Ella: Londra mi ha cambiata completamente

Nonostante sia in procinto di trasferirsi di nuovo, dopo 12 anni di vita nella capitale inglese, Ella,originaria della provincia di Ferrara, sarà sempre grata a Londra, “una città che mi ha letteralmente presa e risputata, permettendomi di migliorare.”

Dopo varie esperienze nel mondo della ristorazione, la donna ora lavora come insegnante di sostegno in una scuola per bambini autistici, ma il suo sogno è pubblicare un libro, e si sta dando daffare con un sito web.

A chi vorrebbe andare in vacanza a Londra, Ella ricorda che non tutti, lì, sono turisti, ma che ci sono anche locals ed expats come lei, che semplicemente vivono la loro vita di tutti i giorni, quindi, “cercate di rispettare le norme locali, come il non sostare a sinistra sulla scala mobile della metro, o il non mettervi davanti ai tornelli a cercare la vostra carta Oyster o i biglietti. Londra è una città in cui, se non sei al passo, chi ci vive non ci pensa due volte a calpestarti.”

Ella Piazzi Londra

Ciao Ella, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…

Sono originaria della provincia di Ferrara, vengo da un piccolo paesino che fa meno di 4 mila anime, tra il fiume Po’ e la riviera Adriatica. Non abbiamo l’ingegno dei romagnoli, non abbiamo i laghi o i monti del nord, abbiamo solo un sacco di nebbia, una campagna sconfinata e una mentalità che chiaramente non spicca per acume. Ho studiato Scienze Politiche e Diplomatiche a Forlì, un po’ sperando, un po’ illudendomi che avrei potuto trovare un lavoro soddisfacente e abbastanza retribuito che non mi tediasse a morte. Non è stato così. Avrei potuto/dovuto fare concorsi per la pubblica amministrazione o accettare stages poco retribuiti in zona e continuare a vivere con i miei. E a quel punto non ce l’ho più fatta…

Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?

… che è uno dei motivi principali per cui ho lasciato l’Italia. Il posto fisso dietro la scrivania, il mutuo che finirai di pagare quando avrai dei nipoti, la macchina, il garage, la media di 2-4 figli e il marito non erano cose che facevano per me. Non lo hanno mai fatto, semplicemente io sono così. Non giudico, non pretendo di essere capita, perche con l’età e l’esperienza ho imparato che per capire qualcuno bisogna avere la mente aperta e capire che gli altri non sono come noi. Dentro sono una nomade creativa: mi piace spostarmi, vivere in posti diversi che hanno culture diverse dalla mia, la carriera non m’interessa, m’interessa di più imparare e viaggiare, infatti sto pianificando dove trasferirmi non appena potrò andarmene da qui, ma di sicuro non sarà l’Italia. Io scrivo e, un giorno, voglio un giorno essere in grado di vivere con i libri che pubblico ma in Italia la media di lettori è bassa, se non bassissima, mentre scrivere in inglese ti dà accesso a un pubblico maggiore. Qualcuno che crederà in me, lo troverò.

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Adesso vivi a Londra. Come mai hai scelto proprio la capitaleinglese?

Londra è stata la prima città straniera che ho visitato. Sono venuta qui per la prima volta negli anni di Cool Britannia, quando le Spice Girls si stavano tristemente separando da Victoria, gli Oasis erano in lotta con i Blur e Trainspotting era IL film (per i giovani, parliamo del 1997…). Londra era l’ombelico del mondo, il posto dove essere perche a Londra c’era tutto. Mi è rimasta nel cuore da subito e in più l’inglese mi è sempre piaciuto.

Come ti sei organizzata prima della partenza?

Sono partita nel 2011 con 1000 Euro (circa £800) in tasca e una valigia con qualche vestito. Non avevo idea del tipo di documenti che mi sarebbero serviti per lavorare qui o di che tipo di lavoro avrei trovato, anche se ho puntato da subito sulla ristorazione perché, purtroppo o per fortuna, è il modo più facile di trovare lavoro, o meglio, lo era prima della Brexit. Adesso è complicato anche lì, e fate attenzione a chi vi promette il mondo perché potrebbe essere una truffa.

Quali aspetti del trasferimento, secondo te, si possono organizzare dall’Italia?

Credo che al momento sia necessario uno sponsor per lavorare e, quindi, poter rimanere in Inghilterra. Quello dev’essereorganizzato dall’Italia, perché qui i controlli su work permit vengono fatti e vengono fatti sul serio. Chi non li fa probabilmente è un datore di lavoro dodgy, quindi fate attenzione. Potete controllare sul sito del governo inglese, vi dicono tutto e sono accurati. E assicuratevi di sapere l’inglese a un buon livello, perché non sarete sempre e solo in mezzo ad altri italiani. Dovrete andare per uffici, dovrete chiedere informazioni, ordinare al ristorante e semplicemente avere a chit chat con i colleghi.

Come hanno reagito amici, parenti e conoscenti davanti allatua scelta?

I miei sperano ancora che torni a casa, non me l’hanno mai perdonata. A sentire loro gli ho fatto un torto personale, quando in realtà sono parte del motivo per cui me ne sono andata dall’Italia. I miei ed io non vediamo sempre le cose allo stesso modo e a un certo punto, semplicemente, mi sono rotta le scatole di non poter fare quello che volevo, così me ne sono andata. Ho accettato che voler essere indipendenti ha comportato momenti buoni, meno buoni e altri in cui ero davvero a terra, emotivamente ed economicamente, ma non rimpiango mai la mia scelta. Un paio dei miei amici più stretti se lo aspettavano che partissi, era nell’aria, conoscenti e gente del paese ancora mi chiedono quando tornerò e se non mi manca l’Italia (non mi mancava quando ci vivevo, con il governo di adesso mi manca ancora meno).

Avevi qualche dubbio o paura prima di partire? Se sì, si sono rivelati fondati?

Paura se ne ha sempre quando s’inizia qualcosa di nuovo. Avevo dubbi sul trovare un lavoro, ma sapevo che ero determinata nel rimanere, quindi, in realtà, non ho avuto tempo per aver paura, ero troppo impegnata ad andare da colloquio a colloquio, il tutto in un’epoca in cui stavamo passando dai Blackberry agli iPhone and CityMapper non era un’app ma il mitico A-Z London Street Atlas, uno stradario di carta fondamentale per navigare a Londra.

Di cosa ti occupi?

Ho lavorato come cameriera per un paio d’anni, poi sono passata in cucina e mi sono reinventata come chef mentre studiavo Creative Writing all’Università qui a Londra. Durante i lock-down ho finito il libro a cui stavo lavorando e l’anno scorso l’ho fatto editare professionalmente, mentre aprivo con la socia e coinquilina il nostro sito, che si occupa di promuovere gli scrittori self-published. Sono nel processo di ricerca di un agente/editore che mi pubblichi, continuo a espandere il sito e da gennaio sono stata assunta come insegnante di sostegno in una scuola per bambini autisti. Finalmente ho chiuso con la ristorazione!

È facile, secondo te, integrarsi nella vita a Londra?

Londra è facile e difficile da vivere. Se siete persone socievoli, che amano la compagnia, riuscirete a far gruppo facilmente ma ricordate che le distanze possono contribuire a “rovinare” le amicizie o comunque a rendere difficile il frequentare gli amici (nessuno partirebbe da Edgware, estremo Nord della città, per andare a un incontro a Clapham, a Sud, sotto al fiume), così come il fatto che le persone possono andarsene velocemente perché cambiano lavoro, tornano ai loro Paesi di origine o vanno altrove. Il ricambio è altissimo e molto rapido. Non prendetela sul personale, funziona così. Imparerai in fretta ad adeguarti a usi e costume locali, come andare per un boccone subito dopo il lavoro (potrebbero essere le 16 o le 17), passare ore al pub pinta dopo pinta e a stare all’aperto anche con 20 gradi e il cielo grigio.

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La capitale inglese è famosa per essere molto costosa…

È possibile, nella tua opinione, viverci senza spendere un patrimonio?

Non più. I prezzi post-Covid e post-Brexit sono alle stelle. Un affitto medio per one bedroom flat è di £1750 in quasi qualsiasi zona di Londra. A meno ci si sposta fuori dalla zona 4 della metro, il che significa tempi di commuting più lunghi o in treno, anche quello molto costoso. Bisogna centellinare ciò che si spende e valutare se è una spesa necessaria o meno. I prezzi sono schizzati alle stelle nel giro di pochi mesi.

Che suggerimenti daresti per trovare un alloggio? Quali sono i costi medi?

Se siete da soli cercate case condivise, aiuta ad abbattere in parte i costi. Assicuratevi che il riscaldamento sia incluso, perché di solito è la bolletta più alta. Ricordate che minimo mezzo stipendio  vi parte per l’affitto. Evitate case con molte persone, massimo 4 o 5, contate i bagni e mezzi bagni a disposizione, accertatevi degli orari dei coinquilini in modo da non avere tutti bisogno del bagno alla stessa ora del mattino. Spareroom.com è un buon sito per trovare casa. I costi medi ormai sono di minimo £800 al mese per una singola. Rimanete entro la zona 4 della metro.

Che valutazione daresti a servizi come sanità, burocrazia e mezzi pubblici?

La sanità funziona, bene o male è una questione di fortuna, come in Italia. Io non ho mai avuto grossi problemi, quindi non posso lamentarmi. La burocrazia è molto più snella che in Italia, e anche più sicura: io ho ricevuto il mio passaporto inglese per posta, senza avere il dubbio che andasse perso. I mezzi pubblici funzionano una meraviglia, devono farlo, per far andare avanti una città che vede più di 5 milioni di persone prendere la metro ogni giorno. Senza contare chi prende l’autobus, il treno, eccetera!

Cosa si fa a Londra in ambito artistico, ricreativo e culturale?

Ci sono sempre mostre, rassegne, prime di film, concerti, teatri, eventi, in ogni momento dell’anno e per ogni gusto. TimeOut è un settimanale che vi terrà aggiornati sulle ultime novita.

Oltre ai musei gratuiti, sai consigliare ai nostri lettori deiluoghi o delle attività a costo zero (o comunque economici)?

Food markets (Camden, Shoreditch, Borough), ci andate a mangiare e vi trovate con gli amici, sono anche belli da vedere. I parchi: impacchettate il picnic e le coperte e andate al parco. Camminate: Londra è immensa e piena di palazzi che vanno dai romani ad oggi, quindi avrete sempre qualcosa da vedere.

Che consigli daresti a chi vorrebbe trasferirsi a Londra (anche tenendo conto della Brexit)?

Accertatevi di avere i requisiti per farlo prima di essere rimandati indietro o di finire a lavorare in nero, senza reali tutele.

Come sei stata accolta dalla gente del posto?

Accoglienza mista. Sono abituati agli ‘stranieri’ quindi ci fan poco caso, ma in un modo tutto sottile, tipico degli inglesi, te lo faranno sempre pesare che non sei un‘locale’. Accettano la tua presenza, ma non vuol dire che sia ben voluta. Poi Londra e una realtà a sé stante. Basta spostarsi e la gente ti incrocia mentre passeggi sul lungomare e ti saluta!

Se potessi tornare indietro, faresti qualcosa diversamente?

Partirei molto prima.

Che suggerimenti daresti a chi vorrebbe visitare Londra per la prima volta?

Siate consapevoli che qui non siamo tutti turisti perché lo siete voi e siete chiarametne abbagliati dal fascino della città, a noi che non vediamo un giorno di ferie da 6 mesi, con le bollette da pagare e la cena da preparare, una giornata lunga sulle spalle e tutto da rifare domani, non interessa. Rispettateci, per favore. Non impalatevi in mezzo alla strada, un palazzo lo potete guardare e fotografare anche se non state nel mezzo del marciapiede. Non state in piedi a sinistra sulle scale mobili, perché li si cammina, quindi evitate anche di ingombrarla con le valige. Abbiate le Oyster o i biglietti a portata di mano, non cercateli davanti ai tornelli, bloccando la coda. Siate pronti a scendere dagli autobus, non aspettatevi che l’autista si fermi 5 minuti perché voi siete sopra e non sapete dove andare. Ci sono diverse app che vi aiutano, quindi sfruttatele. Non urlatevi da un lato all’altro del bus/treno/metro. Ricordatevi che non siete gli unici italiani qui, siamo circa 500 mila, quindi i commenti teneteveli per voi, perché non sapete che lingua parli quello vicino a voi. Smettete di lamentarvi del cibo e del clima: non siete in Italia. Se volevate la pasta al dente e 35 gradi potevate andare in Puglia. Sfruttate questa occasione per fare cose che in Italia non potete fare invece, perche tanto in Italia ci tornerete presto comunque e tornerete a mangiare la pasta cotta al dente. E siate pronti a pagare con la carta. Tanti posti non accettano più contanti. Londra è una città veloce e dinamica, dove o state al passo o i locali non si fanno problemi a calpestarvi. Io compresa.

✔ Come si vive e quanto costa vivere a Londra? Ve lo raccontiamo nella nostra guida! ✔

Puoi consigliare ai nostri lettori dei luoghi poco conosciuti daituristi che, secondo te, valgono la pena di essere visitati?

Coal Drop Yard, Southbank, the Regent’s Canal (non limitatevi a Camden e Little Venice ma camminate per un pezzo), Chelsea e Pimlico, Greenwich, la parte piu nuova della città (Canary Warf, Canada Waters, the Docks) con la DLR e Hampstead.

Quali sono, secondo te, le principali differenze fra la Ella che viveva in Italia e quella che vive a Londra?

L’età, la grinta, la rabbia (è diminuita), la paura (ne ho poca), il livello di inglese. Londra mi ha aperto, plasmato, risputato e riaccolto in un modo che mi ha cambiato per sempre. Qui ho molta più fiducia in me e nelle mie capacità.

Progetti futuri?

Trasferirmi. Dopo 12 anni qui è ora di issare le vele e vederecosa c’è all’orizzonte. Voglio ampliare il sito, diventare un editor certificato, imparare a suonare il piano, prendere qualche lezione di guida e riprendere la macchina.

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