Laurearsi in Scozia

Riceviamo in redazione da Luna e volentieri pubblichiamo.

Seguo Voglio Vivere Così ormai da qualche anno e ho pensato di raccontare la mia storia su un argomento che finora è stato trattato poco ma che potrebbe essere d’aiuto ad alcuni lettori: studiare all’estero.

Mi presento: sono Luna, ho 23 anni e da cinque vivo all’estero. Tutto è iniziato durante il mio terzo anno delle superiori. Ho frequentato il liceo scientifico ma non ero molto interessata alla scuola, ero la tipica ragazza che faceva lo stretto necessario per raggiungere il 6. C’erano due materie con le quali faticavo maggiormente, il latino (che è stato un incubo per tutti i 5 anni di liceo) e l’inglese.

Durante il terzo anno di liceo ho avuto una professoressa a cui non ero troppo simpatica, mi ricordo ancora che una volta mi disse: “Lascia stare, tu l’inglese non lo imparerai mai”. Avevo 16 anni, non pensavo troppo al futuro e non vedevo utilità nell’imparare una nuova lingua, quindi l’avevo silenziosamente mandata a quel paese continuando la mia vita.

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Arrivata all’ultimo anno di liceo, non avevo idea di cosa fare della mia vita, ma sapevo due cose: che l’inglese era, effettivamente, importante e che dovevo andare all’università. Purtroppo, il mio inglese era a livelli incredibilmente bassi e di prendere e partire per lavorare a Londra non se ne parlava. In più, non avevo idea di cosa studiare all’università.

luna in scozia

Durante le mie varie ricerche su internet mi sono imbattuta nell’agenzia “Au Pair”, di cui non avevo mai sentito parlare e di cui non ero sicura se fidarmi o meno. L’agenzia prometteva di aiutarmi a trovare lavoro per una famiglia americana, di essere pagata e di imparare l’inglese. Dopo diverse indagini e dopo aver sentito tutti i miei conoscenti – amici, professori, amici di famiglia e anche mia madre – sconsigliarmi l’esperienza perché: “Se smetti di studiare poi non ricominci”, ho deciso comunque di iscrivermi a questa agenzia. Dopo due mesi, nei quali stavo combattendo con verifiche e interrogazioni dell’ultimo anno di liceo, mi arriva una telefonata di una famiglia di San Diego, in California che aveva visto il mio profilo.

Ebbene tempo 4 mesi e mi ritrovo a Fiumicino con 23kg di valigia pronta a volare verso la California. Inutile negarlo, avevo paura. Paura di non riuscire a farmi capire, paura di non farmi amici, paura di rimanere sola e soprattutto di fallire.

Non mi dilungo a parlare del mio anno come ragazza alla pari negli Stati Uniti, dico solo che finora è stato l’anno più bello della mia vita, pieno di difficoltà ovviamente, ma che non cambierei per niente al mondo. Ho viaggiato, conosciuto tantissima gente con cui sono ancora in contatto e, ovviamente ho imparato l’inglese, finalmente!

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Durante il mio anno californiano però, sapevo di dover pensare al mio futuro. Ero consapevole di non poter fare la nanny a vita. Di studiare in America non se ne parlava, visto quanto costa solamente la retta universitaria. Di tornare in Italia non avevo molta voglia perché sapevo di non potermi permettere di studiare a Milano o Roma visti i costi di vitto e alloggio, e rimanere nella mia città non mi sembrava l’idea più giusta. Così, dopo tante ricerche su internet ho scoperto che in Scozia non si pagano le tasse universitarie.

Contentissima, ho fatto domanda in 5 diverse università per studiare Marketing. Solo una mi ha accettato, ma una è sufficiente. Così dopo il mio anno in America, invece di tornare a casa, ho iniziato la mia avventura in Scozia. Sarò onesta, ho faticato più di quanto mi aspettassi, non tanto con la lingua (se hai mai sentito uno Scottish accent sai di cosa parlo, se non l’hai mai sentito, immagina parlare con tedeschi senza sapere una parola di tedesco!) quanto piuttosto con il tempo. La pioggia e il costante grigiume hanno infatti avuto un impatto negativo sul mio umore per mesi e mesi. Poi fortunatamente è passata, ed eccomi 4 anni dopo alle prese con la stesura finale della mia tesi e con la laurea a luglio.

In questi quattro anni mi sono sempre mantenuta da sola perché ho trovato lavoro al Mcdonald’s e lavorando part time riuscivo a vivere con il mio stipendio. In estate – l’università finisce a maggio e ricomincia a settembre – sono sempre andata negli Stati Uniti a lavorare in campi estivi per bambini, l’ho sempre considerata una vacanza per la quale venivo pagata e ho amato ogni singola estate che ho lavorato lì.

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E pensato, ho anche fatto l’esperienza dell’Erasmus: studiando per 9 mesi a Barcellona durante il mio terzo anno di università. I miei ex compagni del liceo si sono sempre fatti una risata sul fatto che ero un po’ indietro con gli studi, perché ho “perso” un anno. Beh, loro stanno studiando per la magistrale, io mi sto per laureare e ho un lavoro che mi aspetta a settembre a Londra per una grande multinazionale. Il lavoro è ben pagato e mi permetterà di vivere tranquillamente nella capitale inglese. Nel frattempo, i miei amici in Italia vivono ancora a casa con i genitori, molti di loro non hanno mai lavorato nemmeno un giorno e hanno paura di non trovare lavoro una volta laureati.

Io lo dico a tutti ormai, vai all’estero, perché se hai voglia di fare e ti impegni, le possibilità ci sono, e anche tante! In tutti questi anni l’unica cosa che ho dovuto chiedere a mia madre sono stati 1000 euro per pagare l’agenzia per andare in America, tutto il resto me lo sono guadagnata.

Ho pensato di condividere la mia storia per aiutare persone che, proprio come me 5 anni fa, non hanno idea di cosa fare dopo il liceo, e sono spaventati dal futuro.

Cheers,

Luna

chiaralunagi@gmail.com