conosciuto mio marito, mi ha presentato alla sua famiglia e ai suoi amici. Sono stati tutti molti accoglienti e hanno sempre cercato di farmi sentire a mio agio.

Londra è una città multiculturale. In quali aspetti della vita quotidiana lo riscontri di più?

Nella varietà del cibo disponibile nei supermercati e nei ristoranti con cucine proveniente da tutto il mondo. Il fatto che una pietanza indiana sia considerata uno dei piatti nazionali inglese, dice tutto. E poi, basta girare per le strade e aguzzare l’orecchio per sentire persone che parlano lingue differenti.

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Quali sono state le principali difficoltà da affrontare e come le hai superate?

La lingua e il potermi rapportare con altre persone. Ho fatto fatica a integrarmi in situazioni sociali quando non mi sentivo sicura del mio inglese. Preferivo non parlare perché avevo paura di fare errori o di essere presa in giro. Ho superato questa difficoltà con il tempo. Un’altra difficoltà è stata la lontananza da casa e la mancanza della mia famiglia. Fortunatamente, potevo parlare con i miei cari e i miei amici tramite Skype.

E quali, invece, le gioie e le soddisfazioni?

Poter completare un Master tutto in inglese, ottenere un lavoro ben retribuito e, infine, aprire un business che sta portando i suoi frutti. Devo dire, poi, che anche integrarsi nella cultura, fare nuove amicizie e sentirsi a casa in un Paese nel quale non avevo mai messo piede prima sono state delle belle soddisfazioni.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Sì, troverei un alloggio con inquilini non italiani. Non che io abbia qualcosa contro i miei connazionali ma credo che questo avrebbe velocizzato il mio apprendimento dell’inglese e anche la mia integrazione nella città. A coloro che hanno intenzione di trasferirsi all’estero, consiglio vivamente di allargare i propri orizzonti e di uscire dalla zona di comfort. Sono consapevole che trovare il proprio circolo con altre persone italiane possa essere un porto sicuro ma suggerisco di sforzarsi e uscire dalla propria cerchia. Questo aiuterà a ambientarsi nella città e nella nuova cultura.

Cos’hai imparato, finora, vivendo lì?

Tante cose, dalla lingua all’essere indipendente. Ho imparato che non si deve mai giudicare un Paese senza esserci mai stati prima ma anche ad essere aperta e curiosa verso le altre culture.

Progetti futuri?

Espandere la mia scuola d’italiano. L’obiettivo è di poter aiutare coloro che vogliono andare in Italia, quelli che hanno un partner italiano o che, semplicemente, vogliono essere in contatto con la cultura italiana. Poi, vorrei passare più tempo in Italia. Negli ultimi anni ho veramente imparato ad apprezzare il mio Paese e, ogni volta che ci torno, è un vero piacere.

Per seguire e contattare Irene:

E-mail: info@italianinlove.com

Sito web: https://italianinlove.com/

Instagram: https://www.instagram.com/_italianinlove_/