Furio, Bangkok e il viaggiare lentamente

“Al posto di pensare a QUANDO sarà la tua prossima vacanza, dovresti forse costruirti uno stile di vita da cui tu non senta il bisogno di scappare,” Seth Godin. Febbraio è il mese migliore per visitare Bangkok. Dimenticati i quaranta gradi all’ombra e le tempeste tropicali. D’inverno il cielo è terso e si arriva al massimo a trenta gradi.

Esco, mi siedo in un bar con terrazza che da su una viuzza pedonale, ordino una colazione a base di uova, succo di mango e caffè. Attacco la spina del mio portatile Vaio 11.3 pollici alla presa elettrica sul muro. Lo accendo. Inizio a lavorare. Mi perdo tra le ragnatele dei tatuaggi gotici delle turiste norvegesi e le grida stridule delle cameriere avvolte in vestitini succinti volti a svelare seni piccoli e un fondo schiena che non assaggerà mai il sapore della cellulite. Penso che sono da arrivato dieci giorni ma conosco ancora molto poco della città. Passo la maggior parte del tempo in terrazza, a scrivere e programmare un sito web che vedrà presto la luce.

Sono nato e cresciuto in un paesello che sfiora appena i duemila abitanti. Forse è per questo che, a trentun’anni appena compiuti, adoro le grandi città. Qui la gente che incrocia il tuo sguardo non è mai la stessa. C’è sempre una nuova opportunità che ti aspetta. Basta andare a prendersela.

Ode al viaggiare lentamente bangkok

Ma quando si hanno solo quindici giorni per visitare un paese è difficile notare questo genere di cose. Si è troppo occupati a visitare il prossimo tempio buddhista o ad organizzare la trasferta verso l’antica città di Ayutthaya. Sì, quella a due ore di distanza dalla capitale. Una faticaccia. Ma ti hanno detto che è imperdibile.

E magari avrai paura di uscire la notte. Perché quello che non conosciamo ci spaventa. Sempre. E una città come Bangkok, Bogotà o Pechino non la si conosce in due giorni. Neanche in un anno, a dire il vero. Però diciamo che in qualche giorno ci si ambienta. Si acquista coraggio. Si visitano quartieri che non hanno niente di turistico. Quartieri autentici. Quartieri che non sono nemmeno citati dalla Lonely Planet : O

Ho scritto quest’articolo con l’intento di ispirare e provocare tutte quelle persone che sono stanche di aspettare il cinque di agosto per poter andare in ferie e poi si ritrovano ad arrancare di treno in treno per poter visitare la Cina – o l’Australia – in quindici giorni perché, pensano:

“Devo approfittarne adesso, chissà quando sarà la mia prossima vacanza.”

Finisce poi che tra il mal di fuso orario, le levatacce all’alba per vedere il più possibile e i trasferimenti in notturna si diventa degli zombies ipersensibili, ci viene l’acne, la diarrea e la stitichezza allo stesso tempo. L’ho so bene io, che anni fa me ne andai a Pechino partendo dalla Francia e ci rimasi solo sei giorni (le vacanze erano quelle che erano). Tre ore dopo essere atterrato mi ritrovai già ad arrancare sulle scalinate che conducono alla Grande Muraglia di Mutianyu.

Visitare la Grande Muraglia era sempre stato il mio sogno. Ma non me la godetti per niente. Ero in preda a una crisi isterica dettata dalla differenza di fuso orario, il cibo schifoso di Air France e gli spasmi intermittenti del mio intestino, probabilmente dovuti al cambio d’aria misto alla mia eccitazione per essere finalmente approdato nella Terra di Mezzo.

VIAGGIARE LENTAMENTE bangkok

Come viaggiare lentamente

Viaggiare dovrebbe essere un’esperienza che ci arricchisce, non un’attività stressante che, una volta tornati a casa, ci fa desiderare di avere un’altra settimana di ferie per recuperare dalle fatiche delle vacanze.

Viaggiare lentamente ha invece qualcosa di appagante, vagamente mistico. Lo so che adesso starai pensando “Certo, la cosa ha senso per te che lo puoi fare, ma la mia situazione è diversa.” E invece sono sicuro che c’è tanto che puoi fare anche tu.

Uno. La prossima volta che hai due settimane di ferie evita di tracciare un itinerario di viaggio che comprenda la Romania, l’Ungheria, e il ritorno in Italia con stop a Vienna dopo l’attraversata a nuoto del Danubio.

Accontentati di una città. Potresti magari visitare il festival musicale Sziget di Budapest.

Due. Se sei un lavoratore dipendente negozia un periodo di assenza dall’ufficio con il tuo capo.

Nel 2007 avevo l’assoluto bisogno di imparare l’inglese.

Chiesi così al mio capo cinque settimane di “ferie,” decisamente più di quanto pattuito dal mio contratto.

VIAGGIO Lento bangkok

Gli promisi però che avrei passato l’intero periodo a Londra, che mi sarei iscritto a un corso intensivo di inglese e che sarei ritornato con una conoscenza più o meno passabile della lingua. Lui mi concesse le cinque settimane. E io al ritorno non lo delusi, presentando il nostro lavoro di ricerca in inglese di fronte a una platea di duecento professori, ingegneri e studenti di dottorato come me.

E nonostante fossi occupato otto ore al giorno con l’inglese, trovai comunque il tempo di visitare Londra e i suoi pub e partecipare a tre bellissimi festival musicali tenuti nei vari parchi della capitale britannica.

Perché per viaggiare e conoscere non bisogna per forza essere in ferie. Io arrivo a rifiutare in pieno il concetto di “ferie.” L’idea di starmene due settimane in panciolle non fa per me. A me il mio lavoro piace. Non sento il bisogno di evadere.

In 4 ore alla settimana, Tim Ferriss spiega come, in tanti casi, si possa addirittura negoziare con il nostro capo un lavoro a distanza.

Non si tratta solo di teorie, il libro descrive le tattiche per riuscirci e abbonda di esempi di gente che c’è riuscita.

Ma se stai leggendo Voglio Vivere Così probabilmente queste cose già le sai. E anche tu sogni di aver il tempo per poter viaggiare lentamente. O magari trasferirti in una città dove ci sia meno nebbia che a Torino o Milano.

Ecco, riprendendo la citazione con cui ho aperto l’articolo, al posto di pensare a quando sarà la tua prossima vacanza, dovresti forse costruirti uno stile di vita da cui tu non senta il bisogno di scappare.

Furio è uno scrittore e webdesigner freelancer che vive in Cina da tre anni. Nel tempo libero si dedica a Non Voglio Lavorare, un blog dedicato a chi è in cerca di un nuovo stile di vita.