Fiorenza Parsani e il suo gruppo di Wander Girls

Di Enza Petruzziello

Si chiamano donne vaganti, anzi “wander girls”. Sono le ragazze italiane nel mondo, giovani e non, che per lavoro, per piacere o per amore si sono trasferite all’estero per qualche anno o per sempre. Una comunità expat tutta in rosa che attraverso il travel blog “WanderGirls Italia vuole raccontare il mondo che ci circonda con gli occhi e il cuore delle donne italiane che lo vivono. Ragazze che amano viaggiare, sognare e vagare, appunto. Tanti i consigli che è possibile trovare sul sito, alla scoperta di luoghi che chiamano casa nella sezione Travel; gustosi e preziosi consigli culinari nella sezione Food e tanti pensieri per affrontare la vita da emigrante in Vita da Expat.

A creare questa grande e rosa comunità, che ad oggi conta ben 30 “adepte”, è Fiorenza Parsani, expat italiana dal 2017 a Melbourne. In Australia si è trasferita per intraprendere quella che definisce una nuova avventura lavorativa. Nata e cresciuta in un piccolo paese in provincia di Bergamo, dopo gli studi in comunicazione d’impresa e un master in marketing digitale, Fiorenza inizia a lavorare nell’ambito marketing e vendite viaggiando in lungo e in largo: da Chicago a Milano fino a Melbourne dove ormai vive stabile, insieme a suo marito. «Fin dalla tenera età sono stata attratta dalle novità, dai viaggi e dalle scoperte. Grazie alla mia curiosità e ad una buona dose di irrequietezza ho sempre amato uscire dalla mia comfort zone», racconta nella sua presentazione su WanderGirls Italia.

Fiorenza Parsani e il suo gruppo di Wander Girls

Fiorenza, l’Australia non è esattamente dietro l’angolo, quando e perché hai deciso di trasferirti a Melbourne?

«Un’offerta lavorativa inaspettata è giunta a inizio 2017. Io e mio marito ci siamo consultati, abbiamo riflettuto (nemmeno troppo!) e poi deciso: era un’occasione che non potevamo rifiutare. In passato non avevo mai preso in considerazione l’Australia nemmeno per una vacanza: “troppo lontana”, “ma poi non c’è niente in Australia”, mi ero sempre detta. Ed ecco che ad agosto 2017 ho fatto i bagagli alla volta di Melbourne. In sei mesi abbiamo cambiato lavoro, vita, emisfero e ci siamo trasferiti!».

Che cosa non andava più nella tua vecchia vita in Italia a tal punto da spingerti a questo cambiamento così radicale?

«Io e mio marito Andrea condividiamo la passione per i viaggi e per l’estero. Per un certo periodo abbiamo desiderato trasferisci in un’altra nazione, nonostante l’amore per la nostra bella Bergamo dove ci sono i nostri amici più cari e le nostre famiglie. Una buona dose di curiosità mista ad istinto e naturale irrequietezza mi hanno spinta, fin dalla tenera età, oltre la mia comfort zone alla scoperta di nuove conoscenze, persone, culture, luoghi e attività. Viaggiare, vagare e confrontarmi con culture diverse mi affascina da sempre».

Quella in Australia non è la tua prima avventura all’estero. A soli 17 anni hai frequentato un anno di liceo a Chicago attraverso il programma Intercultura. Che esperienza è stata?  

«Posso definire il mio anno a Chicago “A Life in a Year”. Attraverso l’associazione Intercultura ho vissuto un intero anno scolastico a Chicago, una delle città più belle al mondo (sono di parte, lo so!) ospite di una famiglia locale. Tuttora considero Chicago la mia seconda casa dove ho affetti e ricordi indimenticabili. Intercultura è una sfida, un percorso educativo, un’esperienza che contribuisce alla crescita. E soprattutto è una storia che dura tutta la vita».

Torniamo all’Australia, come sono stati gli inizi a Melbourne?

«A distanza di 20 anni dalla mia prima esperienza di vita all’estero, ho iniziato una nuova avventura da expat. Io e mio marito ci siamo trasferiti per avviare la filiale di un’azienda italiana che produce caschi e, da subito, non abbiamo avuto un attimo di tregua. E forse è andata bene così: abbiamo evitato lo shock culturale e climatico. I primi tempi sono stati intensi ed emozionanti: tutto era completamente nuovo, nulla familiare. Mi ricordo le prime “spedizioni” al supermercato: fissavo per minuti interi gli scaffali per poi rinunciare. Essere expat non è sempre facile, anzi. Integrarsi con una cultura diversa dalla nostra, seppur simile è un’attività complicata che richiede tempo e determinazione».

In Australia vigono leggi molto ferree per quanto riguarda l’immigrazione. Dal punto di vista burocratico, dei visti e dei permessi di soggiorno, a te come è andata?

«La nostra azienda si è occupata delle pratiche di visto per il nostro trasferimento. Le procedure per le richieste dei visti sono molto rigide; l’azienda deve dimostrare che sia necessaria l’assunzione di una persona straniera attraverso la presentazione di documenti che giustifichino l’inserimento di uno straniero anziché di un australiano. Abbiamo prodotto,dunque, tutta la documentazione necessaria, superato i test di inglese ed atteso il verdetto! In Australia c’è tanto spazio. Ma non c’è posto per tutti: non entri se non hai i requisiti e i documenti necessari. Non resti se non hai il visto corretto. Non resti se non rispetti le regole e la cultura. Il percorso per ottenere la cittadinanza è lungo e passa attraverso un iter che cambia continuamente».

Come è vivere a Melbourne?

«Melbourne è sicuramente una città cara, in particolare per quanto riguarda i costi delle abitazioni e degli affitti. A Melbourne si vive bene, non c’è nulla da dire. I servizi sono ottimi e ci si sposta comodamente con i mezzi pubblici che, all’interno dell’area cittadina, sono gratuiti. La città si sta trasformando velocemente e sta vivendo una fase di crescita eccezionale: si parla di circa 100.000 persone in più ogni anno! Questo influisce sulla qualità della vita sicuramente: il traffico è aumentato e il trasporto pubblico spesso ne risente. Per me, abituata alla traffico della A4 in direzione Milano… questa è però una passeggiata!».

Quali sono gli aspetti positivi e che ti piacciono di più della città in cui abiti, e viceversa quali quelli negativi?

«Melbourne è bellissima. Mi piace vivere in una grande città a “misura d’uomo”. Spostarmi con i mezzi pubblici giorno e notte mi fa sentire libera e sicura. Mi piace prendere la mia bicicletta e raggiungere il mare in 5 minuti, raggiungere Albert Park per una passeggiata o prendere un aperitivo sul fiume Yarra. Mi piace il melting pot nel quale sono inserita, conoscere persone da ogni parte del mondo e sperimentare cucine nuove. D’altro canto, la mia famiglia è lontana. I miei amici di sempre anche. E la solitudine è dietro l’angolo. A questo non ci si abitua».

Oltre al tuo lavoro, qualche mese fa hai deciso di creare WanderGirls Italia, comunità expat al femminile che vuole raccontare il mondo dal punto di vista delle donne che lo vivono. Come è nata questa idea?

«Adoro scrivere e viaggiare. Da sempre. Con la mia partenza ho iniziato un travel blog che poco dopo si è trasformato in una community di donne che hanno vissuto o stanno tuttora vivendo una vita all’estero. WanderGirls Italia è la comunità delle donne  italiane che per lavoro, per piacere o per amore si sono trasferite all’estero per parte della loro vita e sono entrate a far parte del magico mondo degli expat. Avevo voglia di dimostrare che noi donne sappiamo fare squadra e che sappiamo dare vita a progetti super!».

Da chi è composta la squadra delle Wander Girls? E come vi siete conosciute?

«Attualmente la squadra è composta da circa 30 WanderGirls sparse per tutto il mondo. Senza i social network, inutile dirlo, non ci saremmo mai conosciute!».

Ognuna di voi, vive e lavora in un paese e continente diverso, dall’Europa all’America, dall’Asia all’Africa fino all’Oceania. Quali sono gli aspetti che vi uniscono e che in generale sono comuni a tutte le donne expat nel mondo?

«Ci unisce la determinazione e la voglia di condividere le nostre esperienze, e il desiderio di “vagare” (wander, appunto) alla ricerca del nostro posto nel mondo. O meglio, dei nostri posti, perché uno solo non basta! Essere donne expat può essere una sfida intensa. Confrontarsi con altre donne che stanno vivendo o hanno vissuto le stesse emozioni e gli stessi dubbi aiuta».

Quali informazioni è possibile trovare sul vostro travel blog?

«Noi WanderGirls raccontiamo il mondo grazie ai nostri viaggi e alle nostre esperienze in terra straniera, senza dimenticare i luoghi dove siamo cresciute. Oltre alla sezione TRAVEL abbiamo anche una sezione dedicata al FOOD, perché ogni viaggio non è completo se non accompagnato dalla scoperta dei suoi ristoranti delle ricette dei luoghi che lo caratterizzano. Infine, abbiamo un spazio che si occupa a 360 gradi della vita da expat e delle sue sfide».

Le difficoltà di trasferirsi in un paese straniero sono tante: una nuova lingua, nuove culture e usanze, l’accoglienza e l’ambientazione. Ci sono i consigli che vi chiedono più spesso e quali ti senti di dare a chi sta per trasferirsi all’estero?

«La paura è il comprensibile freno per il trasferimento. “Sono troppo vecchia”, “Sono troppo giovane”, “Ho i figli”. Le scuse possono essere tante, ma se la scelta è stata presa, per vari motivi, è quella giusta. Armatevi delle vostre doti migliori e partite: accettazione (degli altri, delle diversità, di se stesse e delle proprie debolezze); determinazione (indispensabile); pazienza. E infine una buona dose di incoscienza. Senza quella nessuno partirebbe, no? E soprattutto, don’t look back, but only forward!».

WanderGirls Italia è aperta a tutte le donne che per vari motivi si sono trasferite fuori dai confini italiani. In che modo le nostre lettrici possono partecipare alla vostra comunità?

«Wandergirls sta crescendo a vista d’occhio. Chi volesse partecipare come autrice può compilare il form sul nostro sito: https://wandergirls.blog/contatti/. La partecipazione è gratuita e volontaria. Richiediamo 5 articoli l’anno e l’interazione attraverso i canali social».

Come è cambiata la tua vita da quando sei in Australia?

«Trasferirmi a ben oltre 10.000 km di distanza da casa ha essenzialmente stravolto la mia vita. E mi ha dato la possibilità di capire chiaramente quali fossero i miei bisogni e i miei desideri. Alcuni, per lo meno! Mi ha messo a nudo e liberato da certi vincoli mentali che, inevitabilmente, il tuo ambiente ti trasmette. Per il resto sono sempre io. Non cambio».

Hai viaggiato molto per lavoro e per piacere. I tuoi progetti futuri?

«Ecco la domanda da un milione di dollari (australiani, ovviamente!). Ho viaggiato molto e, tuttora mi sposto frequentemente per lavoro e piacere. I progetti sono tanti, sempre. Se non avessi progetti sarei persa! Ma, per ora, il mio posto è qui a Melbourne. Non è tempo di tornare né di cambiare. Sono felice di essere qui. Dove c’è uno spazio per me. Forse temporaneo, ma c’è. Anche se, devo ammetterlo, passo da: “starò qui per sempre” a “ma cosa ci facciamo qui, torniamo a casa domani!”».

Questo il link al blog WanderGirls Italia:

www.wandergirls.blog/

Ma potete trovare Fiorenza e le WanderGirls anche su Facebook:

www.facebook.com/wandergirlsitalia/

Instragram:

www.instagram.com/wandergirls_ita/