Claudia e la sua vita in Danimarca

La Danimarca: un Paese a misura di famiglia, dove, sì, la vita è cara, ma gli stipendi non sono bassi e dove i cittadini sono di un’onestà quasi irreale.

A testimoniarlo è Claudia Bono, nata nell’84 ad Erice, in provincia di Trapani, ma vissuta sempre nel piccolo comune di Campobello di Mazara che, oggi, si trova a Copenhagen per un Dottorato di ricerca. Dopo aver studiato a Perugia  Scienze e Tecnologie delle produzioni animali, una Facoltà intermedia tra quella di Agraria e quella di Veterinaria, aver partecipato ad un Erasmus in Inghilterra ( Bristol- Langford) e ad un Erasmus Placement a Cordoba e Huescar (un piccolo centro in provincia di Granada, dove ha lavorato con un’ associazione nazionale ANCOS), Claudia vive dall’anno scorso nella splendida città danese.

Vivere, lavorare, studiare in Danimarca

Ma come è finita in Danimarca?

Grazie ad una semplice mail. Quella della Federazione italiana dottori in scienze delle produzioni animali, a cui ci iscriviamo dopo la laurea triennale. L’associazione, infatti, ci tiene di continuo aggiornati su convegni corsi, dottorati, lavori. Un giorno mi é arrivata la comunicazione di un dottorato di ricerca qui in Danimarca. Non sapevo cosa avrei fatto dopo la laurea specialistica, ma un paio di mesi prima che la conseguissi, é girata una mail col bando di dottorato. Beh, non sono una persona che lascia passare i treni, così ho colto la palla al balzo e ho provato a fare la domanda, quasi certa che non avrei conseguito buoni risultati, per il fatto che dovevo ancora laurearmi.

Invece?

Mai dire mai nella vita e tutto é andato bene. Mi sono laureata a fine aprile e il primo di giugno ho cominciato qui.

Quanto è diversa l’Università in Danimarca?

Investe molto sulla ricerca e sul suo futuro. Ho incontrato un ragazzo che mi ha parlato dell’Università di Economia. Mi ha detto che aveva deciso di fare i due anni di specializzazione qui, perché non si pagano le tasse. In questo Paese il lavoro non manca e quindi non sono tutti giovani coloro che decidono di continuare gli studi. Pertanto si tende ad incentivare parecchio le nuove generazioni. Io sono tra le dottorande più giovani del Dipartimento. La maggior parte ha famiglia e figli e questa cosa, non é vista male, come in Italia.

Claudia Bono danimarca

Cosa vuole dire?

Qui fanno di tutto per agevolare chi ha figli. Un esempio? All’interno delle Facoltà c’é un asilo, per cui le mamme possono lasciare il proprio figlio, raggiungerlo per il pranzo e riprenderlo all’orario di chiusura, intorno alle sedici. Inoltre l’orario di lavoro é molto flessibile.

In che senso?

Dobbiamo lavorare per circa 7 ore e 30 minuti ogni giorno per cinque giorni la settimana. Molti preferiscono venire dalle 9 alle 7 con mezz’ora di pausa pranzo. Però, ho amici che vanno via alle 13 e magari tornano a casa a mezzanotte. Non é importante in quale fascia oraria lavori, ma che produca. E poi i danesi sono di un’onestà quasi sconvolgente. Ti danno fiducia subito. Questo stimola nelle persone la voglia di non deludere e di dare il massimo. Ogni settimana abbiamo la riunione di Dipartimento, il martedì nel mio caso. Durante il meeting, il capo ci porta a conoscenza delle novità della settimana, del numero d’articoli pubblicati, delle lezioni da svolgere o svolti, degli accordi privati che i professori sono riusciti a fare e quindi dei soldi che apportano alla Facoltà e al Dipartimento.

Insomma, c’è molta trasparenza! Ma parliamo di altro. Cosa l’ha colpita di più?

Il tenore di vita danese é molto alto e non alla portata di tutti. Gli stipendi sono alti, perché il costo della vita è alto. All’inizio, non conoscevo i supermercati più economici e ho comprato una zucchina per 3 euro e due teste d’aglio per 2euro e 50 centesimi. Anche il costo dei mezzi di trasporto pubblico è alto. Tre euro abbondanti per un’ora di servizio. Ma parliamo di servizi iper efficienti. La metropolitana funziona per tutta la notte tutti i giorni e collega anche l’aeroporto alla città.

Vivere e studiare a Copenaghen, Danimarca

E’ facile per un italiano trovare lavoro?

E’ facile inserirsi quando si arriva con l’Università. Se vieni senza idee chiare, è più complicato. Molte aziende richiedono il danese, l’inglese non sempre é sufficiente! Comunque, da notizie non confermate, ho saputo che se ti affidi al Comune, e dichiari di voler lavorare in Danimarca, a Copenhagen, per esempio, c’è la possibilità che ti aiutino per ben tre volte a trovare un impiego. Ma ci si dovrebbe informare meglio.

Parla della Danimarca come del Paese ideale per una famiglia. Ci spiega perché?

Qui fanno di tutto per agevolare le famiglie. Le ho fatto l’esempio dell’asilo nelle aziende. Ma ce ne sono altri. Il biglietto della metro e dei mezzi pubblici in genere comprendono il trasporto di un adulto e di tre bimbi di età inferiore ai 12 anni. Se tuo figlio nasce in Danimarca, puoi beneficiare di contributi, consistenti, sino a quando non compie diciotto anni.

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Mangiano tanto? E in genere la cucina le piace?

I primi tempi, ai meeting che si svolgono durante l’ora di pranzo, mi sono divertita a osservare i pranzi veloci che i danesi portano da casa.

Perché?

In genere si presentano con un piatto contenente una o due fette di Smoerrebroed- smørrebrød- (pane tipico danese, scuro con semi di tutti i tipi) e tre carotine, un cetriolo, due pomodori, e a volte con pane-salsine. Oppure portano pane con affettati confezionati. Una vaschetta da 100 grammi che divorano con un’unica fetta di pane.  In realtà, dubito che abbiano una vera e propria cucina.

Vivere e studiare a Copenaghen, Danimarca

Come mai?

Sono andata in giro per ristoranti e a parte carne di renna o cervo, i menù sono internazionali ed é difficile trovare un ristorante tipicamente danese. Che io sappia ce n’é uno, il Noma, tra i più famosi in Europa o forse al mondo, dove si prenota con largo anticipo: sei mesi. Sono di moda i ristoranti giapponesi per l’abbondanza di pesce e non si ha idea di quanti ristoranti italiani ci siano. Non tutti gestiti da connazionali, come le pizzerie, che spesso hanno come titolari dei turchi.

Ci parli del carattere dei danesi!

Sono ancora alla scoperta del vero carattere danese. Quando sono arrivata, tutti sono stati molto, anche troppo gentili. La segretaria del mio Dipartimento mi ha perfino accompagnata a registrare la residenza al Comune, ad aprire un conto in banca. E questo perché il 90 % dei documenti é scritto solo in danese. Dicevo, é stata molto gentile e lo sono in genere tutti, ma se provi ad entrare più in confidenza e a scovare nelle loro vite, l’accesso é negato. Comunque, tra breve mi trasferisco dal mio mini-monolocale del collegio ad una casa che condividerò con una signora di 72 anni. Un’ex giornalista, che ha girato molto per il suo lavoro e che mi potrà far conoscere meglio la cultura danese. Inoltre mi sono iscritta ad un corso di danese, quasi gratuito.

E veniamo alla città!

Magica, é incantevole, a mio avviso. Non troppo grande, né troppo piccola, ricca di musei, attrazioni e attività interessanti, come per esempio il giro in barca per i canali o quello per i castelli. Copenhagen si può visitare in una settimana, soprattutto, se si fa la vita da turista, cioè andando a letto presto la sera.

Vivere e studiare a Copenaghen, Danimarca

Come sono i collegamenti con l’Italia?

Sì, ci sono, ma non tanti.  D’estate ci sono i voli che mi permettono di arrivare in Sicilia direttamente. D’inverno lo scalo é obbligatorio, a Roma o Milano. Le compagnie che uso più spesso sono la www.norwegian.com/it  oppure la www.cimber.com  oppure la www.easyjet.com. C’é anche la Sas, che é la compagnia locale, ma é abbastanza cara. Così, a volte, sono costretta ad arrivare a Göteborg per prendere un volo Ryanair, che costa la metà. Ci sono anche i bus low cost, che mi permettono di arrivare a Göteborg con una ventina d’euro e cinque ore di viaggio circa.

Il clima immagino non sia proprio il top!

In primavera si sta un pò meglio, anche se credo che la Danimarca sia incantevole anche con la neve, le luci, i laghetti ghiacciati. In ogni stagione ci sono sfumature particolari da cogliere.

Uomini e donne

Le donne all’80 per cento sono tutte alte, bionde, con occhi chiari e belle, davvero belle. Negli uomini ho notato uno standard inferiore, sarà perché sono fidanzata e l’occhio lo butto un po’ meno. Però non mi é capitato spesso di rimanere a bocca aperta davanti a un bel ragazzo. Discorso diverso con le ragazze. Davvero magnifiche, anche se dopo un po’ di tempo, cominciano a sembrare tutte uguali.

Lego a Copenaghen danimarca

Progetti per il futuro?

Non so cosa farò in futuro, so che cercherò di giocare le mie carte al meglio, durante il dottorato, che dura tre anni. E’ previsto un periodo all’estero di circa sei mesi e io ho l’opportunità di scegliere tra Olanda, Spagna o Florida. E se davvero potrò scegliere, credo che volerò in America ad approfondire altre culture. Non mi pongo vincoli, prendo le cose come vengono. Con questo non voglio dire che non sono ambiziosa, ma vivo senza fracassarmi il cervello per il domani. Cercherò di procurarmi altre occasioni come quella danese. Amo vivere, viaggiare, ho delle solide basi emotive, famiglia e amici, che mi consentono di stare bene con me stessa e col mondo. Forse pecco d’arroganza, ma umiltà, capacità d’adattamento, spirito d’avventura e amore, mi hanno sempre consentito di tagliare traguardi sempre più alti e andare avanti, affrontando i problemi volta per volta. Come dice la mamma, é inutile fasciarsi la testa prima di farsi male. Penso con la mia testa, sbaglio con la mia testa, e imparo con la mia testa.

Intervista a cura di Cinzia Ficco