Giulietta: vivo all’estero da più di 26 anni

A cura di Maricla Pannocchia

Fuori Italia da oltre 26 anni Giulietta, originaria di Torino, ha vissuto a Stoccolma, nella Silicon Valley, in Giappone e in India. La donna si sposta per via del lavoro del marito e con le tre figlie. “Credo che vivere all’estero ci apra la mente” racconta Giulietta, “E che sia un regalo inestimabile che facciamo ai nostri figli. Nonostante questo, non consiglierei di partire all’avventura ma di farlo solo dopo aver buttato giù un bel piano e con un contratto di lavoro in mano, anche semplicemente per andare dall’Italia alla Francia.”

In tutti i Paesi in cui ha vissuto, la donna si è trovata bene, “ognuno è arrivato nel momento giusto della mia vita.” Dopo aver scritto due libri, uno in italiano e uno in inglese, relativi al mondo dell’espatrio e aver lavorato in settori diversi, al momento Giulietta si dedica all’ambientarsi nel suo nuovo mondo, consapevole che “finché si fanno progetti, ci si sente vivi!”

Giulietta Cerruti Montreal

Ciao Giulietta, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Mi chiamo Giulietta, sono torinese, fuori dall’Italia da più di 26 anni. Appassionata di vita all’estero, ho fatto del nostro perenne spostarci il mio modus vivendi. Ho 3 figlie nate e cresciute all’estero, una gatta che è ormai al suo quarto Paese, un marito e compagno di avventura con il quale, Paese dopo Paese, ho costruito casa un po’ ovunque.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Sono partita nella primavera del 1997 per raggiungere il mio neo marito (nonché fidanzato storico) a Parigi. Lui era già all’estero da un paio d’anni, partito subito dopo la laurea in ingegneria per un’esperienza lavorativa a Londra. A quei tempi, per due giovani laureati come noi, le porte in Italia erano aperte, ma avevamo voglia di metterci alla prova e da lì ci abbiamo preso gusto. Da coppia siamo diventati famiglia a Parigi dove, tra il 1997 e gli inizi del 2002, sono nate le nostre tre figlie.

Adesso vivi a Montreal ma, prima, hai vissuto nella Silicon Valley e a Stoccolma. Cosa puoi raccontarci di queste due esperienza?

In realtà, prima della Svezia e della Silicon Valley, abbiamo vissuto in Francia a due riprese, in Giappone e in India. Tutte esperienze bellissime e diverse tra loro. Ogni posto ci ha accolti bene ed è stato perfetto per la fase di vita in cui ci trovavamo!

Cosa ti ha spinta a trasferirti in Canada?

Come per tutti i nostri spostamenti, il motore della nostra partenza è stato il lavoro di mio marito. Ovviamente, tutte le volte la decisione di partire e di accettare una nuova sfida professionale, l’abbiamo presa insieme. Questo è estremamente importante quando ci si muove in coppia e in famiglia, perché dobbiamo essere sulla stessa lunghezza d’onda e decidere insieme.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Traslocare non è mai semplice, ma ci sono le società apposite che ti aiutano sia per la parte logistica (trasloco) sia per l’installazione. Noi abbiamo una relocation che ci ha aiutati soprattutto nella ricerca della casa, comunque, dopo tanti anni all’estero, tante partenze e altrettanti atterraggi, faccio sempre tesoro delle esperienze precedenti, e serve!

Sono 26 anni che vivi all’estero, quanto spesso torni in Italia?

In questo siamo fortunati perché ci torniamo molto spesso. Rivedere la famiglia e gli amici di sempre è importante e poi respirare un po’ d’Italia fa sempre bene.

Quando sei in Italia, che differenze noti con lo stile di vita dei Paesi in cui hai vissuto?

Difficile dirlo, in Italia siamo sempre in un mood vacanza, non immersi in una routine giornaliera. Noi poi andiamo a Torino, che è la nostra città e, per questo, fatichiamo a criticarla, o in Salento, che è un posto da sogno. Torino è una città che ha fatto veramente un salto in avanti, più moderna, più attiva, rispetto ai tempi della mia adolescenza. Il Salento per noi è diventato un posto del cuore, quasi perfetto.

Di cosa ti occupi?

Ho fatto tantissime cose nella mia vita, mettendo anche tanto altro tra parentesi per privilegiare le scelte professionali di mio marito. Ho messo in piedi progetti al ritmo dei nostri spostamenti in giro per il mondo e tutti mi hanno dato molte soddisfazioni. Inoltre, scrivo da sempre, ho un blog attivo dalla fine del 2008 dove racconto di noi e della nostra vita all’estero. Ho anche scritto due libri sull’espatrio, uno in italiano e uno in inglese (disponibili su Amazon).

È facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Per lavorare in Canada, come negli Stati Uniti e nei Paesi extraeuropei in generale, necessitiamo di un visto di lavoro, non si viene qui, come si può andare in Europa, per cercare un impiego. Si arriva qui con un lavoro o per studiare. Seconde me, non ci si dovrebbe mai spostare senza un contratto firmato, questo anche solo dall’Italia alla Francia.

Che consigli daresti a chi vorrebbe cercare lavoro lì?

Usare LinkedIn, inviare il proprio curriculum, guardare quali sono le opportunità.

È importante saper parlare la lingua locale sin dall’inizio?

Questo sicuramente. Non dimentichiamo, poi, che il Quebec è francofono. A Montreal si parlano entrambe le lingue, cioè inglese e francese, ma penso che una buona base di francese sia necessaria.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare lì?

Visti, permessi di lavoro, non è un processo semplice e immediato.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Noi abbiamo avuto un agente immobiliare che ci ha aiutati nelle visite. Il mercato degli affitti è molto piccolo e abbastanza stagionale, se arrivi fuori stagione c’è poca scelta. Inoltre, abbiamo letto molto per capire quale zona ci piacesse di più, abbiamo visitato diverse aree cercando di cogliere veramente le vibrazioni di una certa zona. Mio marito ha passato qui lunghi periodi prima del nostro trasferimento, e, abitando qui per un po’, si è reso conto meglio di dove ci sarebbe piaciuto posare le valigie.

Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo il giusto?

La vita è cara e parlare di “spendere il giusto” è molto soggettivo. Non viviamo tutti nello stesso modo, una famiglia ha bisogno di cose che una coppia o un single non cercano. Sul quanto costa vivere qui, a parte il fatto che sia sicuramente molto più caro che in Italia, è difficile generalizzare.

Puoi dirci i prezzi di beni e servizi di uso comune?

2 litri di latte costano 5$

La baguette tra i 3$ e i 5$ (a seconda che la si compri al supermercato o in panetteria)

6 uova 3.7$

Un pacco da 600grammi di Corn Flakes 8$

Il biglietto della metropolitana per 1 corsa semplice intero 3,75$ (ridotto 2, 75$)

Come valuteresti servizi come la sanità, i mezzi pubblici e la burocrazia?

La metropolitana è pulita, funziona bene ma non ha una rete così estesa. Per la sanità, penso sempre che, finché non si ha un problema serio, è difficile giudicare. Nel sistema pubblico c’è molta attesa. Per la burocrazia, non ho avuto ancora modo di capire bene, ma per molti versi sono simili agli svedesi, un po’ ottusi nel seguire pedestremente le regole senza riuscire ad applicare delle sfumature.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

I locals mi sembrano estremamente cortesi e aperti al contatto.

Come descriveresti le loro vite?

Sicuramente hanno un aspetto che li accomuna agli svedesi, la vita all’aria aperta. Forse più si vive al freddo, più si approfitta della natura in tutto il suo splendore.

Com’è, invece, la tua giornata tipo?

Per il momento siamo ancora in fase di atterraggio. Le giornate, almeno per me, sono una diversa dall’altra e tutte proiettate verso la scoperta del mio nuovo mondo.

Ci sono mai stati momenti di seria incomprensione tra te e i locals?

Non per ora.

Puoi condividere con i nostri lettori degli episodi d’integrazione che ricorderai per sempre?

Siamo stati recentemente invitati a un bellissimo evento mondano al Museo delle Belle Arti (che, tra l’altro, è meraviglioso). È stata una piacevolissima serata nella quale ci siamo sentiti accolti e ben integrati.

Quali pensi che siano i pregiudizi più diffusi sul Canada e sui suoi abitanti?

Sicuramente il clima freddo, cosa vera, certo, ma si sopravvive. Sugli abitanti non saprei, anche perché, comunque, il Quebec è un Canada un po’ particolare, con quel qualcosa di europeo nell’aria veicolato dal francese.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Lo stesso consiglio che do per qualsiasi Paese: partite con un progetto concreto e un contratto di lavoro firmato. Non partite all’avventura.

A chi suggeriresti un trasferimento proprio a Montreal?

In generale, penso che un’esperienza all’estero faccia un gran bene, apra gli orizzonti e ci aiuti a uscire dal guscio, qui a Montreal come altrove.

Cosa si fa, lì, in ambito artistico, ricreativo e culturale?

Direi che c’è molto: musei, teatri e attività per tutti i gusti.

Quali consigli hai per chi, invece, vorrebbe andare in vacanza a Montreal?

La città è bella, un misto di città Nord Americane, un po’ Chicago, un po’ New York, con quell’aria un po’ europea che la rende speciale.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Ogni Paese in cui abbiamo vissuto ci ha conquistati, non cambierei neanche una virgola.

Giulietta Cerruti Montreal

Cos’hai imparato, finora, in questi 26 anni di vita all’estero?

Ho imparato che il mondo è un bellissimo terreno di gioco, che vivere all’estero ci mette a nudo e nello stesso tempo ci regala soddisfazioni immense e che espatriare in famiglia è un immenso regalo che facciamo ai nostri figli.

Pensi di rimanere a Montreal “per sempre” o di spostarti nuovamente un domani?

Siamo appena arrivati, per ora ci godiamo il presente.

Progetti futuri?

Le idee sono sempre tante e, finché si fanno progetti, ci si sente vivi!

Per seguire e contattare Giulietta:

Sito web: https://icerrutiinindia.com

Instagram: @giuliettasaconney

I miei libri:

Living, learning and growing as a globe trotting family

Manuale pratico dell’espatrio, come sopravvivere in giro per il mondo

Amazon: https://www.amazon.se/dp/B09YQF2PVP