La Storia di Daniela e la Sua Vita Altruistica

A cura di Nicole Cascione

Lasciare una vita “normale” per vivere una vita a colori. E’ quel che ha fatto Daniela quasi 20 anni fa quando si è licenziata, ha lasciato Cusano Milano per trasferirsi nel quartiere periferico zona sud di Quibdò come missionaria laica: “È stato un bel cambiamento e ora, dopo 16 anni, rifarei la stessa scelta perché, nonostante tutte le rinunce alle comodità, io sono serena”.

Lasciare una vita “normale” per vivere una vita a colori. E’ quel che ha fatto Daniela quasi 20 anni fa quando si è licenziata, ha lasciato Cusano Milano per trasferirsi nel quartiere periferico zona sud di Quibdò come missionaria laica: “È stato un bel cambiamento e ora, dopo 16 anni, rifarei la stessa scelta perché, nonostante tutte le rinunce alle comodità, io sono serena”.

Daniela, i 42 anni hanno segnato una svolta nella tua vita. Racconta ai lettori…

All’età di 42 anni, correva l’anno 2005, ho deciso di rispondere sì a quella che pensavo fosse la chiamata del Signore. Dopo due anni di discernimento e ricerca di dove e come, accompagnata dal mio padre spirituale, è arrivata l’opportunità di fare un’esperienza a Quibdò nella regione del Chocò, praticamente Africa in Colombia. Nel 2007 ho ricevuto mandato missionario da Mons. Tettamanzi, durante una veglia missionaria al Vigorelli, non sono una religiosa nè una suora laica, semplicemente una missionaria laica. Contro il parere di molta gente che mi voleva bene e si preoccupava per me, mi sono licenziata e sono partita, sola senza aver mai volato prima e sono arrivata in questo posto: Quibdò. Il Vescovo del posto mi ha chiesto di fermarmi in un barrio periferico, dove c’erano molti bimbi che, pur avendo una “casa”, passavano quasi tutto il tempo per strada. Ho vissuto qui per tre mesi poi sono rientrata a casa, ma sentivo che il mio posto era questo e sono ripartita.

Sono passati 16 anni da quel giorno.

Sì, sono passati 16 anni e sono ancora qui. Chi mi accompagna spiritualmente è sempre lo stesso don, per poter ottenere il soggiorno di permesso ogni due anni devo presentare un sacco di documenti della Diocesi di Quibdò, perché purtroppo, non avendo un’entrata economica, lo Stato Colombiano si preoccupa di dovermi mantenere.

Dove vivi?

Mi hanno accolto nella loro casa/convento le suore Carmelitane della Carità Vedruna. Con loro condivido i momenti di preghiera, i turni di cucina e pulizia della casa, ma per quanto riguarda la missione, anno dopo anno mi sono creata la mia. In questi sedici anni, grazie alla generosità di tanti, ho potuto costruire una sala, dove i bimbi vengono dal lunedì al venerdì nel pomeriggio a disegnare, comporre puzzles, apprendere manualità e vedere film, ho poi costruito anche una grande sabbiera dove possono giocare. Dal 2013 ho iniziato a offrire un pranzo ai bimbi più bisognosi il sabato, giorno in cui le scuole sono chiuse e rischiano di saltare completamente il pasto e anche lì la provvidenza è arrivata e mi ha aiutato a costruire un salone con cucina.

Lasciare una vita “normale” per vivere una vita a colori. E’ quel che ha fatto Daniela quasi 20 anni fa quando si è licenziata, ha lasciato Cusano Milano per trasferirsi nel quartiere periferico zona sud di Quibdò come missionaria laica: “È stato un bel cambiamento e ora, dopo 16 anni, rifarei la stessa scelta perché, nonostante tutte le rinunce alle comodità, io sono serena”.

Fai tutto da sola o ti avvali dell’aiuto di qualcuno?

Ci sono tre signore che mi aiutano nella sala e nel “ristorante”, tre signore del quartiere a cui io riconosco un aiuto economico. Il costo del solo programma del ristorante è di circa 500 euro mensili. Da due anni seguo anche un gruppo di 6/8 persone della terza età che vengono a passare due ore il mercoledì in allegria, facendo manualità varie, facendosi compagnia a vicenda. Come già scritto non ho uno stipendio, con le offerte che ricevo mantengo la “mia” missione, verso un contributo mensile alle suore con cui vivo e pago il servizio sanitario, perché siamo in America e se non paghi è molto difficile che ti curino.

Alcuni episodi o aneddoti più ricchi di significato?

Sono tantissimi gli aneddoti e gli episodi in questi 16 anni, ma forse quello che mi ha colpito di più è stato l’incontro con un bimbo di tre anni che non sapeva dare nè ricevere baci e poi la lettera di buon compleanno ricevuta da un bambino ora diciottenne che si ricordava benissimo il periodo passato nella sala e mi ringraziava per l’affetto ricevuto. Ogni incontro è pieno di significato.

Qual è il momento più bello della giornata?

Quando vedi che i bimbi sono sereni nella sala.

In questi anni ti sei trovata a vivere momenti di difficoltà? Come li hai superati?

Ho vissuto un brutto momento quando lo Stato Colombiano mi ha negato il rinnovo del permesso di soggiorno e quindi, se non fosse stato per un prete amico che mi ha aiutato facendosi garante per me, sarei dovuta rientrare in Italia, senza avere il tempo di lasciare le cose organizzate in modo che le signore, che collaborano con me, potessero andare avanti senza problemi. Quelli sono stati veramente giorni difficili per me.

Poi il momento in cui la violenza di Quibdò, mi ha toccato da vicino. Un ex ragazzino della sala che purtroppo aveva preso la strada sbagliata e che, nel giorno del suo diciottesimo compleanno, è stato raggiunto da degli “amici” che dopo aver brindato con lui gli hanno sparato a sangue freddo.

Quando sono in difficoltà emotiva penso a tutte le persone che mi sono vicine con la loro generosità, le onde di solidarietà createsi con la mia partenza, cerco aiuto confidandomi con gli amici e nella mia voglia di andare avanti a seminare, nella speranza che prima o poi si vedranno i frutti.

Lasciare una vita “normale” per vivere una vita a colori. E’ quel che ha fatto Daniela quasi 20 anni fa quando si è licenziata, ha lasciato Cusano Milano per trasferirsi nel quartiere periferico zona sud di Quibdò come missionaria laica: “È stato un bel cambiamento e ora, dopo 16 anni, rifarei la stessa scelta perché, nonostante tutte le rinunce alle comodità, io sono serena”.

Uno sguardo al passato ed uno al futuro. Cosa ti sei lasciata dietro e cosa vedi nel tuo futuro?

Ho lasciato una vita “normale” per vivere una vita a colori. Vedo il mio futuro a Quibdò, fino a quando la salute me lo permetterà, poi spero che ci sia chi porterà avanti i progetti.

Riconoscere che la propria vita ha bisogno di un cambiamento radicale e mettere in atto questo cambiamento sono cose molto diverse ed entrambe richiedono un grande atto di coraggio. Qual è la tua opinione in merito?

Sono sempre dell’idea che la mia scelta di vita faccia senz’altro più rumore di quella di sposarsi o andare a convivere, ma non per questo sia più coraggiosa, solo più insolita.

E’ vero che ho stravolto la mia vita, perché trasferirsi dalla ridente Cusano Milano al quartiere periferico zona sud di Quibdò è stato un bel cambiamento, ma forse sono nata per vivere qui, perché non posso dire di aver fatto fatica ad adattarmi e ora, dopo 16 anni, rifarei la scelta perché, nonostante tutte le rinunce alle comodità, io sono serena.

I miei contatti

https://www.facebook.com/danielaconfalonieri

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danielaconfalonieri@yahoo.es

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Causale Sostegno Missione Quibdò