Dai monti dell’Alto Adige alle cime del Nepal

Navyo, altoatesino vive da 25 anni a Kathmandu, si è sposato con Manju ed ha un figlio di 10 anni che si chiama Mudran. L’ agenzia di Navyo, un Tour operator che offre a privati e professionisti numerosi servizi, è divenuta negli anni un punto di riferimento per gli Italiani che vogliono viaggiare in Tibet e Nepal.

In questa intervista esclusiva rilasciata a Voglio Vivere Così ci racconta i perchè di questa scelta (un ringraziamento particolare a Claudio Giacomin amico e importatore di straordinari prodotti artigianali dal Nepal www.karmashop.it).

Quando ti sei trasferito in Nepal ?


Nel 1982 con un viaggio prima negli Stati Uniti per poi andare in India e infine Nepal per una spedizione.

Ci dici tre motivi che ti hanno spinto a lasciare l’Italia ?


L’Alto Adige mi sembrava un po’ stretto.
La voglia di vedere il mondo.
Il desiderio di cambiarmi.

Di cosa ti occupavi in Italia ?


Studiavo alle superiori commercio e turismo, lavoravo in azienda
agricola e facevo il postino durante l’estate.

Cosa conoscevi del Nepal prima di deciderti ad andarci ?


Che ci sono i più grandi monti della terra, l’Himalaya, i Yogi, grandi misteri e la possibilità di fare esplorazioni e spedizioni alpine di cui sono molto appassionato.Mi è sempre piaciuto fare scalate e spedizioni in regioni poco conosciute.

C’è stato un fatto che ha favorito la decisione di mollare tutto ?


No, nulla di particolare se non la voglia forte di scoprire paesi diversi.

Cosa rimpiangi dell’ Italia ?

Il buon mangiare, il vino, i paesaggi del Sud e delle isole. Sciare e le montagne.

Ogni quanto torni ?

Dipende, a volte torno anche due volte all’ anno per 10-14 giorni, a volte non ci torno per un paio d’ anni.

Hai mantenuto dei legami ?

Certo. Non ho più i genitori, ma molti amici oltre ai fratelli e una sorella gemella. Mi è molto importante tenere i contatti. Nel paese dove vivo sono sempre una specie di ospite, la casa rimane sempre dove
sono nato e cresciuto.

Conti di tornare a viverci ?

No, non credo, ma non si sa mai. Forse un giorno quando sarò molto vecchio. Magari allora mi verrà voglia di tornare per giocare con tutti i nipotini che mi
vogliono già adesso molto bene.

Hai dei rimpianti ?


No, la vita è quella che è. Non mi giro indietro per piangere su quello che avrei potuto fare di diverso. Adesso sono qui e cerco di fare al meglio quello che ho deciso di fare.

Qual’ è stato il momento più duro da quando ti sei trasferito in Nepal ?

 

Nel 1988/9 l’India impose un embargo sul Nepal e non c’era nè benzina né gas oltre a mancare molti altri prodotti di base.Dovemmo vendere il panificio che allora gestivamo. Partimmo con un camion di sera dopo averlo rifornito di gasolio concessoci dal governo per poter lasciare il paese. Era molto deprimente dover partire senza sapere se mai saremmo potuti tornare.

Che reazione hanno avuto parenti ed amici dopo aver saputo la tua decisione ?


I parenti certo non erano molto entusiasti, anzi, erano terrorizzati. La mia famiglia aveva un certo nome e così la mamma in particolare aveva grandi problemi a rispondere alle domande che le facevano su di me e a spiegare perchè ero andato così lontano. Gli amici invece ammirarono la grinta che mi aveva portato a quella decisione. Ma sinceramente non era nullo di particolarmente pianificato. Il tutto si era sviluppato molto lentamente. Molti si resero conto solo dopo parecchio tempo che non sarei tornato.

Cosa è cambiato in te dopo il trasferimento ?


Molte cose, ma difficile dire se è per il cambio o per la vita che scorre.
Molto cambiato è invece il modo di vedere l’occidente e la vita in generale.
Nonostante credo che in Italia la vita sia certamente difficile soprattutto per chi non ha una solida base finanziaria, la vita in Nepal e in Asia è davvero molto dura e allora sentire certe lamentele di amici in Italia mi annoiano. Qui l’acqua è davvero preziosa, la luce non garantita 24 ore su 24 come da noi. Sono cose che da noi in Italia si sprecano come molte altre cose, siano esse economiche, sociali o di carattere privato. Il rapporto interpersonale è molto povero in Italia, qui i rapporti sono molto più sinceri.

C’è qualche cosa che non rifaresti?

Credo nulla. Alcune cose certo le cambierei, ma è facile dirlo con il senno di poi.Le cose che non farei più sono le bugie con altre persone e le ferite che ho dato ai genitori (involontariamente) da giovane.

Hai legato subito con i locali o hai avuto problemi di ambientamento ?

No, non ho mai avuto questo tipo di problema. Mi sono abbastanza adeguato, pur rimanendo critico su molte cose, ma questo si fa anche se si rimane in Italia con l’Italia. Credo di aver molti legami sottili che è difficile poter spiegare. Fortunatamente non ho avuto problemi di ambientamento. Oggi ho casomai problemi di ambientamento quando torno in Italia.

Qual’è la cosa che ami maggiormente del Nepal ?

La gente di montagna e degli altopiani e la cultura antica di questo paese. La libertà di poter vivere a modo mio, la libertà degli altri di ascoltare la musica ad alto
volume senza che nessuno si senta disturbato o vada dall’avvocato per denunciarti.

Cosa diresti a chi è sul punto di prendere la tua stessa decisione che
lo convinca a mollare tutto ?


Di guardare avanti e non credere indistintamente a coloro che sembrano volerti fare dei favori. Di non credere che la gente del posto nuovo sia meglio di quella da dove vieni e di non fidarsi delle rappresentanze diplomatiche. Di rimanere sempre un po’  diffidente finché non si è veramente certi di aver capito come vanno le cose. Troppa gente ti sorride ma poi dentro di se la pensa in modo opposto. Ci sono molti squali nel mare della vita.

Gli uffici operativi della Navyo Nepal a Kathmandu

https://www.navyonepal.it/