Alessandro: ecco perche ho lasciato tutto per vivere in Costa Rica
A cura di Maricla Pannocchia
Spesso vista come un Paradiso sulla Terra la Costa Rica è in realtà un Paese molto diverso dall’Italia, “da conoscere partendo dalla capitale e senza fermarsi ai luoghi turistici”.
Questo consiglia Alessandro detto Ale, sbarcato in Costa Rica nell’ormai lontano 1997 e che adesso vive proprio a San Jose, la capitale. Fra i suoi progetti futuri ce n’è uno, sicuramente interessante e ambizioso, che vede come protagonisti principalmente i giovani e i nomadi digitali, volto a promuovere uno stile di vita diverso da quello italiano o, in generale, europeo.
Uno stile di vita più simile a quello della Costa Rica dove, a dispetto delle lungaggini, la vita viene vissuta in maniera più intensa e le emozioni e le esperienze, e non il lavoro, sono il fulcro di tutto.
Ciao Ale, raccontaci qualcosa di te. Chi sei, da dove vieni…
Mi chiamo Alessandro Malaguti, ho 40 anni e sono emiliano. Sono sbarcato per la prima volta in Costa Rica nel lontano 1997 per le classiche vacanze di Natale “anni 90” con la mia famiglia 🙂
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Da quel momento e fino al 2003 queste vacanze si sono ripetute costanti negli anni, ogni inverno, sempre nella zona del Guanacaste. Nel 2002, dopo aver imparato perfettamente lo spagnolo a Madrid, decisi di trasferirmi a San Jose.
Cosa ti ha spinto a lasciare l’Italia?
Mi ha spinto il fatto che nell’ambiente universitario di quegli anni già si percepiva che non c’era possibilità di crescita in Italia, perciò decisi di andare a studiare a Madrid e successivamente di trasferirmi in Costa Rica.
Come mai hai scelto proprio la Costa Rica?
La mia voglia di raggiungere obiettivi molto ambiziosi per quegli anni, fece sì che il sogno mai raggiunto di mia madre di ritirarsi in Costa Rica divenisse poi il mio obiettivo prioritario.
I miei genitori acquistarono un terreno in Guanacaste ed io colsi l’opportunità di controllare gli interessi famigliari e nel contempo di cercare un futuro più libero, fuori dagli schemi e, perché no?, più sano, ben lontano dallo stress a cui si è sottoposti in Italia e, in generale, in Europa, dove burocrazia e regole diventano una tortura.
La mia necessità di confrontarmi con culture diverse e la voglia di crescere mi portarono a vedere la Costa Rica come una grande opportunità, sfruttando al massimo il potenziale di un Paese che era in grande crescita dove peraltro gli italiani erano veramente pochi a quell’epoca ed essere italiani aveva una rilevanza importante tanto da essere portati su un vassoio d’argento.Ho scelto quindi proprio la Costa Rica perché avevo già visitato il Paese molteplici volte e in qualche modo mi sentivo a casa.
Dove vivi precisamente?
La mia dimora principale si trova nella capitale, a San Jose. Tuttavia le mie attività economiche si svolgono prevalentemente in Guanacaste, a Cuajiniquil nel Cantone di La Cruz, dove sono stato presidente della Camera del Turismodal 2006 al 2011.
Di cosa ti occupi?
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Sono un immobiliarista e negli anni ho costruito e sviluppato molteplici progetti residenziali e commerciali in Guanacaste. Oggi, dopo aver acquisito 150 ettari sul mare a Cuajiniquil, sto sviluppando insieme ai miei partner svizzeri un macro progetto di “città eco sostenibile ad economia circolare” rivolta ai crypto hipster e ai nomadi digitali attraverso l’utilizzo delle tecnologie di blockchain, cryptomoneta e NFT.
Com’è la tua vita quotidiana?
In Costa Rica i bio ritmi di vita sono estremamente diversi rispetto all’Italia.
Mi sveglio in maniera naturale molto presto, al sorgere del sole, attorno alle 5:30, senza alcuna sveglia. Dopo un’ottima colazione ricca di frutta mi piace uscire di casa a fare sport all’aria aperta.
Terminata la mia routine sportiva mi dedico in maniera libera all’organizzazione della giornata lavorativa a dipendenza dei meeting o degli impegni, sempre seguendo la filosofia del PURA VIDA ed evitando di prendermi troppo sul serio proprio perché il senso di stare in Costa Rica deve essere anche quello di accettarne le tempistiche e le dinamiche che a volte sono lungaggini ma sono peculiari del Paese. Il “manana” (domani) è una delle prerogative della cultura costaricense, specie quando si ha a che fare con questioni burocratiche/amministrative dove una soluzione si trova sempre ma la tempistica rimane quella del “manana”. Parola d’ordine “no stress”!
In generale la capitale offre notevoli svaghi e qualità di vita a un prezzo accessibile. A San Jose posso scegliere tra le attività sportive come il tennis in circoli privati come l’Indoor Club e il Country Club e andare in palestra quotidianamente. Ci sono moltissimi centri commerciali stile americano, grande offerta culinaria, ristoranti di tutti i tipi, teatro, cinema e molteplici iniziative culturali.
In generale il Costa Rica è un Paese che ti permette di trascorrere weekend all’aria aperta in location meravigliose e uniche facendo per esempio Kite Surf a Bahia Salinas o andando a nuotare con le Balene a Santa Elena, vedere le tartarughe marine al parco di Junquillal o fare escursioni negli innumerevoli parchi e allo stesso tempo alternarle ad attività ad alto profilo, tipiche delle grandi e moderne capitali.
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Avevi delle aspettative sul Paese prima della partenza?Se si, sono state soddisfatte?
La mia aspettativa nei confronti di questo Paese è sempre stata prioritariamente economica, avendo toccato con mano sin da subito l’enorme potenziale di crescita immobiliare.
La definizione “Svizzera del Centro America” mi ha da subito catturato l’attenzione, il Paese in effetti per la sua mancanza di esercito, risulta essere abbastanza tranquillo per trovarsi in Centro America, sempre quando si evita di eccedere nell’ostentazione della propria condizione economica.
Per quanto mi riguarda, le opportunità economiche nel mio personale ambito lavorativo, sono tuttora in grande espansione perciò le mie aspettative sono ad oggi assolutamente soddisfatte.
Come sei stato accolto dalle persone del posto?
Una delle principali caratteristiche positive del Costa Rica è proprio la marcata capacità di accoglienza della popolazione locale che è sempre disponibile ad aiutare, in maniera talune volte disinteressata e altre volte un po’ meno (ride) ma in ogni caso sempre in modo cordiale e pacifico.
Quali difficoltà hai dovuto affrontare e come le hai superate?
Forse la principale difficoltà che posso dire di aver affrontato è stata quella di essere partito da un mondo strutturato e pieno di regole e atterrato in “un’isola felice” con molte meno regole e spesso totalmente disorganizzato dove il “manana” non sempre permette di lavorare in maniera efficiente. Sfortunatamente, qui è molto complicato creare business plan e strategie che poi possano essere rispettati.
Hai mai avuto momenti in cui ti sei pentito della scelta fatta?
Sì. Purtroppo una volta mi sono trovato in un ristorante con una pistola puntata alla testa. In quel momento mi sono chiesto se valesse la pena di rischiare la vita per un cellulare o per un orologio di lusso. In quegli anni, eri visto da molto lontano come un asset per qualcuno che non aveva gli occhi per piangere, come si dice dalle mie parti.
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Tuttavia, quell’esperienza mi permise di capire che in realtà, anche se all’apparenza sembra tutto molto tranquillo, bisogna sempre tenere presente che il pericolo è dietro l’angolo e il solo fatto di essere straniero con un maggior potere economico rispetto ai locals, sarebbe potuto divenire ragione di vita o di morte.
Quali sono le lezioni che hai imparato finora?
In Costa Rica se vuoi vivere bene devi tenere un low profile pur non privandoti di nulla.
Devi necessariamente evitare d’imporre i tuoi ritmi europei perché altrimenti finiresti per vivere una vita frustrata. Il Costa Rica è un Paese lento, dove le difficoltà a volte sembrano insormontabili, tuttavia è necessario rendersi conto che con le loro tempistiche si possono raggiungere ottimi risultati nonostante non vadano alla nostra velocità. Per vivere bene devi andare al loro ritmo.
E quali, invece, gli incontri più interessanti fatti in Costa Rica?
Il Costa Rica è un Paese relativamente piccolo ove a San Jose è abbastanza semplice conoscere persone che hanno ruoli di potere che ti permettono di facilitare il networking e lo sviluppo di progetti. Allo stesso tempo, da San Jose è facile smascherare quei soggetti che, specie nelle aree decentrate, si approfittano di molti malcapitati che, cercando di cambiare vita, necessitano di un appoggio locale.
La Costa Rica è famosa per il suo concetto di “Pura Vida”, come lo spiegheresti e come lo vivi nella realtà quotidiana?
Non fare mai oggi quello che potresti fare domani.
La frase chiave, da ripetersi come un mantra. (ride)
Che consigli daresti a chi sta sognando o pianificando il primo viaggio in Costa Rica?
E quali, invece, a chi vorrebbe vivere e lavorare li (inclusi consigli burocratici)?
Innanzitutto, per chi vuole cambiare vita, consiglio di partire dalla capitale, mai fare l’errore di credere che le dinamiche del Costa Rica siano quelle che si vedono nelle zone turistiche (esempio Jaco, Tamarindo, Flamingo, Playa del Cocco ecc.). Ad esclusione di permessi municipali e poco di più, ogni tipologia di attività economica o richiesta amministrativa e burocratica ruota sempre comunque o può essere facilitata dai contatti su San Jose.
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Ho ben chiaro il fatto che San Jose possa spaventare, il fatto che ci siano dei quartieri pericolosi, è vero… non è proprio banale, tuttavia ogni progetto di successo che io personalmente ho visto in tutti questi anni ha avuto sempre dei collegamenti molto forti con la capitale. Partendo dagli avvocati, i consulenti, i contabili,… le persone giuste a San Jose ti possono risolvere i problemi.
A chi desidera invece fare un viaggio turistico in Costa Rica, consiglio di studiare il Paese leggendo blog, andando sui social e guardando i feedback reali di persone che hanno visitato il Paese non strettamente italiani ma internazionali.
Non mi sento di consigliare il Costa Rica a chi vuole fare un viaggio organizzato stile “villaggio turistico” con l’uscita a cena in mocassino o nei villaggi “ghetto” di soli italiani, la filosofia del Paese è quella di vivere emozioni forti in diretto contatto con la natura e con le persone del posto. E’ un Paese da vivere, esplorare e conoscere organizzando un viaggio itinerante, fuori dalle classiche location turistiche molto inflazionate.
Per la mia esperienza il Costa Rica non è un Paese da spiaggia bianca e beach club ma da zaino in spalla, abbigliamento tecnico e tanta voglia di lasciarsi catturare dalla natura che lo contraddistingue tra cui i vulcani, i Parchi, i fiumi, lo studio della biologia marina, gli animali e in generale la bellezza del paesaggio incontaminato e vergine.
Secondo me, il viaggio più riuscito è quello del turista che va alla ricerca di sé stesso in relazione alla scoperta della maestosità della natura, senza l’ambizione di trovare la comodità intesa come lusso.
Quali sono i luoghi, lontani dai sentieri turistici, che secondo te meritano di essere visti?
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Guanacaste nord, dal Parco Santa Rosa fino a La Cruz sono ad oggi le zone più belle non ancora sviluppate turisticamente, non caotiche o inflazionate.
Ma ovviamente qui, io tiro l’acqua al mio mulino (ride).
Pensi di rimanere a vivere in Costa Rica per sempre?
Ad oggi mi considero un nomade digitale.
Il cordone ombelicale con l’Italia rimane per me sempre molto forte. Nonostante i vari problemi che sta attraversando il mio Paese oggi, se vi fossero migliori condizioni, non ci penserei due volte a tornare in Italia e vivere lì, ma il degrado socio culturale ed economico fanno sì che la mia priorità sia quella di rimanere in un Paese ove l’impatto burocratico non rappresenti un’asfissia quotidiana e dove le mie idee e il mio potenziale possano generare un vantaggio economico importante. Tutto questo ha ovviamente un riflesso sulla mia qualità di vita quotidiana perciò ad oggi in Italia rimango un turista.
Progetti per il futuro?
Dopo aver costruito un resort campo base di 14 unità, il mio progetto per il futuro è riuscire a sviluppare le mie terre in Guanacaste captando nomadi digitali.
Mi piacerebbe dare l’opportunità a tante persone, anche ai più giovani, di condividere con me una visione di vita più equilibrata, meno stressante. Far capire che la vita non è solo lavorare, lavorare e lavorare ma è, sin da giovani, seguire una passione, un ideale, un’emozione, buttarcisi a capofitto in armonia con la natura, creando comunità con altre persone che condividano con te gli stessi valori.
Nel 2023 inizieremo a costruire un glamping, un centro commerciale e un agriturismo che saranno il modello riflesso all’interno di un metaverso che stiamo sviluppando. Questo concept permetterà a coloro che faranno parte del progetto fisico, di creare opportunità economiche anche nella versione digitale. Cosi facendo, inizieremo a dare l’opportunità ai giovani che già padroneggiano le nuove tipologie di investimento, di unirli con beni concreti e tangibili come il mattone e nello stesso tempo indirizzeremo coloro che con il vecchio stile erano abituati a investimenti immobiliari classici, a essere proiettati verso un futuro giovane e dinamico tipico del web3.
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