La storia di Enrica e Paolo e del loro trasferimento a El Hierro

Un incontro fatale quello tra Enrica, medico di famiglia e Paolo, tour leader specializzato sulla Libia, avvenuto tra le dune del deserto. “Due scapoloni quarantenni” che si sono incontrati, si sono innamorati e hanno deciso di lasciare le loro vite italiane per dedicarsi ad una vita più semplice, basata più sulla qualità che sulla quantità.

E quale meta scegliere per una vita così se non l’isola di El Hierro? Ora Paolo ed Enrica vivono in una casa isolata, con orto e frutteto, si dedicano alla vendita di prodotti biologici, offrono escursioni e camminate sull’isola, oltre a collaborare con le istituzioni in un progetto di manutenzione della rete dei sentieri.

Paolo, raccontaci della tua “prima vita”…

Quando ho lasciato la casa dei miei genitori avevo 20 anni ed è stato per seguire un corso di inglese a Londra che mi serviva per l’università che stavo frequentando, anche se non con troppo entusiasmo. Ho vissuto a Londra per cinque meravigliosi anni, periodo che mi ha aiutato a crescere fuori dal guscio della famiglia; ho fatto un po’ di tutto riempiendo poco a poco il mio bagaglio personale di esperienze, ma soprattutto mi ha conquistato subito la passione per il viaggio, la curiosità di vedere e conoscere luoghi nuovi, diversi, i loro abitanti e di scoprire quanto il mondo fosse grande, ma allo stesso tempo piccolo e di quanto fosse meraviglioso! Ho viaggiato in Europa, in Africa, in Estremo Oriente, in Medio Oriente, in Asia, in Sud America, ma il Paese che mi ha dato di più e dove ho passato più tempo è stato l’India, con la sua varietà di paesaggi, di persone e la forte spiritualità. Sono stati anni bellissimi che hanno riempito una parte della mia vita.

Hai raccontato di essere stato un nomade. Quali difficoltà hai dovuto affrontare? E di quali gioie hai potuto godere?

Nomade perché non avevo una fissa dimora e soprattutto perché tutto ciò che possedevo stava nel mio zaino, fedele compagno di viaggio! Non ho ricordi di difficoltà particolari che non si affrontano anche in una vita “normale”: mi sono ammalato in luoghi esotici e ho chiesto aiuto a medici “esotici” e queste sono forse state le difficoltà maggiori; per il resto ricordo solo gioie ed un gran senso di libertà.

Poi hai conosciuto Enrica e la tua vita è cambiata…raccontateci qualcosa del vostro incontro:

L’incontro con Enrica è stato magico! Ogni volta che penso a quel momento, nonostante siano passati più di 13 anni, provo ancora una intensa emozione!

Enrica, medico, con il desiderio di staccare per due settimane e ritornare nel deserto, Paolo tour leader specializzato sulla Libia. All’epoca eravamo due quarantenni scapoloni e l’idea del matrimonio era lontana. Sono bastati un paio di giorni e la magia della prima duna nel deserto a manifestare i nostri sentimenti!

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Da parte mia (Paolo), mi sono sentito letteralmente guidato a lei e le mie “paure” alla fine del viaggio e nelle settimane successive non hanno avuto un gran seguito. Nel giro di pochi mesi abitavamo già insieme e per quanto mi riguarda, la mia vita cambiava giorno per giorno e il vuoto che avevo dentro, senza rendermene conto, si riempiva!

Ora vivete a El Hierro, da quanto tempo?

Siamo arrivati la prima volta da turisti a fine novembre 2003; ci hanno accolto una serie di giornate meravigliose e l’isola bella come non mai! Siamo ritornati un paio di mesi più tardi per avere una conferma di tanta bellezza e siamo ritornati in Italia dopo tre settimane con un terreno ed una casetta! Abbiamo fatto per un po’ Italia/Spagna finché non ce l’abbiamo fatta più ed abbiamo deciso di trasferirci definitivamente. Tutto è avvenuto nel 2009.

Prima di scegliere El Hierro come meta avete valutato altre destinazioni?

Prima di arrivare a El Hierro non avevamo mai valutato altre destinazioni dove trasferirci. La nostra vita era quasi perfetta: un buon lavoro, vivevamo in una casa in campagna lontano dalla frenesia della città. L’unica cosa che cercavamo al di fuori di tutto ciò era il mare, che diventava sempre più spesso la meta dei nostri viaggi.

Come mai la scelta è ricaduta proprio su quest’isola?

Per caso. I genitori di Enrica abitano nel sud di Tenerife e ci chiedevano spesso di andarli a trovare, ma a noi l’idea di passare dei giorni nel caos di Costa Adeje, nel sud dell’isola, non piaceva per niente. Un giorno abbiamo detto di sì, ma con la riserva di visitare un’altra isola e come ci avevano consigliato un paio di amici, che oltretutto non c’erano mai stati ma avevano letto cose meravigliose, siamo capitati a El Hierro.

Vivere a El Hierro

Di cosa vi occupavate in Italia tu ed Enrica? Ed ora invece?

Enrica: io ero medico di famiglia, agopuntore ed omeopata.

Paolo: io lavoravo come tour leader freelance con alcuni tour operator: primavera ed autunno portando americani in bicicletta in Italia e non solo; in estate ed inverno invece mete più esotiche, con italiani alla ricerca di avventura, in Paesi come Libia, Mongolia, Botswana, etc.

Ora ci occupiamo dei turisti che arrivano nell’isola, ancora pochi, soprattutto di coloro che vogliono scoprire la meravigliosa rete di sentieri che percorre l’intera isola; abbiamo una piccola impresa composta da me ed Enrica ed offriamo escursioni e camminate. A parte ciò, nell’isola non si sopravvive con una sola attività; vendiamo anche prodotti bio per catalogo alle poche famiglie interessate e ci occupiamo della manutenzione della rete dei sentieri. Nel tempo libero c’è sempre l’orto, il frutteto ed il giardino da guardare, il cagnolino…insomma non c’è tempo per annoiarsi!

Come è cambiata la vostra vita?

Fondamentalmente viviamo ancora più a contatto con la natura e questo era senza dubbio un nostro obiettivo e poi molto più in contatto fra di noi, visto che ogni attività la gestiamo insieme. Abbiamo “semplificato” la nostra vita, scegliendo la qualità piuttosto che la quantità!

Enrica ci vuole tanto coraggio nel lasciare un lavoro come il tuo. In questo cambiamento di vita cosa hai lasciato per strada e cosa invece hai guadagnato?

…ma sai, non ho mai riflettuto in questi termini di perdita e guadagno. Di fatto la cosa che più mi legava al mio lavoro di medico era la relazione con le persone, la loro diversità, la possibilità di dare aiuto, ma tutto questo si trova nella vita di tutti i giorni ed oggi con il vantaggio, di poter incontrare gli altri senza “etichette” di medico e paziente. È stato molto stimolante rimettermi in discussione e guadagnarmi fiducia e amicizia senza che l’essere medico mi aprisse o chiudesse porte e possibilità. Certo il lavoro di medico può riempire di significato la vita, ma da tempo non trovavo il senso unicamente in quel ruolo, quanto piuttosto in molti interessi e passioni vincolati alle scelte piccole o grandi che ognuno di noi può e dovrebbe fare nel quotidiano. Da sempre il contatto con la natura è stato la mia guida e la principale fonte di energia, cosicché vivere in quest’isola è per me un “guadagno” quotidiano!

Vivete in una casa isolata, con orto e frutteto assolutamente bio, offrendo escursioni e camminate per l’isola, vendendo prodotti bio e collaborando con le istituzioni in un progetto di manutenzione della rete dei sentieri. Com’è nata questa idea?

Tutto ciò è nato seguendo semplicemente le nostre necessità ed i nostri desideri. Orto e frutteto bio e vendita di prodotti bio, semplicemente perché siamo consumatori e qui nell’isola non trovavamo tutto ciò di cui avevamo bisogno; in più abbiamo conosciuto alcune persone con le nostre stesse esigenze e da qui è nata l’idea di vendere i prodotti. Escursioni e camminate perché è il nostro modo naturale per essere attivi e, percorrendo i sentieri, ci siamo resi conto delle necessità di manutenzione e quindi abbiamo presentato un progetto che è stato approvato!

Che tipo di riscontro state ottenendo tra la popolazione?

La popolazione dell’isola è quella di un piccolo paese, circa 7.000 abitanti reali, anche se censiti arrivano a circa 10.900. Abbiamo sempre dimostrato un grande rispetto verso tutti e questo è poi stato ripagato dalla fiducia nel nostro modo di lavorare, che ci viene dimostrata quando ci affidano per esempio giornalisti di varie nazionalità da accompagnare nell’isola o come nel caso del lavoro sulla rete di sentieri. L’impresa di escursioni si rivolge a tutti, ma i nostri clienti sono esclusivamente turisti, spagnoli soprattutto, ma anche tedeschi, inglesi, italiani e russi.

Come si vive a El Hierro?

El Hierro non è diverso da altri posti nel mondo: costo e qualità della vita dipendono molto dalla persona e dalle sue esigenze. Diciamo che qui non c’è bisogno del riscaldamento ed è già un notevole risparmio, soprattutto per noi che vivevamo in una cascina fra Torino ed Ivrea; le Canarie sono una regione autonoma dove le tasse sono ridotte rispetto alla penisola, quindi ci sono delle agevolazioni fiscali; rispetto alle isole più grandi, alcune cose possono costare un po’ di più per una questione legata al trasporto; per quanto riguarda la qualità della vita, per noi è insuperabile! Considera che qui le banche lavorano a porte aperte e le chiavi di casa si lasciano nella toppa.

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Meraviglioso! A chi la sconsigliereste invece?

A tutti coloro che hanno bisogno di una vita culturale mediamente intensa. Per il resto non riesco a trovare nessun lato negativo tanto da sconsigliare qualcuno a venirci a vivere. Qui c’è una natura meravigliosa con una fortissima energia che per noi è basilare ed una dimensione dove ancora non si conosce fretta o frenesia, né traffico o ingorghi. Le persone se devono dirsi qualcosa fermano l’auto e parlano con l’amico, mentre chi arriva dietro aspetta pazientemente senza suonare il clacson.

Cosa potrebbe offrire, socialmente e professionalmente, a chi intende trasferirsi per ricominciare una nuova vita?

In questi tempi di crisi El Hierro non è certo una meta che offre molte possibilità: ci sono persone che stanno lasciando l’isola per mancanza di lavoro e, con il turismo che non decolla, mancano una serie di possibilità.

Ci raccontate qualche curiosità sul posto?

La curiosità più in voga è la ripresa dell’attività vulcanica; l’isola è la più giovane dell’arcipelago emersa dall’oceano solo 1 milione di anni fa e da poco più di un anno è ripresa l’attività con una serie di terremoti ed una eruzione sottomarina nel 2011, la più prolungata nel tempo, dopo il Timanfaya a Lanzarote, nelle Canarie in tempi storici. Ora i terremoti sono diventati “un’abitudine” che diventa fonte di conversazione solo quando superano i 3 gradi della scala Richter…come sta succedendo ora! Altro tema molto attuale é la Bajada de la Virgen, giacché il 2013 é anno di Bajada…si tratta di una processione che si svolge ogni quattro anni ed il tempo nell’isola si conta “da Bajada a Bajada”. Questo perché é un evento molto sentito, uno sforzo collettivo in cui si percorrono 28 km, camminando con la statua della Madonna de Los Reyes dal suo piccolo santuario nella zona disabitata dell’isola, fino alla capitale, passando per il punto più alto, il Pico de Malpaso. Partecipano tutti quelli che possono camminare, anche solo per una parte del percorso e ballerini, suonatori di tamburi, pifferi e nacchere accompagnano lungo tutto il tragitto. È un’esperienza con una forza straordinaria anche per chi, come noi, non ha legami particolari con la fede cattolica ed i suoi santi.

Cosa apprezzate maggiormente dell’isola e di cosa fareste volentieri a meno?

Come in molti luoghi rurali, persiste una certa dose di crudeltà, di vario genere, verso gli animali, che non smette di addolorarci. Sembra impossibile, ma non riesco a pensare a null’altro di cui farei volentieri a meno, mentre ciò che apprezzo è proprio tutto ciò che l’isola nel tempo ci ha dato, anche se a volte lottando un pochino! L’isola ci ha insegnato e ci insegna ogni giorno la pazienza e la fiducia.

Vi manca qualcosa del “passato”?

A volte gli amici “lasciati“ ed un buon cinema!

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