E un’altra storia di un modo di vivere diverso e autentico nel nostro paese. Danilo è un ragazzo simpatico e quasi timido che ci racconta di una passione nata per caso, coltivata fino a farne un mestiere. Mestiere manuale e di cuore. Con la moglie ha creato, oltre che il laboratorio artigianale, un museo e un bellissimo b&b dal suggestivo nome di Fuori di zucca. Una storia di mestiere che è anche una filosofia di vita, un modo di rapportarsi al lavoro e all’ambiente che ci circonda. Una sinergia indispensabile, come ci racconta Danilo.
Buon giorno Danilo. Cosa facevi prima di diventare artigiano del suono? E dove vivevi?
Prima di fare l’artigiano del suono abitavo ad Albenga sul mare ed ero in attesa di qualcosa che per fortuna è arrivato. Facevo qualche lavoretto ma niente che avesse neanche lontanamente a che fare con la musica.
Come ti sei avvicinato a questa attività?
In un viaggio in India ho conosciuto un canadese che aveva uno strumento musicale fatto con una zucca e che lui chiamava dream machine. In realtà era uno strumento tradizionale africano che ha diversi nomi: zanza, sanza, lukeme, mbira, kalimba e che prende il nome di thumb piano (pianoforte a pollice) quando viene introdotto nella musica europea. Insomma una cosa totalmente fuori dal suo contesto: un canadese con uno strumento musicale africano in India. Comunque il fatto è che mi sono innamorato e quando sono tornato in italia ho subito cercato una kalimba, non l’ho trovata in commercio e così me la sono costruita. E siccome quella che avevo visto aveva la cassa di risonanza fatta di zucca, ho cercato prima di fare seccare le zucche che si mangiano, ma marcivano, poi ho capito che esiste una zucca particolare della famiglia della lagenaria che secca e si può lavorare. Di quì scoppia la mia passione per lo strumento musicale e l’oggetto sonoro che mi ha portato a oggi a costruire strumenti sia a corda che a fiato, percussioni varie. Poi ho conosciuto Cristina la mia attuale compagna che è anche un’artista con la quale negli ultimi 12 anni abbiamo fatto un percorso insieme. Siamo venuti ad abitare qui a Castelbianco, nell’entroterra ligure, abbiamo sistemato una vecchia casa in pietra dove ora abbiamo il laboratorio in cui lavoriamo, il piccolo museo vivo dell’oggetto e dello strumento musicale, e un bed and breakfast che si chiama “Fuori di zucca“. Qui viviamo con samoa che è la figlia più grande e gli altri nostri tre figli Ermeto, Zeno e Zoe.
Avevi già la passione per la musica e il suono?
No io comincio come costruttore, dopo scoppia la mia passione e inizio anche a suonare.
Qual è stata la tua formazione in questo bellissimo mestiere? Hai avuto maestri o hai seguito un percorso da autodidatta?
No, non ho avuto maestri, sono completamente autodidatta.
Il recupero di un lavoro manuale e la vita in un posto meraviglioso come quello in cui vivi tu sono strettamente legati?
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Sì sono indispensabili uno all’altro, e la cosa più indispensabile è il silenzio che c’è qui che permette di ascoltare, condizione appunto irrinunciabile per lavorare con il suono.
Chi sono i tuoi principali clienti e i tuoi più importanti canali di vendita?
I miei principali clienti sono i musicisti, ma diciamo che la vendita non è la principale attività, lo era all’inizio. Negli ultimi anni il lavoro si è sviluppato più su dimostrazioni di come suonano gli strumenti e la loro storia e usi, sulla didattica. Lavoro sia con scuole sia con musei o nei festival dove porto in mostra gli strumenti e li suono. Poi facciamo corsi e laboratori sulla musica di insieme e costruzione di strumenti musicali
Cosa vuol dire fare l’artigiano in un mondo come quello attuale?
Fare l’artigiano nel significato più vero della parola e cioè conoscere e manipolare, che è bellissimo. Più difficile è portare avanti un lavoro che va continuamente inventato, perchè questo artigianato è ormai morto, è stato abbandonato in favore dell’usa e getta e delle produzioni in serie, del consumo e dell’abbassamento della qualità delle cose e della vita. Comunque la passione ci spinge a fare e continuiamo a esistere.
Tu e tua moglie avete anche un’attività di b&b. Tua moglie è un’artista. Avete una vita intensissima. Ci puoi dire com’è la vostra quotidianità?
Come ho accennato prima abbiamo 4 figli e la nostra quotidianità è in gran parte assorbita da loro, che sono anche il principale motore di tutto ciò. Praticamente le nostre giornate sono un insieme di suoni che si mischiano ai pianti e alle risate dei bambini in mezzo a note e suoni di canne di fiume e zucche e legno e martello e pialle, e pietre ma anche ossa e vento e canto degli uccelli dal bosco che si uniscono in deliri di mille cose da fare e in armoniose melodie. Per quanto riguarda il bed and breakfast “Fuori di zucca” siamo contenti di averlo fatto, ci piace molto avere ospiti e ci permette di ospitare chi viene a fare i corsi e i laboratori di musica.
Immagino che abbiate avuto anche voi delle difficoltà. Quali sono state le più grosse per voi?
La più grossa difficolta ancora oggi è continuare a crederci e non fermarsi.
Danilo che cos’è la musica?
La musica è un luogo dove c’è posto per tutti, la musica è sì lo sforzo del musicista ma principalmente è ascolto. Oggi è un’esperienza banalizzata dall’enorme quantità di musica che c’ è ovunque, non è certo l’esperienza per i sensi che poteva essere quando ancora non esistevano i supporti su cui produrla (i dischi, cd, computer) per cui se la volevi dovevi bussare a casa dei musicisti e sperare che questi te la facessero, quindi era rara e preziosa. Rapimento dei sensi e volo empatico, sentire la musica è una condizione tutta da riscoprire.
Il link di Danilo è www.artigianodelsuono.com
A cura di Geraldine Meyer