Jonatha un anno e mezzo fa la tua vita e quella dei tuoi cari ha avuto un drastico cambiamento. Ma prima di arrivare a conoscere i dettagli raccontaci qualcosa della tua vita in Italia, di cosa ti occupavi?

Avevamo un’azienda di impianti elettrici e fotovoltaici che abbiamo dovuto chiudere nel 2010. Successivamente abbiamo provato a prendere un bar in gestione, poiché mia moglie è una barista esperta, ma non abbiamo avuto fortuna, cosi circa un anno fa abbiamo deciso di trasferirci qui a Panama insieme ai nostri due figli. Abbiamo scelto Panama anche perché ci vive mio fratello da diversi anni, quindi non è stato un vero e proprio salto nel vuoto.

Come hanno affrontato i tuoi figli il trasferimento?

Inizialmente i bambini erano molto preoccupati, specialmente il più grande che quando siamo partiti aveva 4 anni e mezzo e percepiva perfettamente il nostro stato d’ animo, ma già in viaggio si sono tranquillizzati. Arrivati qui hanno accettato bene il cambiamento vedendoci più tranquilli e, a distanza di un anno, parlano perfettamente spagnolo, mentre noi abbiamo ancora dei problemi di pronuncia. Adesso hanno tanti amichetti e addirittura una fidanzatina (però lei ancora non lo sa e mio figlio mi dice sempre “papà non dire niente”), ma all’inizio le difficoltà di integrazione sono state notevoli. I bambini sanno essere molto “cattivi tra di loro”, complice il fatto di non parlare e di conseguenza non capire l’essere straniero e addirittura il fatto di essere bianchi!!! Purtroppo la prima maestra non è stata capace di affrontare e capire il problema, tanto da fargli cambiare classe. Successivamente, la seconda maestra è riuscita a capire che il problema di fondo era dovuto alla mancata integrazione e finalmente, con il supporto di tutti i bambini, sono riusciti a risolvere la cosa.

vivere a Panama

A proposito di insegnanti, come è strutturata la scuola?

Qui purtroppo se frequenti una scuola pubblica, è vero che hai il supporto dello Stato che ti aiuta dandoti dei buoni per acquistare tutto ciò che serve, dai libri agli accessori, ma è anche vero che l’insegnamento non è adeguato. Mentre in quelle a pagamento (all’asilo per mio figlio pago 10$), i bambini vengono seguiti in ogni campo, pensa che mio figlio che frequenta l’ultimo anno di asilo, parla l’italiano, lo spagnolo e l’inglese, sa scrivere e leggere e addirittura sa perfettamente cos’è una Repubblica, chi è il Presidente e conosce perfettamente la geografia legata a questo Paese! Il prossimo anno inizierà le elementari che qui si chiamano PRIMER GRADO e in quel caso il costo salirà a 80$ al mese.

Attualmente lavori come assistente della manutenzione al Westin di Playa Bonita. Come sei riuscito ad ottenere questo lavoro? Qual è stato il processo di selezione affrontato?

Quando siamo arrivati abbiamo deciso di cercare subito lavoro, anche perché i nostri contanti si limitavano ad una cifra pari a 3000$, così abbiamo iniziato ad inviare curriculum. Considera che ho risposto a circa 200 annunci su un portale che si chiama konzerta…. Dopo tanto, sono stato chiamato ad un colloquio presso l’Hotel Intercontinental Miramar de Panamà dove, il direttore, un italiano che risiede a Panama da 28 anni, mi ha fissato un appuntamento con la responsabile delle risorse umane, la quale dopo avermi sottoposto ad un esame psicologico e ad un test attitudinale, mi ha mandato a fare le analisi del sangue per vedere se facessi uso di sostanze stupefacenti o altro. Superato il colloquio e ottenuto i risultati delle analisi, il primo ottobre ho iniziato a lavorare.

Nel tuo settore che differenze hai notato tra l’Italia e Panama?

A livello professionale mi è sembrato di tornare a quando ho iniziato a lavorare all’età di 13 anni. Invece a livello edilizio e di tecniche di costruzione qui sono indietro di circa 30 anni e purtroppo, non avendo tecnici specializzati in grado di insegnare, la popolazione rimane indietro, mancano scuole e buoni insegnanti, mentre di ingegneri ce ne sono davvero tanti.

Come vivi la quotidianità a livello professionale? Com’è il rapporto con i tuoi colleghi di lavoro?

Inizialmente ho avuto diversi problemi a causa della lingua. Qui si parla spagnolo e io l’ho dovuto imparare in un mese, anche perché, pur conoscendo l’inglese (considera che ho studiato inglese in Inghilterra e mio padre era un insegnante d’inglese), quello parlato dai dirigenti è completamente un’altra lingua rispetto a quella che parlavo io. Qui parlano praticamente l’americano.

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Cosa ci racconti di Panama?

Posso solo dirti che qui si vive bene, è molto economica se paragonata all’Italia e lo stipendio percepito ti permette di vivere normalmente. Finalmente posso stare tranquillo grazie ad un lavoro con cui riesco a coprire i fabbisogni familiari. Tieni presente che lo stipendio medio per un panamense è di 435$, per gli stranieri è minimo il doppio e considera che con 425$ una famiglia di 2 persone vive tranquilla, quasi come un italiano con 1600€ a Milano.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

Panama come città è una metropoli tipo New York, ma vivere lontano dalla città rende tutto molto diverso. Per esempio, nel mio caso che vivo a Vacamonte a 30 km da Panama, significa alzarsi alle 4 e tornare alle 19 per svolgere 8 ore di lavoro. Uno tra i vantaggi ad esempio è quello di poter comprare casa con 15.000$ (ovviamente al di fuori di Panama città) e riuscire ad avere un mutuo con appena l’1% di interessi e rate da 85$ al mese; tra le altre cose c’è quella di poter acquistare prodotti genuini e frutta fresca che mai avevo assaggiato, muoversi in taxi pagando 1$. Al momento vedo solo vantaggi, forse l’unico svantaggio è rappresentato dall’educazione di questo popolo che è molto ignorante e a volte molto razzista.

Questo trasferimento per te è permanente o transitorio?

Assolutamente permanente, non voglio tornare in Italia, voglio dare un futuro ai miei figli, voglio poterli mandare all’università e qui ci sono ottime scuole, per assurdo italiane, dove insegnano benissimo, anche perché qui posso permettermele.

Avevi già avuto esperienze di vita all’estero?

Ho lavorato spesso fuori dall’Italia, ma non ci avevo mai vissuto. Ultimamente però in Italia mi sentivo uno straniero in patria.

Hai subito uno sconvolgimento delle tue abitudini?

Lo sconvolgimento più grande è stato tornare a prendere l’autobus!

Com’è il mercato del lavoro a Panama? Di quali figure c’è maggiore richiesta e soprattutto, qual è la forma di rapporto lavorativo più diffusa?

Panama ha un mercato del lavoro in questo momento imparagonabile al resto del mondo, sono in corso tantissime realizzazioni importanti, tra le quali la costruzione di un nuovo canale, la metropolitana, un nuovo ponte a fianco del Las Americas e tantissime costruzioni immobiliari. Le figure più ricercate sono tecnici di qualsiasi tipo e cuochi. Per quanto riguarda i contratti di lavoro, questi ultimi sono diversi per gli stranieri, perché fino a quando non si ottiene il permesso di lavoro a tempo indeterminato, ovvero dopo 6 anni di residenza, il contratto deve avere la durata di un anno o in alternativa ti viene offerto un contratto professionale a tempo indeterminato, privo di contributi e di assicurazione sociale.

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Cosa significa vivere all’estero per un italiano come te?

Crescita professionale, certezza di un lavoro e futuro migliore per i miei figli.

Prima di partire per Panama, sicuramente eri carico di aspettative. Ad oggi si sono tutte realizzate?

Sì. Noi siamo partiti alla ricerca di un lavoro e di una stabilità economica e l’abbiamo trovata.

Cosa contavi di trovare a Panama e cosa realmente hai trovato?

Ripeto, solo ed esclusivamente il lavoro, perché un padre senza lavoro è un padre disperato e, per fortuna, la disperazione l’ho lasciata nel mio Paese!

Jonatha Ponzo

Jponzo@ymail.com

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Di Nicole Cascione