Gabriella: dopo aver vissuto a Lisbona sto partendo per Bangkok

A cura di Maricla Pannocchia

Gabriella sa quando fermarsi da qualche parte, ovvero quando le sembra che tutto quadri, e che quello sia il posto giusto, nel momento giusto. È così che la donna ha lasciato la sua Italia per vivere in Portogallo, precisamente a Lisbona, città che offre moltissimo ma in cui è molto difficile trovare alloggio.

Tanto per cominciare, gli stipendi portoghesi generalmente sono bassi e, per esempio, guadagnando 1.000 Euro al mese e vivendo da single, è possibile affittare una stanza in una casa in condivisione con altre persone e, considerata qualche uscita e le spese varie, è difficile mettere qualcosa da parte. Gabriella sta per partire per la Thailandia, Paese che la chiama da un po’, in quello che sarà sia un viaggio spirituale sia un modo per allenarsi a vivere come nomade digitale, “almeno fino a quando l’azienda per cui lavoro me lo permetterà. In realtà, mi piacerebbe lavorare meno al computer e più a contatto con le persone”.

A chi sogna di lasciare l’Italia e trasferirsi altrove, Gabriella ricorda che spesso, per iniziare, non c’è bisogno di avere chissà quanti soldi da parte e che, lungo il percorso, troverete persone e opportunità vicine a voi.

Gabriella Thailandia

Ciao Gabriella, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Olà! Mi chiamo Gabriella, Gabry per gli amici, ho 37 anni e le mie radici sono salentine. Sono nata in questo splendido angolo della Puglia, in un paesino piccolo circondato da campagna e non lontano dal mare. Sono cresciuta a piedi scalzi tra ulivi ancestrali e spiagge meravigliose, al ritmo incalzante dei tamburelli che fa da contrappeso allo scorrere lento di una vita semplice.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Avevo 28 anni e avevo appena concluso la laurea specialistica in psicologia clinica.

Seppur molto appassionata del mio ambito di studio, ero fuori corso da qualche anno e in quel periodo mi sentivo demotivata. Ero a Padova, e forse il grigiore padano mi era entrato dentro. Nonostante avessi attorno degli ottimi amici e considerassi quella città la mia seconda casa, non mi sentivo per nulla “a posto”, non mi sentivo “nel mio posto”. Non riuscivo a pensare che il prossimo step dopo la laurea sarebbe stato dimenarmi tra tirocini infiniti e non pagati, lavoretti precari, scuole di specializzazione costose, per poter esercitare una professione all’interno di un sistema che non mi piaceva.

Ammiravo i miei colleghi e amici per la loro motivazione e per i sacrifici che facevano, ma dentro di me c’era una voce che mi diceva che quella non sarebbe stata la mia strada. Allo stesso tempo, pensavo ai miei che mi avevano supportato economicamente con gli studi, ai loro sacrifici, alle loro aspettative. Ero come bloccata da tempo e sentivo l’impatto del contesto socio-culturale sulle mie scelte ma non volevo essere in balìa del contesto. Mi sentivo in una campana di vetro fatta di strade asfaltate e privilegio, mancava l’aria.

Ai parenti e amici come regalo di laurea chiesi non oggetti ma soldi. Li misi assieme a pochi (pochissimi) risparmi, e li investii in un biglietto per l’Australia, un visto working holiday e un’assicurazione sanitaria.

Avevo rotto il vetro.

Hai trovato supporto o persone che ti hanno scoraggiato in merito a questa tua scelta?

Ho una famiglia e degli amici meravigliosi, che mi hanno sempre supportata, mai scoraggiata. Lo considero un gran privilegio.

Ero una ventottenne allo sbaraglio, con poche centinaia di euro in tasca e pochi piani. Gli amici mi dicevano che ero coraggiosa ad andare incontro a un cambiamento così, verso l’ignoto. Io mi c**avo addosso onestamente, mica mi sentivo coraggiosa. Le persone migliori del mondo forse neanche lo sanno, ma il coraggio arriva dalle loro parole, dal loro saper ascoltare, dagli abbracci stretti, dal comprendere in silenzio. Grata, ho raccolto quel coraggio e l’ho messo in valigia. Sono rimasta in Australia per tre anni, e poi via un altro anno in Nuova Zelanda.

Tra strade incrociate con anime belle, eventi, storie, luoghi ed energia sono stati degli anni di incredibile crescita personale, fatti di una miriade di esperienze che non avrei potuto nemmeno immaginare prima.

Adesso vivi in Portogallo. Dove abiti precisamente e di cosa ti occupi?

Vivo a Lisbona da quasi 4 anni, e da quasi tre lavoro in un’azienda di e-commerce nella moda di lusso, occupandomi di operations e assistenza ai clienti.

Come sei finita proprio lì?

Diciamo che dopo quello che io chiamo ‘il trauma padano’, prediligo naturalmente i luoghi che abbiano qualcosa in comune con la mia terra. La santissima trinità dei salentini ‘lu sule, lu mare, lu vientu’ è diventato il minimo comun denominatore dei luoghi in cui mi fermo.

Non ero mai stata in Portogallo prima e non sapevo cosa aspettarmi. Dai racconti delle persone che ci erano state avevo solo una vaga idea di un Paese affacciato sull’oceano, tranquillo, con un buon clima e dove la gente è legata alle tradizioni.

Non sapevo nient’altro, ma il bello per me è anche questo: partire senza aspettative e aperta ad accogliere qualunque cosa si presenti sulla strada. Questo è parte della mia filosofia. ‘Trust the universe’ non è un cliché, per me è un’emozione intima, sottile, che s’insinua dentro man mano che aumenta la tua consapevolezza di te stesso e del mondo.

Arrivi in un posto, stai bene, ci rimani; non ti piace, te ne vai; se ti manca, tornerai.

Sono arrivata in Portogallo a maggio del 2019 e la mia valigia si è rotta lo stesso giorno. Non ci ho pensato neanche a prenderlo come un segno, ma alla fine sono a ancora qua.

Presto, però, ti trasferirai in Thailandia. Come mai proprio in quel Paese?

Il minimo comune denominatore! Il sole, il mare, il vento – spero poco, che finora ne ho avuto abbastanza di vento nei Paesi in cui ho vissuto. Scherzi a parte, è ormai da tempo che sento come un forte richiamo interiore verso questo Paese e di voler esplorare una cultura così diversa da quella europea. Anche della Thailandia ho solo una vaga idea, un insieme di impressioni trasmesse dai racconti dei viaggiatori che ho incontrato e dagli scrittori che raccontandola mi hanno ispirato, una curiosità e un’attrazione incredibili. Sento che la mia strada oggi si dispiega in direzione Asia e sui passi del buddismo.

Solitamente intervisto persone che si sono già trasferite in un determinato luogo estero da un po’ mentre tu sei nella fase finale della preparazione per questo tuo trasferimento in Thailandia. Cosa ci puoi dire di questo periodo della tua vita? Come ti senti?

Ancora una volta, mi sento come se mi stessi auto-tirando un calcio verso l’ignoto. Sento di nuovo quella voce che mi dice che è ora di uscire dalla zona di comfort e di esplorare nuove possibilità, di fare le cose che mi appassionano. Sento che devo cambiare alcune variabili della mia vita e confidare nell’universo. Qualunque cosa accada, sono pronta ad affrontarla.

Sono molto emozionata e anche un po’ ansiosa, non lo nascondo, ma so che mi basterà essere sul volo per Bangkok e sarò tranquilla.

Come ti sei preparata o ti stai preparando dal punto di vista pratico e burocratico?

La burocrazia nel mio caso è stata limitata al riuscire a fare qualche vaccino (nessuno dei quali obbligatori ma ho scelto di farli), devo dire con molto stress per via del terribile sistema di salute portoghese.Purtroppo ho scoperto troppo tardi che non potevo fare la patente internazionale dal Portogallo con la mia patente italiana, ma si può fare solo in Italia, quindi l’idea di guidare un motorino sulle isole o nei posti meno trafficati è andata in fumo.

Per quanto riguarda i visti, per adesso ho deciso di cominciare questo nuovo capitolo entrando in Thailandia visa exempt, ovvero con il passaporto italiano posso stare nel paese fino a 45 giorni (che a quanto pare dal 31 marzo torneranno a essere 30 giorni) senza pagare un visto, dimostrando che ho un biglietto di uscita. Dopo si vedrà.

Per quanto riguarda aspetti pratici come ad esempio ‘cosa mi porto nello zaino’, questa volta sono molto fiera di me stessa: dopo viaggi su viaggi fatti con zaini pesanti e robe inutili, stavolta parto con uno zaino di 8 kg e uno zainetto piccolo. È un traguardo per me, eh!

Hai delle paure o insicurezze riguardo a questo nuovo capitolo della tua vita?

Le paure e le insicurezze svaniscono nel nulla quando non hai aspettative. Credo di riuscire a prendere ogni cambiamento con filosofia, lascio le porte aperte e nel bene o nel male qualunque cosa succeda, qualunque scelta faccia, farà parte del mio cammino e potrà solo arricchirmi. Non ho di che avere paura.

Al contrario, è stata proprio la paura di perdere tempo prezioso a farmi decidere che era ora di compiere questo passo.

Che cosa ti aspetti dalla Thailandia?

Come detto prima, non ho delle aspettative precise. Ho voglia di sperimentare la vita da nomade digitale, finché l’azienda per cui lavoro me lo fa fare. Forse l’unica cosa che mi aspetto è d’incontrare lungo il cammino persone che mi siano d’ispirazione con le loro esperienze e storie, creare nuove connessioni con anime più simili a me. Poi, penso che sarà anche un viaggio spirituale.

Hai già una sorta d’itinerario prestabilito o un’idea di dove vivere in pianta stabile?

Ho solo prenotato i primi giorni a Bangkok, poi mi sposterò a Kho Phangan e da lì passerò a esplorare altre isole nei giorni in cui sarò in ferie, ma non ho ancora fatto nessun piano. Vorrei muovermi lentamente, conoscere i posti e quando avrò la sensazione che è il posto giusto al momento giusto mi ci fermerò fino a quando mi andrà.

Passando al Portogallo, invece, come valuteresti il rapporto costo/qualità della vita?

Il rapporto costo/qualità della vita in Portogallo è molto relativo.

Dipende tanto da che lavoro fai, che salario hai e che stile di vita ti piace fare.

Gli stipendi portoghesi in generale sono piuttosto bassi, ma tutto dipende dalla posizione lavorativa che si ricopre e da dove vuoi abitare.

Con uno stipendio da 1000 € vivendo da single a Lisbona città, ora come ora potrai solo permetterti di affittare una stanza in una casa condivisa, che costerà più della metà dello stipendio. Il resto lo spenderai in qualche uscita (senza strafare), spese di sussistenza e non riuscirai a mettere da parte molto a fine mese.

Questo rapporto costo/qualità della vita cambia se mutano le variabili come stipendi superiori, vivere in coppia o dover sostenere una famiglia eccetera.

È facile, secondo te, trovare un alloggio? Quali sono i costi medi?

Per mia esperienza personale posso limitarmi a parlare di Lisbona e qui ci vado secca: trovare un alloggio in città da residenti e con un salario medio portoghese non è facile, anzi, è diventato un incubo. Le case disponibili sono veramente poche e i prezzi sono assurdi. Una stanza in affitto in casa condivisa a partire da 500€, un bilocale dai 1000 (se sei fortunato), per dare un’idea.

I fattori principali che hanno fatto schizzare i prezzi in questi ultimi anni sono: gli effetti della gentrificazione e dell’utilizzo di moltissimi appartamenti a scopo turistico; la massiccia speculazione edilizia perpetuata dai fondi d’investimento immobiliari; gli investimenti esteri tramite Golden Visa.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Purtroppo all’inizio non sono riuscita ad approfondire molti rapporti con la gente locale, quindi non ho vissuto un vero e proprio momento di ‘accoglienza’ appena trasferita. Ero in una grande città e in un contesto lavorativo internazionale, dove i portoghesi stavano sempre un po’ sulle loro.

Mi sono poi rifatta nella penultima casa in cui ho vissuto, in un bairro tradizionale nel centro città, grazie a degli splendidi vicini che per due anni mi hanno fatto sentire come in una grande famiglia. Vi dico solo che hanno un tavolo comune nella strada, dove appena c’è una buona occasione (o anche senza) si cena tutti assieme.

Quali sono i luoghi da visitare assolutamente durante un primo viaggio in Portogallo?

Le prime visite generalmente si fanno alle città e ai posti più gettonati: sicuramente Lisbona e dintorni, tra cui la magica Sintra; l’Algarve e le sue magnifiche spiagge; Porto; le incredibili isole Azzorre.

Hai avuto modo di visitare posti poco frequentati dai turisti? Potresti suggerirne alcuni ai nostri lettori?

Direi di sì, e ne vale veramente la pena se si vuole vivere l’essenza e la varietà di questo Paese. Suggerisco di noleggiare una macchina per visitare la bellissima costa dell’Alentejo, con alcuni posti abbastanza turistici ma che non ti daranno mai la sensazione di quel turismo di massa soffocante.

Stupenda anche la valle del Douro, con paesini e paesaggi caratteristici fatti di  verdi colline terrazzate, dove vengono prodotti i migliori vini portoghesi e il tipico vino Porto.

Per gli appassionati camminatori, sempre nella costa Alentejana c’è un cammino costale antico chiamato ‘Trilho dos Pescadores’ (sentiero dei pescatori), che fa parte dell’estesa rete di sentieri della ‘Rota Vicentina’. Credetemi, ne vale la pena!

Poi ci sono vari cammini che portano a Santiago de Compostela, questa volta il mio consiglio è di fare quello costale che parte da Porto e percorre, appunto, la costa più a Nord del Portogallo e poi della Galizia.

E ne avrei tanti altri da suggerire, il Portogallo è un Paese piccolo ma racchiude tante gemme da scoprire.

In che modo ti ha cambiata questo tuo vivere all’estero?

Vorrei dire che mi ha cambiata radicalmente, ma non nel senso di stravolgimento. Piuttosto, credo che tutte le strade percorse alla fine mi abbiano portata alle radici di me stessa, alla rivelazione della me più autentica. Sono figlia di una cultura pervasa da tanti aspetti per cui mi sono spesso sentita sbagliata e fuori posto, per citarne solo alcuni il patriarcato, il sessismo, il perbenismo, le influenze cattoliche, la competizione e l’arrivismo e chi più ne ha più ne metta.

Quello che è cambiato è il mio approccio verso il mondo, le persone, e verso me stessa: i meccanismi di attrazione e di repulsione si tengono ora in equilibrio, con consapevolezza di essere una donna libera (e privilegiata).

Pensi che tornerai mai in Italia in pianta stabile?

Non ci penso, il concetto di stabilità non risuona con me, purtroppo. Se un giorno sarò in Italia e sentirò di essere al posto giusto nel momento giusto, allora mi ci fermerò.

Che consigli daresti a chi sogna di mollare tutto e trasferirsi fuori dall’Italia?

Ascoltate i vostri desideri più intimi, dategli forma, scriveteli su un foglio a penna. Faranno emergere la vostra motivazione e vi faranno muovere i primi passi.

Se non avete chi vi supporta, state tranquilli che il supporto migliore lo si trova strada facendo, partire per credere. Se qualcuno vi mette i bastoni tra le ruote, liberatevi delle ruote. Se avete delle situazioni a cui non potete rinunciare, dato che anche ai propri sogni non bisognerebbe rinunciare, trovate un compromesso.

Preparatevi a livello pratico, Google sarà il vostro miglior alleato. Fate ricerche, leggete, confrontatevi con la gente, fate domande, entrate in contatto con persone che hanno più esperienza: cambiare Paese o vita non dev’essere sempre iper-programmato o completamente allo sbaraglio. Il nuovo capitolo della vostra vita comincerà sicuramente nel modo più appropriato e unico.

Non fatevi scoraggiare se non avete dei risparmi, per trasferirsi in un altro Paese e ricominciare da zero non serve molto, ci sono tanti modi per cominciare senza avere grosse spese. Potrei scrivere un articolo intero qui ma mi rendo disponibile per consigli pratici, avendolo fatto già 3 volte.

Osservate le vostre paure e preoccupazioni. Sono temporanee, cambieranno nel tempo e non saranno più le stesse, alcune svaniranno completamente.

Liberatevi di ogni aspettativa e allo stesso tempo non date mai nulla per scontato, nemmeno la vostra forza interiore – per una qualche strana legge dell’universo, è sempre più grande di quello che immaginate.

Restate aperti, umili, non giudicate.

Progetti per il futuro?

Mi piacerebbe lavorare di meno seduta al computer e di più a contatto diretto con le persone e con la natura, per cui sono in fase esplorativa anche a livello professionale. Sto terminando un corso di insegnante di yoga, mi piacerebbe insegnare questa pratica mentre continuo a studiarla e ad approfondirla, nonché integrarla con il mio background di psicologia.

Per scrivere un nuovo capitolo ho bisogno d’ispirazione, di acquisire alcune nuove competenze, fare nuove esperienze e di stabilire nuove connessioni di valore. Pronti!

Per seguire e contattare Gabriella:

Instagram: @another_wandering_woman