Denis e Silvia e la loro vita nello Yucatan (Costa Maya)

Denis e Silvia sono una coppia di italiani che si è ricostruita una vita lontano dal loro paese. E, come altri prima di loro, hanno deciso che un’attività legata all’ospitalità e all’accoglienza turistica potesse dare loro un modo di vivere e lavorare più somigliante a quello che sentivano di voler diventare. Ne parliamo con Silvia che ci racconta di questa loro esperienza di in uno dei posti più suggestivi del Messico, la costa Maya (Yucatan). 

Costa Maya, Yucatan

Quando e come siete arrivati in Messico?

Io e mio marito ci siamo trasferiti in Messico nell’ottobre del 2008 dopo essere stati in vacanza l’anno precedente a trovare una coppia di amici italiani, anche loro trasferiti qui. La ragioni che ci hanno spinti a questa “pazzia” sono semplici: sognavamo di vivere un’esperienza all’estero e chi non sogna di vivere dodici mesi all’anno ai Caraibi e il desiderio di iniziare una nostra attività in proprio in un Paese dove tutto sembrava piu’ facile (con il senno del poi pero’ e’ solo un’apparenza).

Cosa facevate in Italia?

In Italia io lavoravo nel settore immobiliare e mio era marito rappresentante, ma l’iniziativa e la buona volonta’ non ci mancavano e non ci mancano. Per questo durante il nostro secondo viaggio abbiamo quindi cercato una proprieta’ con spazio circostante per costruire delle camere, tipo casette monolocali, a se stanti da affittare ai turisti che non amano i complessi all inclusive e che vogliono scoprire da soli le meraviglie della Riviera Maya. L’idea era di creare un luogo circondato dalla natura e soprattutto dalla tranquillita’ di un ambiente familiare. E l’abbiamo trovato e realizzato ad Akumal in un Rancho, un’area rurale che dista tre km dal mare. Abbiamo aperto un bed&breakfast, Villa Tortugas, che si trova a trentasette km da Playa del Carmen ed a trenta km. da Tulum. Ora che siamo un po’ meglio organizzati, mio marito si occupa di Villa Tortugas mentre io da circa un anno ho ripreso il mio lavoro nel settore immobiliare: vendo ed affitto proprieta’ a Playa del Carmen, Akumal, Tulum e lavoro per il gruppo Mayazama che sta realizzando una lottizazione commerciale e residenziale di 80.000 mq a Tulum.

Tutto rose e fiori?

No, è stata ed e’ tuttora una strada in salita, non siamo di certo capitati qui negli anni d’oro anzi la nostra avventura e’ cominciata quando si e’ scatenata la famosa H1N1 che ha praticamente messo in ginocchio tutte le attività. Ma siamo felici e per nulla pentiti di questa meravigliosa esperienza che ci sta permettendo non solo di vivere un sogno, ma anche di imparare nuove lingue, conoscere persone provenienti da tutto il mondo, ampliare le nostre visuali cambiando le priorità. Tutto ciò ha rinforzato il nostro spirito di adattamento e temprato il carattere.

In che senso sono cambiate le vostre priorità?

Qui non importa come ti vesti, che macchina hai, status sociale, locali in. Non erano determinanti per noi neppure quando vivevamo in Italia ma ora qui sono proprio in secondo piano. La priorita’ è poter lavorare, poter tornare a casa ogni tanto, stare con la famiglia, poter contare sugli amici veri che qui sono davvero pochi.

Che paese è, per la vostra esperienza, dal punto di vista sociale il Messico?

La popolazione e’ cordiale, tranquilla ma la mancanza di istruzione ed una cultura fatta di ambizione e ritmi diversi rende difficile le relazioni interpersonali soprattutto nell’ambito lavorativo. Il modo di vivere, e’ completamente diverso dal nostro. Bisogna avere molta pazienza ed adattarsi, comprendendo che questo e’ il loro Paese e il loro modo di vivere.

TULUM yucatan

Quali sono state le maggiori difficoltà nell’avviare la vostra attività? Che passi concreti avete dovuto compiere?

Le maggiori difficolta’ sono state trovare persone che ci consigliassero correttamente sugli iter burocratici da seguire. Ti viene prospettato come un Paese dove tutto si può fare senza problemi. Può anche essere così, dipende però da come vuoi intraprendere la tua attività, se in maniera seria, costruendo un futuro e rendendo questa esperienza come una opportunita’ redditizia o se si preferisce vivere alla giornata.

Che tipo di vita e di ritmi caratterizzano il luogo in cui vivete?

I ritmi sono tranquilli, a questo ci si deve adattare per forza. Qui tutto viene posticipato al “manana” cioè domani per cui anche volendo lavorare con i ritmi a cui eravamo abituati in Italia, qui non e’ proprio possibile. Negli uffici, nelle Banche, ci si abitua a fare code e ad aspettare ore, nessuno si lamenta, nessuno si scandalizza, e’ così e basta. La vita è semplice, il fatto poi di vivere in una zona turistica, con una media di 30 gradi, favorisce un abbigliamento casual anche nell’ambito del lavoro o se si esce a cena. Si è meno formali in tutto, e si segue una certa easy life o come dicono qui “caribe pura vida!”.

Come funzionano i servizi pubblici tipo scuola e sanità?

La sanita’ e’ privata, ci sono ospedali privati americani e spagnoli dove l’assistenza e’ buona ma ovviamente costano. Quindi e’ necessario avere un’assicurazione personale per le spese mediche. Anche la consulenza di un medico di base è a pagamento. Le scuole invece sono sia pubbliche sia private. Non sono molto informata sull’argomento, ma penso che i programmi siano un po’ arretrati rispetto ai nostri in Italia. L’unica cosa positiva è che le scuole sono bilingue, visto che si insegna spagnolo ed inglese. Per cui già da piccoli i bambini parlano due lingue straniere, oltre alla loro madrelingua.

Dal punto di vista paesaggistico cosa vi ha colpito in particolare del Messico?

Sarebbe scontato dire il mare, comunque è una bella esperienza poter vivere ogni giorno a contatto con la natura, incrociare le famiglie di orsetti lavatori, andare al mare e fare il bagno con le tartarughe, ascoltare il picchio quando tamburella sul legno…

Costa Maya, Yucatan

Come è stata accolta da amici e parenti la vostra decisione di espatriare?

Sostanzialmente per gli amici siamo degli eroi che hanno avuto il coraggio di mollare tutto ed iniziare un’avventura che è un po’ il sogno di tutti. Alla famiglia invece, abbiamo dato un dispiacere. Certo la tecnologia, tipo internet o skype aiuta a poter stare in contatto quotidianamente, però loro sperano sempre che chiudiamo questa parentesi e che torniamo a casa.

Come la vedete l’Italia da li?

Il giorno in cui torneremo penso che l’Italia ce la godremo di piu’, visitandola in lungo ed in largo, apprezzando i week end fuori porta, le sagre paesane, l’atmosfera natalizia. La vivremo quasi da turisti. Gli stranieri vedono l’Italia come il Bel Paese, dove si vive bene e si mangia bene. Chiaro che ora la situazione non e’ facile ma devo dire che non è facile da nessuna parte.

Intervista a cura di Gerldine Meyer