Barbara: ecco come mi sono rimessa in gioco
Di Nicole Cascione
Quando ho chiesto a Barbara Guandalini di raccontarmi qualcosa su di lei, la prima cosa che ha scritto è stata: “Fondamentalmente non riesco a stare nello stesso posto per molto tempo”. Infatti Barbara ha iniziato a lavorare in fabbrica all’età di 14 anni, come secondo lavoro faceva la cameriera e dopo ancora, la barista. Dopo essere stata per 12 anni in fabbrica, ha mollato tutto per dedicarsi pienamente al campo della ristorazione. Si è specializzata in Bartender, ha fatto diverse stagioni in Puglia, ha gestito due locali, e tanto altro ancora.
Ma in tutto questo “movimento” le mancava comunque qualcosa, ma soprattutto avanzava sempre più in lei il desiderio di staccare e partire. Così, ha lasciato il suo invidiatissimo posto al The Public di San Bonifacio ed è partita per Bournemouth: “Mi sono rimessa in gioco non solo in campo lavorativo, ma anche personale. Mi sono ritrovata a fare scelte che mai avrei pensato di fare per come la vedevo prima. Ora posso dire di conoscermi e quando mi specchio dico a me stessa: Bentornata!”.
Barbara, perchè hai scelto proprio l’Inghilterra?
Ho scelto l’Inghilterra perché mi sono imposta di imparare l’inglese, una lingua che ti apre le porte al mondo e anche perché volevo vivere in questo fantastico Paese. Amo il mare quindi ho scelto Bournemouth, perchè offre un panorama mozzafiato ad ogni ora del giorno con le sue lunghe spiagge e scogliere del Dorset.
Quali erano i tuoi principali dubbi o paure prima di partire, se ne hai avuti…
Prima di partire ero abbracciata ogni secondo da ansia e mille paure: “Come faccio con i soldi? E la lingua? E se non trovo lavoro? Magari sbaglio, ma cosa sto facendo?”. Ho asfissiato i miei amici per mesi. Mi sentivo una pazza a lasciare un posto sicuro. Alla fine mi sono detta: “Se entro 6 settimane non ho un lavoro torno. Perché tornare si può”. Probabilmente sarei tornata al pub o da qualche altra parte e avrei potuto poi scegliere se restare e abbandonare o ripartire. La parte difficile è iniziare, senza perdere mai di vista l’obiettivo da raggiungere, cosa che io ho fatto, ascoltando me stessa.
Di cosa ti occupi?
Al momento lavoro in un hotel sulla costa come housekeeping, almeno fino a che non ingrano con la lingua. Avevo bisogno di staccare totalmente con il mio vecchio lavoro. Fino a 7 mesi fa vivevo la notte perché lavorando di sera e finendo alle 2, ovviamente non andavo a letto subito. Così spesso, dormivo fino al pomeriggio. Ora invece, alle 10 di sera sono già nella mia stanza per svegliarmi alle 6. Decisamente una cosa nuova per me, dato che nel mio vocabolario la parola “mattina” non esisteva. Inoltre ho iniziato da qualche mese un’attività online per avere un’entrata extra da utilizzare per i futuri spostamenti lungo questa meravigliosa costa. Quest’attività mi ha aiutata a riprendere la mia forma e sono felice di poter aiutare molte altre persone a ritrovare l’energia e la felicità.
Come sei riuscita a trovare lavoro? Ma soprattutto, è stato facile?
Sinceramente ho iniziato un mese dopo essere arrivata sul posto. Il Manager dell’hotel è stato molto accogliente e mi ha aiutato molto, visto che non parlavo inglese e che capivo ancora meno. Ma la mia voglia di lavorare ha vinto sulla lingua e da 6 mesi mesi lavoro in questo hotel, che mi regala ogni giorno un panorama a 360 gradi sull’Oceano.
Vivi in una Host Family. Ci racconti qualcosa a riguardo?
Sì, vivo in host family, in una bellissima casa vicino al centro e a 15 minuti di bus dal mare. Per quanto fossi preoccupata, vista la mia indipendenza, ti dirò che sono stata molto fortunata, ho instaurato un fantastico rapporto di amicizia fin da subito con la persona che mi ha ospitata e sono sicura che durerà per sempre. E’ una donna indipendente come me, quindi non è stato difficile capire e organizzarsi per avere ognuna i propri spazi. Spero di migliorare in fretta il mio inglese e di poter chiacchierare con lei di tutto.
Cosa ti manca dell’Italia e cosa invece hai preferito lasciarti alle spalle?
Dell’ Italia sinceramente all’inizio non mi mancava niente. Da tanto sentivo che era arrivato il momento di issare le ancora. Ora invece, dopo 7 mesi comincio ad avvertire delle mancanza…mi manca la mia moto spesso come l’aria, mi mancano i miei parrucchieri di fiducia ed ovviamente i miei amici, mio fratello, mia sorella, suo marito e il mio nipotino. Anche se comunque possono venire a trovarmi quando vogliono. Ci sono stati dei giorni in cui sentivo la mancanza anche del mio vecchio lavoro. Cosa ho preferito lasciarmi alle spalle? Una vita non più mia. Una vita che vedevo già scritta e che mi faceva sentire in trappola. Ero diventata pigra, lavoravo e basta e vivevo nei ricordi. In pratica non stavo più vivendo. Ora porto la mia famiglia nel mio cuore e onestamente tutto il resto può restare indietro, ora scelgo io a cosa pensare. Fuori c’è un mondo e io lo voglio vedere!
Come si vive a Bournemouth? Quali sono i pro e i contro?
Vivere a Bournemouth può piacere e non piacere, è soggettiva la cosa. Io sono qui perchè amo l’Oceano e di vita notturna al momento non ne sto facendo E’ comunque una città molto tranquilla e ben fornita, ci sono un sacco di pub e club per divertirsi. Mi muovo in autobus, evitando così le spese che un’auto comporta ed ho tutto a portata di mano. Di contro però ci sono le spese per gli spostamenti aerei, la tratta Bournemouth-Italia infatti è molto cara, volendo arrivare a Gatwick o Stanstend i tempi sono molto lunghi, perchè i treni e gli autobus esterni alla città, oltre a costare parecchio, non sono così veloci. Un altro lato negativo è quel che succede durante il periodo estivo, quando la città si riempie di studenti poco educati che non usano i pur numerosi bidoni della spazzatura. Ho passato l’estate sempre con un sacchetto in mano e quando mi spostavo raccoglievo. Se solo tutti facessimo il nostro dovere, sicuramente saremmo più felici.
Emotivamente cosa ha significato per te questo trasferimento?
Emotivamente parlando ho dato certezza a ciò che già sapevo, come già sapevo che avrei detto:”Dovevo farlo prima”. Per me in realtà non è molto diverso dall’Italia, ho solo dovuto rimettere in moto il cervello per studiare una nuova lingua. Ora anche se lavoro, studio e basta, non mi pesa. Non scalpito più come un cavallo nel recinto. Sono più tranquilla e non sento più quella vocina insistente. Anche se tra i miei desideri c’è quello di un viaggio in Asia, ma sto rimandando fino a quando non avrò imparato bene l’inglese. Non ho più la sensazione di buttare via i miei giorni, nonostante ora siano apparentemente tutti uguali. Ho fatto pace con me stessa e ho salutato con un bell’abbraccio i miei mostri. Ho iniziato a prendermi cura di me e ho ripreso a fare sport, corsa e yoga. Certo non è tutto rose e fiori, ma sto lavorando molto su me stessa. Tra pensare e agire c’è un abisso in mezzo.
In cosa credi che Bournemouth ti abbia costretto a metterti in gioco, sia in ambito personale sia in ambito lavorativo?
Bournemouth è stato ed è tuttora il mio trampolino di lancio. A 36 anni rimettermi sui libri per imparare una lingua è devastante per me, ma Bournemouth mi sfida in questo e non mi muoverò da qui o comunque dagli Uk fino a che non capirò abbastanza per ritornare nel mondo della ristorazione. Avere una buona posizione dopo 20 anni nel settore sarebbe il minimo e, perché no, magari anche un locale mio. Con la conoscenza della lingua poi, posso espandere il mio lavoro online. Lavorare viaggiando non è poi così male. Mi sono rimessa in gioco non solo in campo lavorativo, ma anche personale. Mi sono ritrovata a fare scelte che mai avrei pensato di fare per come la vedevo prima. Ora posso dire di conoscermi e quando mi specchio dico a me stessa: “Bentornata ”
Cosa ti senti di dire a chi vorrebbe compiere la tua stessa scelta?
Sono del parere che ogni persona dovrebbe vivere un’esperienza all’estero o quanto meno lontano da casa. A volte i problemi come i soldi, il lavoro, la lingua, i mille ma e i mille se, diventano solo scuse che ci portano a rimandare. L’ho vissuto in prima persona per circa un anno, quindi capisco cosa si prova, ma credetemi, più si sta lì a pensare più è difficile agire. Magari basta anche solo staccare per un mese o due. Magari basta solo ascoltare quella voce dentro di voi che vi spinge ad andare, senza zittirla con mille scuse. Spesso la vita quotidiana, lo stress, i problemi, un passato pesante, finiscono per prenderci tutta l’energia e a rendere difficili e noiose anche le cose che prima amavamo fare. Quindi ascoltate quella voce, parlate al vostro capo o alle vostre famiglie e partite. Non è scappare, ma darsi una scossa.
La vita è questa ed è unica, se si vuole, tutto si può. Quella vocina non è un capriccio ma è un campanello importante che indica che qualcosa non va. Partire anche solo per un periodo limitato, rigenera e ci permette di vedere tutto con occhi diversi. Ricordate che si può tornare indietro sempre. Desiderate fare il mio stesso passo? Bene, mettete in prima, accelerate e passate direttamente alla quinta così da arrivare in aeroporto senza avere il tempo di ripensarci, perché una volta che l’aereo parte, la paura e l’ansia svaniscono.
Uno sguardo al futuro, come ti vedi tra 20 anni?
Tra 20 anni? Mi vedo in una località sconosciuta, ma con certezza in spiaggia, al caldo tutti i giorni dell’anno a ricordare ogni persona vera incontrata sul mio cammino negli Uk. E sorriderò al pensiero della mia esperienza in Asia, a quanto è meravigliosa l’aurora boreale, ai colori del Portogallo e alla serenità del cammino di Santiago. E chiederò al mio cuore se gli sono piaciuti i posti che abbiamo visitato e vissuto. Di sicuro avrò sempre quella vocina dentro che mi ricorderà di prendere il passaporto e la carta d’imbarco per il mio prossimo viaggio.