Il calcio, una passione che unisce

Tra differenze linguistiche, culturali, e tentativi di “secessione”, c’è una cosa in grado di accomunare popoli e Paesi: la passione per il calcio. Del resto quante volte ci siamo trovati a rompere il ghiaccio grazie ad una conversazione sul calcio? Sicuramente davvero tante!

Spesso, soprattutto quando non si conosce qualcuno, è quasi normale uscirsene con un: “Ma tu per che squadra tieni?”; oppure: “Hai visto giocare il Milan la scorsa settimana?”. Questo ci fa riflettere su come il calcio sia spesso una lingua internazionale.

Non solo sport

La gente parla del calcio, lo vede e si appassiona. Basti pensare che sono ancora tanti quelli che giocano al “Totocalcio”, il gioco della famosa schedina, e che sperano di riuscire a fare quel che una volta era il “13”, oggi diventato 14. Tante, infatti, le partite che si disputano. Un’abitudine, quella della schedina, popolarissima soprattutto negli scorsi decenni, ma che ancora oggi continua ad affascinare. A tal punto che ancora moltissimi, per mantenersi informati sulle statistiche e prevedere i risultati vincenti, spulciano costantemente il quotidiano sportivo preferito o consultano pronostici di calcio online, come i pronostici Unibet.

Intorno al calcio gira, insomma, un mondo immenso e le persone si spostano, fanno viaggi e visitano città lontane solo per vedere giocare la loro squadra del cuore. Spesso, le tifoserie, riescono anche ad odiarsi tra di loro, non parlando nemmeno una parola della stessa lingua. Eppure si capiscono. Il calcio è anche una lingua internazionale perché persone tifose per la stessa squadra, riescono anche ad avere passioni simili pur non capendo una sola parola dell’altro.

calcio internazionale

Prendiamo per esempio la Juventus: i suoi tifosi Juventus si trovano in tutta Europa e fuori. Ci sono tifosi a Dubai, a Malta, nel Regno Unito e anche in Giappone. Questi spesso si trovano negli stadi e saltano ed esultano tutti insieme. La lingua universale del calcio è una lingua di amore ed odio, che tutti, almeno una volta nella vita, si trovano a parlare.

Questa unione si può anche vedere nei videogiochi di esports di calcio, da qualche anno aperti ai giochi online. In questo modo, le persone possono giocare insieme e sfidarsi anche a migliaia di chilometri di distanza. Non serve un microfono, non serve parlare: il calcio si spiega da sé ed il suo gioco fluido è l’unico linguaggio che serve.

Perché il calcio piace così tanto nel mondo? 

Come ha detto Zdeněk Zeman, famoso allenatore ceco, «La grande popolarità che ha il calcio nel mondo è dovuta al fatto che in ogni piazza, in ogni angolo del mondo, c’è un bambino che gioca e si diverte con un pallone tra i piedi».

È che il calcio sia lo sport più popolare al mondo lo dicono i circa 3 miliardi di fan e supporter fra Europa, Africa, Asia, continente Americano. Subito dopo troviamo il cricket e il basket, in seconda e terza posizione.

In Inghilterra il calcio è simbolo di identità nazionale, il riflesso del Paese e della sua posizione nel mondo e un costante argomento di dibattito, delusione e di isteria generale per tutti quanti. È proprio nel Regno di Sua Maestà che troviamo la squadra con il numero più alto di tifosi: il Manchester United, con 354 milioni di tifosi in tutto il Pianeta.

In Italia si contano circa 34 milioni di appassionati al gioco del calcio, di cui la quasi totalità tifa per una squadra di riferimento. In Spagna è il Real Madrid a vantare circa 240 milioni di supporter nel mondo.

passione calcio

E poi ci sono le nazioni dell’America Latina, in primis Argentina e Brasile. In questi Paesi il proprio club viene considerato una sorta di divinità, non solo perché rappresentativa di un luogo che magari è molto amato dai suoi abitanti, ma perché è in grado di donare quelle poche gioie possibili in posti caratterizzati dalla povertà, dalla fame e dalla delinquenza urbana.

Quando la lingua del calcio viene usata male

Lo stadio diventa un luogo di aggregazione trasversale, democratico, plurale. A volte, però, ci siamo trovati ad assistere di episodi in cui, questa lingua universale, ha portato a veri e propri guai. Parliamo delle tante risse e vandalismi nelle città che ospitano le partite di calcio. È un fenomeno molto diffuso, soprattutto in alcuni paesi, e che desta sempre un certo interesse a livello mediatico. Uno studio dell’Università di Oxford è persino riuscito a spiegare scientificamente il perché l’aggregazione da parte dei tifosi sfoci spesso in violenza.

In questi casi, questo bellissimo sport porta indirettamente a danni e disagi per le persone coinvolte, ma non è questo quello a cui il calcio è rivolto. Trattandolo con rispetto, il calcio potrebbe essere la lingua universale più bella ed educativa, per grandi e piccini.

Fino a quando le persone non impareranno a “parlare” questa lingua, purtroppo, ci saranno molte opportunità sprecate ed il gioco del calcio non potrà sfruttare tutto il suo potenziale. Noi resteremo a contemplare le infinite opportunità che il calcio offre e ci ha offerto fino da piccoli, con le sue qualità di poter socializzare e sentirsi parte di un gruppo senza fare  troppo sforzo, ma solamente facendo il tifo e supportando undici giocatori in campo. Certo, è possibile che questo sia un discorso utopico.. ma per il momento, speriamo che si avveri.