Emma: vivo in Norvegia

A cura di Maricla Pannocchia

Emma, originaria di Alghero, in Sardegna, è arrivata a Bergen, in Norvegia, da pochi mesi, ma è espatriata da 15 anni. La donna, che fa tanti lavori, tra cui la scrittrice e l’organizzatrice di eventi, segue il marito ingegnere che deve, appunto, spostarsi per lavoro, “siamo finiti in Norvegia per cogliere al volo un’occasione. Quando scegliamo una meta usando solamente il cuore, è per andarci in vacanza”.

Prima di trasferirsi a Bergen, Emma ha vissuto a Dubai e in Danimarca, “questo mi ha permesso di adattarmi meglio al clima norvegese.” Oltre al clima, un’altra possibile difficoltà da affrontare in Norvegia è il caro vita, “purtroppo non si può fare molto al riguardo, se non essere oculati quando si fa la spesa, ma anche lì ci sono dei limiti. Prima di trasferirsi, è importante sapere che, qui, il costo della vita è elevato.”

La Norvegia ha tanto da offrire, soprattutto in termini di bellezza naturale e, per il futuro, Emma ambisce a creare collaborazioni con enti della cultura italiana in Norvegia, “come ho fatto a Copenaghen. Del resto, penso che l’arte ci permetta di non sentirci mai stranieri.”

Emma Fenu Norvegia

Ciao Emma, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Ciao a tutti, sono Emma, una donna, una studiosa di storia delle donne, una viaggiatrice, un’insegnante, una scrittrice, una madre negata. Sono anche molto altro. Rinasco e mi evolvo, restando fedele a me stessa.

Quando e perché hai deciso di lasciare l’Italia?

Sono nata nella meravigliosa Alghero, in Sardegna, e, da quindici anni, sono espatriata per seguire mio marito che, per esigenze di lavoro, deve spostarsi. Ho vissuto in Medio Oriente, in Danimarca e, da pochi mesi, abito in Norvegia.

Dove abiti precisamente in Norvegia?

Vivo a Bergen, una città stupenda con sette fiordi e sette colli, in cui è sempre Natale. Non è un luogo perfetto, perché i luoghi perfetti non esistono. Qui è il connubio delle culture a essere auspicabile.

Come mai hai scelto di trasferirti proprio lì?

Non ho scelto, è stata un’opportunità che abbiamo voluto cogliere. Ci spostiamo per lavoro e siamo felici d’iniziare nuove avventure. I posti che scegliamo solo con il cuore sono quelli designati per le vacanze.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti alla tua scelta?

Mio marito ed io avevamo entrambi la laurea e ulteriori specializzazioni, ma eravamo rimasti senza lavoro. Tutti hanno pensato che trasferirsi fosse, per noi, una scelta saggia, anche se coraggiosa. Del resto, non sono decisioni che si prendono basandosi sui consigli altrui, ma sono il frutto della propria determinazione.

✎ Tutto quello che c'è da sapere per trasferirsi a vivere in Norvegia

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Ho avuto molte partenze e molti traslochi ma il più significativo da raccontare è quello verso Dubai, risalente a circa tredici anni fa. Non avevamo lavoro e ho deciso di recarmi negli Emirati senza un contratto, per cercare in loco un impiego. Prenotai un volo di sola andata e una camera d’hotel per un mese. Il resto lo avremo costruito a Dubai.

Di cosa ti occupi?

Sono tutor di scrittura creativa ed emotiva, insegnante d’ italiano agli stranieri, organizzo festival letterari, conferenze, convegni, laboratori e spettacoli di parole e musica. Scrivo per testate cartacee e siti web e tengo seminari storico-antropologici per università e gruppi d’interessati. Lavoro, inoltre, come curatrice di collana per la casa editrice “Gli scrittori della porta accanto” e sono presidente e fondatrice dell’associazione culturale “Cultura al Femminile”.

Sei anche una scrittrice. Ti va di parlarci dei tuoi libri?

Scrivo saggi storico – antropologici, l’ultimo sull’analisi della fiaba di Cappuccetto Rosso, storie per ragazzi contro ogni forma di pregiudizio e romanzi storici, come “Le spose della Luna”, che è ambientato al centro della Sardegna e ispirato alla storia vera di una bandita. L’ultimo mio scritto si ricollega al primo, perché tratta di maternità e d’infertilità.

“In cerca di te” è un memoir intimo sul mio percorso di madre negata, dopo nove tentativi infruttuosi di fecondazione assistita. Non è la mia storia più vera, ma la più ombrosa e segreta, dove trovano accoglienza anche il dolore e la rinascita.

Tornando alla Norvegia, pensi che sia facile, per un italiano, trovare lavoro lì?

Dipende dalle competenze. Sa una persona ha un’ottima conoscenza dell’inglese e una discreta padronanza del norvegese, allora cominciare la ricerca di un lavoro è fattibile.

Quali sono i settori in cui, secondo te, è più semplice essere assunti?

Non ho studiato in merito, il mio è un parere parziale da espatriata, non da statista. Mi pare più semplice la realizzazione professionale in settori tecnici. Mio marito è ingegnere e ha opportunità di crescita maggiori delle mie, non solo in Norvegia.

Come funziona, dal punto di vista burocratico, per vivere e lavorare in Norvegia?

La burocrazia norvegese a volte è lunga. Io non ho ancora la residenza e nemmeno un numero identificativo temporaneo ma non è la regola, spesso il procedimento è più rapido. Ovviamente occorre mostrare i contratti di lavoro e locazione.

Pensi che gli stipendi siano in linea con il costo della vita?

Sì. Il costo della vita è altissimo e gli stipendi non possono che adeguarsi.

Puoi dirci il prezzo di alcuni beni e servizi di uso comune (es. benzina, cibo)?

Abbiamo una macchina elettrica che consuma 5kr a kWh, circa 10 centesimi di Euro a chilometro.

Una confezione di pasta o di biscotti costa fra i 3 e i 4 Euro. Confesso di non essere brava con i singoli prezzi, perché detesto fare la spesa e cerco di farla in tempi velocissimi, puntando le offerte.

Come ti sei mossa per trovare un alloggio?

Ho cercato tramite un sito mentre ero ancora in Italia. Mi sono mossa con gli stessi criteri che ho usato in altri miei espatri.

Quali sono i costi medi e le zone in cui è possibile vivere bene spendendo il giusto?

Per chi vuole espatriare, consiglio di consultare personalmente i siti di locazione di alloggi e i gruppi Facebook che offrono appoggio e consulenza agli expats. Io potrei limitarmi alla mia esperienza personale e sono disponibile a rispondere privatamente a chi voglia informazioni che si basano, appunto, sulla mia esperienza diretta.

Quali sono, secondo te, le differenze e gli eventuali punti in comune fra lo stile di vita norvegese e quello italiano?

Bergen è una città universitaria e multiculturale, abituata al confronto e all’accoglienza di persone con culture diverse ma disposte a integrarsi.

In Norvegia l’inverno è lungo, buio e freddo. Questo condiziona l’orario dei pasti e delle ore dedicate allo svago. Vi è molta attenzione a non superare l’orario di lavoro di sette ore e mezza al giorno e il tempo libero viene trascorso con la famiglia o impiegato in palestra e nei numerosi percorsi trekking in città e nelle aree boschive limitrofe.

Com’è una tua giornata tipo?

Lavoro da casa tramite il computer. Scrivo, tengo corsi e lezioni. Quando non sono alla scrivania, leggo per piacere, per valutare manoscritti, per eventuali proposte di pubblicazione e per recensire.

Una volta alla settimana, di solito il giovedì, ma anche il sabato e la domenica, mi dedico alla famiglia, vado a pranzo o a cena fuori, vedo spettacoli teatrali, assisto a concerti di musica classica o a opere liriche, passeggio per il centro e, se piove troppo, mi dirigo verso uno dei centri commerciali.

Vivo qui da pochi mesi, ancora non ho stabilito contatti con le istituzioni che promuovono la cultura italiana. In futuro mi piacerebbe molto iniziare a collaborare con loro, come avvenne a Copenaghen.

Emma Fenu Norvegia

È stato difficile adattarsi al clima norvegese?

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Dopo dieci anni in Danimarca sono abituata! Basta coprirsi bene, assumere la giusta dose di vitamina D e perdonarsi se, ogni tanto, si ha nostalgia del sole.

La Norvegia è famosa per essere piuttosto cara. Hai scoperto qualche “trucco” per risparmiare un po’?

Cerco di frequentare catene di supermercati leggermente più economiche, di scegliere prodotti locali, di cercare le offerte e di non optare per cibi pronti. Molto non si può fare, bisogna essere consapevoli del caro vita.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi lì?

Gli stessi che darei a chi vuole scegliere un’altra nazione. L’espatrio richiede consapevolezza, determinazione, spirito di adattamento, curiosità, accoglienza e passione.

E quali a chi vorrebbe andarci in vacanza?

La Norvegia ha una bellezza da mozzare il fiato. Si resta ammaliati nelle crociere nei fiordi, fra i percorsi nella natura, che cambia nelle varie zone della nazione, davanti ai laghetti circondati dalle casette a punta di vari colori e immerse nel tripudio di addobbi per Natale. E se si va più a nord si può vedere l’incanto dell’aurora boreale.

Hai avuto modo di esplorare altre zone del Paese?

Sono stata nelle zone intorno a Bergen, fra cui merita menzione Flåm, e nella moderna Oslo.

Mi piacerebbe recarmi a Vardø, isola all’estremo nord e luogo in cui furono bruciate molte streghe durante i regni di Cristiano IV e Federico III, poiché me ne occupo da anni nei miei studi sulla storia delle donne.

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Non credo. Guardo avanti, cammino o corro, ma mi concentro sulla bellezza del viaggio.

Che cos’hai imparato, finora, dalla tua vita in Norvegia?

Ho imparato a conoscere meglio me stessa: le mie capacità, la mia forza e anche i miei limiti.

Ho continuato a imparare che per me non ha senso un confronto fra Paesi alla ricerca del migliore. Io amo l’umanità buona e imperfetta e m’interessano e arricchiscono le diversità.

Cosa ti manca di più del Bel Paese?

Il clima, il cibo e, soprattutto, la fantasia e la nostra ironia.

Progetti futuri?

Sto scrivendo altri due libri e sto organizzando le successive tappe di un festival itinerante che ha avuto il suo esordio a settembre. La prossima tappa, con un evento dedicato alla violenza sulle donne, sarà a Catania. Vorrei che anche le terre del nord fossero coinvolte nel progetto perché credo che, attraverso la cultura, l’arte e la musica, che sono davvero linguaggi universali, non ci si senta mai stranieri.

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