Vivere in Mongolia: la storia di Alfredo

Se ha cambiato vita, è  merito di Gengis Khan. E’ stato proprio inseguendo il condottiero mongolo, da cui è sempre stato affascinato, che Alfredo Savino, nato a Milano nel ’76, ha ritrovato la sua libertà in Mongolia.

Vivere e lavorare in Mongolia

Da qualche anno ha abbandonato l’esistenza grigia e ingessata nel capoluogo lombardo e scelto i paesaggi sconfinati,  il cielo sempre azzurro della Mongolia, per ripartire. Ora vive nella capitale dello Stato dell’Asia centrale.   E’ soddisfatto della sua scelta. Certo, in inverno deve fare i conti con temperature rigidissime. In compenso, ha trovato due occupazioni e numerose bellezze naturali, oltre al calore delle persone che vivono nelle campagne.  Un contesto, carico di stimoli culturali, che lo sta aiutando nella crescita emotiva e professionale. E gli trasmette ogni giorno la  curiosità e l’energia utili ad  affrontare una vita nuova, in una terra tanto lontana, e non solo dal punto di vista geografico, dall’Italia.

Sarà davvero lo spirito del temuto sovrano, che, sembra, aleggi ancora in Mongolia, a caricarlo? E’ probabile, visto che i cittadini del grande Paese asiatico, privo di sbocchi sul mare,  sono parecchio orgogliosi di essere i discendenti di colui che creò uno dei più grandi imperi della storia. E lo testimoniano in ogni occasione.

Dunque, è stata la curiosità per le gesta di questo sovrano, a tirarla fuori dal pantano?

Ho lasciato l’Italia, Milano, la mia città nel 2007, da un lato, mosso dalla voglia di cambiare, dalla necessità di scappare da un modo di vivere che sentivo non appagarmi più, legato alla routine e ad una non prospettiva di miglioramento personale. Dall’altro, perché volevo vivere la Mongolia anche nella sua stagione più dura, alla ricerca di una reale conoscenza di questa terra. Una serie di circostanze ed occasioni, che si sono presentate, mi hanno spinto a rimanere qui.

Di cosa si occupa?

Insegno italiano all’Università nazionale della Mongolia e in estate organizzo viaggi con la cooperativa di viaggi Sain Sanaa (in italiano BUONA IDEA), che ho fondato con due altri amici e colleghi mongoli. Porto avanti dei progetti d’aiuto alla popolazione locale per l’associazione italiana Soyombo www.soyombo.it/cms –    www.amitaba.net.

Da dove nasce la passione per una terra tanto diversa dall’Italia?

Nel1998 ho visitato per la prima volta la Mongolia. Avevo 22 anni e per tre mesi mi sono immerso negli sconfinati paesaggi di questa terra. Me ne sono innamorato. Tornato dal viaggio, sono diventato membro attivo di Soyombo, un’associazione che ha come obiettivo la diffusione della cultura mongola in Italia. Dopo il mio primo viaggio, per altre cinque volte, sono ritornato come turista e guida, cercando ogni volta di visitare angoli nuovi di questo sterminato Stato. La passione per la Mongolia ha interessato anche i miei studi. Mi sono laureato con una tesi, che analizzava i rapporti tra Europa e Mongolia nel XIII secolo. In seguito, ho partecipato ed organizzato conferenze ed eventi, finalizzati alla conoscenza della storia e della cultura mongola.

Ci descrive la capitale, Ulaanbaatar e, in genere, la Mongolia?

La Mongolia è una realtà che sfugge agli standard, è il Paese della libertà, dei paesaggi sconfinati, del silenzio. Ma  ho perso l’innocenza del turista, non sono più suggestionato dal fascino del nuovo. Cerco di decodificare i modi di vivere di questa società così diversa, che, sento, ha molto da offrire alla mia crescita emotiova e professionale.

Se volesse definire questa terra, cosa direbbe?

La Mongolia attuale e’ figlia dei tempi moderni, il progresso avanza rapidamente e tutto sta cambiando. Io stesso spesso rimango spiazzato dalla velocita’ e dai suoi cambiamenti. Gli effetti positivi e negativi della globalizzazione qui trovano terreno fertile. Tantissimo, nella capitale Ulaanbataar, che risulta un melting pot di modernità e tradizione.

MONGOLIA: Alfredo Savino

Ha parlato di bellezze naturali indescrivibili. Però, vivere lì non sarà facile!

I paesaggi della Mongolia hanno un loro fascino, unico. Parlo del  famoso cielo azzurro. Chi visita questo Paese ne viene subito catturato. Vivere in Mongolia, però, è una scelta impegnativa. L’inverno è rigido. Le temperature scendono al di sotto dei quaranta gradi. E anche in primavera spesso soffia un vento freddo.

Ci sono specie di animali e piante particolari?

Sì, nonostante il freddo intenso e le scarse precipitazioni. Nella zona a Nord, la più fredda e montuosa del Paese, ci sono tante conifere e betulle, mentre in quella centrale c’è la steppa, cioè una vegetazione erbacea bassa e molto fitta, che degrada lentamente verso il Sud, trasformandosi in zona desertica.  Tanti sono, comunque, i fiori che nelle stagioni più calde ricoprono tutto il Paese.  Nelle zone più montuose ci sono immense praterie di stelle alpine. La Mongolia offre, oltre ad un’incredibile varietà di piante, una stupefacente varietà di animali.

Immagini Mongolia

Tipo?

Ci sono animali rari.  come ad esempio, il leopardo delle nevi, l’onagro (asino selvatico), il cavallo di Przewalski, l’Argali  (muflone ), lo yak e il cammello bactriano. La Mongolia è anche famosa per l’enorme quantità di marmotte, una voce importante nell’economia del Paese.  Nelle sconfinate praterie ci sono tantissimi quadrupedi, dagli yak alle gazzelle, dai cammelli bactriani agli asini selvatici, dai piccoli roditori, come i citelli e i pikas alle marmotte dalle guance paffute. E poi tanti uccelli: damigelle, gazze, falchi, avvoltoi e aquile.

Come sono gli abitanti? E le donne?

Bisogna fare una distinzione tra i Mongoli, che abitano in campagna e quelli che risiedono nella capitale. I cittadini, spesso sono dominati dalla frenesia della metropoli e dalla globalizzazione. In campagna e nei piccoli centri, il senso dell’ospitalità  e la genuinità  sono spesso disarmanti e unici ai miei occhi. In Mongolia ci sono molte donne bellissime. Si dice che siano tra le piu’ belle di tutta l’Asia, non solo per la delicatezza dei lineamenti, ma anche per l’eleganza della loro figura.

Torniamo al clima.

Inverni lunghi e freddi.  Il termometro oscilla tra i meno 40 e  i meno cinquanta, in alcuni aimag (province).  Da Giugno agli inizi di Settembre in genere il clima e’ gradevole. Le temperature oscillano  tra i venti e i trenta gradi.

MONGOLIA

Scuola, sanità, trasporti pubblici, ordine pubblico: cosa mi dice ?

Per quanto riguarda questi aspetti, devo dire che si sta progredendo. I veri problemi della capitale sono: il traffico e l’alta percentuale di inquinamento.

Quanta importanza dà il Paese alla cultura?

Il Paese è molto sensibile alla cultura locale. Il teatro nazionale e’ sempre molto attivo, due volte la settimana si organizzano rappresentazioni di opere nazionali ed internazionali.

Ci sono tradizioni, feste particolari?

Una delle feste principali e’ il Tsagaan sar, il capodanno lunare, che si festeggia tra Febbraio e Marzo. Ci sono diversi riti e usanze da attendere e la tradizione e’ rispettata  con entusiasmo. L’altra festività importante, forse anche piu’ conosciuta per le diverse forme di spettacolo che l’accompagnano, e’ il Nadaan, a meta’ Luglio. Si tratta dei Tre giochi da uomini:  lotta libera tradizionale mongola, l’ippica  e il tiro con l’arco.

Quali sono i piatti tipici?

Gli alimenti in Mongolia si dividono in cibi bianchi, ovvero derivati dal latte, consumati d’estate e i cibi grigi, carne e salumi. Uno dei cibi bianchi piu’ conosciuti e l’aruul, yoghurt acido essicato, che si trova in diverse forme. Il piatto tipico per eccellenza è rappresentato dai buzz, ravioli ripieni di carne di montone e cipolla cotti a vapore. Poi ci sono i khoshur, panzerotti di carne di montone fritti. Molto appetitosi sono i diversi tipi di zuppa di carne e verdura.

Quali sono i lati negativi della vita in Mongolia?

La vita nella capitale non é certo facile, perché é una grande città. Ci sono traffico, inquinamento e piccola delinquenza, in crescita. Lo scoglio della lingua e’, di sicuro, difficile da superare. Io ho studiato mongolo per un anno e riesco a sopravvivere e a comunicare senza particolari difficoltà, ma mi rendo conto dei miei limiti.

Come docente di italiano guadagna tanto?

In genere gli stipendi sono bassi, per esempio un docente universitario  percepisce 350 mila tugrik (la moneta locale) il mese, l’equivalente di 200 euro. Però, spesso gli stranieri lavorano per aziende estere e i loro stipendi sono decisamente piu’ elevati.

Tornerà in Italia?

Bella domanda. Per ora penso al presente più immediato e a realizzare il progetto lavorativo,  la cooperativa turistica, che ho realizzato con i due amici. Questo e’ un progetto, in cui io credo molto. Primo, perche’ l’intento e’ redistribuire  in Mongolia il ricavato e poi perché mi dà modo di coltivare la mia vera passione, che é viaggiare. Questa terra e’ tanto vasta. E, nonostante la conosca da oltre dieci anni, mi offre sempre la possibilità di scoprire posti nuovi.

C’è lavoro?

Questo e’ un momento di grande fermento urbanistico nella capitale, l’industria del mattone e delle infrastrutture potrebbero offrirne.

Di cosa vive la Mongolia?

La Mongolia e’ famosa per il suo kashmire e  le risorse minerarie.

Cosa resta di Gengis khan?

Tutto e’ Chinggis Khaan. L’orgoglio di essere mongoli in primo luogo.

Come sono i collegamenti con l’Italia?

I voli dell’areoflot da Milano in estate sono quasi quotidiani. Si transita da Mosca.

Ci sono tanti italiani?

La comunita’ italiana e’ piccola, si contano circa venti  residenti più o meno fissi, che si occupano di  attivita’ commerciali o lavorano per ONG (organizzazioni non governative).

Alfredo Savino

alfredosavino@gmail.com
+97695141436
skype: gengiskhaan

www.mongoliaviaggio.it

www.soyombo.it

Intervista a cura di Cinzia Ficco