La storia di Andrea Tognoni, dalla sua Genova al Brasile

La mia vita? È cambiata tantissimo. Mi reputo fortunato perché non devo dipendere da nessuno, soprattutto da un punto di vista lavorativo. A Rio ho trovato la mia famiglia e la mia dimensione d’uomo. È una città pazzesca, piena di vita, di spiagge, di cultura e di contraddizioni. La ricchezza totale del Paese è in mano a poche persone. Il costo della vita è alto e la gente ogni giorno si reinventa, le persone si rimboccano le maniche e si adattano a qualsiasi situazione”.

Di Enza Petruzziello

Una nuova vita nella bellissima e coloratissima Rio de Janeiro. Andrea Tognoni, 45enne di Genova, considera il Brasile a tutti gli effetti la sua casa. Vive qui da ormai 20 anni. Nella esuberante Rio si è costruito una famiglia, una moglie e una figlia che ama tantissimo.

Dopo anni trascorsi a fare il bagnino in Liguria, oggi Andrea lavora nel campo turistico, come guida, ed è un imprenditore immobiliare: gestisce una struttura accogliente immersa nel verde con una vista incredibile su Ipanema.

Fin da giovanissimo ha svolto lavori che non lo tenessero impegnato per tutto l’anno. Si è continuamente ritagliato del tempo per viaggiare e lavorare in altri Paesi del mondo. In lui, infatti, c’è sempre stata un’irresistibile voglia di cambiamento. Di conoscere altre culture, altre lingue ed altri luoghi. Per anni ha fatto la spola tra Italia e Brasile, fino a quando ha preso la decisione di trasferirsi definitivamente.

Andrea Tognoni

Andrea, quali sono state le ragioni che ti hanno spinto a trasferirti all’estero?

«Ho sempre avuto voglia di cambiamenti. Dopo aver fatto il militare, ho iniziato da subito a lavorare nella mia Liguria come bagnino. Quando la stagione estiva terminava, ero già in un’altra nazione a fare qualcosa di diverso. Ho lavorato a Londra da Pizza Hut, a Barcellona in un bar vicino alla Rambla. Insomma ho viaggiato di continuo e poche volte l’ho fatto da turista. Conoscere il Paese nel quale si sta significa conoscere le persone e le loro usanze».

Perché tra tanti posti del mondo hai scelto proprio Rio de Janeiro e il Brasile come tua nuova casa?

«In realtà fin da ragazzino ho sempre avuto in testa Cuba, dove sono stato per qualche mese, e il Brasile dove alla fine ho costruito la mia vita e conosciuto mia moglie Rafaela. Brasiliana, è una donna bellissima e di un’intelligenza sublime: mi sono innamorato di lei fin da subito. Anno dopo anno, ho iniziato così a mettere su le basi per la mia partenza. Sapevo che prima o poi mi sarei trasferito per un lungo periodo della mia vita o addirittura per sempre qui a Rio. Amo l’Italia, ma dovessi tornare mi trasferirei soltanto nella mia Genova, la città più bella d’Europa senza dubbio. Proprio come per il Brasile: amo tutto il territorio ma vivrei solo a Rio dove ho trovato la mia famiglia e la mia dimensione d’uomo. Rio è una città pazzesca, piena di vita, di spiagge, di cultura e di contraddizioni».

Da bagnino nella tua Genova, a guida turistica e imprenditore nel settore immobiliare in Brasile. Ti sei reinventato anche dal punto di vista professionale e lavorativo. Di che cosa ti occupi nello specifico a Rio?

«Conosco Rio come le mie tasche e infatti sono Guida Turistica Referenziata della città. I miei tour sono tutti a piedi tra le spiagge, monumenti e favelas. Affitto appartamenti a Capocabana e da poco ho costruito, e quasi terminato, la mia struttura ricettiva a Vidigal. Si chiama “Vila Victoria Residence” che ha preso il nome della mia bimba di 9 anni. Ho costruito la struttura con mia moglie Rafaela. Abbiamo creato una struttura accogliente immersa nel verde con piscina e una vista pazzesca su Ipanema. Siamo al Vidigal, tra i quartieri di Leblon e São Conrado, al lato della Rocihna, la favela più grande del Sudamerica».

Famosa in tutto il mondo per il suo inimitabile Carnevale, per la lunghissima spiaggia di Copacabana e il Cristo Redentore che domina la città, Rio de Janeiro attrae ogni anno milioni di turisti. Al tempo stesso, però, è una terra di forti contrasti e di contraddizioni, soprattutto dal punto di vista sociale. Da un lato la ricchezza più sfrenata, dall’altro una povertà dilagante ben visibile nelle sue “favelas”. Com’è vivere qua da residente e non da turista?

«Rio non è solo Cristo Redentore e Copacabana. Rio è una mistura di colori, sapori e profumi incredibili, piena di cascate, foreste, uccelli colorati e animali che in Italia ovviamente si vedono solo nei libri. Lo stesso Amerigo Vespucci nelle sue carte scrisse che se il paradiso fosse esistito lui ci era arrivato proprio vicino. Il Brasile e Rio è anche tanta contraddizione. La ricchezza totale del Paese è in mano a poche persone. È anche un Paese dove il razzismo è molto presente; un razzismo e una divisione che nasce fin dalla scuola. E già perché qui il figlio di un avvocato, di un fazendeiro non andrà mai a scuola con un bambino di classe bassa, mentre in Italia è molto diverso. Qui come dappertutto è fondamentale essere antirazzisti. Siamo tutti così splendidamente belli e diversi».

A proposito di scuole. Hai una figlia di 9 anni, com’è crescerla a Rio? Penso al costo della vita, all’istruzione, ai servizi, alla sanità, alle infrastrutture.

«La mia bimba va in una scuola del nostro quartiere. Una scuola molto buona, fortunatamente, ma esistono situazioni davvero difficili come nell’ambito della sanità. Abbiamo ospedali all’avanguardia ma in alcuni c’è da aver paura a finirci dentro. Il costo della vita a Rio è alto e la gente ogni giorno si reinventa, soprattutto nelle classi più basse le persone si rimboccano le maniche e si adattano a qualsiasi situazione. Rio è cambiata tanto, in particolare dopo le Olimpiadi e i Mondiali di Calcio. È sicuramente migliorata a livello di infrastrutture, collegamenti e molti quartieri hanno acquistato un look completamente diverso!».

Sempre più giovani e adulti decidono di lasciare l’Italia per cercare nuove occasioni lavorative all’estero. A Rio de Janeiro e in generale in Brasile quali sono le opportunità occupazionali e di investimento che possono trovare? E che consigli daresti a loro?

«In generale non ci sono molti stranieri che si trasferiscono qui perché, come dice un detto, Rio non è una città per amatori. Per chi volesse trasferirsi dico sempre: prendetevi del tempo e venite, provate e poi decidete. Ottenere un visto non è facile, ma nemmeno impossibile. Inizialmente conviene fare quello da turista, poi quello di studio o di investimento e poi si vedrà…».

Come è cambiata la tua vita da quando vivi a Rio de Janeiro?

«Tantissimo. Mi reputo fortunato perché non devo dipendere da nessuno, soprattutto da un punto di vista lavorativo. La sensazione più bella l’ho provata quando ho deciso di trasferirmi definitivamente qui a Rio. Mi svegliavo al mattino e dicevo tra me e me: “Ma io non devo più tornare in Italia!”. Era davvero incredibile, perché ho sempre sofferto il rientro quando i primi tempi potevo rimanere solo 6 mesi a causa del visto ed anche perché ad aprile ricominciava il mio lavoro in spiaggia. E poi Rio mi ha fatto il dono più grande: una bellissima famiglia. Amo profondamente mia moglie e la mia piccola Victoria. Sì, sono loro la mia vittoria più grande».

Per contattare Andrea Tognoni ecco la sua mail: carioca.freak@libero.it

Facebook: https://www.facebook.com/andrea.tognoni.31

Instagram: https://www.instagram.com/andreatognoniorei/?hl=it

Vila Victoria Residence: https://www.instagram.com/vilavictoriaresidence/?hl=it