Cose affascinanti da sapere sulla Mongolia

Di Anna Scirè Calabrisotto per Voglio Vivere Così Magazine

 

La storia della Mongolia non è di certo tra quelle più note al mondo e, spesso, il poco che si sa relativamente a questo paese è che era la terra del grande conquistatore Genghis Khan.

La storia della Mongolia è però molto di più e decisamente affascinante, specialmente per alcune ‘invenzioni’ di questo paese e che non si immaginerebbe mai che provengano proprio dalla terra dei nomadi per eccellenza.

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Ecco le 9 cose che sicuramente non sai sulla Mongolia!

9. La Mongolia è uno dei Paesi più antichi del mondo

Il popolo Xiongnu, che viveva a nord della Grande Muraglia, era un popolo nomade e pastorale. Ciò non impedì loro di organizzarsi in una unica nazione e ben tre anni prima della fondazione della dinastia Han nel 209 A.C! L’imperatore Han Wudi fu infatti il primo a riconoscere formalmente la Mongolia come potenza indipendente e, poi, come molti sanno, fu Genghis Khan a riunire tutte le tribù della Mongolia come la concepiamo oggi.

8. Pare che i Mongoli abbiano inventato il gelato

La Mongolia, a seconda delle stagioni, può essere piuttosto fredda. Proprio per tale motivo, la leggenda narra che, prima che Marco Polo tornasse in Italia e portasse con sé l’idea di questo dolce, i cavalieri mongoli – mentre stavano attraversando il deserto del Gobi portando con loro della panna in contenitori fatti di pelli e di intestina di animali – crearono con il movimento della cavalcata una sorta di rudimentale gelato. Non si sa poi se i Mongoli avessero o meno mangiato questa crema o la avessero poi utilizzata per creare un ‘gelato’ dai gusti particolari ma quello che sappiamo è che, quando l’impero mongolo si è espanso ed è entrato in conflitto con i cinesi, il gelato lo ha seguito e ha permesso a Polo di portare l’idea in Italia e creare quello che oggi è uno dei prodotti più famosi del mondo!

7. Una capitale nomade

Per quasi 150 anni, Ulaanbaatar è stata una capitale “mobile”, esattamente quello che ci si aspetta da un popolo che si sposta in continuazione in effetti! Infatti, ogni volta che si trasferiva il Khan, anche la sua città si muoveva. Originariamente nota come Örgöö, la città si trasferì 25 volte prima di stabilirsi definitivamente dove si trova oggi. Il motivo principale è che la città fosse diventata troppo grande per spostarsi facilmente e quindi ha dovuto mettere radici. Secondo il viaggiatore scozzese John Bell, nel 1721 “quello che chiamano l’Urga è la corte o il luogo in cui risiedono il principe (Tusheet Khan) e il sommo sacerdote (Bogd Jebtsundamba Khutugtu), che sono sempre accampati a poca distanza l’uno dall’altro. Si tratta di parecchie migliaia di tende che vengono rimosse di volta in volta. L’Urga è molto frequentata da mercanti provenienti dalla Cina, dalla Russia e da altri luoghi”. Quando poi la città mise radici, si dice che circa diecimila monaci abitassero nei templi vicini.

6. Il genocidio

Pare che quasi tutti i paesi della Terra abbiano qualche milione di scheletri nell’armadio! Secondo solo al genocidio armeno, anche quello mongolo ha mietuto parecchie vittime. Infatti, nella città persiana di Merv, Gengis aveva sconfitto i suoi nemici, ma la popolazione si rifiutava di sottomettersi. Così li guidò tutti fuori dalla città, cosa che lo impegnò per 13 giorni, e poi ognuno dei suoi guerrieri uccise 400 abitanti di Merv. Gli storici pensano che il bilancio dei morti fu di circa un milione di persone.

5. I cavalli selvaggi

Il cavallo di Przewalski, dal nome del polacco che “scoprì” la razza nel 19esimo secolo, è conosciuto in Mongolia come il Takhi. Purtroppo, sono stati proprio i mongoli a farli quasi estinguere. Infatti, all’inizio della seconda guerra mondiale, i soldati kazaki in fuga dall’esercito cinese stavano morendo di fame e di freddo e, per sopravvivere, mangiarono tutto quello che trovarono, incluso il Takhi! Fortunatamente, gli estimatori di cavalli dell’Europa occidentale hanno inavvertitamente salvato questa specie poiché, nel 2004, dodici di questi più rari cavalli furono reintrodotti in Mongolia. Oggi, 300 esemplari vivono in Mongolia.

4. Il comunismo

Se mai esiste una terra che dimostri che non tutti i sistemi funzionano in tutte le nazioni, è la Mongolia. Dopo essere stata legata all’URSS nel 1924, diventando il secondo stato comunista del mondo, la Mongolia aveva un certo grado di autonomia. Il capo della Mongolia comunista era un devoto di Stalin. La Cina era al confine meridionale e il commercio e la diplomazia potevano essere facilmente gestiti. Dopo la Perestroika, i mongoli decisero di provare la democrazia ma, a quanto pare, l’esperimento fallì. Il Partito popolare mongolo ha infatti continuato a vincere anche nelle elezioni del 2016 e il politico mongolo Nambariin Enkhbayar insiste che i “suoi comunisti sono una razza diversa”.

3. Un buon posto se si vuole stare da soli

In Mongolia ci sono solo due persone per chilometro quadrato, infatti, la Mongolia è il luogo ideale per chi desidera stare in completa solitudine o dedicarsi all’eremitaggio. L’unico problema sta nel cosa fare in tutto questo spazio libero. Immagina infatti di aver bisogno di una tazza di zucchero dal vicino!

2. La statua di un grande condottiero genocida

Proprio fuori Ulaanbaatar si trova una statua alta 131 piedi e che raffigura Gengis Khan. Comprensibile, considerato che è stato colui che ha unito il Paese, ma ha anche ucciso milioni di persone. Ad ogni modo, dobbiamo naturalmente ricordare che il secolo dodicesimo era completamente diverso dal mondo odierno. “Tutti i mongoli sono fieri di questa statua”, dicono gli stessi mongoli, ” Gengis era un uomo crudele ma ha guidato il paese verso la grandezza”.

1. Le aquile

Per quelli di noi che sono abbastanza sfortunati da vivere nei cosiddetti paesi moderni, ci sono poche cose più romantiche della vista del popolo kazako in Mongolia che caccia con aquile. Questi enormi uccelli sono stati addomesticati e cacciati dai popoli delle steppe per oltre 4500 anni e, come esempio per dimostrare quanto è forte il legame con questa popolazione, ecco un aneddoto interessante. Un cacciatore mongolo ebbe la fortuna di riunirsi con la sua unica aquila, congedata con onore dopo otto anni di servizio, anni dopo la sua liberazione. Si racconta infatti che il cacciatore, mentre era fuori a cavallo, alzò lo sguardo e vide due aquile che volteggiavano sopra la sua testa. Il cacciatore disse: “questa è la mia aquila!”. Un amico che era cavallo con lui lo schernì, ma il cacciatore fece un fischio acuto e, abbastanza sicuro, l’uccello scese e atterrò proprio sul suo braccio. Che paese la Mongolia!

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