Dario e la sua esperienza in Messico
Perché sono finito in Messico?
Prima del Messico, da laureato in scienze forestali e ambientali, svolgevo un lavoro, definiamolo, multi task. Ero stato assunto presso una piccola associazione di volontariato di Verona che si proponeva di valorizzare alcuni parchi pubblici con l’ausilio di squadre di volontari.
Ero l’unico stipendiato e quindi responsabile di tutto: dalla contabilità, alla gestione dei progetti, dall’organizzazione delle squadre di volontari, alla manutenzione delle macchine. Quel lavoro mi piaceva molto; mi dava opportunità di conoscere persone interessanti, lavorare all’aria aperta e fare progetti.
Quando mi comunicarono che la convenzione con il comune sarebbe stata dimezzata e di conseguenza anche il mio stipendio capii che si stava chiudendo un capitolo. Dove andare?
Rimanere in Italia era una delle ipotesi, solo che non avevo proprio idea di dove cominciare. Non conoscevo nessuno e, presentarsi ad un’impresa per chiedere lavoro, sembrava un gesto quasi maleducato, come auto invitarsi a pranzo a casa di uno sconosciuto.
La seconda ipotesi era quella di andarsene ma il mondo era grande e il fatto di andare incontro all’ignoto mi dava un gran senso di angoscia. Pensai allora al Messico, paese povero e afflitto da una guerra di narcotraffico ma allo stesso tempo dinamico e affascinante. Conoscevo circa una decina di ragazzi messicani che avrebbero potuto darmi una mano ad inserirmi nel loro Paese.
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Di fronte alle grandi decisioni della vita, non sono mai stato razionale; non penso analiticamente ai pro e ai contro, prendo la decisione d’istinto. D’istinto non vuol dire “a caso”, significa meditarci un po’ sopra, fare dell’altro e poi un giorno “senti” cosa vorresti veramente fare.
Se escludi “te stesso” dalle tue scelte e ti basi solo su statistiche, previsioni, e consigli degli altri non stai facendo quello che vuoi, bensì ciò che la società si aspetta da te e, alla lunga, potresti soffrirne.
Agli inizi del 2011, mi trasferii in Messico. Passai attraverso una serie di esperienze brutte e belle, come c’era da aspettarsi, che ho scritto sul mio blog: “www.dalleforestemessicane.com”.
Adesso sono diventato un promettente profe di biologia, di educazione ambientale e d’italiano. Non mi sento ancora arrivato ma sulla via giusta.
Dario Anelli