Cambio vita e vado a vivere a Vienna

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di Roberto

Quando giunsi per la prima volta a Vienna mi ero appena laureato, ero un ormai ex-studente senza un soldo in tasca (il viaggio lo dovetti cercare fra le offerte di voli low cost) ed ero lì solo per una breve vacanza post discussione di tesi, e per incontrare un vecchio amico. Mai avrei pensato che sarei rimasto a vivere a Vienna.

Il tutto iniziò quando il mio ospite, quasi scherzando, mi offrì un lavoretto part-time come correttore di bozze presso un giornale bilingue. Accettai con entusiasmo, curioso di imbarcarmi in un’avventura che credevo durare non più di qualche mese. Da allora vivo a Vienna, e sono già passati da otto anni.

Vivere a Vienna

Perché non sono tornato in Italia ?

Di getto, verrebbe da dire perché una volta appresa la lingua e avendo intessuto, dopo un po’, una certa rete sociale di amici e conoscenti non ho più sentito il bisogno di rientrare. Certo è che il buon vecchio Stivale mi mancava e mi manca ancora oggi per tantissimi aspetti. A volte soffro un po’ la mancanza del “calore” delle persone che c’è da noi, specie nel sud. O, manco a nominarla, la cucina. E, anche se sebbene qui si possa trovare praticamente qualunque ingrediente italiano, il risultato finale non è come l’originale; ma decisamente gli aspetti oltrealpini che mi spingono a restare ricompensano degnamente queste pur sgradite mancanze. L’ordine e la pulizia delle città, ad esempio. Il traffico come lo intendiamo noi è praticamente inesistente e soprattutto l’inquinamento acustico è decisamente al di di quello presente ormai in tutte le nostre città. L’affidabilità con cui ti puoi rivolgere a enti o istituzioni, ormai, mi hanno così ben abituato che in Italia impazzirei dopo una settimana. Qui una licenza o un permesso si ottengono in un giorno o due al massimo. L’assistenza statale c’è e si fa sentire. Una persona, qui, si sente cittadino di uno Stato, al contrario in Italia ci si sente ormai più o meno sudditi di una casta. Fra gli altri aspetti che mi colpiscono c’è il modo tutto austriaco di godere degli spazi verdi, che sono molti e molto ben tenuti. Quando cominciano le belle giornate – in verità non troppe l’anno – gli austriaci si appropriano di parchi e spazi verdi, se li godono, li vivono, ci giocano, fanno grigliate, si beve birra. Ma quando vanno via, pare che qualcuno abbia passato un aspirapolvere sul prato: nemmeno una carta di chewing-gum. Tuttavia mi tengo stretta la mia italianità per molti aspetti, non in ultimo il sentirmi un “privilegiato” perché nei mesi caldi devo semplicemente tornare a casa per godermi un sole un mare che nulla ha da invidiare alle più belle località turistiche del mondo, e soprattutto torno a mangiare mediterraneo, la cucina più buona del mondo.

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In Italia forse ci tornerei, ma non ora.

Forse potrei godermi una buona pensione lì, ma al momento giudico la qualità di vita quotidiana superiore qui ed è quello che maggiormente mi interessa.

Naturalmente, a questi Europei, e sempre, tiferò Azzurri.

Roberto